CAPITOLO 166
«Andy?!» Sharon era sorpresa di vederlo materializzarsi di fronte ai suoi occhi.
«Ho pensato che un testimone in più ti avrebbe fatto comodo…»
Lei comprese che era stato messo al corrente del piano da Provenza.
«Vieni, entra…» lo fece passare e prima di chiudere la porta controllò che non ci fosse nessuno in corridoio.
«Accidenti Flynn! Ti avevo raccomandato di non venire! Ci manca solo che perdi la testa e inizi a picchiare Raydor come un sacco da boxe!» sbottò Provenza uscendo dal suo nascondiglio.
«Lo so, scusa. Ti prometto che non lo picchierò…o quantomeno farò il possibile per trattenermi…»
«Testone! Ora vieni di là che tra poco arriverà quel figlio di puttana. Vedi di non fare cazzate, intesi?» si raccomandò con l'amico e collega.
«Tranquillo» rispose Andy mentre Sharon non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Non le sembrava vero che lui fosse lì a pochi centimetri da lei e che avesse deciso di aiutarla nonostante tutto. I due non avevano avuto modo di scambiarsi più di un paio di parole ma i loro sguardi erano più che eloquenti.
«È pronta, capitano?» le chiese Provenza, distraendola.
«Sì…credo di sì…» aveva condotto tante operazioni di polizia durante la sua carriera ma esserne la protagonista la rendeva nervosa.
Pochi minuti dopo, puntuale come un orologio svizzero, Jack suonò il campanello. Sharon lo conosceva bene. Non era mai stato puntuale in vita sua e quello lei lo interpretava come un segnale di quanto lui bramasse vederla, incontrarla e stuzzicarla. Ciò le fece provare una sensazione di ribrezzo. Prese un gran respiro e andò ad aprire. Il fatto di non essere sola era certamente tranquillizzante per lei, ma questo non lo rendeva un momento meno imbarazzante. Temeva che Andy avrebbe potuto sentire qualcosa che lo avrebbe fatto soffrire più di quanto già non fosse successo ma al contempo, la sua presenza la rassicurava.
«Jack» lo salutò Sharon con tono freddo.
«Allora, tesoro…hai chiamato il tuo avvocato per avviare le pratiche per annullare il divorzio?»
«No. E non ho intenzione di farlo, ne ora ne mai.»
«Iniziamo col piede sbagliato, tesoro…» Sharon odiava quando la chiamava in quel modo. Un insulto probabilmente le avrebbe dato meno fastidio. «Sai quali erano gli accordi…così mi costringi a diffondere quel bel filmato che, detto tra noi, preferirei tenere solo per me…»
«Le condizioni sono cambiate, Jack. E non chiamarmi tesoro!» Lui conosceva quello sguardo. Non stava parlando Sharon, stava parlando il capitano Raydor. «Credevi che sarei rimasta con le mani in mano? Illuso. Ho anche io delle buone carte in mano. Vuoi giocare? Giochiamo.»
«Non hai nulla contro di me. Non hai prove del fatto che io abbia approfittato di te.»
«È vero, quelle le hai tu…io però so che c'è qualcuno che…» guardò l'orologio al suo esile polso «in questo preciso istante sta sporgendo denuncia contro di te per molestie sessuali, minaccia, ricatto ed estorsione. Ti basta?»
«Non so di cosa tu stia parlando. Chi può volermi denunciare? Stai vaneggiando!»
«Non lo sai? No? Vuoi che ti faccia nomi e cognomi?» Sharon continuava a guardarlo fisso negli occhi, sfidandolo. «Virginia Lawson e Dorothea McWain»
Appena sentì quei nomi, Jack cambiò espressione e deglutì. Sharon abbozzò un lieve sorriso senza mai perdere il contatto con gli occhi di lui, era così concentrata che quasi non sentiva il cuore che le galoppava nel petto e nella gola.
«Come sai di loro?» domandò non riuscendo a capire come Sharon potesse essere arrivata a scoprire cosa era successo con quelle due donne. Lei non rispose, non poteva certo dirgli che aveva fatto spiare il suo cellulare. Finche lui non l'avesse capito da solo, lei non glielo avrebbe certo confessato.
