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"Ho paura." br /

Nami aveva lo sguardo fisso sull'orizzonte, ma capì che l'espressione di Usopp si era fatta seria. Sapeva che lui poteva comprendere. Loro due erano quelli vulnerabili, non potevano contare sui poteri dei frutti del mare, non sapevano maneggiare tre spade come demoni o tirare calci polverizzanti. br /

Il mare era mite, il sole trionfava in cielo, perché doveva pensare a quelle cose? br /

"Ho paura di rimanere sola" sussurrò con voce rotta, come se il solo ammetterlo potesse rendere quell'incubo realtà. br /

"Ma Nami..." br /

Una seconda voce si sovrappose a quella di Usopp, emettendo una risata sommessa. Si udì l'inconfondibile tonfo di un bilanciere decisamente troppo pesante, poi un rumore di passi. br /

"Lo trovi divertente?" ringhiò Nami, travolta da un misto di sorpresa e imbarazzo. Continuò a mantere lo sguardo fisso sull'orizzonte per celare le proprie emozioni. br /emCerto che quello spadaccino aveva un udito straordinario.../embr /

"E poi nessuno ha chiesto il tuo parere, non stavo parlando con te." br /

Usopp deglutì, intuendo che di lì a breve qualcuno si sarebbe fatto male - Nami non di certo. br /

"Se volevi fare una conversazione segreta dovevi allontanarti di più." br /

Nami si voltò di scatto con l'espressione di uno squalo inferocito. "E tu dovevi proprio allenarti vicino ai miei preziosi alberi?"br /

Zoro le restituì uno sguardo altrettanto avvelenato. "Non devi sempre gridare come una - br /

Usopp sospirò, incrociando le braccia al petto. Nami aveva steso Zoro con un pugno ben assestato sulla nuca e si stava allontanando a passo d'elefante. br /

Era impossibile sostenere una conversazione civile per quei due. br /

"Chi fa parte della Ciruma di Cappello di Paglia non può avere paura."br /

I passi di Nami divennero inudibili. br /

"Navigare con questo chiodo fisso in testa non porterà da nessuna parte, tanto vale rinunciare." br /

Usopp raggelò. Ecco, ora lo ammazza.br /

emUno, due, tre./emI secondi passarono. Il vento s'ingrossò e portò loro l'eco del cinguettio di Sanji che serviva il caffè a Robin, poi si udirono nuovamente i passi di Nami. br /

Non disse niente. Non replicò. Non prese Zoro a calci. br /

emNulla/em. Se ne andò. br /

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"Smettila." br /

"Perché?" br /

"Mi dai fastidio." br /

Zoro le restituì uno sguardo irritato. "Ti ricordo che la nave non è di tua proprietà!"br /

"Ma gli alberi sì! Si può sapere perché continui ad allenarti vicino a loro?" br /

Nami si sgonfiò come un palloncino alla vista dell'espressione da pesce lesso dello spadaccino. br /

"A dire il vero non lo so." br /

emDitemi che è uno scherzo. /embr /

"Ci rinuncio" sospirò melodrammatica. br /

Zoro non era sano di mente, punto. br /

"Hanno un buon odore."br /

Nami ammutolì. Lui la guardava con espressione stranamente calma, come se non avessero iniziato a battibeccare. Aveva dato voce a una semplice verità, rispondendo a se stesso a un quesito che lo accompagnava da giorni. br /

Sì, il profumo d'arancio era buono. Ormai non poteva più farne a meno. br /

"Se ti azzardi a rovinare anche una sola foglia di questi alberi ti affetto come uno spiedo. Mi sono spiegata?" br /

Nami gli diede le spalle e si allontanò. br /

Le parole di Zoro le avevano messo una strana euforia, provocandole l'impellente desiderio di fuggire. br /

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"Jiù le zampe dal mio boccale, ladro." br /

"Guarda che la ladra scei tu." br /

Nami battè un fiacco pugno sul tavolo e puntò il dito contro Zoro. "Vishto? Ti avevo detto che reg-hic!- l'acol meglio di te." br /

