"Sei più viva tu di qualsiasi persona che io abbia mai incontrato"
Lacrime,calde,scendono lente sul mio viso,bagnando il mio volto. Ero preparata a tutto,ma non a lei. Non ero preparata al suo sguardo: spaventato,ma allo stesso tempo fiducioso. Non ero preparata neanche alle sensazioni che sto provando: sento la vita che,lentamente,mi scivola via dalle mani e so che,se spinessi di più la lama, lei non sarebbe l'unica a morire.
"Non so cosa fare" rispondo, trattendendo i singhiozzi.
"Combatti" mi risponde. Vorrei tanto che ci fosse una maniera per combattere,ma come si può immaginare di combattere con qualcosa di più grande della vita stessa?con qualcosa la cui forza supera quella di un intero esercito?Non riesco a smettere di chiedermelo,ma,quando i miei occhi incrociano i suoi,sembra che,dalla mia mente,sparisca il bisogno di risposte. La guardo un'utlima volta prima di abbassare la lama,le mie mani iniziano a tremare,ci ho appena condannate. La mora davanti a me rilascia un lungo sospiro,io non riesco a essere tranquilla come lei,non ci riesco neanche quando mi accenna un piccolo sorriso e mi accarezza il braccio.
"E' ok" mi dice.
"No,no,no. Ho maledetto entrambe" rispondo,con la voce spezzata dalle troppe lacrime che provano ad uscire. "Tu non hai idea" continuo,terrorizzata al pensiero di quello che ci potrebbe fare Odino. "Verrà a cercarci" dico infine,sapendo che è questione di tempo prima che lui venga a prenderci.
"No,devi ascoltarmi. Dobbiamo ricomporre la squadra,raggrupparci,ok? da qualche parte al sicuro!" mi risponde,sembra credere così tanto in quello che dice,forse pensa che la forza di volontà basti per affrontare qualsiasi cosa.
"Al sicuro?" chiedo,provando a illudermi.
"Si." Risponde decisa,con il suo solito sguardo,lo stesso sguardo che mi ha rapito il cuore.
"Vado a prendere Dyson" dico,alzandomi in piedi.
"E io troverò Kenzie" risponde,imitandomi.
"E riguardo a Lauren?" chiedo,so che Bo non si è ancora arresa e che probabilmente non potrà mai farlo,non è da lei arrendersi.
"Non so dove l'hanno portata" risponde,potrei quasi dire con menefreghismo,ma,conoscendola,so che è solo la sua maniera di accettare le cose.
"Sei diversa da tutti quelli che ho conosciuto" le dico,abbassando tutte le mie difese. "In ognuna delle mie molte vite." Aggiungo,lasciandomi scappare un piccolo sorriso. Lei si avvicina titubante: ha gli occhi lucidi e le guancie leggermente arrossate,non ho mai visto niente di così bello. Siamo l'una ad un soffio dall'altra: la sua mano prende la mia,le sue dita ne accarezzano il dorso. Vorrei tanto lasciarmi andare,ma,nonostante tutto,non lo faccio,non è ancora il momento giusto.
"Andiamo" dico improvvisamente,rompendo la tensione del momento.
"Ci vediamo al Dal" risponde, un po' confusa,e dispiaciuta,dalla mia reazione.
Corro verso la porta,ma,prima di aprirla,mi giro a guardarla: non si è ancora spostata di un millimetro.
"Mi dispiace,per tutto" sussurro,prima di uscire dalla stanza. Ci ho condannate,ma insieme ce la possiamo fare e ora,per la prima volta in vita mia,so di combattere per qualcosa che davvero è importante per me.
