Approfitto di questo spazio per augurarvi una serena Pasqua!


CAPITOLO 170

«Sharon? Ehi?» Andy le carezzò delicatamente un braccio.

Lei aprì gli occhi e si sentì confusa. Tutta la magia era improvvisamente svanita.

«Stai bene?» Le chiese Andy chinato su di lei. «Stavi piangendo nel sonno…»

Le era sembrato tutto così reale, così vero e invece era stato frutto della sua fantasia e del suo inconscio. Quelle meravigliose sensazioni erano scomparse, e insieme, la musica. Si guardò intorno spaesata.

«Sharon, dì qualcosa…» Andy si sedette accanto a lei e le asciugò una lacrima. «Cosa stavi sognando?».

Avrebbe tanto voluto dirglielo. Avrebbe voluto dirgli che stava sognando lui, che la abbracciava inebriandola con il suo profumo. Avrebbe voluto, ma non ci riuscì. «Niente…non ha importanza…» non riusciva a raccontarglielo, si sentiva una stupida, come un'adolescente alla prima cotta.

«Ok, se non vuoi parlarne non insisto…se cambiassi idea…sono qui…»

«Grazie…ora forse è meglio se vado a letto…la stanchezza mi gioca brutti scherzi…»

«Certo, vai…buonanotte» Andy si avvicinò e le diede un delicatissimo bacio sulla guancia.

«Buonanotte…» gli sorrise emozionata prima di lasciare la stanza.

Dopo tutte le emozioni della giornata le risultò difficile riuscire a riprendere sonno. Rimase a fissare il soffitto per un po'. Minuti che le sembravano ore. Provò a sprimacciare i cuscini e cambiare posizione cercando inutilmente di dormire ma tutto fu vano. Accese la luce dell'abat-jour e provò a leggere qualche pagina del libro che ormai da settimane era stato abbandonato sul comodino. Lesse e rilesse le stesse righe per due o tre volte senza riuscire minimamente a concentrarsi. Inevitabilmente quel libro tornò sul comodino e chissà per quanto tempo ancora sarebbe rimasto lì.

Non riusciva a restare a letto, aveva una strana sensazione, impossibile da spiegare. Non faceva che chiedersi se fosse per via delle minacce di Jack o per il fatto che Andy fosse lì a solo pochi passi da lei. Si alzò dal letto e si rannicchiò sulla poltrona coprendosi con una candida coperta morbida e calda. Dalla finestra riusciva a vedere il cielo nero della notte che faceva da contorno ad una distesa di piccoli puntini brillanti.

Anche per Andy fu complicato riuscire ad addormentarsi. Tornare in quella casa non era stato facile per lui. Inoltre i dolori alla schiena che iniziava a provare, dovuti al divano, cominciavano a farsi sentire forti e chiari. Decise di alzarsi per sgranchirsi le ossa e andare a bere un bicchiere d'acqua. Poco prima di giungere in cucina la sua attenzione fu catturata dalla luce che vedeva provenire attraverso la porta socchiusa della camera da letto. A piedi nudi percorse il corridoio e si avvicinò alla stanza aprendo delicatamente la porta. Notò il letto vuoto e subito dopo vide Sharon rannicchiata sulla poltrona. Vide che era assorta e non volle spaventarla, così diede un paio di delicati colpetti sullo stipite della porta e ottenne subito la sua attenzione.

«Andy…»

«Ehi…perché non sei a dormire?»

«Potrei farti la stessa domanda» rispose lei.

«Stavo andando a prendere un po' d'acqua e ho visto la luce…stai bene?»

«Sì…è che…non riuscivo a chiudere occhio…ho così tanti pensieri in testa che vorrei poter riuscire a soffocarli ma è impossibile…tu invece?»

«Beh…diciamo che quel divano non è dei più comodi…almeno…per dormirci…» affermò Andy sedendosi sul bordo del letto.

Sharon sorrise cogliendo la battuta con un leggero sfondo di malizia. «Il tuo divano era sicuramente più comodo…»

«Già…me l'hanno sempre detto tutte…» continuò scherzando.

«Ah, tutte eh?» Sharon rise ancora ma dopo qualche secondo il suo sguardo si fece nuovamente cupo. Per un attimo le balenò per la mente l'ipotesi che Andy avesse avuto delle avventure nel periodo in cui sono stati separati.

«Tranquilla, tu sei l'ultima con cui ho condiviso il divano» Andy sembrava leggerle nella mente e decise di fugare i suoi dubbi. «Ora è al deposito con il resto delle cose della casa…comunque…nel caso te lo stessi chiedendo…anche se ero arrabbiato, non mi è passata neanche per l'anticamera del cervello di cercare un'avventura…»

«Eri? Hai detto che eri arrabbiato, vuol dire che non lo sei più?»

«Beh…diciamo che…il tempo mi ha aiutato a metabolizzare la cosa…anche se mi fa ancora male, non posso negarlo…» sospirò «Dai…ora non pensiamoci…vieni, mettiti a letto e cerca di riposare, è notte fonda» Andy picchiettò la mano sul materasso.

Sharon si alzò dalla poltrona e tornò a letto sotto le coperte. «Andy…resteresti qui con me?» chiese quasi vergognandosi «anche solo per un pochino…»

Lui la guardò e non riuscì a negarle quella richiesta «Va bene…se vuoi…resto volentieri…» si sdraiò accanto a lei e spense la luce del comodino.

Il poco spazio vuoto che li divideva sembrava infinito, facevano attenzione a restare ognuno nella propria porzione di letto.

«Dormi?» chiese Sharon dopo alcuni secondi di silenzio.

«No» rispose Andy, ancora sveglio.

«Posso chiederti una cosa?»

«Non puoi chiedimela domani? È tardi.»

«Sì, hai ragione…» concluse lei convinta.

Ancora una volta il silenzio durò poco e il fruscio delle coperte accompagnava i movimenti di Sharon che si girava e rigirava tentando di prendere sonno. Andy, immobile, continuava a non riuscire a dormire.

«Avanti, dimmi cosa volevi chiedermi, altrimenti andrai avanti a rigirarti tutta notte» disse sbuffando.

Lei si girò verso di lui «Conosci la canzone Bridge over troubled water

«Ma cosa centra ora una canzone?»

«La conosci o no?»

«Certo che la conosco, è una delle più belle canzoni mai scritte…ma cosa centra ora? Me lo vuoi spiegare?»

«Hai usato le stesse parole come nel mio sogno»

«Che parole? Di che sogno parli? Sharon stai bene?»

«Sì sto bene»

«Non ti capisco»

«Prima, quando mi hai svegliata…nel sogno stavamo ballando sulle note di quella canzone…»

«Ah sì?»

«Sì. E hai detto le stesse identiche parole "è una delle più belle canzoni mai scritte"» ripetè.

«Scommetto che non ballavamo soltanto…»

«No…effettivamente no…»

«E cosa succedeva?»

«Niente, era solo un bacio…» Sharon cercò di sminuire.

«E nei sogni bacio bene?»

«Sì.» rispose Sharon perdendosi a ripensare a quel sogno.

«Meglio che nella realtà?» domandò lui curioso.

Sharon si sentì imbarazzata «Io…non me lo ricordo più» gli diede le spalle e si rimise giù nascondendosi sotto le coperte. «Buonanotte»

Andy sospirò. Aveva esagerato con le domande ed ancora una volta era riuscito a rovinare quel momento.

«Buonanotte…»

Continua…