Nel cuore delle Highlands si ergeva una vasta tenuta, simile a un castello, costruita in pietra grigia, su tre piani e con tre torri che si innalzavano dalla struttura principale. L'imponente edificio era annidato su una collina, circondato da vaste distese di verde e con un lago nei terreni sulla quale si affacciava la veranda sul retro. La struttura di legno massiccio era stata un'aggiunta recente, così come le numerose altre modifiche che la struttura aveva subito nei due mesi precedenti all'arrivo dell'attuale occupante.
La giovane donna in questione si stava godendo la fredda aria mattutina mentre osservava il sorgere del sole riflesso sulle acque scure del loch, gli alti alberi della foresta, che delineava in lontananza i confini della sua proprietà, venivano inondati dai raggi d'orati della prima luce della giornata e i rumori della natura che si risvegliava davano il buongiorno alla custode di quelle terre. Morrigan inclinò il volto verso il cielo mentre si godeva i raggi del sole sulla sua pelle pallida, il suo corpo ancora leggermente dolorante poggiava sulla ringhiera mentre tra le sue mani stringeva una tazza dell'ottima cioccolata calda che uno degli elfi le aveva procurato qualche tempo prima.
Si era trasferita a LeFay Castle da circa una settimana, e rispetto alla prima volta che l'aveva visitata nella precedente linea temporale, l'edificio sembrava totalmente diverso e la giovane apprezzava enormemente la ristrutturazione e i cambiamenti che i goblin avevano eseguito per lei. L'architettura forte e antica si fondeva perfettamente con le aggiunte più moderne e rustiche, il senso di oppressione e oscurità era ormai svanito grazie alle ampie finestre, ai colori più caldi ed eleganti, agli arredi nuovi e alla sensazione di calore e confort generale che ora caratterizzava ogni stanza e corridoio del castello.
"Lady Morgan, il Maestro Nagnok è arrivato e l'attende nel salotto accanto all'ingresso." Un leggero schiocco alle sue spalle l'avvertì dell'arrivo di Tarant, l'elfo domestico che si era preso il compito di assicurarsi il suo benessere oltre ad essere a capo degli altri undici elfi che si prendevano cura della tenuta e dei suoi terreni.
"Grazie Tarant, lo incontrerò immediatamente. Ringrazia Holly per l'ottima colazione e chiedi se potrebbe preparare un altro po' di cioccolato per me e una tegliera di thè per il nostro ospite." Con un sorriso alla gentilezza della sua padrona il piccolo essere se ne andò con uno schiocco di dita, portando con sé la tazza ormai vuota e lasciando che la ragazza si facesse strada con attenzione di nuovo all'interno del maniero e verso il salotto accanto all'ingresso. Ad aspettarla seduto sul divano davanti al camino c'era il suo account manager, colui che era stata al suo fianco durante il coma di due settimane in cui era caduta subito dopo il suo salvataggio, colui che era stato lì al suo risveglio nell'infermeria della Gringott, con cui si era confidata e che l'aveva aiutata a far fronte alla sua eredità, sia economica che magica, rendendola emancipata senza che nessuno lo sapesse, almeno fino a che lei non avrebbe voluto il contrario.
"Buongiorno Nagnok-nûr, spero che la tua settimana abbia portato un profitto soddisfacente." Lo saluto con un piccolo sorriso consapevole e un'inclinazione della testa mentre lui si alzava e le faceva un leggero inchino, i suoi occhi neri che brillavano con una certa soddisfazione.
"Lady Morgan, la trovo in buona saluta, i nostri guaritori saranno contenti nel sentirlo." La comunicazione più informale diede alla giovane il segnale di cui aveva bisogno. La sua postura si allentò mentre si faceva strada nella stanza e prendeva posto sulla poltrona davanti al suo ospite, le gambe nascoste sotto di lei mentre si avvolgeva comodamente la veste intorno alle sue spalle, godendosi il calore del fuoco accesso nel camino mentre un vassoio con thè e cioccolata calda appariva sul tavolino da caffè tra loro.