"Ah, ma che schifo!" sbottò Rufy. "Come fate a bere quella roba? Io preferisco il latte, è molto, molto più buono. Anzi... no!, preferisco una bella cioccolata! Sanjii, me la prepari? Me la preparii?" br /

"Ma che disci? Sci vede lontano un miglio che scei sul punto di crollare. Non scercare di ingannarmi, piccola ssh... ssh... ssh-morfiosa." br /

Sanji sferrò un pugno in faccia a Zoro non appena vide il suo braccio avvicinarsi pericolosamente a quello di Nami, all'altro lato del tavolo. Lei ridacchiò alla vista dello spadaccino con la faccia riversa sul tavolo.br /

"Non osare toccare Nami con quelle manacce, zucca verde!" br /

"Uffiii, mi prepari la cioccolata?" br /

"Credo sia meglio andare a dormire, ragazzi. Questi due hanno esagerato come al solito" constatò Usopp, ignorando assieme a tutti gli altri la cantilena di Rufy. "Possibile che debbano sempre fare a gara a chi beve di più?" br /

"Hai ragione, Nami l'accompagno io!" trillò Sanji mettendo il turbo ai piedi. br /

"Ehm, meglio che ci pensi io" intervenne saggiamente Robin, "non vorrei assistere al tuo omicidio quando a Nami passerà la sbornia."br /

La naturalezza con cui disse quelle parole fece raggelare Sanji, mentre Rufy e Brook scoppiarono a ridere. Robin aiutò Nami ad alzarsi da tavola e l'accompagnò pazientemente verso la loro stanza, le voci dei loro compagni che diventavano mano a mano sempre più lontane. br /

"Ehi, scenti... pecché non mi può portare lo spadascino in camera? Chisshà che forsa quelle brascia, mi farei strapassare tut-hic! Ops... ah ah ah! Ah, Robin, io lo odio. Lo shai, scì? Lo o... dio... " br /

emIn vino veritas, giusto?/embr /

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"Non ti sopporto!" br /

"La cosa è reciproca!" br /

"Dovrei prendere a calci la corda che ti sostiene, te lo meriteresti!" br /

"La pianti di distrarmi!?"br /

Robin alzò lo sguardo dal proprio libro e vide una Nami sul piede di guerra aggrappata alla balaustra. br /

"Come se fossi io il problema! Ti pare normale restare appeso a una corda a testa in giù a qualche centimetro dall'acqua? Vuoi forse diventare l'esca di un mostro marino!?br /

E poi a che cavolo ti serve?" br /

Nami sapeva quanto Robin che Zoro era assolutamente fuori pericolo, eppure era uno spasso assistere alla scena. br /

"Si può sapere qual è il tuo problema!?" br /

"Esibizionista..."br /

"Esibizionista a chi!?" br /

Continuarono a urlare per un buon quarto d'ora. Robin era talmente abituata ai loro bisticci da non accorgersi che era piombato il silenzio. Fu un rumore di passi in avvicinamento a distoglierla dalla lettura in cui si era immersa. br /

"Smorfiosa che non è altro..." br /

Zoro, gocciolante dalla testa ai piedi e con un'aria decisamente seccata, si versò un bicchiere d'acqua dal tavolino al suo fianco. br /

Era dura convivere con quella ragazza. All'inizio si era detto che avevano bisogno delle sue abilità, che erano ordini del capitano e quindi doveva rassegnarsi. Non si era fidato subito di lei, chi dimostrava un simile attaccamento ai soldi aveva sempre un secondo fine. Poi aveva capito che non sarebbero riusciti ad andare da nessuna parte senza di lei. Senza contare che quella despota sembrava l'unica capace di mantenere l'ordine sulla nave. Era fastidiosa, sì, manipolatrice e ricattatrice, eppure Zoro non riusciva più a immaginare le sue giornate senza i battibecchi con lei o il cuoco da strapazzo. Non sarebbe più stato lo stesso, e non era una questione di sopportazione o abitudine, no. br /

"Sarebbe tutto più semplice se ti limitassi a capire." br /

Zoro riemerse dai propri pensieri e vide Robin voltare tranquillamente pagina. br /

"Capire che cosa?" br /

La ragazza trattenne una risata. "Che è preoccupata per te, ma te lo dimostra a modo suo." br /

