''Wander, perché ti ho appena trapassato?'' chiese Mono scioccata.
Wander non rispose subito, bensì si mise a fissare il vuoto per cercare le parole adatte in una situazione così scomoda.
''Mono, so che può sembrare una storia inventata, ma ti prego di ascoltare ogni singola parola che ora dirò'' disse Wander, mentre faceva scendere una lacrimuccia da un occhio.
''Va bene, amore mio'' disse Mono scostandosi i capelli e sorridendo al ragazzo.
Alla vista di quello splendido sorriso, il giovane arciere si sentiva felice.
Wander spigò per filo e per segno cosa era accaduto.
Le spiegò che lei era stata sacrificata, del crimine che lui aveva commesso rubando la spada sacra e il cadavere dell'amata, poi le spiegò della sua missione e dei sedici colossi caduti per mano sua.
''E questo è quanto.'' disse Wander dopo la lunga parlata.
''Wander, davvero hai fatto tutto ciò per me?''
''Certo che lo ha fatto'' disse una voce che Wander riconobbe all'istante.
Si girò e vide che davanti a lui e Mono si stava formando un portale rosso fuoco.
Dal portale, i due ragazzi, videro il viso di una figura che a Wander era molto familiare.
''Malus?'' domandò Wander con la mascella spalancata per la sorpresa.
Mono sembrava spaesata alla vista del colosso e tremava un po' alla vista di quest'ultimo.
''Eh sì giovane mortale, sono proprio io'' esclamò Malus dal portale.
''Ho alcune cose da spiegarvi'' disse il colosso con tono serio. ''Ma prima devo fare una cosa''
All'improvviso un forte bagliore accecante avvolse Mono.
Wander fece come per lanciarsi in soccorso dell'amata, ma venne respinto da una specie di muro invisibile.
Dopo una decina di secondi passati a temere il peggio, finalmente il bagliore piano piano si assottiglio, fino a scomparire.
Wander riuscii finalmente a vedere Mono, ma rimase a bocca aperta.
Non era più vestita come prima, il suo outfit era cambiato completamente.
La ragazza non era più scalza, bensì indossava dei sandali molto simili a quelli di Wander.
Al posto del vestito bianco candido che arrivava fino alle ginocchia, ora lei indossava dei pantaloni di seta che arrivavano fino alle caviglie, mentre dalla vita in su ora indossava un abito simile a quello di Wander, con il medesimo mantello con su inciso il simbolo del suo culto.
In più la ragazza aveva anche una fodera e sulla schiena portava un arco fatto di legno di tasso, stesso materiale usato per l'arco di Wander.
Mono estrasse dalla fodera spada, e la puntò verso il muro.
Dal pezzo di ferro usci una luce azzurra accecante, simile, se non uguale, a quella di Wander.
Wander, fece lo stesso. Anche lui sfoderò la spada antica, lo strumento di morte che aveva tolto la vita a sedici imponenti creature. Era incredibile che un pezzo di metallo potesse avere una tale potenza.
Anche dalla spada del giovane uscii un bagliore azzurro.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo d'intesa e si puntarono entrambe le spade verso l'altro.
I due raggi azzurri si scontrarono, con un effetto abbastanza potente, ma i due amanti non cedettero.
Ad un certo punto, Mono rinfoderò la spada e Wander fece lo stesso.
''Molto bene Mono'' disse Malus ''hai superato la prova, sei degna di impugnare la seconda lama sacra''
''Grazie signore'' disse Mono, inchinandosi educatamente.
''Ho ancora un paio di cosette da spiegarvi prima di lasciarvi alla vostra missione.'' disse Malus.
''Dormin ha creato questi otto nuovi colossi per conquistare il mondo. ''spiegò Malus ''alcuni di loro sono molto potenti, perfino più di alcuni colossi messi insieme.''
''il primo colosso che affronterete sarà Sirius, e potrete trovarlo alzando la vostra spada al cielo e seguendo il bagliore che essa rifletterà'' continuò
''Ora vi devo lasciare dato che la mia magia si sta esaurendo, buona fortuna ragazza'' disse Malus prima che la visione si dissolvesse.
Nella stanza erano rimasti solo Wander e Mono.
Ma prima che uno dei due potesse dire qualcosa, dal fondo della sala, dalla quale si usciva dal tempio e ci si addentrava nelle Terre Proibite, sentirono un nitrito, seguito dal rumore di zoccoli che battevano forte sulla fredda pietra del pavimento.
Wander quasi non credeva a ciò a cui stava assistendo, cosi si mise a correre più veloce che poté e Mono fece altrettanto.
Un cavallo nero come la pece, galoppò incontro ai due giovani.
Quel cavallo si chiamava Agro.
