Paradiso.
Michael chiedeva a suo padre una punizione esemplare per gli angeli che erano andati ad aiutare Lucifer. Dio guardò il figlio con gli occhi lucidi, dicendo con voce rotta
"Michael come puoi essere così arido? Mi dispiace per te. Se soltanto provassimo nel dare una qualunque punizione, tutto il paradiso insorgerebbe. Piuttosto prepara una lista di angeli che possano governare l'inferno. Finche Sam...Lucifero non torna ognuno deve passare due mesi terrestri come re dell'inferno, nessuno escluso"
Dio vide Michael lasciarlo non molto contento. Con la mano destra sugli occhi, Dio si lasciò andare a un pianto silenzioso. In quei giorni in paradiso erano tristi per Lucifer.
Una settimana dopo che Lucifer per salvare tutti finì nella realtà di Hellraiser.
Appartamento Chloe e Trixie, mattina.
Maze non aveva mai percepito così tanta tristezza in quell'appartamento. Azrael stava preparando del caffè, con Dan ed Ella seduti al bancone della cucina. I due avevano accettato la vera natura di Lucifer, anzi Ella era sempre con gli occhi lucidi, dicendo
"Il mio eroico amico. Un vero angelo, non mi importa sia il re dell'inferno"
L'angelo padre di Chloe parlava con lei seduti nel divano.
Poco dopo Linda uscì dalla camera di Chloe, dicendo a tutti che si erano voltati verso di lei
"Trixie giura che più tardi mangia qualcosa. Resta sempre sotto le coperte dove aveva dormito Lucifer, con indosso la maglia del pigiama. Chloe dobbiamo prepararci che a Trixie serva un aiuto specifico. Per ora almeno non piange continuamente…"
Linda aprì le braccia facendole cadere lungo i fianchi con sguardo lucido
"...come posso aiutarla se io stessa trovo tutto così ingiusto?"
Ella corse ad abbracciare la sua amica sedendosi con lei al bancone della cucina. Dan domandò a tutti
"Ma il paradiso non potrebbe aiutare? Siamo tutti salvi grazie a Lucifer! Capisco mia figlia"
Chloe abbracciò il padre angelo andando nella sua camera. Trixie era quasi nascosta dalle coperte. La sentì dire
"Samael ti prego ascolta questa preghiera. Mi manchi tantissimo Lucifer. Torna da noi. Mi sento così arrabbiata con tutti...non molto con mamma e papà...andava tutto bene. Io l'avevo capito che quella demone di Eva ti controllava con la magia. Quando mi cacciò dall'attico, tu mi abbracciasti dicendo che ero con la mamma nel tuo cuore. Perché non possiamo essere una famiglia felice? Samael ti prego ascolta questa preghiera"
Chloe uscì dalla camera non sopportando il dolore provocato sentendo piangere sua figlia. Fuori, accanto la porta della camera pregò a sua volta che le parole della figlia fossero giunte a Lucifer.
Realtà di Hellraiser.
Alcuni orridi cenobiti raggiunsero Pinhead. Gli dissero qualcosa che lo accigliò, facendolo entrare in una enorme grotta dalle pareti nere come la notte, illuminate appena da teschi di diverse razze appesi con una candela dentro. Tra le tante piccole grotte dove altri prigionieri di razze diverse erano modificati in cenobiti, entrò in una urlando
"Si può sapere perché vi risulta così difficile?"
Un cenobita con occhi dovunque, disse indicando dentro la grotta
"Mio signore non si piega alla volontà di Hellraiser. Vi prego controllare voi stesso"
Pinhead camminò oltre l'altro cenobita.
Lucifer era nella sua versione bruciata completamente nudo. Era appeso per i polsi sollevato di un paio di centimetro dal pavimento della grotta. Le catene erano fissate a un arco fatto di ossa nel centro della grotta. L'arco di ossa bianche risaltava nella grotta dalle pareti nere. Sugli occhi di Lucifer una benda con dei disegni alchemica. Un cenobita coperto da un mantello blu scuro che sembrava un enorme scarafaggio toccò l'arco con la mano ossuta e artigliata. Pinhead vide qualcosa che per lui era impossibile. Dall'arco protesse verso Lucifer dei fili neri per modificare l'aspetto di quello che doveva essere un nuovo cenobita. Lucifer si mosse, dicendo qualcosa in una lingua che Pinhead non conosceva. Una luce si irradiò da Lucifer. I fili neri scomparvero. Il cenobita coperto dal mantello disse a Pinhead
"Da giorni fa così. Non capiamo cosa dice. Mio signore questo non diventerà mai un cenobita. Cresce in lui una forza di volontà incredibile. La cosa che sconcerta una forza alimentata da due umane. Mio signore cosa devo fare?"