«Questo non importa. So che hai ricattato anche loro come hai fatto con me…» la sua voce era sicura e non lasciava trasparire esitazioni «hanno pagato per evitare uno scandalo. Io non lo farò. Se vorrai divulgare il filmato che hai contro di me, oltretutto incolpando Andy, fallo pure, ma dovrai farlo dalla prigione perché almeno cinque anni per violenza sessuale, ricatto ed estorsione, non te li tolgono nessuno. Pensaci bene.»
«Violenza sessuale? Ma stai scherzando!? Eravate più che consenzienti, tutte e tre! Puoi accusarmi di avervi ricattate coi filmati ma non di violenza!»
«Allora lo ammetti? Ammetti che hai filmato di nascosto e ricattato Virginia Lawson, Dorothea McWain e me?»
«Sì! Certo che lo ammetto! E ti dirò di più! Non sai come mi sono divertito! Quelle due sono cadute nella mia trappola come delle stupide! Prendermi gioco di loro e scoparmele è stato più facile che pescare in un barile. Voi donne, alla vostra età, siete così malleabili, basta che un uomo vi faccia un complimento…qualche moina…e vi sentite di nuovo belle e giovani, vi emozionate a tal punto da sciogliervi immediatamente. È stato facilissimo.»
«Non con me però.»
«Già, non con te. Con te ho dovuto aspettare il momento giusto, un tuo passo falso, una tua debolezza. La pazienza mi ha premiato e alla fine ho ottenuto quel che volevo. In fondo siete tutte uguali. Scommetto che perfino per quell'ubriacone di Flynn sarà bastato farti qualche complimento e magari un mazzo di fiori per riuscire a scoparti al primo appuntamento. Sbaglio forse?»
«Ti sbagli. Non sai quanto. Per fortuna non tutti gli uomini sono come te. Non volevo più credere all'amore, per anni mi sono barricata dietro una corazza per non farmi più ferire e non soffrire più ma lui con dolcezza e pazienza è riuscito a darmi di nuovo fiducia in quel sentimento facendomelo riscoprire sotto una forma totalmente nuova e sconosciuta.»
«Bla bla bla…» la schernì Jack. «Mi sto quasi emozionando nel sentire una così bella storia d'amore puro e sincero» continuava a deriderla.
«Non mi importa cosa pensi, ridi pure di me se ti diverte tanto, non mi interessa. Non mi interessa più niente di te, di cosa fai, di cosa farai e di cosa ne sarà di te.»
Jack improvvisamente fece una brusca inversione di rotta e, inaspettatamente, cambiò radicalmente il suo atteggiamento. «Va bene, senti, abbiamo esagerato, ok? Facciamo un passo indietro»
«Stai cercando di trattare con me? Che succede, Jack Raydor? Hai paura?» lei lo stuzzicò, sapeva bene dove arrivare.
«Sono sicuro che possiamo trovare un accordo per sistemare tutto. Un accordo che sia conveniente per tutti. Non divulgherò il tuo filmato, anzi, lo cancellerò, ok? Facciamo finta che non sia successo niente»
Sharon sorrise vedendolo annaspare. «Jack forse la situazione non ti è chiara…forse c'è qualcosa che ti sfugge. Qui non si tratta di me, di te, di quella maledetta notte o di quel filmato. Qui si tratta di reati perseguibili penalmente e io nella mia posizione non posso ignorarli.»
«Non ti sto chiedendo di ignorarli, ti sto chiedendo di aiutarmi, troviamo un accordo…sono pur sempre il padre dei tuoi figli, non puoi farmi finire in galera per delle stupidaggini.» Inutile dire che Jack sapeva quale era il punto debole di Sharon, i figli, per loro avrebbe dato la sua vita. Quella mossa fu come giocare un jolly, era certo che la carta figli avrebbe funzionato per ammorbidirla.
Lei lo guardò per secondi che a lui parvero interminabili, in attesa di una risposta, un verdetto. Il piano che aveva stabilito con Provenza aveva avuto un leggero cambio di rotta ma ora la situazione era esattamente come avevano previsto.
«Forse posso fare qualcosa…» rispose lei enigmatica «Ti costerà caro però…»
Continua…