''Agro!'' strillò Wander dalla felicità alla vista del suo miglior amico.
''O mio dio Agro, pensavo di non rivederti piu'' continuò Wander, accarezzando il muso del cavallo e versando delle lacrime.
Il cavallo mostrava altrettanta felicità nel rivedere il suo padrone, per il quale è sempre stato disposto a sacrificare la propria vita, come ha dimostrato sul sentiero che portava da Malus.
Da dietro, Mono non poteva fare a meno di sorridere nel vedere la commuovente scena.
Nel frattempo, Wander notò una sacca gialla legata alla sella di Agro.
Fece senno a Mono di venire e cosi i due presero la sacca per rivelare il contenuto di essa.
Con loro grande sorpresa, trovarono molto cibo: carne, verdure, formaggio, pane ma anche molta acqua e una bottiglia di sakè.
''Stasera cena grossa'' esclamò Wander che già aveva l'acquolina in bocca.
Mentre stavano rimettendo via il cibo, Wander notò una scritta sulla sacca.
''Da parte del vostro stregone preferito'' citava la sacca.
'Grazie del regalo Malus' pensò Wander 'vegli sempre su di noi'
''Dovremmo sistemare le cose per la notte, è già sera.'' disse Mono avvicinandosi al suo ragazzo.
Wander guardò fuori dal tempio.
In effetti il cielo si era tinto di arancione e di rosso, con il sole che piano piano scompariva all'orizzonte.
''Va bene facciamolo'' disse Wander prendendo le cose necessarie.
I due si allestirono sul prato fuori dal tempio.
Mono pensava a prendere il cibo e le coperte per la notte che si trovavano nella sacca, mentre Wander, con l'utilizzo di una freccia incendiaria, accese un falò per cucinare e per riscaldare sia lui che la sua ragazza.
La cena non fu sicuramente degna di un banchetto, ma almeno aveva saziato la pancia dei nostri due eroi.
Dopo una cenetta a base di carne e con un po' di sakè, i due si sedettero affianco ad una parete di pietra del tempio.
Wander stava a contemplare il paesaggio circostante.
Nonostante fosse una terra disabitata e piena di insidie grosse come montagne, doveva ammettere che le Terre Proibite avevano un paesaggio che mozzava il fiato.
E Wander lo sapeva bene, dato che le aveva esplorate da cima a fondo per stanare i sedici colossi.
Nonostante ci fosse una gran calma, Wander sapeva che in quelle terre erano pronti in agguato otto nuovi temibili avversari assetati di sangue, che gli avrebbero dato battaglia.
''Guarda che bel paesaggio'' disse Mono indicando con il dito davanti a se.
Wander si ricordava bene quel luogo, aveva attraversato quelle pianure per raggiungere la sua prima vittima, ovvero il primo colosso, il primo di sedici.
''già...'' fece Wander ''ma mai quanto te''
Mono arrossi violentemente ''G-grazie'' disse lei balbettando.
''Almeno posso tornare a farti i complimenti amore mio'' disse Wander.
''Ti amo '' disse Mono ancora rossa in viso. ''Ti amo tanto pure io'' fece Wander.
I due fecero come per toccarsi la mano, ma la mano di Mono trapasso quella di Wander.
''Dovremmo concludere la missione se vogliamo tornare ad avere una vita normale'' disse Wander sospirando.
''Già purtroppo è cosi '' disse Mono sbadigliando. ''Meglio se vado a dormire ora, ci vediamo domani, buonanotte amore mio''
''Notte tesoro'' replicò Wander.
Nel giro di qualche secondo, Mono era già crollata.
Wander, però, notò che non si era rimboccata bene le coperte e vedeva ogni tanto che un brivido percorreva il corpo della fanciulla.
Cosi Wander si alzò e rimboccò le coperte dell'amata.
Il giovane moriva dalla voglia di baciare sulla fronte l'amata, ma purtroppo non poteva farlo.
Rammaricato per ciò, Wander si coricò nuovamente.
Non si addormentò subito.
Il giovane si guardò intorno fino a trovare un Agro dormiente.
Era molto docile.
Dopo essersi accertato che i suoi compagni stessero bene, Wander si mise a guardare il cielo notturno.
Era una notte limpida senza una nuvola che rovinasse l'atmosfera, con il cielo che era pieno di stelle.
''Sirius'' disse a bassa voce Wander ''Non so come tu sia fatto, non so come farò a sconfiggerti ma una cosa è certa: combatterò fino a che avrò sangue nelle vene. Hai le ore contate Sirius''
Dopo aver fatto queste riflessioni, Wander sì addormentò con la carica di un leone, determinato a fare una sola cosa: portare a termine la missione a qualunque costo.
