Winner, Winner, Chicken Dinner*
Una FanFiction basata su GLEE a cura di killer cereal
Versione originale: s/6586432/
Adattamento italiano: Brittana Fanfiction Den
Traduzione a cura di Love Spent ( 2opposites)
Revisione a cura di Londra555 e Evey-H


Nota del team: Sorpresa! Scommetto che non vi aspettavate una nuova storia! Invece eccola qui, tutto grazie a Love Spent che si è gentilmente offerta di passarci il suo lavoro e ci ha permesso di pubblicarlo insieme alle altre storie che traduciamo. Non ci sono particolari presentazioni da fare su questa storia che, per chi non conosce, è davvero davvero divertentissima. Una lettura leggera, piacevole, da parte di una delle maggiori autrici Brittana "canon".

La storia è già tutta tradotta, si tratta di cinque capitoli che verranno postati una volta a settimana.

Buon divertimento!

*E' un modo di dire statunitense in particolare riferito ai casinò. Letteralmente significa "chi vince cena con pollo", una possibile traduzione italiana potrebbe essere "grande vittoria, grande baldoria".


Mercedes prese una pausa dal suo riscaldamento competitivo (diventato ormai una specie di sfida canora con Rachel), per guardare a bocca aperta, come tutti gli altri membri riuniti del Glee Club, Brittany entrare nella stanza. Al suo fianco c'era un uomo alto più di 2 metri, con un abito nero, capelli a spazzola e l'atteggiamento spavaldo, che comprendeva anche un paio occhiali da sole. La accompagnò al lato opposto della stanza e si sedettero in prima fila sulle sedie più vicine alle uscite.

"Che succede?" chiese Mercedes a bassa voce a Kurt e Rachel che erano con lei. "E' una guardia del corpo quella?"

La bocca di Kurt si spalancò. "Perché Brittany ha una guardia del corpo?"

"Beh," cominciò Rachel. Fece un respiro profondo assaporando il momento, felice di essere per una volta la fonte del gossip. "Ho sentito da Finn, che ha sentito da Sam, che ha sentito da Quinn, che ha sentito da Puck, che a Brittany e Santana non è consentito avvicinarsi a meno di una cinquantina di metri l'una dall'altra e, quando a scuola non hanno altra scelta che stare nella stessa stanza, devono avere delle guardie del corpo."

"Ma perché? E perché parli con frasi così lunghe?" Chiese Kurt, scuotendo la testa perplesso per tanti motivi diversi.

"Nessuno lo sa," mormorò Rachel con fin troppa enfasi. "Se qualcuno cerca di avvicinarsi, la guardia del corpo porta via Brittany."

"Anche Santana ne ha una?" La domanda di Kurt trovò risposta non appena Santana entrò nella stanza, seguita da un uomo quasi identico alla guardia del corpo di Brittany. Santana le lanciò uno sguardo malinconico, ma la sua guardia del corpo la guidò verso la sedia più lontana da Brittany, che stava fissando tristemente i suoi piedi senza mai alzare lo sguardo.

Rachel, Kurt e Mercedes vennero raggiunti da Tina e Mike e tutti si radunarono borbottando e sussurrando.

"Ho sentito che ha a che fare con quello che è successo durante le vacanze di primavera."

"Pensavo fossero andate ai Caraibi con i genitori di Santana."

"Ho sentito che sarebbero andate in California con i genitori di Brittany."

"Brittany non la smetteva di parlare di Las Vegas prima delle vacanze."

Rimasero tutti incantati a fissare le due ragazze alle estremità opposte della stanza, morendo dalla voglia di sapere che cosa fosse successo durante quella fatidica vacanza.


Il giorno precedente...

"Stamattina abbiamo ricevuto entrambe la stessa lettera."

Santana e Brittany erano sedute al tavolo della cucina di casa Lopez, al ritorno dal loro primo allenamento delle Cheerios dopo il primo giorno di rientro dalle vacanze. Avevano sperato di razziare il frigorifero senza interferenze solo per trovare, con orrore, entrambe le loro madri sedute ad attenderle.