Non ebbe bisogno di ricambiare lo sguardo di Zoro per sapere che era perplesso. br /

"Chi? Nami? Semmai sono io che dovrei preoccuparmi di avercela attorno. È mai possibile che me la ritrovi sempre tra i piedi?" br /

"Come se ti dispiacesse..." br /

Robin trattenne un risolino, servendosi a sua volta da bere. Con la coda dell'occhio aveva notato il mutamento dell'espressione di Zoro, il lieve imbarazzo che l'aveva investito prima che facesse una smorfia. br /

"Sei completamente pazza, sappilo." br /

emSei tu che sei pazzo di lei./em

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Avevano raggiunto un'isola apparentemente disabitata. Le rocce che la popolavano avevano una strana conformazione, sembravano coralli giganti, o forse lo erano. Al tramonto le tonalità accese di rosa e giallo si tingevano di un arancio ambrato. Erano uno spettacolo per gli occhi, una coperta di gemme brillanti che invitava a essere guardata. Sanji aveva raccolto un sale miracoloso dalla superficie di quelle rocce, ed era semplicemente elettrizzato. Aveva chiesto a Rufy di potersi fermare un giorno in più a esplorare quell'isola e il capitano aveva acconsentito. Sembrava che quel luogo fosse una miniera di scorte utili anche per Chopper, che sulle spalle di Usopp si guardava attorno rapito, fialette mediche alla mano. Era difficile muoversi a terra in un posto del genere, l'intero suolo era costituito da quegli strani coralli, e Usopp riusciva a camminare solo grazie ai Dial Impact installati sotto le scarpe. br /

Nami ne aveva avuto abbastanza il giorno precedente, fra imprecazioni e ginocchia sbucciate, tuttavia non doveva sentirsi in colpa se rimaneva sulla Sunny. Non sarebbe stato arduo riprodurre su carta il perimetro di quell'isola. Era piccola. br /

Un ampio, fastidioso sbadiglio la riportò alla realtà. br /

emMa certo./em Anche Zoro era rimasto sulla Sunny.br / Non era la prima volta che le capitava di rimanere sola con lui, eppure stavolta sentiva che era diverso, come se si fosse accumulata una tensione insostenibile fra loro, prossima all'esplosione.br /

"Quelle nuvole non mi piacciono." br /

Nami sollevò lo sguardo verso sinistra. "Non saranno un problema."br /

"Ne sei sicura?"br /

"Di' un po', hai dimenticato con chi stai parlando?"br /

"Oh no, con una vecchia strega presuntuosa."br /

Normalmente si sarebbe infuriata e l'avrebbe preso a pugni. Ma non stavolta. Forse era stata la lieve nota di divertimento nella voce di Zoro a fermarla, una nota su cui nessuno dei due si era mai soffermato, ma che aveva iniziato a esserci da tempo. O forse era quella strana sensazione al centro del petto ad averla fermata, quel calore sconosciuto che la rendeva euforica e le faceva paura al tempo stesso.br /

Nami si voltò e fu come se venisse trafitta. I raggi del sole al tramonto colpirono a metà il volto di Zoro, che aveva gli occhi fissi su di lei.br /

emÈ il solito idiota. È il solito idiota di sempre./embr /

Non capiva perché dovesse tremare mentre gli passava accanto, non capiva perché il calore dovesse intensificarsi mentre gli dava le spalle.br /

Zoro non smise di seguirla con lo sguardo finché non scomparve nelle cabine. Assistere a una mancata reazione di Nami a seguito dei suoi insulti era uno spettacolo insolito, un po' come vedere Rufy diventare improvvisamente intelligente. br /

emMa che razza di pensieri mi vengono? /embr /

Rimase a osservare l'orizzonte per un tempo indefinito, finché non decise di ammazzare il tempo sollevando il bilanciere. Tre minuti dopo rinunciò. Non riusciva a capire il perché, ma la sua concentrazione era pressoché inesistente. br /

