Un Incontro Inaspettato
John Watson stava tranquillamente guardando la tv quando Sherlock entrò in casa brandendo un coltello insanguinato e imprecando in tutte le lingue.
"leggimi il giornale devo assolutamente trovare un caso interessante, sto per impazzire. Come fai a stare tutto il giorno seduto a guardare la tv?! Voglio un dannatissimo caso!"
L'amico ormai abituato a questi scleri, dopo averlo accontentato, gli rispose:
" sai Sherlock, non siamo tutti come te, noi non abbiamo l'istinto di metterci nei guai coinvolgendo anche gli altri. Prima o poi ucciderai tu qualcuno. Anzi cosa hai fatto? Hai di nuovo ucciso qualche innocente maiale per i tuoi esperimenti?"
" Bored... I'm bored! non ti preoccupare non ucciderò nessuno, credo. Magari ucciderò mio fratello."
" sei proprio senza speranza... un caso arriverà presto lo sento, purtroppo."
Due secondi dopo che John ebbe finito di parlare, il cellulare del detective suonò. Era Lastrade, capo della polizia londinese
" Sherlock vieni in centrale devo farti conoscere una persona... datti una mossa"
Sherlock, data la sua irascibilità dovuta alla mancanza di casi da risolvere e probabilmente anche da qualche stupefacente, gli rispose in modo seccato
" da quando mi comandi?"
" da ora, e comunque non sei curioso di conoscere questa persona? Non è da te"
" ho capito, arriviamo"
Guardò l'amico e gli fece cenno di seguirlo. Presero un taxi e arrivarono in centrale, Lastrade li stava aspettando :
" venite, andiamo in palestra. Vi mostrerò come un idiota si fa battere da una donna"
Alla parola donna John scatto subito
" donna? Bella?"
" Watson ho capito cosa ti passa per la testa, non ti consiglio di avvicinarti a lei... Irene Adler in confronto a lei è un agnellino"
Sherlock lo guardò incuriosito e cercò di capire in anticipo che tipo di donna si sarebbe trovato davanti da li a poco.
Appena entrati nella palestra videro una donna di 25 anni. Era seduta su un armadio alto più o men guardava divertita il suo avversario che non riusciva a raggiungerla. Con un balzo felino scese dalla sua postazione e in modo quasi impercettibile mise ko l'idiota. Poi si girò e corse verso i 3. John era sconvolto dalla sua bellezza: alta 1.75, corpo formoso e abbastanza muscoloso, agile come un gatto, capelli mori, occhi azzurri ma un azzurro intenso.
Sorridendo si presentò a loro:
" piacere sono Kate Adler, avete già avuto modo di conoscere mia sorella. Immagino voi siate Sherlock Holmes e John Watson. Piacere di conoscervi. Lastrade, chi è questo idiota con il quale sto combattendo? se continuo finirò per fargli male, MOLTO MALE. La prossima volta che ti chiedo qualcuno con il quale allenarmi, portamene uno alla mia altezza o per lo meno abbastanza forte."
Scoppiando a ridere rumorosamente le disse
" non uccidermelo mi serve, anzi, è dietro di te"
" lo so e sta anche brandendo una sedia. Scusate."
Si girò e con 2 mosse lo stese. Lo lasciò agonizzante per terra, non capace di alzarsi in piedi e di parlare.
" Kate... Hai vinto ora lascialo, mi serve vivo."
" uffa che persona noiosa che sei... ecco..dormirà per 2 ore. Contento?"
Intanto con una mossa lo fece addormentare.
I 2 detective erano a bocca aperta, non avevano visto nemmeno come lo aveva atterrato.
" il famoso Sherlock Holmes, ho sentito parlare di lei." nel frattempo lo osservava attentamente per cogliere ogni minimo cenno dal nervosismo a degli indizi di cosa aveva fatto nelle ultime ore.
Del resto anche Sherlock era intento a compiere la stessa analisi, ma, diversamente dal solito, non riusciva a capire niente.
" non vede niente in me giusto? io invece vedo discretamente lei e quello che vedo mi incuriosisce parecchio."
" lo prenderò come un complimento, lei esattamente che lavoro fa? Come avrà ben capito non riesco a "definirla""
" sono laureata in medicina con specializzazione in chirurgia, attualmente lavoro in obitorio... dimenticavo ho una passione per le armi e le arti marziali, ma credo che questo l'avesse già capito "
" esattamente, ma ho capito anche un'altra cosa"
" cioè?"
" odia sua sorella, sbaglio?"