"Come puoi vedere, Tarant e gli altri hanno preso molto sul serio le istruzioni che i guaritori hanno dato loro per prendersi cura di me, e devo dire che inizio a sentirmi sempre un po' più forte ogni giorno che passa." Disse mentre si inclinava verso il vassoio, porgendo una tazza di thè al goblin davanti a lei prima di appoggiarsi nuovamente allo schienale della poltrona con una tazza di cioccolata bollente cullata tra le mani.
"Sono contento di sentirlo. Ora come sai sono venuto qui a portarti alcune notizie ed aggiornamenti sui tuoi account, sugli investimenti che hai fatto e sulle consulenze che hai avuto l'ultima volta che ci siamo visti." Una pila di vari fascicoli apparve sul tavolino accanto al vassoio, Morgan si allungò per prendere quello in cima e inizio a sfogliarlo, leggendo i vari resoconti dei suoi account presso la banca, le proprietà sparse in giro per il mondo e i possedimenti aziendali che possedeva.
"Come puoi notare gli investimenti dei tuoi antenati hanno fruttato bene, le tasse sono state prelevate dai caveau designati ogni fine anno e la mancanza di un'erede conosciuto negli ultimi cinquecento anni circa ha aiutato alla riduzione delle spese. Oltre ai sei caveau principali di cui sei l'unica proprietaria, hai anche il fondo fiduciario che tua madre ha lasciato aperto per te e nel quale continua a versare una cospicua somma, nonostante ti abbiano ormai dichiarato morta da anni. Devo dire che ammiro tua madre per la sua caparbietà, e la tua famiglia in generale e molto degna di rispetto tra le mura della banca, così come lo sei tu."
"A quanto pare la testardaggine è una caratteristica di famiglia, e sai che sono più che onorata nell'essere riconosciuta come amica della nazione goblin." Ignorò la fitta al petto alla menzione della sua famiglia, non aveva ancora deciso cosa fare con loro, perciò accantonò provvisoriamente l'argomento e si concentrò sul fascicolo successivo che riassumeva le percentuali delle azioni che possedeva e i documenti che doveva firmare per procedere con gli investimenti che voleva fare, sia nel mondo magico che nel mondo babbano.
"Per gli investimenti inizierò a leggere e a firmare i documenti oggi pomeriggio, insieme ai curriculum che mi hai portato riguardanti i possibili terapeuti che potrebbero aiutarmi a migliorare più velocemente e ad affiancarmi con le mie condizioni. Per quanto riguarda le percentuali, usa i miei diversi titoli per comprare più quote possibili dal Daily Prophet, voglio Rita Skeeter sotto la mia attenzione prima di fare qualsiasi mossa allo scoperto. . ." Le due ore successive passarono velocemente mentre parlavano di percentuali, quote e donazioni, le bevande vennero finite e quando la giovane erede LeFay rimase nuovamente sola la sua energia era stata quasi del tutto esaurita e faticava a rimanere sveglia.
Decidendo di assecondare la sua stanchezza chiese a Tarant di portare fascicoli nella sua stanza per una lettura seguente, ringraziò Holly quando si presentò con un pranzo leggero e una volta finito di mangiare si spostò sul divano. Stendendosi e accoccolandosi sotto un leggero plaid a stampa scozzese osservò pigramente le fiamme, svuotando la mente per impedire agli incubi di raggiungerla facilmente mentre cadeva in un sonno profondo.
Era distesa a faccia in giù, ascoltando il silenzio e avendo la consapevolezza che era totalmente sola. Nessuna la guardava né tanto meno la giudicava, era completamente sola dovunque lei fosse.
