A/N - Ciao popolo amante delle Rizzles!
È vero, sono passati ormai cinque anni
dalla fine della serie tv Rizzoli & Isles,
ma ho trovato questa storia mai pubblicata
in una mia vecchia penna USB e ho pensato
di condividerla con qualcuno. Quando l'ho scritta
avevo circa 12 o 13 anni, per cui abbiate pietà se
alcune parti vi sembreranno frettolose
ma ho deciso, presa dalla malinconia,
di lasciare tutto com'era e non cambiare nulla.
Spero vi possa piacere, ogni review, suggerimento o pensiero
saranno molto graditi e apprezzati.
"Jane" pensò appena sveglia.
Si guardò attorno confusa e non capì; l'ultima cosa che ricordava era il suo rapitore con una pistola tra le mani e ora si ritrovava su un letto d'ospedale in una stanza enorme e bianca, da sola. Richiuse gli occhi per la stanchezza, si addormentò nuovamente; quando si svegliò c'era Constance ad aspettarla che le sorrise e le diede un bacio sulla fronte.
«Come ti senti?» chiese dolcemente.
«Non lo so...confusa, credo», rispose Maura con la voce roca, «Cosa è successo?»
Sua madre la guardò e, senza rispondere, le prese la mano.
«Mamma, dov'è Jane?» iniziò preoccupata Maura; sfilò la sua mano dalla stretta di Constance e ripeté «Mamma, dimmi dov'è Jane.»
Faceva quella domanda perché sapeva che Jane Rizzoli c'entrasse qualcosa con il silenzio della madre che sapeva bene quanto la detective fosse importante per lei. La donna sospirò, riprese la mano della figlia e sussurrò, quasi spaventata dalla possibile reazione di Maura, «È in terapia intensiva». Crack! Il cuore della "Regina dei morti" si spezzò, i suoi occhi si riempirono di lacrime e una scena si aprì davanti a sé: il celebre duo Rizzoli e Isles, detective della polizia di Boston e medico legale del Commonwealth del Massachusetts, sciolto dalla morte di una delle due. «Cosa è successo?» scandì, lentamente.
Proprio mentre Constance stava per risponderle, entrò un dottore con un sorriso che metteva di buon umore «Salve dottoressa Isles, finalmente sveglia. Io sono il dottor Sean Telley, sono felice di dirle che i suoi parametri vitali sono assolutamente nella norma e il trauma cranico che ha subito è solo lieve, per cui si riprenderà presto. Rimarrà questa notte ancora in osservazione e domattina le faremo gli ultimi accertamenti, con ogni probabilità poi potrà tornare a casa» concluse. Constance lo ringraziò, mentre Maura aveva registrato le sue parole senza davvero ascoltarlo «Posso alzarmi, giusto?» domandò al dottore, con il tono con cui normalmente parlava a tutti i suoi colleghi «Certo, una camminata all'aria aperta non può che farle bene» rispose gentilmente Telley «Però dovrà muoversi in compagnia. Se sua madre deve andare via, farò venire un'infermiera per lei»
Presto Constance rassicurò il dottore «Non sarà necessario, resterò qui con lei. Grazie ancora, dottor Telley».
Il dottore uscì dalla stanza e Constance spiegò, riprendendo il discorso interrotto precedentemente, «Jane ti ha fatto da scudo, si è messa tra te e quell'uomo, per proteggerti. Non ricordi nulla perché eri incosciente a causa di una brutta botta in testa, ma, come ha detto il dottore, con ancora un po' di riposo, starai meglio».
Maura, con fatica, riuscì a sedersi sul bordo del letto; nonostante il dolore fisico che stava provando in qualsiasi parte del corpo, era decisa ad andare da Jane, per dirle grazie, per chiederle scusa, per chiederle di tornare da lei.
«Voglio vederla».
