Ciao! Sono in ritardo, di nuovo.

Mi dispiace?

E' tipo appena iniziato il NaNoWrimo di Aprile, quindi spero mi dia motivazione.

Ringrazio, per aver messo tra i preferiti ed aver iniziato a seguire questa storia, MGStarFire, Hell Hari e ultimusred!

Ringrazio poi in modo specifico Hell Hari per aver anche commentato!

Disclaimer: né Naruto né Harry Potter mi appartengono, sono rispettivamente di Masashi Kishimoto e J. K. Rowling


"Hogwarts Express"

Beh, stava andando tutto bene alla fine, lui stava bene, il suo lavoro era apposto, si era fatto qualche soldo, e in pochi giorni sarebbe partito per Hogwarts.

Andava tutto fantastico, eppure, per scelta del destino, era di nuovo inchiodato ad un muro.

Non si aspettava avrebbero attaccato così presto…

Aveva fatto piani, per stare loro alla larga per i tre giorni prima della partenza, non aveva pensato potessero prevederlo e decidere che un vantaggio di cinque giorni fosse sufficiente.

A quanto pare si era sbagliato.

Almeno, poteva pensare che quella sarebbe stata l'ultima volta in quell'anno.

"Tra poco te ne vai di nuovo eh?"

"Già" rispose solo.

Harrison si avvicinò di qualche passo, e lui tornò indietro di uno.

"Paura?" gli chiese un altro dei tre ragazzi, facendo un passo avanti.

"Mi mette a disagio essere guardato da tanto vicino" cercò di non far trasparire la paura, che effettivamente c'era, nella sua voce.

"Sai che non c'è ancora molto spazio per allontanarti?" Harrison lo informava come se non fosse qualcosa di basilare.

Fece finta di guardarsi n attimo indietro e poi ritornò lo sguardo sul ragazzo proprio di fronte a sé. "Sì, ne sono cosciente."

Un altro passo avanti dal ragazzo ed una spinta bastarono a fargli toccare il muro.

Si trovavano vicino l'orfanotrofio, dove però bastava affacciarsi ad una finestra per vederli, quindi si sentiva più al sicuro di quando era in quel vicolo.

"Ora ti senti più a disagio?" gli chiese, guardandolo dall'alto in basso, in tutti i sensi.

"Molto" disse con tono neutro. Non gli piaceva la situazione e non sapeva come cambiarla.

Lo circondavano, in un certo senso, ma on avevano ancora alzato le mani.

"Per fortuna tra poco te ne vai eh?" disse Harrison, con un tono improvvisamente molto più amaro. "Scappi via in quella tua scuola speciale," il ragazzo digrignò i denti. "Sappiamo tutti che sei stato ammesso perché è per persone speciali, per quelli come te" un altro po' e il ragazzo quasi sputava.

"Effettivamente, hai ragione, è per le persone come me," disse, sorridendo mentalmente mentre affermava solo la verità. "Immagino tu non sia abbastanza speciale per entrarci".

Una cosa l'aveva capita, in quel suo tempo lì, ed era che Harrison era tanto geloso di lui, perché al contrario suo, il biondo era speciale, si distingueva da tutti i ragazzi dell'orfanotrofio. E distinguersi era ciò che tutti volevano.

La loro vita era impostata in un mondo in cui tutti condividono tutto, mangiano gli stessi pasti, si vestono alla stessa maniera, quindi, il desiderio più profondo e nascosto di ognuno, nonostante le amicizie e il provare a stare bene in quell'ambiente, era distinguersi.

Essere diversi dagli altri, essere speciali.

E lui lo era.

L'unico nell'istituto ad andare ad una scuola privata, lontana da quel posto.

Gli dava un egoistico senso di soddisfazione.

"Cosa ti dà il diritto di parlarmi così uh?" Harrison disse alzando il mento con arroganza, "Solo perché sei stato in questa stupida scuola e sei tornato arrogante e con una stupida fascia al braccio pensi di valere più di me?"

In realtà, no.

Il ragazzo più grande espanse il petto e si rese più grosso in qualche modo, cercando di apparire intimidatorio e riuscendoci abbastanza.

"Cosa nascondi anche sotto questa roba?" disse, facendo venire a Naruto un brivido, "te la levi mai?" poco dopo però il ragazzo si rispose da solo, "probabilmente no, per quanto fai schifo…"

Poi Harrison si avvicinò, e Naruto, nonostante avvertendoli avvicinarsi, non riuscì a fare nulla quando gli altri tre lo circondarono.

"Sta fermo un po' eh" disse uno.

"Stai calmo, non faremo nulla" disse un altro, ma non lo calmava minimamente.

E se avesse reagito male? Non aveva la pozione con sé! Perché era così stupido? Nonostante fosse pericoloso adesso poteva diventare peggio senza quella pozione.