"Quale lettera?" chiese Santana a disagio, dando una gomitata a Brittany per impedirle di parlare e lasciarle gestire la cosa a modo suo, di qualunque cosa si trattasse. La sua mente fece le capriole mentre cercava di pensare a cosa avevano fatto per giustificare questo inaspettato attacco di squadra nella sua cucina. Un'orribile sensazione alla bocca dello stomaco le diede la giusta indicazione di quello che sarebbe successo.

"Come avete fatto a ricevere la stessa lettera?" Chiese Brittany, mentre rifletteva arricciando il naso, decisamente meno sotto pressione di Santana ."Non è tipo fisicamente impossibile?"

"Abbiamo avuto entrambe una copia della stessa lettera, Brittany," la madre spiego più precisamente per la figlia sbadata. "Dicono la stessa cosa."

"Mettiamo per il momento da parte il fatto che ci avete mentito su dove avete trascorso le vacanze di primavera e concentriamoci su questo." La signora Lopez sbatté il foglio di carta sul tavolo di fronte a loro per poi appoggiarsi con le braccia incrociate sul petto, non appena le ragazze si chinarono e iniziarono studiare la lettera.

"Non so cosa significa," mormorò Brittany, senza guardare in faccia nessuno. In realtà aveva un'idea abbastanza chiara su cosa riguardasse la lettera solo da una rapida occhiata all'intestazione.

"Santana?"

Gli occhi di Santana erano spalancati e la bocca aperta mentre leggeva l'articolo incriminato.

"Deve essere uno scherzo o un qualche tipo di errore," deglutì, le guance arrossite.

"Santana." Sua madre ripeté il suo nome, il suo tono era un chiaro avvertimento a non tentare nemmeno di mentire.

"Non so di cosa si tratta o di cosa stai parlando," farfugliò. Le due donne avevano la stessa espressione incredula e indifferente, sembravano entrambe voler incolpare Santana, un fatto che lei si affrettò subito a contestare. "Perché tutti pensano automaticamente che sia tutta colpa mia?"

La madre di Santana alzò gli occhi, lo sguardo indifferente stranamente identico a quello che utilizzava la figlia, e la madre di Brittany le rivolse uno schietto sopracciglio alzato, entrambe pronte a ricordarle che non erano due semplici adulte sconosciute con cui dovevano avere a che fare quotidianamente, come il flusso infinito di 'educatori' del sistema scolastico, o qualche cameriera fastidiosa, o il manager del Bel Grissino con cui Santana amava spesso litigare. Queste donne erano la propria madre e la madre della sua migliore amica e la conoscevano meglio di chiunque altro al mondo, ad eccezione di Brittany naturalmente.

"Stai dicendo che è colpa mia?" chiese Brittany, girando il suo sgabello per guardare Santana.

"No. Voglio solo rendere chiaro a tutti in questa stanza, anche se dovrebbero già esserne a conoscenza, che... Brittany mi fa fare un sacco di cose ma la colpa ricade sempre su di me."

"Tu ti prendi sempre la colpa," chiarì la madre di Brittany con infinita pazienza acquisita da anni trascorsi con sua figlia. "E' diverso."

"Santana," disse la madre con un sospiro. "Non per niente sono tua madre, sai. Adesso firma e facciamola finita."

"Non è giusto, non mi prendo la colpa per questo," Santana si ostinò a mantenere la sua posizione.

Brittany sbirciò oltre per guardare la lettera, ma non alzò le mani dal grembo mentre le veniva ordinato: "Firmalo."

"Stai ridendo?" domandò Santana quasi incredula di fronte a Brittany che sembrava faticare a rimanere seria.

"Non mi vergogno di niente," Brittany si raddrizzò e sorrise non appena Santana lasciò cadere la testa sulle mani per la disperazione. "E non ho fatto nulla di male, quindi smettetela di cercare di darmi la colpa. Perché deve essere sempre tutto un gran problema? Non dobbiamo dire niente a nessuno. Almeno fino a quando non capiremo cosa fare."

