STORIA ORIGINALE SCRITTA DA VATHARA E PUBBLICATA PER LA PRIMA VOLTA SU NEL 2006 E RIPUBBLICATA SUCCESSIVAMENTE SU ARCHIVE OF OUR OWN (AO3) NEL 2018.

TITOLO ORIGINALE - BLADES OF BLOOD

IO MI OCCUPO SOLO DELLA TRADUZIONE E NON SONO IN NESSUN MODO L'AUTORE DELLA STORIA^^

Prima traduzione che faccio in vita mia, siate clementi e buona lettura^^.

Capitolo 1

Un dolore lancinante al braccio sinistro. Una fitta al fianco. Fiato corto e respiro veloce, mentre scappava lungo il marciapiede nel buio della notte, schivando sacchi di immondizia e uno strano senzatetto ubriaco con lo stesso panico cieco.

E stretto nel suo pugno, l'inspiegabile peso di una spada.

"Corri, piccolo del Branco! Corri fino a quando lui ti permetterà di farlo!"

Occhi di un nero inumano, poi brillanti del verde di una risata folle.

"Voglio uccidere l'Hitokiri Battousai!"

Sangue. Così tanto sangue...

:Destra. Gira a destra. Qui. Adesso!:

Alieno, gelido; il pensiero tagliò il suo panico da parte a parte come una ventata di gennaio attraversa un giacchetto estivo. Saltò, scattando verso un vicolo buio prima che potesse pensarci due volte. E si arrestò circa sei metri all'interno, colpito dalla realtà di ciò che era appena successo. Cosa sto facendo - anche se sono nella parte di città del Signor Tani, questa è una cattiva idea-

:Tranquillo. Siamo soli; lo sentirei se non lo fossimo. Girati. Guardati attorno. Con attenzione.:

Deglutì con difficoltà. Ecco fatto. Era finalmente impazzito, nello stesso modo alcuni dicevano sua madre fosse-

:Se lei è morta combattendo in questa città urlando qualcosa riguardo dei lupi mannari, c'è un'altissima possibilità che lei non fosse pazza. Credevo te ne fossi appena reso conto. Ricorda che ti sto ancora assecondando nonostante il mio partner si stia dissanguando là dietro - senti fallo e basta!:

Tremando, tornò indietro verso il bordo del vicolo. Sbirciò velocemente, giusto in tempo per vedere luci rosse e blu gemere in distanza.

:Polizia. E nessuno di noi la vuole tra i piedi, in questo momento: C'era l'accenno di un sospiro :Da quello che ricordi di aver visto, non si era fatto così tanto male. Dovrò solo fidarmi di Sanosuke e lasciargli gestire la copertura per Tani. Non sei in condizione di affrontare la polizia, men che meno gli agenti di Target Alpha, e dato che sei ancora ricoperto di sangue dalla testa ai piedi... Per come siamo messi ora avrò abbastanza problemi nel cercare di farci passare inosservati.: Un pizzico di divertimento scintillò nel gelo, come il riflesso delle stelle sul ghiaccio. :Almeno hai preso il mio saya.:

Saya? Sbattè gli occhi nel mentre la parola straniera si sistemava nel suo cervello, una forma di ferro e lacca e corde di seta che aveva stretta nella sua mano sinistra ricoperta di sangue, si curvava lungo il suo braccio dove quella furia di zanne e pelo l'aveva azzannato, saziandosi del suo dolore.

:Respira. Respira e basta.: il ghiaccio si scaldò per un momento :Qual è il tuo nome:

"Kenshin," sussurrò, sapendo che fosse una follia. "Kenshin Himura. Mi occupo della vendita di oggetti antichi, proprio così. Stavo solo consegnando un libro al Signor Tani. L'aveva ordinato un mese fa, aveva pagato un extra per la consegna notturna..." Non c'era nessuno. Non potevi sentire delle voci se non c'era nessuno. Non se eri sano di mente.

Sei stato morso da un lupo mannaro, pensò Kenshin, sentendo un calore febbrile nel suo braccio sinistro. Folle sembra essere la parola giusta, proprio folle.

:Kenshin. Arigatou.:

Grazie? Pensò Kenshin, ricordandosi di quel poco di giapponese che aveva imparato dal padre e dalla matrigna. Ed io che pensavo che la mia metà scozzese fosse quella pazza.

:Si sei infetto. No, non diventerai un lupo mannaro. Non se lo posso impedire.: Il gelo era vivace. :Ma questo significa che dovrai affidarti a me per abbastanza tempo da bruciare via il virus. E questo vuol dire che non possiamo attirare l'attenzione - quindi mi dovrai rinfoderare. Dopo che mi avrai pulito, preferibilmente.:

Pulito... Kenshin fissò quella lama screziata di rosso. Ora... Ora riusciva a percepire più dello scarlatto della scarica di dolore di quando il lupo mannaro aveva attentato alla sua vita. C'era giusto un barlume di memoria, panico e dita che armeggiavano goffamente lungo una moquette intrisa di sangue e la strana sensazione di raspose corde intrecciate e del cuoio ruvido di un'elsa, e poi-

:Non male per uno che ha appena iniziato: Notò la fredda voce della lama. :Ma comunque, essere un principiante probabilmente ha salvato la tua vita. Un po' più di esperienza ed avresti girato la lama prima di avergli squarciato la gola. E dato che sono una sakabatou, tu saresti morto.:

Spada dalla lama invertita. La spada che aveva preso dal corpo crivellato da proiettili i cui capelli erano stati una bizzarra sfumatura di rosso-biondo, che quasi sembrava schiarirsi sotto il suo sguardo, prima che quel pazzoide dagli occhi neri piombasse su di lui, ritrovandosi quindi con altre cose da guardare. Cose come la lama che aveva lambito il suo collo, prima che quello spadaccino ghignante balzasse fuori dalla finestra e sparisse.

E lui aveva corso. Aveva solo - corso.

:Il suo nome è Jin-e. E tu non sei un codardo. Kami, tu ovviamente non sai nulla della Stirpe, hai appena visto metà degli scagnozzi di Tani rivelarsi come vampiri e mannari, l'altra metà stava scaricando proiettili dappertutto non curandosi degli umani nelle vicinanze, senza neanche contare

Sanosuke ed i suoi round di assalto. E' stato uno degli idioti di Tani che ha deciso di mangiare un testimone scomodo - te. E dato che hai ucciso un loro compagno, persino Sano forse non sarebbe riuscito a salvarti dal resto del gruppo. Correre da una cosa del genere non è codardia. E' una ritirata strategica.:

La sensazione rimaneva quella della codardia.

:Imparerai.: L'impressione di un'alzata di spalle. :Mi chiamano Battousai.:

Degli occhi viola si spalancarono dall'agitazione. "Sei tu quello che Jin-e sta cercando." Kenshin deglutì con fatica, fortemente tentato di gettare via saya, spada e tutto il resto. "Perchè non ti ha preso e basta?"