Kate sbarrò gli occhi e poco dopo scoppiò a ridere
" ahahahah... mi scusi.. è veramente una persona interessante. Si ha completamente ragione, immagino voglia sapere il perchè. Glielo leggo in faccia."
nello stesso preciso istante in cui disse quelle cose si tolse la canottiera che indossava e rimase in top. Si poteva chiaramente vedere la cicatrice fresca di una pallottola che l'aveva attraversata da parte a parte all'altezza del cuore pochi mesi prima.
"Lastrade puoi sparire per un po'? Devo scambiare due chiacchiere con questi gentiluomini"
" certamente" e sparì.
" cosa le è successo? Possiamo darci del tu, mi pare che abbiamo la stessa età"
" certamente.. ummm.. da dove cominciare... ah bene.. 3 mesi fa mentre stavo lavorando ad un caso di morte precoce a Oxford, scoprii, attraverso approfondite analisi, che il colpevole era Moriarty. Immagino voi lo conosciate molto bene e siate al corrente delle sue potenzialità, se possiamo chiamarle così."
Sherlock era particolarmente attento a cogliere ad ogni parola, in modo da poter cogliere cambi di tono, espressioni facciali ...
" poco prima che mi sparassero, mia sorella venne a trovarmi e mi consigliò di non intromettermi nei suoi affari. Quel giorno la ignorai, buttandola fuori di casa. Poco dopo scoprii che lavorava per Moriarty. Passata esattamente una settimana da quella conversazione, mi spararono o, per meglio dire, mia sorella mi sparò. Per mia fortuna ha sempre avuto una mira poco precisa e così riuscii a salvarmi. Prima di spararmi ordinò di uccidere davanti ai miei occhi i nostri genitori, che, leggendo i miei rapporti, sapevano troppo. In parte sono felice di non aver abbandonato il caso, dall'altra mi sento colpevole della morte dei miei, ma ciò che è fatto è fatto non si può tornare indietro."
Sherlock scorse nei suoi occhi un pozzo di dolore e di rabbia repressa verso la sorella, questo gli fece capire quanto difficile per una persona fosse vedere ed essere colpevole della morte di qualcuno a lei caro.
" le porgo le mie condoglianze."
" la ringrazio, ma non serve. Come avrà di certo notato oltre al dolore c'è un altro sentimento che mi spinge ad andare avanti, oltre a una buona dose di testardaggine. Il passato è passato, io vivo il presente e costruisco il futuro."
Watson, stranamente silenzioso, aveva sì ascoltato le parole di Kate, ma era concentrato a gustarsi quel corpo sensuale. Tutto ciò non era passato inosservato a Sherlock che gli tirò una gomitata diritta sulle costola, facendolo mugolare dal dolore.
A quel punto la bella ragazza si mise a ridere, facendo capire che anche lei lo aveva notato, ma che si era divertita ad osservare le loro reazioni ed in particolare quelle di Sherlock.
" direi che è ora di andare, ho assolutamente bisogno di una doccia"
Sherlock con un sorrisino stampato in faccia la guardò, dicendo
" non mi pare che tu abbia sudato"
" ho addosso l'odore di quella ummm persona? sapevi già che ti avrei risposto così, non è vero?"
Sherlock la guardò storcendo la bocca e disse : " sto incominciando a capirti, ma capisco solo quello che mi fai vedere. Quello che vuoi farmi vedere."
" ahahahah.. ovviamente. Ti dirò una cosa. Per quanto abbastanza bene io riesca a vederti , il tuo pensiero è così intricato e dannatamente interessante che spesso mi perdo. Ti faccio i miei complimenti nessuno ci era mai riuscito, siamo pari. 0-0 palla al centro" con un ghigno sulla bocca.
" questo cambia tutto e poi mi stai sfidando? Amo le sfide, soprattutto perchè vinco sempre" ricambiando il ghigno
" può darsi...ma la vittoria sarà mia"
Watson, notevolmente scocciato per non essere mai stato considerato, schiarendosi la voce disse
" non vorrei essere il solito rompi palle, ma potrei partecipare anche io, una persona normale?!"
Kate e Sherlock all'unisono dissero " se riesci a stare al nostro passo" e poi scoppiarono a ridere di gusto.
Watson incazzato nero girò i tacchi e se ne andò seguito a ruota da Sherlock, che non avendo nemmeno un soldo per tornare a casa non poteva farsi sfuggire l'amico.
Kate li salutò e il suo saluto venne subito ricambiato da entrambi gli uomini.
Appena i due ebbero lasciato la stanza, pensò "Sherlock... una persona dannatamente interessante, voglio assolutamente scoprire ogni cosa sul suo conto, solo guardandolo. Sarà un'impresa difficile, ma soddisfacente" non sapendo che Sherlock, l'uomo di ghiaccio, aveva le sue stesse intenzioni.
END