"Mi stai dicendo sul serio che andrete a scuola così?" Chiese la madre di Brittany, gli occhi fissi sullo sguardo determinato della figlia con l'ombra di un sorriso sulle labbra. Fin dall'inizio era sempre stata ben consapevole dei sentimenti di sua figlia verso Santana. Brittany non le aveva mai nascosto nulla e onestamente credeva che non ci fosse nulla da nascondere. Santana, d'altra parte, aveva il viso piantato sulle braccia conserte sul tavolo e stava pregando con fervore che la terra si aprisse per poterla inghiottire completamente. Adesso. Proprio adesso, Dio ti prego, adesso.

"Io non firmo niente," protestò Brittany. "Non conosco il significato della maggior parte di queste parole, potrebbe essere di tutto e io non ricordo nemmeno cos'è successo. Potreste farmi vendere l'anima al diavolo per quanto ne so." Si rivolse a Santana preoccupata dandole una gomitata sul braccio. "Potrebbe succedere davvero?"

"Non si può firmare per vendere l'anima." Santana sollevò la testa dal tavolo per rassicurare Brittany.

"Ma non è che quello che è successo alla Coach? L'ha detto qualcuno una volta."

"No B. Lei è già di suo una specie di demonio."

Le loro madri si scambiarono uno sguardo frustrato. Le divertiva e lasciava perplesse allo stesso tempo, vedere quanto fossero codipendenti le due ragazze. "Sapete cosa accadrebbe se i vostri padri lo venissero a sapere?" intervenne la signora Lopez prima che si scatenasse una delle loro solite lunghe, sconclusionate, discussioni a cui aveva assistito tantissime altre volte.

"Cosa accadrebbe?" domandò Brittany a bocca aperta, con gli occhi spalancati.

"Verreste separate. Una delle due famiglie probabilmente dovrebbe andar via e voi non vi vedreste mai più."

Le ciglia di Brittany tremarono quando iniziò a sbattere furiosamente le palpebre cercando di trattenere le lacrime. Ma una le sfuggì andando a bagnare la carta davanti a lei, l'inchiostro sulle lettere 'annull' cominciò a sbavarsi mentre piangeva.

"Shhh, va tutto bene." Santana la confortò cingendola con un braccio "Non lo permetterò. Non accadrà mai." Lanciò ad entrambe le loro madri un'occhiataccia che stava per: Perché diavolo l'hai detto? "Se ci provassero, scapperemmo via. Va tutto bene B, è tutto okay."

Entrambe le donne si guardarono colpevoli e sconvolte per il crollo di Brittany. "Britt, mi dispiace", disse sua madre. "Nessuna di noi lascerà mai che accada," rassicurò la figlia. "Te lo prometto."

"Se firmi questo non ci sarà bisogno che lo sappiano. Se non lo fai... inizieranno ad arrivare altre scartoffie e potremmo non essere in grado di intercettarle tutte," spiegò la madre di Santana. "Come hai fatto a pagare questa cosa?"

"Non mi ricordo," ammise Santana.

In quel momento la porta si spalancò e il dottor Lopez entrò spedito solo per poi fermarsi bruscamente, un po' sorpreso alla vista del gruppo di donne dallo sguardo triste nella sua cucina.

Lo guardarono tutte con cautela, mentre si dirigeva verso il frigorifero per tirare fuori un cartone di succo d'arancia.

"Che ci fai a casa così presto?" chiese la moglie con ansia.

"Hmmm. Per una volta ho finito presto. È un problema?" Chiese lui, alzando un sopracciglio per la strana accoglienza che stava ricevendo. "Allora, che cosa succede?" domandò facendo un cenno con la mano.

"Niente," rispose la moglie.

"Che problema c'è con Britt?"

"Una cosa di scuola," si affrettò a rispondere Santana.

Suo padre piegò la testa di lato mentre guardava attentamente la figlia. I suoi occhi si strinsero.

