Jay si era distratto per un microsecondo. Il tempo di uno sbadiglio.

Tutti i malviventi erano stati bloccati ed ammanettati. Purtroppo non si era accorto del ragazzo che era nascosto dietro il divano.

Approfittando del fatto che erano tutti impegnati e il detective stava sbadigliando, quest'ultimo sgattaiolò in silenzio da dove si trovava.

Vicino a lui c'era una finestra che dava sul giardino. Salì sul marmo e saltò fuori.

Subito Jay si voltò e gridò:

- Ehi fermo - ed iniziò a seguirlo di corsa.

Ciò che aveva detto il giovane detective aveva permesso agli altri della squadra di rendersi conto di ciò che stava succedendo.

Adam Ruzek che osservava la scena dall'alto notò la fuga di uno dei sospettati e scese di corsa dalle scale dell'edificio per essere di supporto ad Halstead, non prima di aver guardato in faccia Olinsky come per chiedergli silenziosamente il consenso.

Jay era riuscito a bloccare il ragazzo in un vicolo e lì era iniziata una colluttazione. Volarono calci e pugni.

Poco dopo il ragazzo come una lince si guardò rapidamente in giro trovando una bacchetta di ferro.

La afferrò e cominciò a colpire ripetutamente il detective con quella.

Ogni colpo provocava un dolore atroce.

Jay cercava in tutti i modi di evitare la spranga, ma non era facile.

Il ragazzo era maledettamente bravo a picchiare. Soprattutto era bravo a capire dove colpire.

Buona parte del busto era coperta dal giubbotto antiproiettile per cui i colpi in quella zona erano attutiti più o meno.

Sì, quei pochi che arrivavano lì.

Il ragazzo aveva colpito Halstead al ginocchio sinistro, alla spalla destra ed in fine alla testa, sulla fronte che aveva immediatamente iniziato a sanguinare all'altezza dello zigomo. Jay era caduto a terra dolorante.