emNon aveva voglia di allenarsi./embr /

Quel che gli serviva era un bel bagno caldo per rilassare i nervi.br /

Raggiunte le cabine si accorse che il cuoco aveva accidentalmente dimenticato di mettere il lucchetto al frigorifero e, spinto da un'inspiegabile generosità, se ne occupò di persona. Ripose con cura le sue spade nel loro posto sicuro e si diresse verso il bagno. C'era qualcosa che continuava a ronzargli per la testa, un pensiero di un'insistenza tale da spaesarlo. Probabilmente Nami si era ritirata nella sua stanza a ultimare la cartina dell'isola. br /

emNami./embr /

Era lei quel pensiero fisso. O meglio, le sue stranezze. Quella settimana aveva evitato di urlare o picchiarlo non una, ma ben due volte, dopo che l'aveva insultata. Era strano. Non si sarebbe stupito di vederla gettare tutti i suoi soldi in mare, a quel punto. br /

Ci mancava solo di trovarsela sotto la doccia, quello sì che sarebbe stato il giorno della sua morte. Un pensiero talmente surreale da essere a suo modo divertente, pensò, mentre apriva la porta del bagno. br /

emDiamine. /embr /

Fu come precipitare in un abisso senza suoni. Il pigro scorrere dell'acqua, lo scricchiolio delle assi di legno, il lontano verso dei gabbiani - svanì ogni cosa. br /

Lei era proprio lì. Nuda. Completamente nuda. br /

Zoro non si mosse, Nami non disse nulla. Entrambi rimasero semplicemente a guardarsi. Lei come se cercasse qualcosa, lui come se aspettasse una sua reazione. br /

Nami sentiva la schiuma scivolarle di dosso, scoprirla sempre di più, mentre restava incatenata allo sguardo indecifrabile di lui. E Zoro guardava emguardava continuava a guardare/em, senza il minimo sussulto, senza il minimo fremito.br /

Il profumo deciso, il candore della sua pelle, e quel respiro spezzato che lo chiamavano. br /

Non si era accorto di aver fatto un passo verso di lei, non si era accorto che lei non aveva fatto nulla per impedirglielo.

Nami manteneva il contatto visivo con una lieve rabbia incisa sul viso che era un invito. La schiuma era ormai scomparsa del tutto dal suo corpo. Zoro non chiedeva altro.br /

La vide avvicinarsi sino a estinguere la distanza fra loro, emun passo una tortura/em, e non capì più niente.br / Ebbe soltanto modo di notare il fugace tremolio delle sue labbra, prima che Nami lo spingesse contro al muro con fermezza. Si lasciò cadere sulla panca di legno, senza smettere di guardarla, aspettando che lei facesse altrettanto, le mani che già cercavano la sua schiena.br /

Nami scivolò sopra di lui e non appena lo sentì toccarla i brividi fiorirono su tutta la sua schiena come rovi, come - emche sto facendo/em? br /

Chiuse gli occhi, gli artigliò la nuca e lo baciò. Lo baciò e basta, tuffandosi completamente nell'abisso, senza che lui glielo impedisse. Zoro la strinse a sé fino a farle male, sino a imprimerle il proprio tocco sulla pelle. Nami avvertì quanto la desiderava e in risposta - emfermati fermati/em- s'inarcò contro di lui mordendogli il labbro inferiore. Sentì il sangue sulla lingua, il piacere travolgerla come una valanga, il battito del suo cuore accelerare sino a rischiare di esplodere, eme le mani, Dio le sue mani/em, che la accarezzavano ovunque.br /

Aprì la bocca un istante, soltanto per prendere fiato, e sentì quello di Zoro mischiarsi al suo. Sapeva di alcol, di sale, di buono. Sapeva di qualcosa che doveva respirare per placare una sete corrosiva, un'astinenza spietata. Si appoggiò alla fronte di lui, sfiorandogli le labbra, senza accorgersene, con un bacio inaspettatamente delicato. Fu un gesto naturale, agognato. Aprì gli occhi insieme a lui e scostò leggermente il capo per guardarlo. Zoro era dannatamente sexy, in quel momento, aveva uno sguardo fermo, acceso di desiderio e di mistero. br /

emDevo fermarmi. Devo.../embr /

"Nami."br /

Un nome. Soltanto un nome. Nient'altro. Eppure fu tutto. Fu gridare di andarsene, di restare per sempre, di fuggire, di annegare, di dimenticare. br /

emIl mio nome./embr /

Non l'aveva mai sentito pronunciare in quel modo. Da nessuno. Sapeva di sesso, di colpa da seppellire e ripulire, di errore da raschiare via con ferro e sangue. Eppure - br /