E se avesse perso davvero la calma? E se ferisse qualcuno? Perché poi stava pure permettendo ad Harrison di avvicinarsi?

Ah sì, era bloccato.

Provò a dimenarsi con panico crescente. Forse stava essendo del tutto irrazionale, Harrison non aveva nemmeno mosso una mano ancora. O si?

No, no no basta, doveva calmarsi. Stava essendo completamente irrazionale, doveva respirare e rilassarsi.

Era solo una cicatrice no? Draco stava bene, Harry stava bene, lui stava bene.

Stava alla grande.

Chiuse gli occhi ed iniziò a contare.

1…

Inspirava.

2…

Manteneva la calma.

3…

Espirava.

Andò avanti per qualche secondo, ci stava provando, davvero!

Stava funzionando, vero?

No, non stava funzionando! Riaprì di scatto gli occhi quando sentì una mano toccare il suo braccio.

Harrison era troppo vicino, gli stava per togliere la fascia e lui avrebbe provato a ferirsi o peggio, li avrebbe feriti!

Iniziò a dimenarsi di nuovo.

"Hey calmo amico! Fammi solo vedere cosa c'è qui!" Harrison disse. Da qua to stava parlando? Aveva parlato anche prima? Perché non se ne era accorto?

Non riusciva a scappare, lo bloccavano in tre ed avevano una massa maggiore. Non poteva fare male a qualcuno.

Una mano riprese nuovamente il braccio.

Non sarebbe successo niente, stava bene, era solo una cicatrice, stavano tutti bene.

La fascia iniziava a sfilarsi e lui chiuse gli occhi fortemente, non gli importava più come sembrasse, non voleva guardare, non voleva assolutamente guardare.

Sentiva la fascia sfilarsi pian piano, qualcuno stava parlando?

Perché tremava? Aveva il corpo teso.

Quei suoni erano parole?

La fascia stava scendendo.

Era sicuro adesso si vedesse almeno un po' la cicatrice.

Non voleva guardare, non voleva assolutamente guardare mentre quella fascia mostrava tutto il suo braccio.

Guardò.

La prima cosa che pensò alla vista della cicatrice fu panico.

Panico sotto forma di pensieri sconnessi.

La seconda cosa fu che non era brutta quanto ricordasse. O forse pensasse di ricordare.

La terza fu invece che era solo un segno della pelle, niente di più.

Gli sembrò davvero molto stupido essere tanto terrorizzato da un segno della pelle.

"Sei proprio un cretino" sfotté Harrison, e lui annuì distrattamente.

I tre ragazzi lo lasciarono andare e con la sua mano controllo come si sentiva la cicatrice al tatto.

Vide i quattro prenderlo in giro di sfuggita.

"La prossima volta non fare un dramma per una cosa del genere," disse Harrison, "e io che pensavo potesse essere qualcosa di interessante" poi il ragazzo buttò la fascia blu a terra.

Poteva essere davvero stupido a volte.


1° settembre

Ed era finalmente arrivato il giorno in cui se ne sarebbe andato da lì.

Non aveva avuti altri scontri con i suoi bulli, e visto che era già uscito dalla struttura, sarebbe rimasto così per qualche mese.

Questa volta era stato effettivamente accompagnato. Quindi non serviva nessuna signora a pagare il suo biglietto.

Il treno sarebbe partito alle 11 a.m., ma lui era al binario 9¾ già alle 10:30, in anticipo. Non aveva scambiato una parola con l'accompagnatrice, che semplicemente lo aveva lasciato fuori la stazione, ma non ne aveva nemmeno sentito il bisogno.

Aveva sperato che avesse portato il suo bagaglio, visto che gli pesava particolarmente portarlo per qualche strano motivo.

Non aveva dormito così tanto, forse era quello.

Non se ne lamentò e salì sulla locomotiva, e seppur in qualche scompartimento ci fosse qualcuno, poté scegliersene uno vuoto.

Chissà se si sarebbe unito qualcuno…

Guardava fuori dal finestrino le persone che oltrepassavano il muro con i loro carrelli, genitori o fratelli vicini. O forse solo amici.

Notò subito Neville, sua nonna gli stava parlando, forse facendogli le ultime raccomandazioni. Scuramente il ragazzo non le voleva sentire.

Distolse lo sguardo quando stavano per salutarsi però, era qualcosa di privato e s avesse guardato si sarebbe sentito un intruso.

Poco dopo, bussarono al suo scompartimento, e si girò in tempo per vedere Hermione aprire la porta.

"Hey, posso entrare?" lui annuì, e la ragazza entrò per mettere il suo baule sopra. La aiutò, nonostante fosse più basso, ma in due era più semplice sollevare il pesante contenuto. "Scusami, è solo che è più divertente stare assieme, no? Harry e Ron dovrebbero arrivare a breve"

Si sarebbero uniti anche loro?