:Come dire...è una lunga storia. Prima di tutto togliamoci dalla strada, ne?:

"Non so come pulirti-"

:Faccio io.:

E le sue mani smisero di essere sue.

Come se stesse guardando da lontano, Kenshin le osservò lavorare; impacciate all'inizio, ma le vide prendere sicurezza mentre lucidavano via il sangue dal ferro con i pezzi rimasti del suo giacchetto.

:Non penso che lo avresti voluto tenere quello, in ogni caso.: Osservò Battousai. :Dovremo fare un lavoro più accurato dopo, ma questo ci basterà per tornare a casa.: Passò la lama sulla bocca del saya, facendola scorrere a casa in un singolo rapido movimento. :Dov'è casa?:

In modo decisamente improvviso, le sue mani risposero alla sua volontà. Kenshin armeggiò goffamente con il saya, quasi lasciando cadere la lama rinfoderata nel mentre cercava liberarsi di quello strano formicolio che sentiva alle braccia e alle dita. "Non lo fare!"

:...Chiederò la prossima volta.:

"Non ci sarà una prossima volta!"

:Vuoi continuare ad urlare in un vicolo buio di uno dei distretti con l'affitto più alto di Chinatown, proprio accanto alla Yakuza ed ancora nel raggio olfattivo di uno degli scagnozzi di Tani, sempre che Jin-e abbia lasciato vivi alcuni di quei mannari, oppure hai intenzione di portarci fuori da qui?:

Sussultando, Kenshin infilò la spada sotto il suo braccio sinistro. "Oggi deve essere giovedì," mormorò il martoriato antiquario a denti stretti, mentre tornava verso la strada e verso una qualche parvenza della sanità di New York. "Non sono mai riuscito a capirli i giovedì."

:Pensavo fosse venerdì... Ah, Arthur Dent!: Una risata senza suono. :Sanosuke lo adora quello.:

Spara e legge la fantascienza? Pensò Kenshin, Dirigendosi verso casa stanco ma a passo sostenuto. Non che volesse che Battousai estraesse i pensieri dalla sua testa, ma voleva ancora meno che qualcuno lo sentisse parlare ad alta voce.

:Come disse Sano una volta, spendi tutto il tuo tempo ad avere a che fare con incubi e succubi che accumulano accuse di prostituzione, melme tossiche che stanno in agguato nelle piscine per cacciare i barboncini di qualcuno, e irritabili lupi mannari motociclisti che vanno in giro a far casino, a saccheggiare, o a mangiare tutti quelli che sono a vista, e più o meno finisci per perdere il gusto per i film horror.:

Film horror. Le creature dei film horror... erano reali.

E letali.

E volevano ucciderlo.

:Kenshin.: Il freddo lo circondò, come uno scialle di seta. :Sono in grado di percepire uno della Stirpe prima che si avvicini abbastanza da farti del male. Sei al sicuro come qualsiasi altro a New York. Hai bisogno di tornare a casa; e se devo finire di bruciare via l'infezione, avrai bisogno di sonno. Penseremo al resto domani mattina.:

...Va bene.

Non riuscirò mai a oltrepassare il portiere, pensò Kenshin, disperandosi mentre gironzolava vicino alla porta d'ingresso del suo condominio. Non so come sono riuscito a passare per le strade fino ad adesso ma - dentro è illuminato. E' impossibile che non veda il sangue.

:Allora non passiamo dalla porta principale:

Kenshin sussultò. Così tanti problemi per qualcosa che era un prodotto della sua immaginazione. La spada era rimasta in silenzio mentre camminava per le strade, aveva sperato... Dannazione. Non c'è un altro modo per entrare!

:Ne sei sicuro?: Il gelo era quasi incoraggiante. :So che hai avuto una pessima notte, ma posso vedere il modo in cui riesci a ragionare nonostante il tuo panico. Che è più di quello che la maggior parte delle persone sarebbe capace di fare. Sei un giovane attento ai particolari. Sei proprio certo che non ci sia un altro modo per entrare?:

Io - beh -

:Ottimo. Andiamo.:

Quasi contro la sua volontà, Kenshin fece il giro dell'edificio, dirigendosi verso una piccola scala anti-incendio. "Non sono certo di poterlo fare," mormorò. "C'ho pensato, e sono quasi sicuro che Yahiko lo abbia fatto, ma io non ho mai... E, beh, non hai idea di quando goffo io sia, proprio non ce l'hai."

:Non lo puoi sapere se non ci provi.:

Abbastanza vero. Kenshin puntò lo sguardo verso i pioli di metallo nero così lontani dalla sua presa, raccolse il suo coraggio -

:Aspetta.: Il formicolio era tornato, risalendo dalla sua mano verso i suoi occhi. :Lasciami dare una bella occhiata.:

I dettagli sembrarono svanire in una luce abbagliante; un senso di quanto lontano, quanto difficile fosse aggrapparsi, cosa avrebbero provato le sue braccia alla fine del movimento grazie al quale, con il suo peso, sarebbe riuscito a portare giù la scala.

:Ti farà male il braccio quando lo farai.: Lo avvertì Battousai. :Non lo mollare. Posso bloccare un po' del dolore, e ti prometto, che farà più male se lo mancherai.: Un leggero strattone al suo sguardo. :Ora fa attenzione ai tuoi passi. Osserva bene dove ti trovi. Il tuo equilibrio non è così male come pensi; è solo che non hai mai imparato il giusto passeggio. Potrei farlo in modo estremamente veloce. Ma tu non sei obbligato. Quindi scelti il tuo punto d'inizio. Quale pensi sia una buona posizione?:

Con la gola secca, Kenshin controllò il vicolo. Misurò di nuovo la distanza tra lui e l'acciaio nero, e lentamente fece un passo verso uno spiazzo abbastanza libero sull'asfalto. "Tu potresti prendere il mio posto e farlo tranquillamente"

:Potrei,: ammise la voce gelida. :Non lo farò. Non sono un fantasma. Non mi nutro della paura. Tutto ciò che voglio è aiutarti, così poi tu potrai aiutarmi a tornare da Sanosuke. Ti sembra un buon accordo?:

Kenshin annuì. Esitò. Riluttante legò le code di seta del saya alla sua cintura. Mi serviranno due mani. Ma non so come correre con una spada, men che meno saltare con una.

:A quello ci penso io. Pronto?:

Non del tutto. Teso, si mosse. Corse, e saltò.

I suoi piedi si staccarono dal suolo, e il cuore di Kenshin perse un battito. Lo mancherò-

:No, non mancherai!: Le sue mani si tesero giusto un pizzico un avanti-

Si chiusero su acciaio gelido.

"Ahia," Sibilò Kenshin, distratto dallo stridio improvviso del mentre il suo peso trascinava a terra i pioli. La scala d'acciaio sbattè contro la sua piccola figura, mandando nel suo braccio morsicato una scarica di dolore. "Ahi, ahi, ahi..."