Dischiuse immediatamente le labbra non appena Zoro le pretese e si lasciò sollevare dalle sue braccia. Avvertì la propria schiena cozzare contro al muro, una scossa violenta la investì quando lui si inarcò verso di lei, il piacere s'innalzò in una corrente furiosa. br /

Sussurrò il suo nome a occhi chiusi, reclinando il capo.

emFermati. Basta. Basta... Ti prego, solo un po'... solo un po'... /embr /

Si aggrappò alla sua schiena con le unghie, desiderosa d'incidersi in lui nella carne e nelle ossa, di perdersi e non tornare mai più indietro. Zoro la sollevò poco più in alto senza sforzo, mordicchiandole un seno, mentre lei gli infilava le dita sotto alla maglietta e ripercorreva le linee definite dei suoi muscoli. Lo accarezzò dalla schiena alle spalle, soffermandosi su ogni cicatrice con dolcezza, come fossero i confini di un'isola inesplorata da imprimere su carta. br /

Avvertire il suo respiro, il suo profumo, il suo tocco... era una sensazione indescrivibile, ma anche dolorosa. Perché sapeva che sarebbe finita. Perché sapeva che sarebbe stata nascosta, negata, dimenticata. br /

Nami era talmente assuefatta e accecata da non essersi accorta che Zoro aveva eliminato l'ultimo ostacolo fisico fra loro. Quando lo sentì entrare dentro di lei il piacere, devastante, si mischiò a quel dolore interiore. Tutto si fece più intenso a ogni spinta, come un'onda anomala, come un mare che travolge, frantuma e consuma.br /

Annegarono entrambi, sussurrando l'uno il nome dell'altra, naufraghi di un piacere che desiderava soltanto di essere goduto. Persi, vinti, ubriachi di quel calore. Le spinte si fecero sempre più profonde, sempre più forti, portandoli a raggiungere insieme il culmine in una notte da rinnegare e benedire. Ma non fu abbastanza per nessuno dei due. br /

Nami percepiva il respiro di Zoro solleticarle il collo. Cercò le sue labbra a occhi chiusi, con la paura di aprirli e spezzare l'incantesimo, di scoprire che era soltanto un sogno. Gli permise di voltarla, annebbiata dalle proprie sensazioni, e si appoggiò languidamente al muro con le mani. Zoro la strinse a sé per la vita ed entrò dentro di lei con una spinta decisa. Nami boccheggiò, soffocando il grido di dolore nella sua bocca, il capo reclinato all'indietro, appoggiata completamente a lui. Avvertiva i seni pulsare, assetati del tocco di quelle dita bollenti, e le tremavano le gambe. Zoro si soffermò a saggiarle i capezzoli con le dita, continuando a spingere.br /

emPerché mi fai questo?/embr /

Le morse una spalla, con possesso.br /

emTi odio. Dio, quanto ti odio.../embr /

Le baciò il lobo dell'orecchio e sospirò di piacere, assecondando i suoi movimenti. br /

emDio, come ti voglio.../em br /

Stavano punendo se stessi, stavano punendo l'uno l'altra per quello che stavano provando, ma non riuscivano a farne a meno. Non riuscivano a smettere, a pensare. Volevano soltanto toccarsi, fondersi, assaporarsi. Si volevano e basta. br /

Zoro le insinuò due dita in mezzo alle gambe e accompagnò il loro movimento a quello dei fianchi. Nami venne gridando, mentre lui le soffocava la voce con un bacio. La ragazza riuscì a reggersi in piedi fino a quando lo sentì gemere nella propria bocca, vinto dal secondo orgasmo. Poi si lasciò scivolare a terra.br /

Zoro non mollò mai la presa attorno alla sua vita, nemmeno quando riaprirono gli occhi. Nemmeno quando capirono che era tutto vero. Che era tutto finito. br /