"Beh… quindi, cosa ne pensi dei libri del nuovo professore?" gli chiese la ragazza, iniziando conversazione, "sono sicura li abbia letti anche tu"

Ed in effetti, lo aveva fatto.

"Sembrano… strani" probabilmente aveva una specie di smorfia sul viso, ma non riusciva bene a capire perché gli dessero questa situazione.

"Cosa intendi per "strani"? Voglio dire, li ho letti e a me sembrano molto eroici!" Hermione disse emozionata, ammirando chiaramente il loro nuovo professore, "Ha fatto molte imprese davvero geniali! Deve essere bravissimo!" era davvero, davvero, davvero eccitata, "Chissà quante cose impareremo…" disse con voce sognate alla fine.

"Beh, spero, ma…" cercò di capire come esporre le sue idee, visto che non erano molte chiare nemmeno a lui, "non hai notato anche tu come alcune volte le scelte di Lockhart non sembrano nel personaggio? Non so davvero come spiegartelo intendo…" doveva forse mettere prima in ordine i suoi pensieri per dirlo in modo ordinato.

"Nei suoi libri ha affrontato due volte un Blast-Ended Skrewts (Schiopodo Sparacoda) eppure, mentre la prima volta, cronologicamente parlando, usa le tecniche giuste e lo sconfigge in tempo, la seconda volta ci mette molto più tempo e rimane ferito nel provare a sconfiggerli in un modo completamente diverso" per lui non aveva senso, perché mai lasciarsi ferire e impiegarci così tanto tempo se già avrebbe dovuto sapere come batterlo velocemente…

"Non so… forse era stanco… o, magari, si allenava…" ma non ne era molto convinta.

"Sarà…" rispose dubbioso, lasciando stare.

Pochi secondi più tardi, qualcun altro bussò allo scompartimento.

"Entra pure" disse Naruto, quando non ci fu segno di porte aprirsi.

Era Neville, che adesso poteva vedere da vicino.

Era cresciuto in altezza un po' anche lui, e i capelli li ricordava un po' più corti di quanto fossero adesso.

"Hey, posso… è libero?" chiese, facendo cenno allo scompartimento, annuirono entrambi velocemente e si alzarono per aiutarlo a piazzare il baule in alto.

Il ragazzo poi si sedette di fianco a lui. Trevor insieme a lui.

"Come sei… come siete stati quest'estate?" chiese esitante, balbettava ancora quanto l'anno prima.

Hermione lo batté in velocità, iniziando a parlare ad una velocità pazzesca. "Beh, sono stata molto bene, voglio dire, era brutto non poter fare incantesimi, ma i miei genitori erano così orgogliosi di me e ho potuto raccontare loro di tutto e di più… Ovviamente sono stati preoccupati, ma stavo bene… quindi era ok. Ho già letto i libri di testo per scuola e non vedo l'ora di riiniziare le lezioni!" disse eccitata, finendo il suo racconto di botto.

In realtà sembrava voler anche dire altro, ma ora lo guardava semplicemente in attesa, dandogli spazio.

"Sono stato bene, ho incontrato questa ragazza un po' più grande, babbana, con cui ho fatto amicizia, e mi sono trovato un lavoretto da Madame's Malkin dove ho incontrato un sacco di persone ed imparato a cucire…" non sapeva prendere l'attenzione della gente, aveva come questa sensazione, "ma ovviamente non sono bravo come nessuno dei lavoratori lì" puntualizzò.

Nonostante non sapesse catturare attenzione, o almeno così pensava, entrambi gli prestavano attenzione. Si sentì quasi onorato, ed era una bella sensazione. "Ora che ci penso, ho fatto la promessa ad una cliente di parlare con sua sorella"

"Oh, davvero? Chi è?" chiese la ragazza, moderatamente interessata.

"Una Tassorosso del… quinto anno?" non ne era più tanto sicuro, ma sapeva il nome, Beatrice Haywood. "Non credo potrei mai farci amicizia, ma voglio almeno vedere chi é…"

"Basta che non lo fai all'oscuro" disse una voce alta dalla porta, apparteneva ad una ragazza bionda che non aveva mai visto prima. "Potrebbe risultare inquietante se ti mettessi a seguirla" affermò la ragazza sconosciuta. Era vestita in modo abbastanza appariscente, e gli occhi sporgenti le donavano un'espressione simile alla meraviglia.

"…suppongo di sì" accordò, insicuro su cosa rispondere. Ma la ragazza sorrise, quindi doveva essere andato bene.

"A proposito, io sono Luna"

"Io mi chiamo Hermione Granger" rispose prontamente Hermione.

"Sono Neville…" rispose un po' meno prontamente il ragazzo.

"Puoi chiamarmi Naruto" disse infine.

"Ti sentiresti a disagio se ti chiamassi in un'altra maniera?" gli chiese subito dopo, guardandolo con occhi intensi, ma forse era solo il suo viso.

"Ehm, forse? Non…non lo so?" lo aveva praticamente colto impreparato.