Pinhead disse fissando Lucifer intensamente
"Mi occuperò io di questo essere"
Poco dopo, seduto sul dorso di un mostro alato, Pinhead gettò Lucifer in una vallata desertica. Il cielo come in tutto Hellraiser era nuvoloso. Con una risata Pinhead disse a Lucifer con gli occhi coperti dalla benda
"Vediamo se riesci nel tornare alla tua realtà. Ricorda il tempo qui scorre come nella tua adorata realtà. Sono passati due mesi"
Volando via sul mostro volante. Lucifer si tolse la benda sedendosi. Avrebbe tentato di tutto per tornare. Era rimasta a sua disposizione la natura eterna con l'invulnerabilità. Disse stringendo la benda nella mano destra
"Dovesse volerci tutta l'eternità ma tornerò da Chloe e Trixie. Fossero in paradiso, sfonderò il cancello portandole via con me"
Camminando in quel mondo fatto di oscurità e dolore più del suo inferno.
Tre mesi di Lucifer in Hellraiser.
Trigger un cenobita con due bocche sulle guance tornò nella sua grotta con due piccoli draghi morti. Adorava intrufolarsi nella altre realtà mentre i cenobita di più alto grado si occupavano di chi aveva innescato la Scatola di Lemarchand. Il suo divertimento era cacciare e uccidere animali che portava in Hellraiser per mangiare nella sua grotta.
Quel giorno aveva ucciso due piccoli draghi, gettandoli nel pentolone al centro della grotta. Stava immergendo del tutto le carcasse degli animali in un liquido nero, quando qualcuno coperto da un mantello con cappuccio blu scuro si fermò poco dopo l'entrata. Trigger alzò in alto gli occhi da gatto dicendo mentre mescolava con un bastone nel pentolone
"Niente da fare, non era la tua realtà?"
L'altro si sedette su una sedia che Trigger aveva rubato da una realtà, dicendo
"Purtroppo no. Prima o poi la trovo. Non perdo le speranze"
Togliendosi il cappuccio rivelando che era Lucifer, sempre nella sua forma bruciata. Il cenobita gli versò del liquido nero dal pentolone in una ciotola di legno porgendogliela. Mentre il cenobita beveva da una altra ciotola di legno altro liquido nero, guardò quel suo amico dispiacendosi per lui.
Trigger aveva conosciuto Lucifer pochi giorni dopo che Pinhead l'aveva scaricato vicino la sua montagna. La zona dove era Trigger era piena di altre grotte con altri cenobiti, ma la regola era ognuno per se, arrabbiati com'erano che non volevano essere in quel luogo. Però Trigger era una eccezione volendo stare a Hellraiser. Era finito lì per colpa del suo duca. Trigger nella realtà della Terra era al servizio di un duca nell'Inghilterra d'inizio ottocento. Lui era un semplice stalliere che odiava la sua vita. Una notte, durante un ballo nel palazzo del duca, quello aprì la Scatola di Lemarchand. Finirono a Hellraiser. Tutti meno Trigger impazzirono. Lui che adorava mangiare si ritrovò con due bocche ed era eterno. Nella sua tranquillità trovò Lucifer una mattina. Era nascosto sotto uno sperone di roccia durante un temporale di acqua sporca. Si stava per allontanare quando un dinosauro poco più grande di Trigger lo attaccò. L'animale era entrato da una realtà simile alla preistoria. Sorprendendolo, Lucifer lo salvò. Il cenobita vide quello sconosciuto che con padronanza utilizzava la pelle del dinosauro per farsi dei vestiti. Il cenobita cedete alla curiosità conoscendo Lucifer, diventando con la sua grotta un luogo di riposo per Lucifer. In cambio Lucifer gli insegnò come difendersi, farsi delle armi, ma soprattutto vestiti per non essere totalmente nudo.
Lucifer riportò alla realtà il cenobita dandogli la ciotola di legno, dicendogli
"Dormo qualche ora. Le prossime aperture saranno domani"
Stendendosi supino in un angolo buio della grotta dove aveva della paglia. Il cenobita uscì dalla grotta guardando il suo mondo. Non poteva mai immaginare che esistesse qualcuno così determinato. Lucifer correva verso ogni apertura. Con pazienza, Lucifer aveva scoperto che le aperture erano sempre in una zona specifica vicino la grotta. Trigger avrebbe voleva aiutarlo per quello che poteva.