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Dimenticarono. Dimenticarono entrambi e nessuno si accorse di niente, perché furono maledettamente bravi a nascondere l'accaduto persino a se stessi, come si fa con i segreti lasciati a marcire, con le colpe soffocate nella vergogna. br /

Rufy cantava assieme a Usopp e Chopper con delle bacchette di legno infilate nelle narici, sognando una statua di bronzo. Sanji sperimentava nuove ricette, uscendo di tanto in tanto in coperta per la sua sana dose di bisticciate con Zoro. Robin leggeva mentre prendeva il sole, Franky inveiva contro un Brook in vena di freddure particolarmente tristi, e Nami dettava ordini a destra e a manca. br /

Era tutto come prima, come avrebbe dovuto essere. Nel tratto di mare in cui si trovava la Sunny regnava un clima meraviglioso, di quelli che ti invitano a urlare contro il cielo che la vita è bella e va vissuta. br /

Si poteva restare in canottiera e pantaloncini senza sentire freddo nemmeno contro il vento notturno, lasciandosi accarezzare dalla brezza. br /

A Nami piacevano il profumo delle arance e quello della libertà. Camminare sul ponte della Sunny a piedi scalzi era libertà. E farlo di notte, nell'abbraccio del mare addormentato, era ancora più bello. La luna era alta nel cielo, se Rufy fosse stato sveglio avrebbe detto che sembrava una torta con la glassa di zucchero pronta per essere mangiata. Nami sorrise a quel pensiero, ma perse un battito nell'istante successivo. Aveva avvertito un profumo inconfondibile in avvicinamento prima ancora di percepire la stretta attorno alla propria vita, intenzionata a portarla con sé in un lungo salto. Mentre l'aria veniva a mancarle sotto ai piedi, Nami rafforzò d'istinto la presa attorno alle braccia che la circondavano, chiudendo gli occhi. Li riaprì poco dopo, quando l'aria smise di vorticare e capì che il salto era terminato. Non impiegò molto a capire di essere finita sulla coffa. br /

"Credevo dormissi." br /

Le braccia che le cingevano la vita non avevano ancora mollato la presa. Zoro le appoggiò il mento sulla nuca, facendo aderire il proprio petto alla sua schiena. "Sono di vedetta, non posso dormire." br /

Nami chiuse gli occhi, ascoltando il sussurro del mare. Non capiva se i brividi che l'avevano pervasa avessero a che fare con la corrente d'aria generata dall'improvviso salto, o se dipendessero dal contatto con Zoro. br /

Ovviamente emfingeva/em di non conoscere la risposta. Sentirlo vicino era un bisogno fisico tanto intenso da fare male, e l'aveva negato a se stessa per troppo tempo. br /

"Non farmi ridere. Tu dormi sempre."br /

Zoro l'accarezzò con inaspettata delicatezza, disegnandole cerchi immaginari sul polso e sull'avamabraccio. "Non da quando mi hai detto quella cosa." br /

"Wow, così sì che capisco a cosa ti riferirsci." br /

Si incastrava bene al suo corpo, come un piccolo scoglio in una grotta sommersa. Era stata modellata unicamente per restare lì, quella sera. E non provava vergogna, non le importava. Nami gli parlava con noia simulata, ma sapeva che Zoro capiva, sapeva che quel dannato spadaccino poteva decifrare la verità sotto alla finzione.br /

"Non avere paura." br /

Perse un battito. L'orizzonte si sdoppiò sotto ai suoi occhi per un istante. Un calore nuovo, intenso e stordente la pervase da palmo a palmo. Non poteva saperlo perché non era in grado di vederlo, eppure era certa che Zoro avesse chiuso gli occhi insieme a lei. Quelle parole valevano un miliardo di danari. Erano la garanzia che lui avrebbe continuato a proteggerla, come aveva sempre fatto. Al diavolo l'orgoglio, i segreti, l'esitazione. Al diavolo la distanza forzata che si erano imposti negli ultimi giorni.

Al diavolo tutto, tranne loro e quel che sentivano.br /

Restarono così tutta la notte, ignari che si sarebbero separati per due anni di lì a breve, per colpa di Bartholomew. Ignari che quel tempo non sarebbe bastato a dividerli. br /

Perché l'uno era la casa dell'altro. br /

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