:Sano avrebbe tirato giù tutti i santi del calendario.: Qualcosa tremò nel suo braccio, ed il dolore lancinante diminuì. :Andiamo.:

"Yahiko lo riesce a fare," brontolò Kenshin a denti stretti, arrampicandosi verso l'alto. "Tu sei più vecchio, hai più esperienza..." Si fermò qualche piano più sopra, riprendendo fiato. "...Fuori forma..."

Battousai, grazie al cielo, rimase in silenzio.

Kenshin si diresse stancamente verso il suo balcone pieno di piante, respirando l'odore fresco delle piante di pomodoro ed il profumo di un singolo giglio dorato, fermandosi per sbattere gli occhi al secondo lucchetto. C'era qualcosa che avrebbe dovuto fare lì... Giusto. La chiave.

Chiudendo la porta dietro di lui, Kenshin barcollò nel salotto dell'appartamento. E quasi inciampò sopra suo fratello minore.

:Si è addormentato guardando film sui lupi mannari, hmm?: Battousai aveva notato il bagliore dello schermo del lettore DVD, la custodia aperta del disco era appoggiata contro una ciotola quasi vuota di popcorn, una linea di saliva scendeva dalla bocca del tredicenne con i capelli perennemente in disordine raggomitolato sul divano sotto un sacco a pelo blu sgargiante.

Yahiko riuscirebbe a dormire dappertutto, Kenshin pensò ironicamente, dirigendosi verso il bagno ed il kit di primo soccorso.

Prima sarebbe riuscito a liberarsi dalla vista del sangue e meglio era. E dato che ci sono le vacanze estive, diciamo pure che si addormenterebbe a qualsiasi ora.

:Vacanze estive?: Il gelo setacciò i suoi pensieri. :Ah.:

Kenshin chiuse la porta dietro di lui. "Più o meno quanto riesci a tirare fuori dalla mia mente?" chiese nervoso.

:Principalmente ciò che si trova in superficie. Guardare più in profondità sarebbe da maleducati.:

"E?" Domandò Kenshin.

:E poco saggio,: Ammise Battousai. :Al momento tu mi stai solo trasportando. Anche Sanosuke ha fatto la stessa cosa, un paio di volte. Anche se in quei momenti non ero privo di un ospite.:

"Ospite?" Kenshin deglutì. "Jin-e ha detto che voleva combattere te. Che io avrei corso fino a quando me lo avresti permesso..."

:Anche Jin-e è uno spirito-spada. Si aspetta che io prenda il sopravvento su di te. Questo è ciò che fa lui; si attacca a qualsiasi povero sciocco che si trova tra le mani la sua lama maledetta, e li distrugge per usare i loro corpi.: Il gelo divenne furente dalla rabbia. :Ma quella è una cosa che non farò. Io sono un hitokiri, non un divoratore di anime. Potrei non stare simpatico a coloro che mi portano, ma si legano a me di loro sola scelta, come ha fatto Ward. Tu mi stai solo trasportando. Non ti permetterò di andare oltre.:

Kenshin deglutì, ripensando al cadavere di Ward, lasciato indietro sulla moquette di Tani. "Potresti mentire:"

:Potrei. Non sto mentendo.: Il gelo si rilassò. :Sarebbe più facile bruciare via l'infezione se pulissi la ferita, Kenshin.:

L'acqua fu una scossa fredda a contatto con la carne febbricitante; Kenshin sciacquò il sangue nel lavandino, cercando di non pensare al dolore sordo nel suo braccio sinistro. Aveva già provato un qualcosa di simile, dopo una zuffa in un parco giochi finita male.

:Si, l'osso si è rotto. Le zanne di un lupo mannaro posso oltrepassare ossa ben più dure con facilità. Voleva farti soffrire. Che tipo ingordo: Il dolore diminuì un pochino, avvolto in un pizzicorio :Credo che sarà di nuovo integro per l'alba. Se riposi:

Versando del disinfettante sulla carne viva, Kenshin trasalì. La avvolse con delle garze e dell'ovatta, chiedendosi se si dovesse semplicemente arrendere e trovare un pronto soccorso. Si stropicciò gli occhi, controllando nello specchio quanta ombra li circondasse.

:Oh.:

Kenshin sbattè le palpebre. Quella era - sorpresa? Perchè?

Aspetta. Se Battousai stava leggendo i suoi pensieri in superficie... E si appoggiava allo sguardo di Kenshin quando voleva vedere qualcosa... Non sapevi neanche che aspetto avevo!

:Ho altri sensi, ma sì. Posso vedere solo quello che vedi tu.: Un tocco esitante nei suoi pensieri. :Posso?:

Mordendosi il labbro, Kenshin guardò nuovamente nello specchio. Spostò di lato la frangetta scura, in modo di permettere a Battousai di dare un bello sguardo ai suoi grandi occhi viola che sorprendevano molte persone. Ciglia e sopracciglia scure risaltavano su di un pallido incarnato irlandese, zigomi alti e tipicamente asiatici scendevano in un mento a punta decisamente non asiatico. Nè carne nè pesce, come diceva Nonna Kathleen, pensò mestamente. Immagino sia per questo che non sto mai tanto a lungo al di fuori di New York.

:Perchè, sei così piccolo!: Una risata senza suono :Ora si spiega perchè tutto sembrava così alto!:

Un metro e cinquantotto e costantemente in pericolo di essere calpestato, si lo sapeva. Innervosito, Kenshin aprì la bocca per rispondere alla spada-

E si fermò. Quella non era stata una risata di derisione. Più ... apprezzamento?

:Piccolo ed agile è decisamente meglio nel mio tipo di lavoro. Potrei aver avuto ospiti sovradimensionati in passato, ma non per mia scelta.: Un sorriso malinconico toccò il gelo. :Ti dispiacerebbe lasciarmi guardare attraverso di te fino a quando non riusciremo a metterci in contatto con Sanosuke? Mi manca vedere il mondo dalla giusta prospettiva.:

"Ah..." Kenshin diede una disperata alzata di spalle, a disagio. Trasalì guardando la pozza di sangue che macchiava ciò che era rimasto dei suoi vestiti. "Posso lasciarti qui per il tempo di una doccia?"

:Fa in fretta. La licantropia è una delle infezioni più facili da passare. Se non ci fai attenzione, lo rimpiangerai.:

D'altra parte, forse portarsi una spada animata in cucina non sembrava una cattiva idea. Giusto per prendere della pellicola trasparente per coprire le sue bende. Mi sarei dovuto prima fare la doccia e poi avrei dovuto pulire la ferita. Oh beh...

Sanosuke mi mangerà vivo, pensò Battousai. La sakabatou rinfoderata rimaneva tranquilla e asciutta sul bancone del bagno, assentamente consapevole della spettrale sensazione di acqua calda che tamburellava sulla pelle di Kenshin. Ancora peggio, probabilmente ha pronto un GPS da ficcare nel mio saya appena sarò tornato. E poi dovrò convincere il mio prossimo ospite a perderlo, e lui mi urlerà contro di nuovo...