Fu Hermione a salvarlo, "comunque… vuoi unirti a noi?"

"Mi piacerebbe, sì" disse distogliendo lo sguardo da lui.

Nuovamente, si alzarono per aiutarla con il baule, Naruto notò che erano alti uguali.

Luna alla fine si sedette di fianco ad Hermione. Nello scompartimento c'era ancora spazio per due o forse tre persone.

La ragazza bionda prese presto una rivista e cominciò a leggerla, al contrario.

"Come mai la tieni al contrario?" chiese subito curiosa Hermione, probabilmente non trovandoci il senso logico dietro.

"Aiuta a tenere i pensieri non riguardanti il contenuto lontani dalla mia testa" rispose con prontezza. "Alcuni dicono che è strano"/

Era un tantino particolare, ma non erano davvero affari suoi.

"Sei… ehm… sei del primo anno?" chiese timidamente Neville.

Lei abbassò la rivista, guardò il ragazzo negli occhi, e aprì un po' la bocca. "Sì"

"Noi siamo tutti del secondo" la informò Hermione. "Tutti e tre Grifondoro, tu dove pensi di capitare?"

Luna finalmente abbassò la rivista e guardò in alto, pensante, "non so," riportò gli occhi al loro livello, "ma non credo sia particolarmente importante, no?"

Era la prima persona che Naruto vedeva non farsi problemi per la Casa in cui potrebbe finire, ed era buono, perché non gli andava di sentire qualcuno denigrare altre case o qualcosa dl genere.

Appoggiò la testa al finestrino poi, abbastanza silenziosamente da non portare l'attenzione su di sé. Si sentiva molto rilassato lì sul treno.

Intorno a lui i minuti passavano e suoni si sovrapponevano, non sapeva davvero perché non provasse almeno a partecipare alla conversazione, non aveva nessun motivo o paura.

Eppure, era esausto. Stava sentendo adesso gli effetti della sua routine del sonno sballata? Ma perché proprio ora? Era stato benissimo fino a poco prima.

"Hey, cosa ne pensi tu?" una voce lo smosse dal suo stato di quiete, non aveva sentito davvero ciò di cui stavano parlando, quindi non aveva idea di cosa dovesse rispondere, sempre che fosse diretto a lui.

"Naruto giusto?" ripeté la voce, e lui mosse un po' la testa per guardare la ragazza, Luna, in attesa. Annuì senza sforzarsi troppo.

"Cosa pensi riguardo ai centauri?" come erano anche arrivati a quel discorso?

Ma Luna lo guardava in attesa, e l'attenzione degli altri due era concentrata su di lui, quindi doveva dare una risposta. "Penso che dovremmo lasciarli ai loro affari" disse senza impegno, non calcolando ciò che diceva e lasciando la decisione di ciò da dire al suo buonsenso.

"Quali sono pure questi loro affari" si chiese Neville retoricamente, parlando ad alta voce.

"Cose da centauri" rispose, con la stanchezza che smorzava il suo solito tono neutro.

"Sì ma quali sono queste cose?" chiese di nuovo il ragazzo, evidentemente desideroso di avere una riposta.

"Neville, non lo so" rispose, ancora stranamente stanco.

Non si stava nemmeno curando del fatto che non era solito parlare tanto scioltamente.

Pochi secondi più tardi, ci fu nuovamente un bussare alla porta dello scompartimento, lui posò il suo sguardo in quella direzione, dove vide l'anta aprirsi e far entrare nella sua visuale dei lunghi, familiari, capelli rossi. Ginny.

"Ciao Ginny" salutò Hermione, mentre lui riconobbe la sua presenza dandole un messo sorriso, la testa ancora appoggiata al vetro.

"Hey, c'è ancora spazio? Siamo in ritardo e gli altri scompartimenti sono pieni" ah, quindi tra poco sarebbero partiti? "Tra poco penso anche Ron ed Harry si mostreranno, ma dovrebbe rimanere abbastanza spazio per loro" fece notare, ed in effetti lo scompartimento era abbastanza grande.

Non aveva proprio voglia di alzarsi, ma sarebbe stato cattivo non aiutare, quindi, con gran fatica, si portò in piedi, e si avvicinò a Ginny.

Presto anche gli altri lo fecero, così riuscirono a mettere il baule al suo posto. Non era rimasto molto spazio lì in alto.

"Grazie" disse loro la ragazza, mentre andava a sedersi vicino Luna.

"Nessun problema" mormorò abbastanza forte da essere sentito prima di ributtarsi sul sedile, aspettandosi di dover rialzarsi a breve per l'arrivo di Ron ed Harry.

Intanto intorno a sé si presentarono, e fecero le solite domande base normali per le piccole conversazioni.

Poco dopo, la locomotiva fischiò, ed iniziarono a muoversi.

"Eh, non si sono presentati a quella porta" mormorò sottovoce, giusto per constatare un fatto.