"Allora. Stamattina ho avuto una conversazione interessante con uno della compagnia della mia carta di credito." Fece una pausa non appena tutte si fermarono pietrificate, godendosi il silenzio assordante che calava mentre si versava un bicchiere di succo di frutta. Con tutta la tensione creatasi nella stanza, si sarebbe perfino sentito cadere e rimbalzare uno spillo. "Hai ancora tu la carta di credito, Santana?" chiese innocente.

"Ehm, sì," rispose con un fil di voce.

"Me la ridaresti, per favore?"

"Certo." Si chinò e afferrò il portamonete dalla borsa, l'aprì e lasciò cadere la carta sul tavolo facendola scorrere verso di lui.

"Mh hmh, capisco." Si mise di nuovo sul tavolo di fronte a lei. "Ho visto Harry al lavoro oggi. Va tutto bene," disse subito per rassicurare Brittany e la madre che il signor Pierce era al sicuro e stava bene. "Sta bene. Ha portato un collega che si era fatto male alla mano. Il fatto è che gli ho chiesto come era andata la vacanza e se Santana si fosse comportata bene."

All'improvviso Santana trovò la superficie del tavolo molto interessante.

"Se devo essere sincero, mi ha guardato come se mi fosse cresciuta un'altra testa. Poi ha detto di aver avuto l'impressione che Britt avesse trascorso le vacanze con noi, non il contrario." Sua moglie aprì la bocca per parlare, ma il marito la interruppe. "Oh, non ho finito. C'è di meglio."

Si appollaiò sullo sgabello libero accanto a Brittany, che aveva cominciato ad agitarsi dall'inizio di quel discorsetto. "Abbiamo confrontato i fatti. E' venuto fuori che le ragazze non erano con noi e nemmeno coi Pierce, ma a giudicare dalle vostre espressioni, lo sapevate già."

"L'abbiamo scoperto oggi," ammise la madre di Brittany con un sospiro.

"Capisco." Il padre di Santana si fermò accanto a Brittany che teneva gli occhi chiusi. Non era brava sotto pressione e non aveva mai imparato l'arte di mantenere un segreto. Per sua sfortuna, tutti i presenti nella cucina Lopez ne erano a conoscenza.

"La società della carta di credito voleva chiedermi se fossi al corrente che qualcuno usasse la mia carta, e signore forse dovreste sedervi, per sposarsi in una cappella di Las Vegas. Avete mai sentito qualcosa di più ridicolo? Ovviamente non può essere successo visto che hai ancora tu la carta. Vero Santana?"

Con gli occhi chiusi, Santana deglutì e annuì. "Giusto," sussurrò.

Lo sguardo del dottor Lopez si spostò da Santana a Brittany che aprì un occhio e poi lo richiuse di nuovo, non appena notò che si era soffermato proprio su di lei.

"Brittany, cos'è successo?"

"Non dire niente," ordinò Santana.

"Santana!" l'avvertì la madre.

"Ci hai mentito sul luogo delle vostre vacanze di primavera, sei scappata a Las Vegas e ti sei sposata?" chiese il dottor Lopez, andando dritto al punto.

"Come se potessimo mai fare una cosa così stupida. Pah!" Santana agitò le mani in aria respingendo la sua domanda come fosse ridicola.

"Non lo sappiamo!" balbettò Brittany. "Penso fossimo ubriache e non ricordiamo niente. A parte aver vinto un buono per delle nozze al casinò, quello me lo ricordo."

Il dottor Lopez mise il bicchiere sul tavolo e sorrise per aver fatto crollare Brittany così facilmente. Le sue spalle si curvarono quando si rese conto di ciò che aveva fatto. "Las Vegas?" domandò lui semplicemente, con un sopracciglio alzato.

"Ho visto un film sul contare le carte al blackjack e volevo provare," disse Brittany. "Oppure, se la cosa non avesse funzionato le avremmo rubate."

"Brittany," Santana gemette a denti stretti.

"Perché?" chiese stupito il dottor Lopez, Brittany non smetteva mai di stupirlo con le sue uscite.

"Per divertirci."

Il viso di Santana era saldamente piantato tra le mani mentre si domandava se sarebbe riuscita a soffocarsi velocemente o se la madre l'avrebbe fermata prima di riuscirci. Brittany stava vacillando e l'influenza di Santana su di lei vacillò incerta a sua volta in presenza dei genitori.

