Questa è la mia prima FF in Italiano, in passato ho sempre scritto in Inglese e forse ad un certo punto, tradurrò anche questa. Mi auguro che la storia vi piaccia… buona lettura.

La stanza profumava di canfora e nicotina, le mura erano coperte da una carta da parati che aveva visto tempi migliori e la moquette non nascondeva di certo gli anni passati ad essere calpestata da un rincorrersi di generazioni, all'angolo vicino la finestra sedeva una piccola cassettiera, come se il suo posto fosse stato quello sin dalla sua progettazione, le foto sopra, per la maggior parte ingiallite, mostravano i ritratti di una famiglia felice, storie di bambini che di cornice in cornice si andavano ad accompagnare con mogli, mariti ed in fine figli, il divano, consumato anche lui, mostrava i segni di un occupante abitudinario, il bracciolo di sinistra, rammendato alla meno peggio e nascosto da una coperta dall'aria vissuta, ma confortevole, faceva ben capire che quello, nel tempo, era stato il posto favorito da chi vi si era seduto fin da quando era stato messo lì, sulla parete opposta a quella della porta dove ora, una figura dai capelli biondi e l'aria triste era poggiata ad osservare in silenzio una tela squarciata di un ricordo.

Erano passati 10 anni, un tempo infinito, che brevemente aveva fatto di una ragazzina, una donna, Haruka Tenoh aveva sempre pensato che un giorno, avrebbe fatto ritorno, che i i minuti e le ore, nella loro clemenza, le avrebbero concesso di indulgere nella libertà di rinnegare il proprio passato e che questo, l'avrebbe attesa immobile, pronto a darle il perdono che non avrebbe mai pensato di necessitare, poi quella telefonata l'aveva strappata dalla sua illusione e con un paio di giorni, aveva chiuso i sui successi in una valigia di Prada e si era diretta a visitare la casa nella quale aveva mosso i primi passi, per trovarla vuota e piena di dubbi, per capire che infondo, nonostante tutto, per quanto non avesse rimpianto le sue scelte, aveva perso per sempre la possibilità di rimediare ai suoi errori.

Erano passati 10 anni, le urla ancora rimbombavano in quella piccola ed umile casa, tutti i soldi spediti per comprare il perdono, erano rimbalzati su quelle mura lise, ma resistenti, nessuno degli sforzi fatti dal pilota più famoso del mondo avevano potuto cambiare la testarda concezione della vita di suo padre, perché mentire non era mai stato concepibile e la vita di Haruka Tenoh, da quando si era chiusa quella porta alle spalle, era stata una menzogna, non importava che quella bugia le avesse portato successo, soldi, macchine, case e tutto quello che aveva sempre sognato, Soichiro Tenoh non vedeva nulla di tutto questo, tutto quello che aveva davanti ai suoi occhi era il risultato di un falsità… imperdonabile.

"Signor Tenoh, noi siamo pronti ad andare, l'architetto ha preso le informazioni che servivano, adesso sta a lei decidere cosa vuole fare con la proprietà"

La voce dell'avvocato aveva un non so cosa di irritante, d'altronde, Haruka pensò, questa doveva essere una routine per uno che si occupava di eredità, quindi, si girò che già indossava la sua maschera, quella che mai aveva un'espressione leggibile, quella che indossava nelle occasioni in cui non avrebbe potuto fare altro.

"Bene, andiamo pure, penserò più tardi a cosa fare".


Una email della sua agente la indirizzò verso l'Hilton di Tokio, alla reception la sua sola presenza ed una firma frettolosa le consegnarono le chiavi di una suite all'ultimo piano, non servivano presentazioni per Haruka Tenoh, la bottiglia di Christal sul tavolo all'entrata con un 'Benvenuto all'Hilton Hotel, mi auguro che si goda il suo soggiorno' e la firma del direttore le disegnarono un triste sorriso sul volto, la sua menzogna continuava a pagare bene, eppure un'inspiegabile sensazione di vuoto continuava a farle compagnia.

Mi rendo conto che si tratta di un capitolo un tantino confusionario, Haruka in questa storia è una persona profondamente combattuta fra quello che vuole e quello che si sente di essere, pensavo fosse importante iniziare dall'inizio, Michiru arriverà presto ed il presente comincerà ad evolversi.

Mi auguro di avervi intrigato, almeno un pò, per favore, fatemi sapere cosa ne pensate.

A.