Era seduto in una posizione strana, praticamente steso su quel posto, non rubando spazio agli altri però.

Non si era reso conto di quanta tensione se ne fosse andata dalle sue spalle una volta salito sul treno, ma probabilmente non ritrovarsi in una situazione stressante quale era quella dell'orfanotrofio era benefico. Non si era nemmeno accorto di essere stressato o teso, ma sapeva che ora era mille volte più rilassato di prima. Era un fatto di cui era certo.

Come se non avesse più bisogno di stare all'erta, che era un pensiero stupido, giusto? Perché mai avrebbe dovuto stare all'erta? Mica alcuni ragazzi volevano picchiarlo d'altronde.

Rise silenziosamente a sé stesso, ma nessuno se ne accorse, visto il loro impegno in una diversa conversazione.

"Saranno in un altro scompartimento" disse un po' nervosamente Ginny in un tentativo di autoconvinzione forse.

"Si, vedrai che tra poco si presenteranno per salutare, una volta che si sono sistemati" disse con convinzioni Hermione, prima che ricominciassero a conversare del più e del meno, nonostante ogni tanto dessero un'occhiata alla porta dello scompartimento.

Voleva davvero unirsi alle loro conversazioni, seppur per metà del tempo non le seguiva, aveva voglia di parlare, di stringere rapporti e creare… amicizie.

Ma era stanco, davvero stanco, quindi osservò, in mezzo alla scena ma in disparte, tenendo conto delle occhiate alla porta, dei toni impazienti sottostanti, dei loro tentativi di cambiare la focalizzazione dei lor pensieri su qualcosa di più leggero…

Se gli avessero rivolto mai una domanda, avrebbe risposto, facendone un'altra a sua volta e riprendendo punto e daccapo il suo "hobby".

Non sapeva bene come, ma era tornato con la testa sul vetro, solo in una posizione molto meno rigida della prima.

Nel giro di un'ora, tutti si erano messi comodi.

Poi Hermione si alzò, "basta io vado a cercarli" disse, decisa. Ginny si alzò subito dopo.

Naruto si sarebbe offerto di aiutarle, ma semplicemente non poteva, il suo cervello non si collegava né gli faceva dire le parole necessarie.

Immaginava che se ne sarebbe rimasto seduto con Neville e Luna.

"Pensate che li troveranno?" chiese Luna, non riferendosi a qualcuno in particolare.

"Ovviamente" disse Neville.

Solo per essere bloccato da Naruto stesso. "A questo punto si sarebbero già presentati a quella porta" affermò semplicemente, non negando e non confermando.

Neville lo guardò, come se avesse bisogno di risposte, che però, lui non aveva.

"Ma non l'hanno fatto" disse invece Luna, dicendo l'ovvio.

"Ma-" provò Neville, solo per essere nuovamente fermato.

"Per il momento aspettiamo le due ragazze" si riposizionò sul sedile, mettendosi finalmente più dritto.

Non che avrebbe dormito in ogni caso, tanto valeva dare una parvenza del suo solito sé.

Prese lo zaino che aveva posizionato dietro di sé, da cui tirò fuori uno dei libri scolastici che aveva deciso di voler vicino.

Pozioni aveva preso. Lo aprì velocemente all'argomento dove lo aveva lasciato.

"Veramente leggerai quello?" chiese Neville, incredulo.

Era concentrato, quindi non c'era filtro tra pensieri e parole, aggiungendo la sua stanchezza e i suoi pensieri e commenti sfacciati per tutta la vacanza, si ritrovò a parlare senza sapere cosa stesse dicendo. "Non sei nella posizione per criticarmi, ti ho sorpreso con Herbology per i secondi anni pochi-" si bloccò, con gli occhi spalancati e il viso improvvisamente rivolto a Neville, rendendosi solo adesso conto delle sue parole.

E se avesse oltrepassato i limiti? Neville aveva lo sguardo abbassato, forse con imbarazzo, quindi lui cercò di far tornare la sua espressione alla normalità per il tempo in cui Neville incontrò il suo sguardo.

Il ragazzo stava sorridendo. Quasi si sentì sospirare di sollievo, ma riuscì a nasconderlo.

"Okay, okay, siamo in tregua" disse, ancora con le guance tinte di una spolverata di rosso.

Anche Naruto si ritrovò a sorridere.

"Stai sorridendo" sottolineò Luna, facendolo girare con il sorriso diventato improvvisamente forzato.

"Anche prima sorrideva" disse Neville confuso, cercando che la ragazza elaborasse.

Ma lei fece spallucce e cambiò totalmente discorso.

Non aveva sentito che argomento fosse, né Luna lo guardò di nuovo, ma lei ne era stata consapevole.

Per tutto il viaggio era stata consapevole del suo falso intonacato sorriso. Anzi, dei suoi tanti differenti, per cui tanto si vantava.