Il ritmo delle gocce calde cambiò il suo angolo, un brivido contro la pelle bagnata, mentre l'acqua calda continuava a scendere tra capelli umidi. Del dolore addentò le ginocchia nude, la ruvida sensazione di un tappetino messo lì per evitare di scivolare. Dell'acqua gocciolava oltre le labbra, fuori dal ritmo della doccia, portandosi dietro il leggero sapore amaro del sale.

Oh diavolo. Avrei dovuto sapere che lo avrebbe colpito adesso. :Kenshin.:

Un respiro affannoso. Più sale. Il freddo di una piastrella premuto contro il palmo di una mano destra, mentre il mento si stringeva contro le ginocchia. Muscoli che tremavano, il cuore che rabbrividiva dallo shock, la mente persa in un'ondata di immagini sanguinose non più soppresse dall'adrenalina e dall'influenza impercettibile di Battousai.

Oh no, non ci provare! Battousai si aggrappò ai i sottili fili di magia che lo legavano all'uomo.

Volente o nolente, Kenshin aveva ucciso con lui.

Così come il mio ospite mi brandisce, allo stesso modo io brandisco lui.

:Kenshin. Alzati. Riscaldati.:

Muscoli ed ossa fecero resistenza. La mente dell'umano si richiuse in se stessa, annegando nell'autocommiserazione. Io ho ucciso quell'uomo, le parole echeggiarono attorno a lui. Io l'ho ucciso...

Uomo. Non mostro. Battousai ammirava il pensiero, ma ora non era il momento. :Pensa a Yahiko!:

"Cosa...?"

Non era il momento di farsi scrupoli. :Se ti arrendi adesso, il lupo mannaro prenderà il sopravvento. Potresti sopravvivere. Ma potresti anche mangiarti Yahiko durante il processo. Alzati!:

Lentamente l'uomo si rimise in piedi. "Tu non capisci!"

:Oh, io invece riesco a capirti. Più di quanto credi.: Battousai nascose il suo sollievo. Kenshin era più caldo adesso, più lontano dallo shock, ma l'equilibrio era ancora troppo delicato per poter rischiare. :Hai preso la sua vita. Hai preso il suo futuro. Tutto ciò che era ,e che sarebbe potuto essere, tu lo hai rubato a questo mondo. Ed io ti ho aiutato.:

Un pugno si strinse sull'asciugamano. "E ti aspetti che io conviva con questo."

:Si.: Battousai lo riportò a casa, appoggiandosi a ciò che già li collegava. :Altrimenti renderai inutili sia la sua vita che la sua morte.:

Esitazione. "Io non capisco."

:Lui ha scelto di attaccarti, Kenshin. Ha scelto di provare ad ucciderti. Un lupo mannaro contro un civile disarmato; già che c'era si sarebbe potuto venire dietro con uno dei vostri moderni lancia missili. Ha scelto di considerare un essere umano come niente più che una preda. Uno del "Branco": Ha scelto di dimenticare che anche lui, una volta, era stato umano.

:Lui ha scelto l'omicidio. Tu hai scelto l'autodifesa.

:Vivi. E soffri. Il giorno in cui smetterai di provare dolore - smetterai di rimpiangere quello che andava fatto- quello sarà il giorno in cui il te stesso umano morirà per davvero.:

L'acqua fu chiusa.

Se una spada potesse respirare, Battousai avrebbe trattenuto il fiato, aspettando in silenzio mentre un asciugamano si strusciava sulla pelle, strizzando via l'acqua da dei capelli spessi. Un accappatoio in spugna bianco si strinse attorno al corpo di Kenshin, delle dita distratte lo annodarono attorno a lui. Piedi nudi si avvicinarono al bancone.

E una mano si strinse sul saya.

Grazie ai kami. :Sta calmo,: Disse vivacemente Battousai. :Devo controllarti il braccio.:

Fece scivolare della magia all'esterno attraverso i nervi umani, sentendo lo scuro bruciore della maledizione del lupo mannaro. Virus licantropico, infezione magica - Target Alpha lo poteva chiamare come voleva. Riconosceva una maledizione quando ne vedeva una.

Questa qui si era aggrappata a Kenshin grazie a delle unghie artigliate, ma poteva già sentire che stava perdendo la battaglia. La forza di volontà di Kenshin l'avrebbe potuta respingere da sola. Forse.

:Starai bene, se ti appoggi a me per la notte.: Battousai informò il suo portatore corrente. :Ora, riguardo Sanosuke-:

"Parlami della Stirpe."

:Kenshin-:

"Tutto ciò che so su Sanosuke è che stava sparando a Jin-e." La voce di Kenshin era bassa, ma c'era acciaio sotto la delicatezza. "Non so chi sei. Non so cosa sei. Voi persone - creature - stavate tutte cercando di uccidervi nella casa del Signor Tani. Voglio sapere perchè."

:Mi sembra giusto.: Battousai sospirò. :Sarà una storia lunga. Perchè non sistemiamo tuo fratello per la notte? Sai, non ti assomiglia poi così tanto...:

Kenshin si irrigidì leggermente, poi scosse la testa, legandosi il saya alla cintura prima di aprire la porta del bagno. "Sua madre era la seconda moglie di nostro padre. Anche lei era giapponese."

E ne era molto fiera, percepì Battousai. Conosceva le sue persone come le sue tasche, tutto il loro orgoglio e il disprezzo per gli stranieri; anche se alcuni si erano ammorbiditi a forza di vivere in un paese straniero. Ma comunque non sarà stato facile affrontare queste cose per un giovane ragazzo di origini miste. :Era?:

"Incidente d'auto." Kenshin scrollò le spalle, agguantando l'insieme di un soffice sacco a pelo ed un giovane russante. "Siamo rimasti da soli da circa un anno, adesso. Sta imparando a conviverci-"

Dei fogli di carta svolazzarono da sotto il ragazzo, una cascata di immagini stranamente familiari sul pavimento. Battousai mimò il battito d'occhi di Kenshin. :Queste sono-?:

"Oh dei, le ha trovate." arrossendo furiosamente, Kenshin abbandonò il ragazzo in una piccola camera da letto; una quasi inespugnabile ammasso di vestiti, modellini, e video giochi, eccetto per un singolo angolo quasi sistemato dell'armadio.

Battousai sfruttò lo sguardo di Kenshin, posatosi su di un insieme di mensole messe in ordine nella stanza; una shinai, qualche completo di gi ed hakama, ed uno o due libri d'istruzioni. :Lui pratica il kenjutsu e tu no?:

"Kendo," Disse fermamente Kenshin, rimboccando Yahiko sotto le coperte e facendo un passo indietro. "Kamiya Kasshin Ryu. Si concentra sull'autodifesa, non solo sull'attacco. Era così arrabbiato... si ritrovava sempre in mezzo alle risse ,da quando - beh, da allora. Non credo che le avesse iniziate tutte, ma non riuscivo a parlargli, io -" Kenshin scosse la testa, ignorando il dolore del rimorso. "Non posso stare con lui tutto il tempo, non posso sapere sempre quando si caccia nei guai. E questo sembrava poter essere d'aiuto."

