VACANZA PER DUE
Diana ancora addormentata giaceva a letto con indosso un babydoll azzurro in raso, i lungi capelli neri adagiati sul cuscino. Il sonno venne interrotto da raggi di sole passanti dalle fessure delle imposte, strizzò gli occhi girandosi dall'altra parte dando la schiena alla finestra. Non riuscì più a prender sonno, si rigirò nel letto ma invano. L'altra meta dell'letto era libera ciò stava a significare che Steve fosse sveglio da un pezzo, le lenzuola dalla sua parte erano fredde. Passò sotto il suo naso il profumo del caffè in ebollizione, si levò dal letto indossando la veste in raso.
"Buongiorno Steve" lo baciò sulle lebbra sedendosi al tavolo della cucina "Buongiorno Diana. I pancakes sono quasi pronti". Lei gli sorrise, la rallegrava vedere Steve li con lei. I pancakes erano dorati sopra e sotto ricoperti di sciroppo d'acero con in cima dei mirtilli. Steve le passò una busta facendola scorrere sul tavolo "Che cos'è?".
"Aprila!".
Diana la aprì tendendo tra le dita delle mani due biglietti aerei per Frosinone "Biglietti aerei per L'italia?" i suoi occhi si illuminarono "Ci meritiamo una vacanza, ti dividi tra lavoro e sventare criminali ti meriti un po' di riposo. Ho prenotato una stanza nel Hotel "Dal Patricano" a Frosinone ". Steve le mostrò una cartina con segnati in rosso dei borghi da vedere. Diana scorreva le dita sulla cartina fermando l'indice su Monte San Giovanni Campano, fissò la carina vagando con la mente su un suo ricordo.
"Diana! Mi stai ascoltando?" insistette lui
"Si scusami, stavo ripensando ad un fatto"
"Quale fatto?" chiese lui aggrottando la fronte.
Diana si recò nel soggiorno, prendendo un cofanetto nero appoggiato sulla mensola dello scaffale in legno, "Steve, te la ricordi?"
"E' il ciondolo preso alla bancarella" le rammendò lui non capendo dove volesse andare a parare, prese il ciondolo in mano "il venditore mi ha detto che apparteneva a Tommaso D'Aquino, un famoso teologo, filosofo e accademico italiano. Questo non è solo un ciondolo ma anche una chiave".
"Una chiave?"
"Una chiave che apre il suo scritto Summa Theologiae. Scritto tra il 1265 – 1274. Quest'opera famosa racchiude la teologia medioevale e l'influenza della filosofia".
"Dove si trova il libro?"
"Alcune voci ritengono che si trovi nascosto nel castello Monte San Giovanni Campano. Tommaso D'Aquino fu imprigionato in quel castello tra il 1244 – 1245. Un ottima posizione strategica con la funzione difensiva dei confini meridionali dello Stato Pontificio, nel 1495 Carlo VIII lo distrusse dalle sue truppe e oggi è di proprietà privata".
"Diana intendi dire che si disposta a mettere a soqquadro il castello per recuperare il libro?"
Diana respirò a fondo cercando di fargli capire l'importanza del recupero del libro "Steve se non lo recuperiamo ora rischieremo che piombi in mani sbagliate". Lui non obbiettò "Va bene allora prendiamolo. Come disse il famoso archeologo "Quello dovrebbe stare in un museo".
In aeroporto con le valigie nelle mani si misero in coda al ceck – in, Diana ebbe la sensazione di essere osservata mosse gli occhi a destra verso sinistra senza dare segni vistosi "Steve ci osservano, due alla mia sinistra e altri due alla tua destra a ore 11". Senza dare sospetti passarono i controlli, passarono dal metal detector, il loro volo sarebbe partito dopo un'ora. Si sedettero su sedie in plastica scomode color grigio, Diana si mosse in direzione bagno nascondendo sotto la blusa il lazo della verità, entrò nel bagno restandoci per circa dieci minuti, uscì dal bagno avvistando i pedinatori, con velocità prese il lazo afferrando uno degli uomini, fermò il secondo uomo con un calcio scaraventandolo a terra. Il terzo uomo brandì l'arma in pugno armandola lanciò il lazo rubando l'arma e frantumandola in pugno. Corse verso gli uomini rimasti in piedi mettendoli fuori gioco, incrociò i bracciali, emanarono una potenza da fargli crollare a terra. Steve osservò tutta la scena immobile "Potevi rivelarmi il tuo piano ti avrei aiutato". Lei gli sorrise "Era un gioco da ragazzi".
Nella hall dell'Hotel un tizio inglese era accomodato sulla poltroncina fumando la pipa, capelli brizzolati, occhiali tondi naso aquilino. Diana parlava perfettamente l'italiano essendo una Dea conosceva tutte le lingue, prese la chiave della stanza accompagnati dall'inserviente con le valige nelle mani. Il tizio inglese fermò gli stranieri presentandosi col nome Charles Black "La Signora Diana Prince?" Diana si accigliò
"E lei come conosce il mio nome?"
"Lavoro al British Museum vi abbiamo inviato diversi pezzi ricorda? ed insegno a Oxford" continuò a fumare la sua pipa infastidendo Steve, con la mano spostò il fumo dal suo volto "E lui sarebbe?"
"Steve Trevor, sono un pilota"
Lo guardò dal basso verso l'alto spostando l'attenzione verso Diana "Domani sera si terrà un'asta al Castello di Monte San Giovanni Campano, con pezzi antichi molto prestigiosi, mi farete un enorme piacere se foste i miei ospiti".
