Chapter 0
È l'una di notte o giù di lì.
Ho perso il senso del tempo. O è il tempo che ha perso senso. Non lo so. Perché preoccuparsi del tempo che passa quando sono da solo a guardarlo passare?
Mi alzo, tanto so già che non riuscirei a dormire. Accendo una sigaretta e rimango immobile a guardarla mentre si consuma.
Tiro una boccata di fumo e guardo la nuvola grigiastra disperdersi in questa stanza che sta ormai prendendo ogni traccia di te. Eppure mi sembra di vederti. Le spalle nude i respiri pesanti mentre dormi.
Dio, perché? Di che cosa hai voluto punirmi?
Tutto si appanna e le lacrime tornano a scendere dai miei occhi stanchi di questo mondo in cui di te non c'è traccia. Di questo mondo in cui non possono vederti.
-Che cosa fai?-
No. Non di nuovo. Va via.
-Ehi, guardami, perché piangi?-
Sei fin troppo reale per essere solo frutto della mia immaginazione.
"Perché sei morta".
Era una mattina qualunque di una giornata qualunque. Ed è questo che mi fa incazzare. Sembrava andare tutto bene, non c'era niente fuori posto. Niente.
Se ci fosse stato qualcosa che non andava me lo avresti detto, no?
No, hai scelto di non dire niente.
Hai deciso per te e mi hai lasciato ad annegare nei rimpianti.
-Takachan, guarda che bella luna-
Mi volto. Questa proiezione della mia coscienza non vuole decidere ad andarsene.
"Vattene, Va via!"
Mi alzo di scatto e vado in bagno. Apro l'acqua e mi lavo la faccia. Sono a pezzi. E tu non vuoi lasciarmi in pace.
Lo so che è colpa mia, che avrei dovuto accorgermi che niente andava bene. Perché invece di continuare a sorridermi non hai parlato?
E quella mattina normale di un giorno schifosamente normale hai detto basta. Non hai pensato a nessun altro oltre te stessa. E hai detto basta.
Perché? Perché?
Sei stata così egoista. Mi hai lasciato da solo a piangere il tuo corpo freddo. Solo, Reila, solo. Perché è così che mi sento. Perché mi manchi come l'aria che respiro e la mia vita mi sta cadendo in un baratro che sembra non avere fondo.
-Taka, che cosa c'è che non va?-
Mi guardi seria appoggiata allo stipite della porta. Ti vedo riflessa nello specchio. Chiudo gli occhi e spero, quando li riaprirò, di scoprire che è stato tutto solo un incubo. Ma quando li riapro sei ancora lì. E sei ancora morta.
Me lo ricordo ancora. Lo sento ancora sulle dita quel freddo innaturale ce mi è rimasto addosso per giorni. Eri così pallida eppure così bella.
Ho continuato a chiamare il tuo nome finché non ho avuto più voce, finché qualcuno non ti ha portat via da me.
-Non puoi scappare per sempre-
Ed è come se una freccia di ghiaccio mi colpisse al cuore. È per questo che sei qui?
Mi volto a guardarti.
Sarai sempre così nei miei ricordi. Bella in eterno. Ormai tu ei fuori dal tempo, non invecchierai mai, non appassirai. Cristallizzata in un attimo che ti ha resa immortale ai miei occhi.
Rimarrai per sempre lai mia giornata estiva nel rigido inverso di questa vita ingrata, la metà della mia anima fuori di me stesso e se c'è una qualche giustizia, Reila, non è finito niente. Aspettami, perché dovessero passare cent'anni, te lo giuro non è la fine. Perché se il nostro destino è vivere una sola vota allora la nostra esistenza non avrebbe senso e la prossima volta non lascerò che tu i sfugga tra le mani come un leggero vento estivo. Te lo giuro.
Aspettami e, dovunque tu sia, ti amo.
È l'alba.