:Quindi perchè hai delle istruzioni su come si annoda un hakama?: Battousai si trattenne dal ridere, mentre tornavano nel salotto. :Tu hai un hakama?:

"Io non volevo che sapesse..." Il rossore stava diventando scuro quasi quanto una bruciatura. "Ho pensato - Halloween - beh-"

:Oho.: Adesso lo spirito rise; i sentimenti che stavano trasparendo erano inconfondibili. :C'è una ragazza!:

"La Signorina Kaoru non è una ragazza," disse Kenshin a denti stretti, raccogliendo le pagine. "Lei è l'assistente del maestro del Kamiya Kasshin Ryu, il capo del dojo qui, e decisamente non è interessata ad un pacifista che si occupa di cose vecchie e polverose, riproduzioni moderne, o riproduzioni moderne di cose vecchie e polverose."

:Primo, tu non sei un pacifista.:

"Ma-"

:Non ti piace la violenza. Lo so. Ma un pacifista avrebbe lasciato che quel lupo mannaro lo uccidesse. Tu non sei un pacifista.: Battousai spinse leggermente lo sguardo di Kenshin, sperando di poter rivedere il vestito che gli era familiare.

:Secondo - se non fosse interessata non spenderebbe ore assieme a te per setacciare cataloghi per trovare il giusto tipo di carta ed inchiostro con i quali mandare dei saluti tradizionali ai suoi parenti.:

"La Stirpe," disse freddamente Kenshin.

Battousai gli lasciò cambiare soggetto. :Per quanto sono esistiti gli umani, sono esistite Cose nella notte. Creature che si cibano di carne umana, o paura, o anime. Chiamali youkai, oni, tengu; chiamali vampiri, lupi mannari, demoni. Chiamali i bambini dei tuoi incubi. Coloro che interagiscono più spesso con l'umanità, che possono essere scambiati per umani da un occhio distratto, si sono dati il nome di Stirpe.:

Kenshin si diresse con passo leggero verso la sua camera da letto. "E si nutrono di noi."

:Alcuni più di altri. Non è una scelta, Kenshin. Possono decidere di non uccidere, possono decidere di non creare seri problemi, ma uno della Stirpe che non si nutre di esseri umani una volta ogni tanto tende ad impazzire. Comunque, la maggior parte della Stirpe era umana un tempo, e loro di solito vivono e lasciano vivere. Coloro che non lo fanno... Beh, possono causare un sacco di danni. Ed è qui che entra in gioco Target Alpha.:

"Tu e Sanosuke."

:Siamo agenti sul campo, si. Qualche volta interrompiamo i combattimenti tra le fazioni della Stirpe prima che degli spettatori innocenti possano farsi del male. Qualche volta organizziamo una copertura per quando uno della Stirpe, che di solito è sotto controllo, perde la testa e usa il suo Tagliente su qualcuno in pubblico. E poi, come stanotte, ci sono volte in cui sappiamo che sta per essere commesso un crimine e cerchiamo di fermarlo.: Battousai seguì lo sguardo di Kenshin attorno il bagno ordinato, cercando il luogo in cui quelle pagine erano state nascoste. Librerie, armadi di vestiti con scarpe messe in un ordine preciso, una scatola fuori dal comune poggiata bene contro ad un muro e con un kit da scrittura poggiato perfettamente sopra di essa... ed attorno ad essa una certa aria di confusione. Aha! :Sano è umano, per la cronaca. La maggior parte degli agenti di Target Alpha lo sono.:

"Ward lo era?"

:Non dopo che mi sono legato a lui.: Ammise Battousai. :Conosceva il prezzo. Chi appartiene alla Stirpe non muore di cancro. Non ci piacevamo, ma ci rispettavamo. Mi mancherà.: Anche se non troppo. Ward era stato un uomo amaro già prima che si fosse offerto volontariamente come portatore della lama incantata, e gli anni prima della sua morte non lo avevano reso meno freddo. Sanosuke Sagara nei suoi giorni più sconsiderati era un amico decisamente migliore di quanto Joseph Ward fosse mai stato. Mi chiedo se Sano sarebbe disposto a prendermi, ora?

Probabilmente no, Diventa uno della Stirpe e la rete di sicurezza di Sano sarebbe stata effettivamente congelata facendolo rimanere dove era adesso, agente sul campo per sempre. Senza contare che Tribourgh era di per sè una divisione poco sicura. Esseri umani e Stirpe che lavoravano insieme rendevano diffidenti entrambe le fazioni. Avere un agente umano a Tribourgh diventare volontariamente parte della Stirpe... all'agenzia non sarebbe piaciuto. Decisamente.

Il che significa che probabilmente mi toccherà un altro caso senza speranza. Un altro agente che sa che sono la sua unica opzione oltre ad una morte inevitabile. Kami, odio tutto questo. Le morti della notte lo addoloravano, insieme ai sensi di colpa. A lui non piaceva Ward, ed il sentimento era fin troppo condiviso. Ciò andava bene per una collaborazione precaria, ma diventava disastroso nel mezzo di uno scontro a fuoco. Specialmente quando Jin-e aveva colpito, e gli idioti di Tani avevano iniziato a sparare proprio con Sano in mezzo alla linea di fuoco...

Ward si era scagliato contro Jin-e. Battousai si era lanciato per proteggere uno dei pochi agenti che lo aveva mai trattato come un amico. E per quel singolo battito cardiaco, due volontà si erano scontrate per il controllo-

I proiettili incantati avevano messo fine a tutto.

Pensa a qualcos'altro, si disse fortemente Battousai. Kenshin non era l'unica anima qui che odiava uccidere. Pensa a... questo potrebbe funzionare. :Sai, quando si tratta di hakama , ci sono alcuni trucchetti che quelle immagini non ti mostreranno.:

"Io vado a letto." Ma Kenshin non si era mosso verso il letto a doppia piazza pieno di coperte.

:E pensi davvero di essere in grado di dormire?:

"Non del tutto," ammise il giovane uomo.

:Quindi?:

Guance pallide si scaldarono. "Non ridere," avvertì Kenshin, aprendo la scatola.

:Non lo farò. Anche se non capisco perchè pensi che io...: Battousai guardò con attenzione il gi rosso scuro, il sotto kimono bianco, ed un hakama di un colore non propriamente bianco, e trattenne un sorriso. :Non... Non è così male. Almeno sai abbastanza per capire come si sovrappone un gi. Inizierà a fare freddino, sta arrivando l'autunno.:

"Tutto quello che so è che sembrerò ridicolo," borbottò Kenshin.

:L'atteggiamento. Il segreto è nell'atteggiamento. Ti fidi di me?:

"Io... beh, sì."