Pochi giorni dopo nella realtà della Terra. Pomeriggio.
Chloe parcheggiò l'auto di fronte la nuova scuola di Trixie. Era una scuola speciale, per bambini o adolescenti che avevano subito un trauma. La detective capiva la sua bambina, distrutta per aver perso il loro amico Lucifer. Neanche Chloe era riuscita nel tornate al suo vecchio lavoro alla centrale, lavorando nell'archivio. Aveva tentato di tornare sul campo ma il ricordo di Lucifer era per lei devastante. Un grande aiuto lo stava ottenendo da Amenadiel. L'angelo che gestiva con Maze l'immenso patrimonio di Lucifer, pagava la scuola di Trixie, versando ogni mese dei soldi sul conto di Chloe, dicendole quando lei protestò che non doveva farlo
"Chloe tu fai parte della famiglia. Nessuno della nostra famiglia speciale viene lasciato indietro o solo"
Comunicandogli pochi giorni prima che Linda era incinta di tre mesi.
Prima di uscire dalla scuola Trixie afferrò la maniglia della porta tremando. Tentava di trattenere le lacrime ma finì scossa da singhiozzi di pianto in ginocchio sul pavimento. Corse subito da lei una terapista che l'abbracciò. Tremando con voce rotta Trixie le disse
"Non voglio festeggiare il mio compleanno dopodomani senza Lucifer! Non voglio compiere undici anni senza di lui! Avevamo organizzato tutto quella mattina"
La terapista comprese quella bambina cosi spezzata nei sentimenti, dicendole con voce calma
"Va bene, va bene. Glielo dirò io a tua madre. Non devi fare nulla che non vuoi. Trixie ora calmati. Respira come ti abbiamo insegnato..."
Trixie iniziò dei respiri calmi, continuando la terapista
"...ti ricordi cosa abbiamo detto? Il dolore che senti resta qualcosa di naturale. Tesoro devi solo accettarlo, comprendendo che la rabbia non serve per riportare il tuo amico. Va meglio?"
Trixie annuì di si, abbracciando nuovamente la terapista. Quella scuola era speciale anche perché molti angeli prestavano volontariato. La terapista era una di queste. Ricordava bene quando vide per la prima volta Trixie. La bambina era avvolta in una coperta in braccio ad Amenadiel. Con lei i genitori oltre Linda.
Nel suo studio interno alla scuola, l'angelo terapista che si chiamava Elien, vide Trixie che da seduta in una sedia sempre stretta nella coperta si precipitò su un divano diventando una palla raccolta. Con pazienza Elien si sedette vicino il divano, dicendo verso Trixie
"Lucifer quando eri malata ti preparava le frittelle dolci con pezzetti di banane? Le ricordo ancora con nostalgia. Io ero più piccola di lui, sempre malaticcia"
La voce debole di Trixie piagnucolò dalla coperta
"Metteva anche dei pezzetti di cioccolata"
La terapista continuò
"Ti piace tenere vicina oggetti con l'odore di Luci, vero? Dopo che fu mandato via dal paradiso, ogni notte dormivo avvolta in una sua sciarpa. Sai Trixie ti comprendo. Ti senti così derubata del tuo amico. Purtroppo però tutta questa rabbia con chiusura verso il resto del mondo non serve. Proprio per Luci devi farti forza"
La terapista si trovò in un abbraccio disperato di Trixie che gridava tra i singhiozzi di pianto
"Non era cattivo! Lui voleva bene a tutti! Mi ascoltava, mi faceva sentire bene..."
La terapista sorrise, suo fratello non era cambiato per niente, ascoltando con il cuore triste lo sfogo di quella bambina
"...mi sentivo sempre voluta bene, amata come se ero sua figlia! Perché? Perché? Doveva restare! Mi dicono che lo dimenticherò crescendo, non ci riesco! Mi manca! Mi manca tantissimo!"