O forse no?

Non poté nemmeno pensarci un po', che fu incluso nella conversazione.

Non riusciva a leggere il libro, ma immaginava fosse più divertente parlare con i due ragazzi.

Circa venticinque minuti più tardi, tornarono Hermione e Ginny, con due visi che sicuramente non inviavano buone sensazioni.

"Non sono sul treno" affermò Hermione, prima di risedersi al suo posto. "Cosa sarà successo loro? E se ci fosse stato qualche problema e sono feriti o nei guai? E se-"

"Hermione." Lui richiamò senza un briciolo di tatto, vedendo che iniziava a divagare e sia Ginny che Neville stavano iniziando a preoccuparsi abbastanza.

La ragazza richiamata portò lo sguardo su di lui, e Naruto tentò un sorriso dolce, cercando di non pensare come Luna ci vedesse attraverso. "Staranno sicuramente bene, probabilmente erano solo troppo in ritardo" disse. Che ipocrita che era.

"Probabilmente sono con i miei genitori" affermò razionalmente Ginny.

"Sì, probabile" fece eco Neville.

Hermione allora fece due più due da sola. "Vero, quindi basterà una lettera o qualcosa del genere, sicuramente c'è un modo in cui possono andare ad Hogwarts" disse decisa, utilizzando finalmente la logica per risolvere al quesito ignoto. "Sicuramente non sono i primi in ritardo, voglio dire, ricordate tutti quanti studenti si presentano in ritardo alle lezioni no?" provò un po' a buttarla sul ridere.

La cosa più divertente era che ricordava quanto lui impazzì l'anno prima alla prospettiva di entrare in ritardo a scuola, aveva addirittura provocato l'uso della magia accidentale in un modo che non conosceva fosse possibile.

Continuarono a rassicurarsi utilizzando soluzioni logiche, perché ovviamente erano con i signori Weasley, che probabilmente sapevano come gestire la situazione.

Presto si stabilirono su un argomento differente. E in un'alternanza tra conversazioni, riposare mentalmente, mangiare e fare le proprie cose, quella sera arrivarono al castello.


Scesi dal treno si separarono da Luna e Ginny, poiché le barche si utilizzavano solo al primo anno. Loro invece furono portati verso delle carrozze nere trainate da delle creature simili ai cavalli. Nero pece ed una corporatura così magra che si vedevano bene le ossa, avevano grosse ali di pipistrello, ma la parte più inquietante si trovava sul muso a forma di drago.

Avevano infatti degli occhi completamente bianchi, privi di iride o pupilla. Lo inquietavano un po'.

"Che guardi?" chiese Hermione da dietro. Portò un attimo gli occhi su di lei, solo per tornare a guardare quelle creature.

Fece semplicemente un cenno in avanti.

Hermione sembrò provare a guardare qualcosa nelle creature, solo per poi guardarlo come se fosse pazzo. "Non c'è nulla lì" disse.

Lui portò lo sguardo su di lei nuovamente, e aprì bocca, ma fu bloccato da una voce, che diceva loro di muoversi e salire su una carrozza. Era probabilmente un Head boy, ma non lo riconosceva.

I due furono separati e si trovò invece in una carrozza con Terry Boot.

Sembrava che fossero legati per queste cose eh.

C'erano anche un paio di studenti più grandi, ma stavano parlando tra loro.

"Di nuovo assieme sulla corsa per il castello eh?" gli chiese Terry, mentre giocava con le dita. Forse era per nervosismo. Cercò di non guardare.

Lui annuì, non sapendo come portare avanti una conversazione.

Il silenzio era molto imbarazzante, ed il suo sguardo ritornava sempre sulle creature che trainavano la carrozza.

"Cosa ne pensi riguardo il nostro nuovo professore di DADA?" Naruto portò lo sguardo su Terry che gli aveva parlato, portando in ballo l'argomento più banale di sempre.

Non che lui avesse provato a parlare di altro.

"Sembra eccentrico, non penso mi piaccia di carattere" disse, alzando poi le spalle, "ma mi basta sia bravo".

"Almeno non penso si metta paura della sua ombra come il professor Quirrell" scherzò Terry, cercando di rendere la conversazione più amichevole.

Naruto si rese conto solo in quel momento che gli studenti non sapessero di che casino c'era stato l'anno prima. Probabilmente pensavano fosse vivo da qualche parte nel mondo.

"Beh, speriamo non abbia qualche stranezza che bilanci la cosa" stette al gioco, facendo crescere un piccolo sorriso in viso.

La conversazione andò avanti in modo insulso, domanda e risposta, per cordialità e riempire il tempo probabilmente.

"Guarda il castello!" fece una delle due ragazze di fianco a loro, e tutti portarono istintivamente lo sguardo nella stessa direzione.

Naruto non si sarebbe mai stancato di quella vista sensazionale.