:Come direbbe Sano, non sottovalutarmi, adesso.: Battousai si lasciò trasportare tra nervi e muscoli, tenendo delicatamente la presa. :Qui. Ti mostrerò come fare, ed il tuo corpo dovrebbe ricordarselo quando ci riproverai da solo. Primo, ricorda di avvolgerlo da sinistra a destra. Non sei un cadavere...:

Giuro che lo sciolgo e ci faccio una graffetta, pensò cupamente Sanosuke, bendandosi un polso squarciato mentre guardava la squadra di pulizia di Target Alpha chiudere il compianto Joseph Joshua Ward in una borsa per cadaveri. Il resto dei corpi era stato diviso in "fuoco amico" - la maggior parte dei quali si sarebbe risvegliato al tramonto successivo, affamato, arrabbiato e Non Un Suo Problema -

e squarciati da una lama - ciascuno dei quali era morto di Vera Morte, e non sarebbero stati il problema di nessuno al di fuori di un crematorio. Prenderò a martellate quella sua stupida lama al contrario. Giuro che -

Dannazione Battousai, dove diavolo sei?

"Questo qui va al laboratorio, giusto?"

L'alto agente dai capelli ispidi alzò lo sguardo dal suo polso dolorante, scandagliando la sua memoria per un nome da associare a quella faccia seria. Gli agenti sul campo e i tizi del laboratorio non avevano molti contatti. Questo qui sarebbe... Gregory. Credo. "Si." Una zaffata di cattivo odore lo raggiunse dalla borsa. "Il ghiaccio potrebbe essere una buona idea."

"Avevo sentito le voci dalla Medica, ma non avevo mai realizzato quanto l'oggetto ENO stava tenendo insieme Ward." L'agente Uramura scosse la testa, indietreggiando mentre Gregory e co. spostarono i resti nella hall, chiudendo la porta prima che le inzaccherate guardie del corpo di Tani sopravvissute potessero dare più di uno sguardo alla stanza. "Quell'uomo mi mancherà." Dietro spesse lenti, gli occhi di Uramura si strinsero guardando l'agente vestito di bianco. "Qualche segno del coso?"

"Battousai non è un coso," Sano disse bruscamente, lanciando l'estremità della sua fascia per capelli oltre la sua spalla. Si, sembro uno appena scappato da un pessimo film giapponese sul kung fu. Se non ti piace, puoi andartene al diavolo. I gruppi d'assalto di Target Alpha potevano girare nelle ore di pausa vestiti formali quanto volevano. I gruppi sul campo invece dovevano mischiarsi con la Stirpe che sorvegliavano. Cammina nel Club AfterDark indossando giacca e cravatta, e stai praticamente chiedendo di svegliarsi in un obitorio. "E no. Questa roba non ha alcun senso."

Uramura lo guardò di traverso. "Quella cosa ha origini sovrannaturali. Uno del gruppo di Tani avrebbe potuto-"

"Uno della Stirpe prende Battousai, e viene fritto," disse Sano bruscamente. "L'ho visto succedere. So che è difficile immaginarlo, ma quella spada è stata fatta per proteggere gli umani."

Il capo del team d'assalto aggrottò la fronte. "E lo fa rendendo il suo portatore qualcosa di decisamente non-umano."

"Stiamo pur sempre parlando di magia giapponese del 15° secolo," Sanosuke diede una scrollata di spalle. "Come si dice, fai il meglio con quello che hai." Camminò verso il tappeto coperto di sangue, ghignando al pensiero del costo della tintoria per Tani. "Qualche informazione in più sul perchè avevano preso di mira Tani?"

"Appartiene alla Comunità,"

"E' quello che dice lui." Sano alzò gli occhi al cielo. Aveva visto qualcuno dei diagrammi della libreria di Tani. Stregoni della Comunità non indugiavano in sacrifici umani.

Certamente, solo avere i diagrammi non provava che Tani lo avesse fatto. Ed anche se lo avesse fatto - Tani aveva influenza tra la Stirpe locale di Chinatown. Se qualcuno stava cercando di far fuori quel tizio, Target Alpha sarebbe dovuta intervenire.

Dannazione.

"Non mi interessa quanto viscido sia, far parte di una Comunità non è una ragione sufficiente per avere un assassino come Kurogasa alle calcagna." Sanosuke senza pensare mise la mano sulla sua pistola nascosta. Non che credesse veramente di essere abbastanza veloce da fare fuori Kurogasa se il bastardo fosse saltato fuori di nuovo. Ma avrebbe potuto avere fortuna.

Jin-e Udo, Battousai lo aveva chiamato così. Un altro spirito-spada. Un'altra entità che poteva possedere un corpo umano, usandolo allo stesso modo in cui Sano avrebbe maneggiato una lama sguainata.

E questo qui odia gli umani. Oh diavolo...

Sano tremò e starnutì, arricciando il naso per l'odore di sangue bruciato. Parte del sangue dove Ward era caduto si stava diventando nero, ingrigendosi nel fumo mentre la Vera Morte faceva il suo corso.

Aspetta. Solo in parte?

Il combattimento si era spostato dalla libreria alla hall e poi di nuovo indietro. Battousai era caduto, Sano si era occupato della ritirata di Tani e dei suoi scagnozzi, Jin-e li aveva congelati sul posto con una singola occhiata derisoria-

Quel tizio era davvero, davvero, davvero spaventoso. Sano rabbrividì. Prima volta che ho visto un Tagliente funzionare meglio sulla Stirpe che sugli umani. I vampiri ed i lupi mannari erano rimasti congelati dalla paura, incapaci di scappare dal vortice di furia omicida che si stava scatenando in mezzo a loro. Sano riusciva ancora a muoversi, trascinando un piede dietro l'altro come se stesse arrancando attraverso melassa congelata, sforzandosi di puntare la pistola sulla creatura che voleva ucciderlo. Jin-e aveva sorriso alla vista, prendendosi gioco di lui mentre era in linea di tiro, prima di alzare la spada per un ultimo colpo.

E proprio quando Sano si era rassegnato ad andare in pensione alla brutta maniera, la testa di Jin-e si era rialzata bruscamente. Allo stesso modo in cui faceva Battousai quando lo spirito-spada percepiva un improvviso aumento di ki.

E lui aveva riso ed era corso indietro. E poi era sparito. Corrucciando le sopracciglia guardando il tappeto insanguinato, Sano fece segno ad Uramura. "Qualcuno ha le foto di questo?"

"Certo." Il leader del team d'assalto ci mise un minuto per rintracciare l'agente che si stava occupando delle prove fotografie. Rovistò nella cartella per questa stanza e alzò le spalle. "Solo un'altra delle vittime di Jin-e."

Uno dei sottoposti mannari di Tani, riportato nella forma umana a causa della Vera Morte. Catene di acciaio inossidabile decoravano una giacca di pelle nera da motociclista, qualcosa di rosso era stretto tra denti inumani, ed una trachea barbuta era rimasta squarciata da un taglio di spada.