La terapista Elien sussurrò a Trixie, commossa a sua volta
"Sfogati Trixie, non tenere tutto dentro. Insieme andremo avanti. Ti aiuterò nel sopportare questo dolore"
Poco dopo, mano nella mano Trixie uscì dalla scuola con sua madre Chloe che le diceva
"Trixie non devi aver paura di dirmi quello che vuoi. Non ci sarà nessun compleanno. Neanche io me la sento"
Trixie abbracciò la madre, dicendole con voce rotta
"Mamma lo sento che tu soffri quanto e più di me. Delle volte sento una rabbia che mi soffoca, rabbia verso tutto quello che ci portò via Lucifer"
Chloe baciò una guancia della figlia, dicendole con un mezzo sorriso commosso
"Piccola mia dobbiamo farci forza. Lucifer ci vorrebbe felici. Comprendo quanto sia difficile"
Nelle menti delle due umane risuonavano le ultime parole di Lucifer
"Se esiste una strada per tornare io la troverò. Vi amo tutte due. Maze le affidò a te"
Sperando lo potesse fare.
Quella notte. Attico di Lucifer.
L'attico era stato pulito da ogni ricordo di Eva. Come buon auspicio, Amenadiel aveva fatto appendere una foto di Lucifer con Chloe e Trixie a un picnic. La foto era sopra l'enorme tv che era appesa al muro di fronte il divano. Divano dove Lucifer con Chloe e Trixie guardavano film, serie tv o si sfidavano ai videogiochi.
Una notte una ubriaca Maze entrò nell'attico con una rabbia mista a malinconia. Come coltellate alla sua forza di volontà, il ricordo dei momenti felici di Lucifer con le sue umane gli provocò lacrime negli occhi. Neanche più l'alcol o la droga gli lenivano quel dolore. Lei, la temibile Maze era sempre accanto a Chloe e Trixie come le aveva chiesto il suo re. Delle volte però il dolore di Trixie era devastante per lei. Come quella notte che era corsa al Lux. Si aggirò nell'attico vuoto gridando
"Maledetto destino! Era tutto perfetto!"
La sua voglia di distruggere tutto era frenata dalla consapevolezza che era inutile. Lucifer voleva restare, una Eva psicopatica lo aveva condannato. Si sedette al pianoforte premendo qualche tasto. Notò che il tasto del LA non funzionava. Alzò il coperchio del pianoforte restando senza parole. La corda del tasto era tagliata. Legata a un estremità l'anello di Lucifer. C'era un foglietto con l'anello scritto da Lucifer
"Questo anello sia consegnato con questo foglio a Maze o Amenadiel o la detective Chloe Decker. Sarete ben ricompensati.
Per chiunque riceva l'anello, io Lucifer percepisco l'influsso malefico di Eva, ma non posso combatterlo. In questi pochi momenti di lucidità voglio dire a Chloe che ti amo, a Trixie che ti sento come una figlia, a Maze grazie di tutto, a Linda che sei il mio angelo custode, ad Amenadiel che con Azrael sei la famiglia dal paradiso che riconosco. Se potete aiutatemi"
Maze guardò l'anello decidendo di usarlo, non dicendo nulla agli altri per non dare false illusioni.
Nella realtà di Hellraiser. Alba. Grotta di Trigger.
Lucifer si svegliò per tornare alla ricerca di una strada verso la sua realtà. Il suo amico Trigger non c'era, pensando fosse già in qualche realtà cacciando animali. Si incamminò fuori la grotta, fermandosi per togliersi una piccola pietra nelle dita dei piedi scalzi. Gli mancavano le sue scarpe di marca, ma era meglio la sua pelle dura bruciata su quei terreni aridi.
Trigger non era in un'altra realtà. Era giunto in una palude. Dall'acqua putrida della palude emersero sirene che sembravano normali, ma divennero come lupi mannari. Senza timore Trigger le colpì con un bastone sulla testa, facendole tornare sotto l'acqua melmosa. Vicino un albero con i rami che sembravano tentacoli neri, il cenobita scavò la terra nera. Dopo molto trovò un fagotto avvolto con degli stracci. Nel fagotto c'erano tre candele di cera bianca. Le ricopri con gli stracci andando via dalla palude con queste.
Balcone dell'attico. Mattina.
Azrael planò con l'angelo Delilah. Ad attenderli Maze che gli disse
"Non dovete dire a nessuno cosa andiamo per fare. Azrael con il tuo potere devi cercare un'anima vuota collegandosi a questo anello"
I due angeli sgranarono gli occhi, dicendo assieme
"L'anello di Lucifer!"
La demone annuì positivamente, dicendo a Delilah
"Tu mi servo per il tuo canto. La persona che cerchiamo odia il canto angelico. Se non ci aiuta tu canterai per obbligarla"
Azrael gli domandò
"Chi sarebbe quest'anima vuota?"
Maze respirò profondamente, dicendo
"Mia madre Lilith"
CONTINUA
