TOGETHER

Ringrazio chi ha creduto in me e chi è sempre nel mio cuore. E' l'emozione e le sensazioni che mi hanno ridato la forza di provare a scrivere di nuovo qualcosa.

Spero vi piaccia

La dedico a te.

"Ciao Maura, non riesco a dirti nulla di persona perchè so che starei troppo male e non potrei mai vederti piangere e lasciarti cosi. Sono una vigliacca. Perdonami.

Tua J."

Maura leggeva queste parole su un biglietto che aveva trovato in cucina, vicino alla tazza che Jane usava in casa sua. Era lì, ancora con il fondo di caffè solubile che Jane aveva bevuto prima di andare via.

Piangeva. Le lacrime le solcavano il viso e singhiozzava.

Aveva un misto di rabbia e malinconia al pensiero che Jane non sarebbe stata più a Boston, non avrebbe passato quella porta come tutte le mattine, non sarebbe entrata nel suo ufficio per salutarla, non avrebbe bevuto il consueto bicchiere di vino insieme a lei sul suo divano la sera.

Come avrebbe superato tutto questo?

Come poteva sopravvivere senza la sua migliore amica?

Come faceva adesso a dirle che l'unica persona che aveva sempre amato era lei. Solo lei, era sempre stata lei?

Mancavano 2 ore al volo per Washington di Jane, il volo che l'avrebbe portata via da lei.

Maura era rimasta lì ferma con lo sguardo fisso sul biglietto, assorta nei suoi pensieri e con la mente che le stava facendo rivivere tutti i momenti vissuti con Jane.

Si avvicinò al divano e si lasciò cadere. Non mollava quel biglietto che ormai era diventato parte di lei.

Alzò gli occhi verso il soffitto.

In quell'istante capì che doveva finalmente dire a Jane ciò che provava, non poteva perderla, non se lo sarebbe mai perdonata.

Erano 7 anni, dal primo giorno in cui si videro al distretto di Boston, che Maura aveva sentito nascere qualcosa in lei: fu immediato, nuovo, unico, una sensazione che non si poteva spiegare a parole.

Con il tempo le fu facile capire di cosa si trattava. Il sorriso le nasceva sul volto appena pensava a lei, appena incontrava i suoi occhi, appena Jane la salutava e la abbracciava.

Era amore.

Non aveva mai potuto rivelare a nessuna cosa provasse, rovinare la loro stupenda amicizia e aveva paura, una paura folle di perderla.

Era arrivato il momento di agire!

Si alzò dal divano quasi di scatto, corse il camera e si mise la prima cosa che trovò a portata di mano, prese le chiavi dell'auto e si recò verso il garage.

La strada sembrava non finire mai.

Maura era agitata, nervosa, ansiosa ma convinta finalmente a fare la cosa giusta fregandosene delle conseguenze, quelle che l'avevano sempre frenata nel dichiarare il suo amore a Jane.

Finalmente l'aeroporto di Boston.

Mancava 1h alla partenza.

Lasciò la macchina davanti all'ingresso, non curandosi del divieto, e iniziò a correre verso il pannello delle partenze.

Eccolo: volo per Washington DC ore 13.20 Gate 7.

La paura di non fare in tempo la prese all'improvviso e correndo per l'aeroporto scrutava tutte le persone per vedere se una di quelle fosse Jane. La sua Jane.

Jane era seduta in attesa della chiamata del volo. Giocava con il cellulare tra le mani: chiamare o meno Maura?

- "Chiamata per il volo 7574 per WDC, avvicinarsi al Gate 7"

Sospirando Jane si alzò, prese il trolley e si incamminò verso l'uscita del gate.

Pochi passi e sentì una voce, una voce che conosceva molto bene.

- "Jane, Jane...aspetta"

Jane si voltò. Maura. Era la sua Maura che correva verso di lei. Si fermò.

Maura stava ancora correndo e quando arrivò davanti a Jane ci fu un'intenso scambio di sguardi.

Non c'era bisogno di parole. Gli occhi parlavano per loro.

Maura prese coraggio.

- "Jane...Io ti amo, da sempre. Sei sempre stata tu la mia persona. Solo tu combaci con me. Non lasciarmi sola"

Jane con le lacrime sul viso per le parole che aveva sempre desiderato sentire, prese tra le mani il viso di Maura.

- "Ti amo Maura. Ti ho sempre amato. Supereremo tutto questo insieme. Come sempre."

"Insieme?"

"Si..insieme".