Ma nonostante la strana sensazione che la rendeva leggermente a disagio era consapevole che quello che stava vivendo non fosse un sogno, dopotutto i suoi sensi funzionavano ancora perfettamente, poteva sentire l'erba pungente sotto di lei, la brezza che accarezzava la sua forma distesa e il materiale che somigliava a l'acqua che copriva la sua figura. Aprendo gli occhi e mettendosi cautamente a sedere si guardò intorno, alquanto sorpresa di ritrovarsi in una brughiera che terminava bruscamente con una scogliera a strapiombo che si affacciava su quello che lei immaginava fosse l'oceano atlantico. Prendendo un respiro profondo i suoi polmoni si riempirono dell'aria pura del nord, i suoi occhi si illuminarono con una gioia quasi infantile mentre raccoglievano i magnifici colori e paesaggi intorno a lei, una vecchia melodia che suonava nella sua mente e un leggero e pacifico sorriso che le abbelliva le labbra quando un senso di leggerezza l'avvolse completamente.
Rimase così per un tempo a lei ignoto, i suoi occhi che non abbandonavano mai la vista difronte a lei, una delle sue mani che passava sul materiale fluido del suo vestito, che aveva notato distrattamente fosse in stile greco e che era alquanto comodo, mentre le dita della mano libera continuavano a giocare con i fili d'erba che gli solleticavano la pelle pallida. La sua postura rimase rilassata anche quando una brezza più fredda accompagno l'arrivo della figura vestita di nero alle sue spalle, che ignoro tranquillamente mentre si avvicinava e si sedeva accanto a lei sull'erba.
"Mi dispiace per il ritardo My Lady, la prego di perdonarmi." La voce eterea ma dolce accanto a lei attirò finalmente la sua attenzione e i suoi occhi di smeraldo si voltarono verso l'entità affianco a lei, i suoi lineamenti che si addolcivano nel vedere direttamente attraverso l'atto e la maschera della figlia del suo pseudo fratello.
"Hela, lo sai perfettamente che non sono la tua padrona e che odio essere chiamata così, soprattutto da quelli che considero mia famiglia." Morrigan osservò come l'entità davanti a lei cambiava. Sparita era la figura incappucciata e al suo posto c'era una giovane donna dalla pelle grigio blu, con gli stessi capelli neri e occhi verdi del padre, che in quel momento la stavano guardando con confusione, riconoscimento e un pizzico di speranza.
"Sei davvero tu?" La morte balbettò, i suoi occhi che studiavano il volto davanti a lei, cercando qualcosa che l'alta donna non sapeva veramente, ma rimase a proprio agio sotto l'attento studio dell'entità. Se si ricordava bene e se i suoi calcoli erano esatti Hel aveva passato un periodo orribile per gentile concessione di Odino ed era certa che i recenti avvenimenti causati dal suo ritorno non avevano aiutato minimamente la dea di solito molto sicura, ma che ora assomigliava molto ad un'adolescente sola e spaesata.
"Mi dispiace di non essere venuta prima My Lady, ero confusa, non capivo veramente cosa stava succedendo e non mi sono fidata di Morgana quando a cercato di aiutarmi." Prima che potesse parlare la voce di Hela la interruppe nuovamente e guardandola la giovane donna vide che aveva distolto lo sguardo lontano da lei nella vergogna.
"Hela Lokison, Dea della Morte e sovrana dell'oltre tomba, non scusarti mai per qualcosa al difuori del tuo controllo e non inchinarti mai ad un mortale, non importa che sia Maestro della Morte o meno. Ora mantieni la testa alta e guardami senza paura, voglio sapere che problemi ti ha causato il mio ritorno." Il tono autoritario e neutro che aveva usato rimise in sesto l'entità al suo fianco, che si voltò interamente verso di lei e le rivolse un leggero sorrisetto prima di fare come richiesto e iniziare a condividere quello che sapeva.
"Non sono sicura di cosa sia successo. C'è stata un'enorme scossa nell'oltre mondo, e improvvisamente mi sono indebolita così come è successo a Morgana. I ricordi dell'altra linea temporale si sono fusi con quelli presenti e ci è voluto un po' prima che qualcuno di noi due capisse cosa stesse succedendo. Morgana è venuta da te il prima possibile, io invece sono rimasta a stabilizzare le nuove anime che erano arrivate così all'improvviso, erano diverse, non completamente tangibili per me, come se fossero in parte ancora vivi." La voce della dea era neutra anche se i suoi occhi erano concentrati sulla mortale davanti a lei e le sue mani fredde ora cullavano quelle più piccole e calde mentre guardava la comprensione nascere negli occhi che ora iniziavano a mostrare una sfumatura d'ametista nei bordi a causa della loro vicinanza e dell'eredità che aveva ormai abbracciato quasi completamente.
