CAPITOLO 167

«Ora sei tu che ricatti me?»

«No.» Sharon prese altro tempo per tenerlo sulla corda.

«Allora?! Parla!» sbottò lui spazientito.

«Forse…e dico forse…potrei convincere Virginia Lawson e Dorothea McWain a non denunciarti…»

«E come?»

«Al come non ti devi preoccupare, parlerò con loro personalmente. Anche tu però dovrai fare la tua parte. Restituirai tutto il denaro che hai estorto col ricatto ed esigo che tu distrugga quei filmati. Tutti.»

Jack la scrutò attentamente. «E se non accettassi?»

«Sai già cosa ti succederebbe. Riceveresti tre denunce per per violenza sessuale, ricatto ed estorsione e io farò tutto ciò che è nelle mie possibilità per far in modo che ti diano il massimo della pena prevista per quei reati.»

Jack strinse i denti, ormai al limite del nervosismo. Nonostante solo pochi minuti prima si fosse dimostrato più pacato, il suo atteggiamento ora stava tornando ad essere quello di sempre, aggressivo e villano.

«Non hai nessuna prova. Non puoi dimostrare niente, niente!»

«Al tuo posto non ne sarei così certa.» rispose Sharon continuandolo a guardare con aria sicura.. «Tenenti!»

Jack si guardò intorno e si voltò, trovandosi Provenza e Flynn alle spalle.

Provenza fece partire la registrazione della conversazione registrata pochi minuti prima.

«Allora lo ammetti? Ammetti che hai filmato di nascosto e ricattato Virginia Lawson, Dorothea McWain e me?»

«Sì! Certo che lo ammetto!» Fermò l'audio, ormai Jack non aveva scampo e loro possedevano tutte le prove di cui avevano bisogno per incastrarlo.

Andy si stava trattenendo con tutte le sue forze per riuscire a restare calmo e non prendere a pugni Raydor. Doveva mantenere la parola data nonostante fosse veramente difficile non lasciarsi guidare dalla rabbia che nutriva nei confronti di quell'uomo.

«Sei ancora dell'idea che non abbiamo nulla contro di te?»

«Me la pagherete! Tutti!» sbraitò Raydor.

«Quello che pagherà sarai tu. Iniziando dal risarcire completamente Virginia Lawson e Dorothea McWain ed eliminando i filmati. È la tua unica possibilità per salvarti, oppure dovrai attenerti alle conseguenze. Non costringermi a mandarti in galera. Fallo per i nostri figli.»

«Chi mi assicura che una volta risarcite quelle due donne e cancellati i filmati, tu non procederai comunque?»

«Hai la mia parola. Sto contravvenendo ai miei doveri di poliziotto, dovrebbe bastarti come prova della mia buona volontà.» rispose lei.

Jack la guardò attentamente e si prese qualche secondo per pensare. Valutando tutte le opzioni, quella di accettare l'accordo era sicuramente la più sensata e la più conveniente per tutti.

«Hai vinto!» rispose a denti stretti dalla rabbia.

«Ottima decisione. Dove sono i soldi dei ricatti?»

«In una cassetta di sicurezza»

«Dammi la chiave e le coordinate.» Sharon allungò i braccio porgendo la mano «I miei uomini si occuperanno di restituire il denaro alle dirette proprietarie. Non voglio che tu abbia più contatti con loro. Dimenticatele. E dimentica anche me.»

«Ok! Ok! Ho capito!» disse scocciato mentre cercava nella tasca della giacca la chiave. «Ecco qui! Contenta!?» gliela mise in mano in malo modo e in quella frazione di secondo le prese il polso, tirandola a sé»

«Puoi punirmi quanto vuoi ma ricordati che sarai sempre mia, sempre!» le sussurrò a pochi centimetri dal viso.

«Lasciala!» Andy, che era stato in disparte in silenzio fino a quel momento, si fece avanti dopo il gesto di Jack. Aveva una gran voglia di mettergli le mani al collo e stringere fino a vedere la sua vita spegnersi sotto le sue dita.

«Flynn! Flynn! Non ne vale la pena» Provenza riuscì a fermarlo appena in tempo.

«Bravo, Provenza, tieni a cuccia quel cagnaccio rabbioso!»

«Jack vattene, non abbiamo più nulla da dirci.» gli disse Sharon.

«Me ne vado, ma ricordati una cosa. Non sarete mai felici. Mai! Mai! Vi auguro tutto il dolore possibile!» gridò prima di uscire sbattendo la porta.

Sharon si sentiva senza forze si appoggiò al mobile all'ingresso ed Andy istintivamente si avvicinò per sorreggerla. «Ehi!»

«Capitano, venga a sedersi» la invitò Provenza che insieme ad Andy la accompagnò verso il divano. «Vado a prenderle un bicchiere d'acqua»

Andy si sedette vicino a lei e le carezzò le mani. «È tutto finito. Sei stata bravissima…» le disse rassicurandola.

«Tu invece non sei stato così bravo, idiota!» tuonò Provenza tornando dalla cucina col bicchiere d'acqua in mano. «Avevi promesso che ti saresti trattenuto e invece per poco non lo prendevi a pugni!» disse ad Andy mentre porgeva l'acqua al capitano.

«Lo so, scusatemi…è che…» si alzò e iniziò a passeggiare per la stanza «vista la situazione…è difficile per me riuscire a trattenermi…»

«Ora non pensiamoci, l'importante è che l'operazione è andata bene e quel babbeo ci è caduto con tutte e due le scarpe» concluse Provenza «Vero, capitano?» Vedeva che Sharon era ancora scossa e non aveva detto una parola da quando Raydor se n'era andato. Continuava a risentire nella testa quelle sue ultime parole che suonavano come una maledizione.

«Sì…e grazie…grazie a voi due, alla squadra che mi ha aiutato in questo momento difficile. Senza il vostro aiuto non ce l'avrei fatta» disse lei, sinceramente.

«Non deve ringraziarci, siamo una squadra…una famiglia…ed è normale che ci siamo gli uni per gli altri, nel bene e nel male.» le rispose Provenza.

«Una famiglia…» ripetè lei guardando Andy. Improvvisamente una sensazione di ansia, rimorso e colpa la travolsero. Si alzò velocemente portandosi la mano alla bocca «scusatemi…» e corse verso il bagno.

Continua…