Sano fissò il taglio, ributtando giù fremiti di repulsione dalle sue membra. Aveva visto cose peggiori durante i due anni in cui aveva fatto parte di Target Alpha. Molto peggiori. "Jin-e non ha ucciso questo qui."

"Ward avrebbe attaccato una delle guardie delle corpo?" Uramura lo guardò di traverso. "Non ci credo."

"Ward era già morto." Sano picchiettò sulla foto. "Porta un campione laggiù al DNA. Il ragazzone peloso qui ha morso qualcuno."

"Abbiamo un licantropo appena infettato a New York?" Le spalle di Uramura sprofondarono leggermente, rassegnato.

"Non se lui - o lei - è ancora aggrappato a Battousai." Sano ghignò. Lo hai fatto ancora amico. Potrei baciarti!

Beh, forse. Se magari la spada avesse scelto una ragazza questa volta.

Vero allarme balenò sul viso di Uramura, seguito da una smorfia di disgusto. "Quell'oggetto ha preso un nuovo ospite?"

"No!" Dannazione, ragazzi ha lavorato per noi per alcuni decenni. Non c'è nessuno qui oltre a me che si fida di lui? "Battousai non lo farebbe. Non a qualche povero civile bloccato nella sparatoria."

"Ed allora perchè non è qui?"

Sano respinse l'istinto di portare gli occhi al cielo. "Perchè lui protegge le persone. Se un essere umano morso lo avesse preso, lui non si sarebbe fatto lasciare da quel tipo fino a quando non avesse finito di occuparsi dell'infezione." L'agente sul campo ricordò la prima volta in cui era stato morso; era la sua seconda missione sul campo insieme a Battousai, un semplice pedinamento ed osservazione che si era trasformato in un litigio tra un branco di Goreboys, una cellula della Comunità, e circa una dozzina di fan urlanti degli L2K vestiti come brutte copie di vampiri. Alla fine c'erano stati undici cadaveri, due Vere Morti, un vampiro appena infettato, e tre carrelli di emergenze pieni di bastardi pelosi da lasciare in un posto tranquillo ad aspettare la fine della loro morte temporanea.

Sano era uscito da tutto quel casino con tre cose. Una commozione cerebrale. Una rinnovata stima per la confusione di quelli del Branco catturati tra la Proiezione della Paura dei lupi mannari, l'Influenza vampirica, e la Pazzia Inuit. Ed abbastanza graffi e morsi da sembrare di aver fatto il bagno nudo nella gabbia dell'orso polare dello Zoo del Bronx.

Una volta che la battaglia era terminata, Battousai gli aveva bloccato le dita sulla spada rinfoderata, rifiutandosi di ascoltare le rassicurazioni dei dottori sulle iniezioni anti-infezione fino a quando il ki della spada non avesse dichiarato Sano pulito. Come aveva detto Battousai senza giri di parole, non avrebbe perso un novizio promettente perchè la scienza moderna aveva deciso che avrebbe avuto successo dove persino la magia antica poteva fallire.

Ed in quel momento Ward mi ha marchiato. Il pollice di Sano strofinò assentemente una leggera, piccola cicatrice alla base del suo indice. L'acciaio lì lo aveva assaporato, portando verso di sè il suo sangue in modo da permettere a Battousai di sapere in ogni momento se fosse stato toccato da un altro della Stirpe. Una delle poche volte in cui Battousai ed il suo ospite avevano concordato su qualcosa. Dio. Io dovrei piangere per quello lì. Era un buon agente. La vita gli aveva rifilato un accordo marcio. Odiava giusto un po' di più la Stirpe di quanto non odiasse l'idea di essere l'ospite di Battousai.

Ma per quanto si sforzasse, l'unica cosa che Sano riusciva a sentire era - sollievo.

Concentrati. C'è un umano là fuori insieme a Battousai. Povero ragazzo. "Avrà bisogno di circa una giornata, in base a quanto brutto era il morso. Tornerà dopo aver finito."

"Sarà meglio." Uramura si diresse vicino al suo team, aggrottando la fronte. "Ovviamente non sarebbe dovuto essere Ward a portare il GPS..."

Sì, come se non ci avessi già provato, pensò Sano, fissando la moquette insanguinata. Ma Battousai è stato un assassino in passato. Lasciare che le persone lo trovino va abbastanza contro i suoi principi. Così per dire.

Aspetta un attimo.

A Battousai non piace essere trovato, realizzò Sano. E se il marchio tiene ancora, significa che riesce a sentire che sono ancora tutto intero, quindi non dovrebbe essere preoccupato per me. Ma sa che io mi preoccupo per lui. Quindi... Facendosi strada si diresse fuori dalla libreria e verso un balcone tranquillo, poi chiamò la sua segreteria.

Agenzia, agenzia, informatore, venditore telefonico - kami, chiamano dappertutto! Informatore-

Click. "Sanosuke Sagara?"

Uomo, Sanosuke catalogò la voce non familiare. Giovane, nonostante pensasse che l'uomo avesse passato da un pezzo l'adolescenza. Ancora un po' tremante, ma non era preso dal panico.

"Il mio nome è Kenshin Himura. Credo di aver... Dato un passaggio ad un tuo amico," continuò la voce.

Esitante, ma tutto sommato era rimasto calmo. Interessante.

"Dice che sarà occupato con i postumi fino a domani mattina, ma dopo dovremmo riuscire ad organizzare un incontro in un posto neutrale, così che ti possa restituire il tuo amico." Un accenno di risata trasparì attraverso l'insicurezza. "Dice anche che non ti devo lasciare il mio numero; probabilmente sei in grado di rintracciarlo, e farlo ti terrà lontano dai guai per la notte."

Ascoltare le pessime battute di Battousai e riuscire comunque a mantenere la calma. Penso che questo qui potrebbe piacermi.

"Ascolta," l'ironia morì dalla voce di Kenshin. "Ho un fratello minore. Lui - non sa cosa è successo la notte scorsa. E - io non voglio dirglielo. So che avrai bisogno della mia testimonianza riguardo quello che è successo, quello che ho... fatto..."

Lui cosa...? Gli occhi di Sano si spalancarono mentre gli eventi si ricostruivano nella sua testa. K'so! Battousai non può far attaccare qualcuno senza un vincolo di sangue. Il che significa -

Kami. Himura ha ucciso il lupo mannaro.

"Per piacere," la voce di Kenshin vacillò, stanca e biascicata. "Per piacere, qualsiasi cosa noi dobbiamo fare, qualsiasi contratto dovrò firmare per voi... solo, lasciate che Yahiko rimanga fuori di tutto questo." Un sospiro fu esalato dall'altra parte del telefono. "Immagino ci vedremo domani."

Sano chiuse il suo cellulare, basito. Non buono. Decisamente non buono.

Potrebbe andare peggio. Jin-e aveva fallito. Battousai era tutto intero. L'umano che aveva raccolto la spada non si era fatto prendere dal panico. Con abbastanza fortuna, Sanosuke avrebbe aspettato fino alla mattina, si sarebbe ripreso il suo partner, ed avrebbe lasciato andare l'uomo con un serio avvertimento riguardo ciò che succedeva agli umani che si lasciavano scappare di essere a conoscenza della Stirpe.

