CAPITOLO 165

Provenza tornò all'appartamento e, insieme a Mike e il capitano, studiò un piano per incastrare Jack Raydor.

Decisero che avrebbero contattato le altre due donne dei filmati, se fossero state interessate a sporgere denuncia, loro avrebbero avuto in mano un buon asso da giocare.

«Ora, capitano, lei ha bisogno di riposarsi. Domani mi occuperò personalmente di contattare la moglie del sindaco Lawson e la sorella dell'avvocato McWain. Si fidi di noi, capitano. Jack Raydor stavolta non la passerà liscia. Con tre denunce per estorsione, cinque anni in gatta buia non glieli toglie nessuno».

Sharon rimase in silenzio e Provenza comprese immediatamente perché.

«Capitano…capisco che quell'uomo un tempo sia stato importante per lei però deve pensare alla situazione attuale, a come si sta comportando ora. Lui non ci ha pensato due volte a farle del male comportandosi così…non è giusto che lei ora abbia dei riguardi per lui, non se lo merita.»

«Dovrei farlo finire in galera?…io non so se me la sento di affrontare un processo e tutto ciò che ne consegue…» Sharon era comprensibilmente affranta.

«Vuole fargliela passare liscia?»

«No…io non…no, non voglio però…»

«Però cosa? Capitano, il suo ex ha commesso dei reati e noi siamo poliziotti, non possiamo voltarci dall'altra parte e fingere di non saperlo, anche se ci riguardano da vicino. Lui non ci ha pensato due volte a filmarla mentre approfittava della sua debolezza ed è disposto a divulgare quel filmato, mi creda, lo farà se non lo fermiamo, e l'unico modo che abbiamo è raccogliere la sua denuncia e quella delle altre due donne, ammesso che non ce ne siano altre ancora, e mandarlo a processo. Per estorsione gli daranno circa cinque anni e se si renderà disponibile a restituire alle vittime quanto sottratto, potrebbe anche cavarsela con tre anni. Non è una tragedia, gli servirà da lezione»

«Quelle donne non lo denunceranno. Se hanno ceduto al ricatto di Jack e l'hanno pagato è perché volevano evitare uno scandalo che con una denuncia avrebbero sicuramente scatenato. Non l'hanno denunciato e non lo faranno, come non vorrei doverlo fare io. Si rende conto di cosa comporterebbe? Al processo bisognerebbe raccontare i fatti con dovizia di particolari, verrebbero visionate le prove, i filmati. E Jack, scaltro com'è, riuscirebbe magari a rigirare a suo favore la situazione, passando per vittima violata della sua privacy quando abbiamo hackerato il suo cellulare senza uno straccio di mandato.»

Provenza ascoltò e comprese anche il suo punto di vista. Inevitabilmente dover affrontare un processo sarebbe stato doloroso sia per lei che per le altre due donne, oltre al fatto del carico emotivo che il tutto avrebbe comportato. Sospirò.

«Allora facciamoglielo solo credere. Bluffiamo come forse sta facendo anche lui. Dopotutto chi assicura a noi e a quelle due donne che Raydor divulgherebbe veramente i filmati?»

Sharon lo guardò e annuì lentamente, mossa dalla convinzione che forse poteva essere una idea buona anche se azzardata, ma forse ne sarebbe valsa la pena.

«Quando lui verrà qui domani, lei gli dirà che non ha intenzione di pagare, né di tornare con lui. A quel punto lui, ignaro del fatto che noi abbiamo hackerato il suo cellulare, la minaccerà nuovamente di divulgare il video compromettente e lei giocherà il suo asso. Gli dirà che sappiamo che ha ricattato anche la moglie del sindaco Lawson e la sorella dell'avvocato McWain e che in quel momento sono in centrale per sporgere denuncia.»

Sharon ascoltava attentamente e anche Tao e Patrice, lì con loro. Il piano sembrava non fare una piega.

«A quel punto gli offriremo quel che sappiamo fare meglio…» continuò Sharon in perfetta sintonia con Provenza.

«Un accordo…» rispose lui completando la frase. «Gli dirà che può impedire che loro lo denuncino a patto che lui restituisca il denaro, distrugga i filmati e si scordi di tornare a ricattare ancora qualcuno.»

«E se non dovesse cadere nella trappola? Se capisse che è tutto un bluff?»

«Avremmo comunque il coltello dalla parte del manico perché durante la conversazione lui avrà confessato di aver ricattato lei e quelle due donne e noi avremo le sue parole, una dopo l'altra, registrate. Sarà una sorta di…contro-ricatto…»

Sharon prese qualche secondo per pensare. Effettivamente il piano avrebbe potuto funzionare, spesso si erano trovati sul punto di dover bluffare per fare in modo che i criminali facessero un passo falso e dar loro modo di incastrarli. Stavolta non sarebbe stato poi così diverso. Certo, non era un modo molto ortodosso di procedere ma…a mali estremi, estremi rimedi.

«Va bene. Faremo così.»

Il capitano, Provenza, Patrice e Mike si salutarono augurandosi a vicenda di passare una buona notte. Sharon poi salì per andare a dormire da Rusty e non rimanere sola. Inutile dire che per l'agitazione non riuscì a chiudere occhio, o quasi. Il giorno dopo, in centrale, Provenza mise al corrente Andy del piano che avevano accordato e poi raccomandò all'amico di non prendere parte all'operazione per evitare scontri tra lui e Jack Raydor. La giornata lavorativa si svolse tranquilla e nel tardo pomeriggio Provenza andò al condominio.

«Prego, entri pure tenete. Non so come ringraziarla per tutto l'aiuto che mi sta dando, è un bel gesto da parte sua, specialmente dopo i nostri trascorsi un po' burrascosi»

«Non deve ringraziarmi, è mio -nostro- dovere aiutare chi si trova in difficoltà»

«Già…servire e proteggere…»

«Esattamente.»

«Mi manca il mio lavoro…» confessò lei con tono triste.

«Tornerà presto al comando, ne sono certo» Provenza tentò di incoraggiarla nonostante sapesse bene che le sue condizioni di salute attuali non gliel'avrebbero permesso.

«Non lo so…certe volte vedo questa ipotesi così lontana che…l'idea di non poter più tornare a fare quello che ho sempre fatto con passione e dedizione mi spezza il cuore»

«Risolviamo un problema per volta…»

«Sì…ha ragione…»

«Sono un po' in anticipo» disse Provenza guardando l'orologio «Ho pensato che così avremmo avuto più tempo per organizzarci»

«Ha fatto bene. Dunque, se lei si apposta in camera dietro la porta, riuscirà a sentire tutto e registrare ciò che diremo»

«Bene. Lei cerchi di fare in modo che la conversazione si svolga qui all'ingresso.»

«Sì…potremmo fare una prova per…» Sharon si interruppe non appena sentì bussare alla porta.

«È già arrivato?!» esclamò sottovoce.

«Dovremo andare in scena senza le prove generali» rispose Provenza. «Vado a nascondermi. Stia tranquilla e cerchi di non agitarsi. Ci sono Mike e Julio appostati a un isolato da qui, in caso di necessità arriveranno in meno di due minuti. Andrà tutto bene.»

Sharon asserì con la testa e non appena lo vide sparire in camera andò ad aprire la porta…

Continua…