Diana non andava matta per quel genere di ricevimenti, e le aste lo stesso, preferisce verificare lei stessa le autenticità di reperti antichi. Saliti in camera optarono per una doccia e del relax coricati sul letto. La camera era lussuosa, un bel bagno, un letto comodo. Dopo cena mano nella mano girarono per Frosinone. Le case erano costruite in modo diverso rispetto alle loro e per questo Diana lo notò. Dalla camera uomo in nero corse fuori ma Diana lo acchiappò col lazo costringendolo a dire la verità. Il lazo bruciava sul corpo "Che roba è questa? E voi chi siete"
"Per chi lavori rispondi alla domanda ordinò lei Se non parli o menti il lazo brucerà di più"
"D'accordo, d'accordo. Lavoro per Charles Black. È ossessionato da una chiave che apre un libro"
Diana mostrò la chiave "Questa chiave?" l'uomo non si pronunciò "Rispondi!"
"Si, si è quella".
Il lazo della verità svolse il lavoro alla perfezione lo lasciò andare consegnandolo alla sicurezza dell'hotel, sapevano che l'inglese sapeva che la chiave era in loro possesso. Accettarono l'invito lo stesso, il libro doveva essere portato in salvo.
Quella sera si presentarono in tiro, portando al collo la chiave come esca, le sale del castello era immense e affollate, la maggior parte degli invitati si presentarono a lei come studiosi o insegnanti di università venuti da ogni parte del mondo. La musica alta era in disaccordo con le voci che si scontravano tra loro. Sotto il vestito elegante indossava il costume da supereroe, ammirata da tutti. L'asta sarebbe iniziata a breve correndo a prendere i posti. Il piano di Diana era quello di cercare il libro mentre Steve sarebbe rimasto nel salone come acquirente. Tra le opere presentate si presentarono quadri di Picasso, Monet, Manet,arredamento antico e libri antichi. Steve alzava la paletta per dar segno di interesse su articoli che per Diana non erano il massimo "Steve, scherzi? Quel vaso? Non sta bene a casa"
"Ma è prezioso e poi lo puoi vendere quando ti pare!" Steve ci scherzava sopra "20.000 e uno, 20.000. e due, 20.000 e tre. Il lotto numero dieci venduto al Signore in terza fila"
"Io quello non lo voglio in casa!". Lasciò la sala uscendo dal castello, gli girò attorno premendo sulle pietre, magari si celava una via segreta. Rimase incuriosita da del muschio attaccato lo sfregò con la mano strappandolo, ci trovò una foglia in rilievo, si levò il ciondolo dal collo appoggiandolo sopra, ad un tratto la porta si aprì. Accese la torcia scendendo le scale in pietra, non c'era la ringhiera dovendo fare attenzione ai piedi restando attaccata al muro in pietra. Infondo alla scalinata un corridoio lungo e buio con la fine una porta in legno ornata in metallo da disegni. Al centro una foglia in rilievo ci riappoggiò la chiave facendola aprire. Una stanza piccola con al centro un cilindro in pietra appoggiatosi il libro di Tommaso D'Aquino protetto da un'ampolla in vetro. Rimase affascinata dalla sorpresa davanti a lei, con calma alzò l'ampolla afferrando il libro, appoggiò la chiave sulla copertina aprendosi, lo sfogliò lentamente per non rovinare le pagine ingiallite. Ripercorse la via scoperta col libro in mano, fuori dal castello Black e i suoi gorilla presero Steve "Ciao Diana".
Strinse il libro al petto "Steve"
"Tranquilla, sto bene"
"Mi dia il libro Diana" Balck fumava la pipa lasciando il lavoro ai gorilla
"Non ci scommetta" una linea azzurra spuntò dal sottosuolo, una linea protettiva per il libro
Col capo accennò di farli fuori, Diana si strappò il vestito restando col costume da supereroe, si levò la tiara da amazzone dalla fronte lanciandolo come un boomerang, ruppe loro le armi, Steve si liberò prendendo a pugni gli uomini. "Steve tieni il libro!" lo prese al volo tenendolo stretto, lanciò il lazo in cielo volando inseguendo Black.
La Amazzone piombò da Black "Chi sei tu?" lei non rispose "Non ti lascerò andare!"
Prese l'arma in pugno sparando proiettili contro di lei, si protette dai colpi coi bracciali rimbalzando i colpi "Il Libro non può lasciare questo posto!"
"Se porterò via il libro porterà maggior ricchezza al museo"
Diana strinse i pugni "Non mi lasci scelta" scontrò i bracciali gettandolo a terra. Lo intrappolò nel lazo tornando da Steve, lo abbracciò calorosamente "Tutto risolto"
"Che ne facciamo di loro?"
"La polizia giungerà a momenti".
Riposero il libro nella ampolla, prima di uscire usò il potere ereditato da Zeus rendendo la stanza invisibile."Il libro non può lasciare questo posto, altrimenti lo distruggerebbe con sé".
"Come in Indiana Jones!".
I carabinieri si presentarono una mezz'ora più tardi, ammanettarono i criminali portandoli in centrale, Black si girò verso Diana "Un secondo" disse ai carabinieri "Chi sei tu?"
Con fermezza e orgoglio "Wonder Woman!".
Restò immobile a godersi l'arresto, Steve la cinse a se "Abbiamo ancora due belle settimane di vacanza da goderci".