"V-vuoi dire che sono tornati anche tutti gli altri?" Questa volta fu la voce della giovane LeFay a tremare, i suoi pensieri che andavano in tilt mentre stringeva le mani fredde per ancorarsi nel lì e nell'ora.
"Non tutti, e non sono tornati completamente come te. Tu ti sei fusa completamente con il tuo io più giovane sotto ogni punto di vista, la vecchia linea temporale è stata completamente cancellata e quello che avviene è l'evento originale. La loro essenza è tornata, ma per qualche motivo non riescono a fondersi con i loro io come hai fatto tu, come se non riuscissero a farlo da soli. Avrebbero bisogno di qualcuno che gli facesse da tramite, io ho fatto un paio di tentativi ma non funziona e non voglio ferirli permanentemente."
"Pensi che io potrei riuscirci?" Una traccia di confusione e incertezza attraversò gli occhi di Morrigan.
"Se non puoi farlo tu allora nessun altro può. Ci hai salvato uno per uno, hai guarito anima e corpo in un modo che nessun altro sarebbe stato capace di fare, hai costruito una famiglia di persone super dotate con problemi di carattere, piene di dolore e con un passato difficile. Ci hai reso liberi, ci hai dato una casa e ci hai mostrato cos'è l'amore. Credo che tu possa essere l'unica a poterlo fare." Occhi ormai completamente di ametista si voltarono per guardare schioccata la dea al suo fianco. Nessuno della sua famiglia gli aveva mai parlato così apertamente di cosa provavano o di quello che pensavano di lei, nessuno di loro era mai stato bravo a esprimere i propri sentimenti in parole, erano più persone fisiche e le loro azioni parlavano più di mille parole. Ma sentirsi dire tutto questo così chiaramente e direttamente, da uno dei membri di solito più privati e isolati della sua famiglia la colpirono profondamente, portando a un paio di lacrime a rigarle il volto mentre sorrideva debolmente.
"Ho fatto del mio meglio, ma non è stato abbastanza per proteggervi. Vi ho deluso. . ."
"Non potresti mai deluderci. Ma adesso abbiamo un'altra possibilità per migliorare le cose per tutti e questa volta non dovrai fare tutto da sola, te lo prometto." Due lunghe braccia l'avvolsero da dietro, una presenza semi tangibile ma calda e familiare l'avvolse e il profumo di vaniglia e primavera inondò i suoi sensi, facendola tremare leggermente quando una memoria nascosta nelle profondità della sua mente tornò alla ribalta.
"Àlainn. . ." Ora le lacrime scorrevano liberamente sulla sua pelle pallida mentre si voltava e si rannicchiava tra le braccia della nuova arrivata, il volto nascosto contro il collo, sotto una cortina di capelli ramati e totalmente rilassata alla presenza del suo 'angelo custode'. C'erano molte cose da fare, ma aveva tempo per pianificare e col tempo era certa che avrebbe ritrovato il suo equilibrio, la sua salute e la sua forza, oltre ad avere la certezza che, non importa le difficoltà che l'attendevano, avrebbe fatto del suo meglio e cosa più importante, non avrebbe dovuto più affrontare nulla del suo passato da sola.
Ecco a voi il secondo capitolo. So che è relativamente corto, ma cercherò di scrivere di più man mano che la storia andrà avanti. Inoltre i prossimi tre mesi saranno infernali per me a causa degli esami finali, quindi non sono sicura di quanto riuscirò a postare il prossimo capitolo, ma cercherò di scrivere il più possibile quando avrò dei momenti liberi, sempre che il computer collabori ovviamente. Come sempre non possiedo nessuno dei personaggi se non Morrigan, mi piace solo giocare con loro e la trama.