"Santana?"

"Sembra sempre una buona idea quando è Brittany ad averla per prima," spiegò facendo spallucce.

Ahimè, il padre non rimase colpito dal suo tentativo di nonchalance. "Faresti meglio a firmare quel po' di scartoffie che tua madre ha infilato nella manica o ti accorgerai subito di non aver mai conosciuto il vero significato della parola guai." Guardò la figlia ribelle dritta negli occhi. Lei lo fulminò con lo sguardo.

"Sono abbastanza certa che, visto che sono entrambe minorenni, non sarà giuridicamente legale," sottolineò la signora Lopez.

"Firma il foglio," ordinò sbattendo una penna davanti a Brittany che subito trasalì a quella mossa inaspettata.

"Non parlarle in questo modo," sbottò Santana.

"Chiedo scusa, vuoi dire a tua moglie?"

"Sì," sibilò lei con aria di sfida, aggrottando la fronte con un cipiglio identico al suo.

"Avete idea di quanto sia ridicolo tutto ciò? Di quanto sia grezzo e di cattivo gusto, e per niente divertente? Se venisse fuori anche solo una parola su tutto questo la mia reputazione verrebbe distrutta. Che diavolo vi è preso per fare una cosa così stupida?"

"L'alcol," mormorò Brittany, asciugandosi le lacrime dalle guance. Poi sussurrò qualcosa che nessuno riuscì a capire, tranne il dottor Lopez a cui parve di udire la parola 'amore' attutita da un sniffata e un singhiozzo.

"Non è solo incriminante, chissà quante norme minorili sono state violate!" gridò, poi fece un passo indietro, come se si fosse reso conto aver sconvolto Brittany.

Un muscolo tremò nella mascella serrata di Santana, combattuta tra il lanciarsi oltre al tavolo addosso al padre e strozzarlo per aver fatto piangere Brittany o confortare Brittany che stava singhiozzando, un segnale di avvertimento per l'imminente pianto inconsolabile.

Brittany osservò con sguardo pieno di lacrime quando vide Santana sporgersi e scarabocchiare furiosamente sul foglio. La lettera poi fu spinta di fronte a lei. La fissò cercando di non singhiozzare per il modo orribile in cui tutti si stavano comportando. Perché importava tanto che si fossero sposate? Adesso era un problema di tutti? Non era affar loro, ma solo di Brittany e Santana. Guardò quello che aveva scritto Santana, singhiozzò e prese la penna. Scarabocchiò il più in fretta possibile e lasciò cadere la penna come se l'avesse punta. Santana afferrò il foglio, lo accartocciò e lo gettò al padre. Rimbalzò sul suo petto e rotolò sul pavimento.

"Ecco. Sei felice?"

La madre di Brittany batté la mano sul bancone facendo spaventare le ragazze e attenuando la tensione tra Santana e suo padre. Brittany la guardò con aria colpevole. Ora che cosa stava succedendo?

"Adesso ragazze ascoltatemi molto attentamente. Quando voi due vi sposerete ci sarà tutta la vostra famiglia. I vostri amici saranno lì. Sarete sobrie. Non sarà a Las Vegas e sì, signorina," indicò Brittany, "indosserai l'abito da sposa di tua nonna. Capito?" Entrambe le ragazze annuirono spaventate perché la madre di Brittany non si arrabbiava mai. Si alzò, fece il giro del tavolo e prese Brittany per la spalla separandola dalla sua metà. "Andiamo Britt. Penso che tu e Santana abbiate causato abbastanza guai per oggi."

Santana le guardò salire in auto attraverso la finestra, mentre lei rimaneva a tavola aspettando con ansia che suo padre la congedasse. Sua madre prese la lettera stropicciata e la aprì. Il suo atteggiamento cambiò radicalmente: le spalle crollarono sconfitte mentre leggeva i nomi con cui le ragazze avevano firmato e poi li mostrava al marito.

Carlos Santana

Britney Spears