Portava sempre bei sentimenti ed un sorriso sul suo viso.

Nonostante tutti i pericoli ad Hogwarts, quel posto lo faceva sentire più al sicuro di qualsiasi altro luogo.

Sorrise per tutto il resto del tragitto fino al castello, dove poi furono guidati da Prefetti e Head boys and girls verso il banchetto.

Pian piano ognuno si sedette al proprio tavolo, ed in un paio di minuti erano tutti in attesa dei primi anni, parlando e raccontando le proprie avventure estive.

C'era Nearly Headless Nick (Nick Quasi-Senza-Testa), il fantasma di Grifondoro, che parlava con Fred e George. Lui intanto si guardava intorno, posando dapprima lo sguardo sul tavolo dei professori, dove c'era la nuova faccia di Gilderoy Lockhart.

Li scrutò tutti, vedendo come obiettivamente il più intimidatorio fosse ancora il professor Snape. Il professor Silente in mezzo invece guardava con gioia intorno a sé, con un sorriso di benvenuto stampato in viso.

Non soffermò molto lo sguardo su di lui, aveva sempre la sensazione che il Preside potesse capire quando qualcuno lo stesse osservando.

La professoressa McGonagall sembrava invece infastidita da qualcosa, e stava guardando nella loro direzione, avendo notato probabilmente la mancanza di due dei suoi studenti.

Ne stavano parlando proprio adesso intorno a lui, ma non si sintonizzò sulla conversazione.

Invece portò gli occhi sul professo Flitwick, che, seduto su diversi cuscini per stare alla stessa altezza degli altri professori, era impegnato in una conversazione accesa con la professoressa Sproute.

Gli altri professori erano anche tutti abbastanza rilassati, ovviamente abituati alla situazione, quindi non poté fare a meno che tornare a guardare il nuovo professore di DADA, che al momento sembrava stesse guardando il suo riflesso nel bicchiere.

Lui poi iniziò a guardare gli studenti delle altre case, c'era Draco che parlava con i suoi compagni di casa un po' più avanti, era ancora coperto dalle teste di diverse persone però, quindi, come a Diagon Alley, non poteva vedere interamente il suo viso.

Passò poi lo sguardo sul tavolo dei Tassorosso, dove Sally-Anne parlava con un'amica, l'amica lo vide guardarle pensava, visto che dopo aver detto qualcosa sottovoce, ridacchiando un po', Sally-Anne si girò, e lo salutò con la mano. Rispose con un gesto simile.

Quando Sally-Anne si girò nuovamente portò lo sguardo sul tavolo dei Corvonero, non conosceva nessuno che ne facesse parte, non bene almeno (non che conoscesse qualcuno bene in realtà), ma notò come fosse il tavolo dove più studenti indossassero il cappello a punta da mago.

Non era un obbligo, ma era considerato buona educazione indossarlo almeno alle celebrazioni importanti. Eppure, nemmeno metà degli studenti lo facevano. [1]

Presto però la quiete fu rimpiazzata da sorpresa. Uno studente urlò di guardare fuori e tutti si girarono istantaneamente, sfortunatamente, qualunque cosa avesse visto lo studente, era già finita, solo alcuni, lui compreso, nel loro tavolo videro di sfuggita quella che sembrava una macchina, volante. Erano nella posizione migliore, proprio di fornte alla finestra da dove passò quella… qualunque cosa fosse. Era stata sicuramente incantata, ma non era quello il punto. Ebbe una pessima sensazione, che aumentò soltanto quando sentì Percy sospirare e Fred dire "quella non era la macchina di papà?" in modo eccitato.

Ormai avevano tutti capito cosa fosse successo, o meglio, chi l'avesse causato.

Il professor Snape fu il primo ad alzarsi ed andare, mentre la professoressa McGonagall parlava con il Preside, sicuramente per capire in anticipo cosa fare.

Il professor Lockhart sembrava l'unico, insieme agli studenti, divertito dalla situazione. Seppur non tutti sembravano capire cosa stesse succedendo.

La professoressa McGonagall poco dopo se ne andò pure lei, mentre il professor Silente iniziò a parlare. "Vi preghiamo di stare calmi, andremo subito ad occuparci della questione a noi presentata," disse, ma gli studenti erano ancora tutti esultanti, "e vi vorrei ricordare che questa, in nessun modo, è una cosa di cui uno di voi studenti debba andare fiero".

Molti però non sapevano nemmeno cosa fosse questa cosa.

Naruto non ci credette nemmeno per un secondo al fatto che al professore il tutto non divertisse, ma era ovvio che non potessero incitare a cose del genere.

Poco dopo, anche l'uomo se ne andò dalla Sala Grande, ma c'era ancora tutto il resto dello staff presente per tenere a bada gli animi nella stanza.

Vide di sfuggita Draco con un sorrisetto addosso. Forse pensava sarebbero stati espulsi, che in realtà era una possibilità più che realistica.

