Si svegliò.

Nella penombra si sentivano, smorzati, i primi rumori provenienti dalla strada.

Nella stanza aleggiava ancora il profumo di lei, sapeva di primavera e di sole.

Qualcosa però non andava.

Allungò la mano cercando accanto a se e si sedette di colpo sul letto: lei non c'era più, il suo calore se n'era andato.

La piccola mansarda era fatiscente e umida, le pareti scrostate e macchiate davano un senso di sporco e povertà. Molte bottiglie vuote erano allineate sul tavolino accanto alla finestra, i pochi vestiti che aveva erano appesi ad un paio di ganci vicino alla porta. In un angolo un piccolo lavabo macchiato e sbeccato era sovrastato da uno specchio venato, dalla cornice rozza e spezzata.

Su una mensola traballante pochi libri, per lo più testi teatrali, un pacchetto di lettere legate con un nastrino di raso ed un'armonica, ormai coperti di polvere per il lungo disuso.

Sulla sedia sgangherata non c'erano più i suoi vestiti, mancava anche la piccola borsa che aveva con se; nella penombra cercò traccia del suo passaggio…non poteva essere un'illusione, era stata davvero lì. Si prese la testa tra le mani e cercò di ricordare ma la testa ancora gli pulsava, aveva bevuto parecchio la sera precedente, di nuovo: dopo una breve parentesi tutto era tornato come due anni prima…passò lungo tempo perché alla fine si decidesse ad alzarsi del tutto e ad aprire un po' le persiane: lo spiraglio di luce quasi lo accecò, il sole estivo era già alto e lui era in ritardo.

Si guardò di nuovo intorno, gli occhi una fessura: le sensazioni che giungevano dal suo corpo gli dicevano che non poteva essere stata un'illusione ma non riusciva a ricordare, si sentiva ancora stordito, quel profumo addosso.

Andò allo specchio che gli rimandò l'immagine di un ragazzo dai capelli scuri e lunghi, profondi occhi blu, un viso bellissimo e dai tratti nobili ma sciupati da notti insonni, dolore e troppo alcool.

Trattenne il fiato: infilato nella cornice c'era un biglietto, vergato da una grafia minuta ed elegante. Lo prese, sapeva di fiori e sole.

"E' stato un errore. Non sarei dovuta venire qui. Non cercarmi, non mi troverai. Torna da lei."

Con un pungo infranse lo specchio, gocce di sangue macchiarono il lavabo e il foglio. Si accasciò a terra piangendo.