Ma la preoccupazione ancora lo rosicchiava dentro.

Chi è Kenshin Himura?

Note dell'autore

Hitokiri - "sventra uomini", assassino.
Battosai - maestro dell'arte letale dell' estrarre la spada velocemente.
Saya - fodero.
Arigatou - grazie.
Sakabatou - "spada dalla lama invertita".
Kami - spirito, divinità.
Ne? - "giusto?"
Shinai - spada per esercitarsi fatta di bamboo.
Gi - top. (parte sopra dell'uniforme da arti marziali ndt)
Hakama - pantaloni ampi simil-gonna; pesa all'Aikido.
Kenjutsu - "arte della spada". Più tradizionale, spesso si crede che metta più enfasi su tecniche realistiche rispetto al kendo.
Kendo - "la via della spada".
Youkai - "demone, wraith".
Oni - "orco diavolo".
Tengu - "goblin". (i demoni corvo per intenderci ndt)
Ki - energia, aura.
K'so - "merda".

Su NightLife - la maggior parte dei mostri dovrebbe essere familiare ad ogni fanatico dell'horror. La differenza chiave sta che ,nell'ambientazione del gioco, tutti coloro che appartengono alla Stirpe sono immortali e non invecchiano(si, si possono avere lupi mannari vecchi-di-centinaia-di-anni che scorrazzano in giro), ed uno della Stirpe può essere ucciso solo se essendo stati uccisi dozzine di volte normalmente , finiscono per rimanere senza energie, o se il loro particolare Flagello viene usato contro di loro. Uccidi un lupo mannaro con dell'argento e lui muore. Investilo, ed è morto temporaneamente; resusciterà la notte dopo. Armi incantate di solito funzionano come Flagelli.

Note del traduttore aka l'angolo degli spieghini e degli scleri

Dato che la storia si basa sul gioco di ruolo NightLife Rpg e non esiste un manuale italiano, per la traduzione di alcuni termini mi sono basato su un articolo della rivista Kaos ( che io purtroppo non possiedo e quindi ho trovato su giusto due termini in croce che erano stati riportati su una discussione nella Tana dei Goblin) dove si parlava appunto del gioco ed altri li ho adattadi di sana pianta.

Kin = Stirpe - appartenente alla Stirpe (originariamente Kaos lo aveva tradotto con Consanguinei però a me suonava male quindi l'ho cambiato in Stirpe. Se a qualcuno interessa Kin è anche traducibile con congiunti)

Herd = Branco - appartenente alla Branco

Edge = Tagliente (Con questo ho avuto un boato di problemi, sono stato tentado di lasciarlo in inglese ma sarebbe stata tipo l'unica cosa lasciata in originale quindi ho cercato in qualche modo di adattarlo. Edge è un termine che si riferisce a qualcosa di appuntito ed affilato, come il filo di una lama e quindi l'ho tradotto con Tagliente che è il nome della parte appunto tagliente di una spada ed era la cosa che suonava meglio tra quelle che avevo ipotizzato)

Bane = Flagello

Chiarificazioni in più sulle traduzioni

ENO = ExtraNaturals Operative = Agenti Operativi Sovrannaturali, ovvero Stirpe che lavora per Target Alpha

Tribourgh = è il nome di un insieme di ponti di New York e si tratta di team misti di esseri umani e Stirpe; idea di un certo DuBuccio che salterà fuori tra un paio di capitoli massimo, e il cui scopo era quello di alleviare la tensione tra le due comunità di New York.

Commune = appartiene alla Comunità, una sorta di gruppo di appartenenti alla Stirpe che si impegnavano per una coesistenza pacifica con gli umani.

Goreboys = non ho trovato mezza informazione su di loro, credo vengano nominati solo stavolta ed il nome non è riconducibile ad alcuna creatura che io conosca. Su un blog di tumblr (che in realtà credo fosse un bestiario di pathfinder 3.5) venivano definiti come una gang, quindi i Goreboys ,per quanto mi riguarda, sono una gang di lupi mannari.

I modi di dire di Kenshin, estremamente difficili da rendere in italiano; dato che quelli della Star Comics non li hanno tradotti e che invece Vathara li usa abbastanza, li ho tradotti alla bene e meglio come:

This one= Questo qui/ Io stesso/ Questo stesso - praticamente in originale Kenshin usa il pronome personale "Sessha" che è molto umile e antiquato e quando invece riciccia fuori l'assassino inizia ad usare "Ore" che invece è un pronome più forte e rude.

That it is/That i do= Proprio/Così o una variazione dei due e di altri termini - Sempre in originale Kenshin usa alla fine di quasi ogni sua frase "de gozaru" che come per il "Sessha" è una forma arcaica e desueta del verbo essere; è una specie di ripetizione che suona strana anche in giapponese.

In sintesi il modo in cui Kenshin parla normalmente è un mix di super gentile, super attento, super educato e stranissimo che però è davvero difficile da rendere in altre lingue oltre al giapponese. Ho fatto del mio meglio^^

Cose americane/inglesi come l'uso dei piedi come unità di misura e i mr/ms sono stati tradotti con l'uso delle unità di misura italiane e con Signore/Signora o in generale ho cercato di italianizzare il più possibile.

Per tradurre daylilly in giglio dorato c'ho messo un casino perchè internet mi dava come risultato solo il nome della famiglia delle piante (gli emerocardilli che tra parentesi dovrebbero essere anche molto diffusi in Giappone) e quindi sono finito su degli oscuri blog di giardinaggio per trovare quel diavolo di nome.

La citazione di Kenshin del giovedì deriva dal libro "Guida galattica per autostoppisti" e quindi ho usato la traduzione dal libro, che ,botta di fortuna, mi hanno regalato giusto un paio di settimane fa.

Altra nota, all'inizio di quest'opera l'autrice introduceva i discorsi di Battosai tramite gli apostrofi 'esempio uno' mentre a metà di Blades of Blood, continuando con Witchy Woman e addirittura in parte in questo primo capitolo mischia l'uso degli apostrofi a quello dei due punti :esempio due:

Quindi per coerenza sin dall'inizio i discorsi interni/pensieri saranno introdotti dai due punti.

Ho deciso di iniziare a tradurre questa fanfiction per svago, tra tipo pochissimo ho gli esami di maturità ed avevo bisogno di un qualcosa di produttivo su cui potermi concentrare oltre allo studio... E quindi boh, a logica mi sono buttato sulla traduzione.

Cercherò di mantenere un ritmo costante (Un capitolo ogni due mesi a seconda degli impegni e dei compiti in classe che ho) però dato che sta fanfiction è davvero lunga (119 pagine ed il sequel si aggira sulle 270) ma non so quanto ci metterò per tradurre e pubblicare i singoli capitoli.

Spero che la lettura vi sia piaciuta ed alla prossima^^