Se uno studente non fosse stato Harry Potter, ovviamente.

Voci giravano per tutta la Sala, cercando di mettere assieme i pezzi e cercare di capire cose fosse successo.

Hermione sembrava quella più irritata da tutto ciò, si lamentava ad alta voce e ripeteva quanto fossero stupidi e che non poteva mai lasciarli da soli. Aveva già rimproverato la casa intera perché la cosa non era assolutamente fantastica in alcun modo, anzi, era il contrario.

Percy sembrava felice del lavoro della ragazza e contribuiva a spiegare come il tutto fosse stupido e che non avrebbero dovuto per nessun motivo al mondo fare un'azione tanto pericolosa e sconsiderata.

Lui trovava divertente la situazione, ma era per la maggior parte d'accordo con loro due.

Neville era pallido dallo spavento, probabilmente stava immaginando cosa stesse succedendo ai due, oppure si era appena immaginato di essere nella loro situazione.

Un minuto più tardi si presentò Hagrid, piuttosto confuso dalla mancanza di tre professori e dal trambusto generale.

Vide facilmente il professor Flitwick spiegargli cosa successe.

Altri tre minuti più tardi, le porte laterali si riaprirono, e sia il professor Silente che il professor Snape si risedettero.

Passò un altro minuto, e questa volta si aprirono le porte principali, da cui entrò la professoressa McGonagall, fiera, seguita da una fila di studenti del primo anno, che pian piano si dirigevano verso lo sgabello con sopra il cappello.

Detto cappello presto iniziò a cantare, ma lui si concentrò di più sulle nuove facce.

Vedeva Alexander, che ricordava da circa un mese prima, Luna, posizionata di fianco a Ginny, ed un sacco di nuovi studenti, tutti con diversi livelli di spavento o nervosismo.

Presto, iniziarono a chiamare i nomi, e pian piano quel gruppo si sfoltì sempre più.

Luna era ora una Corvonero, mentre Alexander, con sua grande sorpresa, un Serpeverde. Fu sotto quel cappello poco più di tre minuti.

Dopodiché conosceva solo Ginny, che non distrusse la tradizione di famiglia e fu anche lei diligentemente posizionata in Grifondoro, andandosi a sedere di fianco a Neville, dove lo spazio era stato lasciato libero.

Il resto del banchetto passò normalmente e, dopo il discorso di inizio anno del professor Silente, si alzarono tutti pian piano per andarsene.

Era in piedi e pronto ad andare verso la sua Sala Comune, quando una voce da dietro lo sorprese.

"Non mi hai notato per tutta la serata" disse, la conosceva, era proprio la voce di- "mi sento come se la nostra amicizia non valesse niente per te" disse drammaticamente Maya…

Lui ormai si era girato verso di lei completamente, ma non riusciva a dire una parola.

Aveva l'uniforme di Corvonero, ed il cappello a punta copriva i suoi capelli particolari.

"Che c'è? Tolte le parole di bocca?" gli sorrise, consapevole totalmente.

Probabilmente Hermione o Neville gli stavano riservando uno strano sguardo.

"Pensavo…" iniziò a dire, solo per essere interrotto.

"Non fossi una strega?" chiese retoricamente, "beh lo sono, dispiace" non era dispiaciuta.

"E tu hai saputo per tutto questo tempo che io fossi…"

"Sì"

"E non hai pensato di dire nulla?"

"Esatto"

"E hai inventato tutta la storia della scuola…"

"Anche" finì. Sorridendo divertita. "Non sai quant'è stato divertente, comunque, ora devo andare, ci si vede!" E come era venuta, così se ne era andata, ritornando dai suoi amici e non dandogli nemmeno la possibilità di ricambiare il saluto.

"Chi era?" chiese presto Hermione.

"Una mia…" cos'era? "conoscente, immagino". Sia Neville che Hermione condivisero uno sguardo, prima di incitarlo a raggiungere gli altri Grifondoro.

Arrivati davanti al ritratto Naruto disse la parola d'ordine ricevuta dai prefetti e lui e Neville entrarono, vedendo che Hermione non li raggiungeva, si girarono con una domanda scritta in viso.

"Non vengo, aspetto prima quei due" tutti sapevano a chi si riferisse.

Annuirono ed entrarono, per trovare gli studenti in Sala Comune prepararsi a dare il benvenuto a quando i ritardatari si sarebbero presentati.

A quanto pare ci sarebbe stato un po' di rumore.


[1] Ho deciso di non farne un obbligo principalmente perché mi dimenticherei, come ho già fatto, di scriverlo. Prendetevi la libertà di assumere quel che volete riguardo a se Naruto lo indossi o meno.


Finito questo capitolo!

I dialoghi mi hanno ucciso, spero di esser migliorata nello scriverli, perché ce ne saranno sempre più...

Non ho davvero qualcosa da dire, penso.

Ja ne!