Il ragazzo però non si era fermato.

Odiava profondamente gli uomini in divisa.

Anni prima, quando lui era ancora piccolo, avevano ucciso suo padre, anche lui trafficante di droga. Avevano fatto una retata, come quel giorno e gli avevano sparato facendolo morire sul colpo. Il ragazzino aveva giurato a se stesso che un giorno gliel'avrebbe fatta pagare.

E quel giorno finalmente era arrivato.

Tutto l'odio che il ragazzino aveva covato dentro di sé per anni stava venendo fuori e purtroppo per lui era Jay ad essergli finito sotto mano.

Il detective era lì disteso a terra stordito per il colpo preso in testa quando qualcosa lo trafisse all'altezza del fianco destro.

Il ragazzo aveva infilato la spranga di ferro sotto il giubbotto di Jay ed aveva premuto con tutta la forza che aveva in corpo.

Subito dopo l'aveva estratta, era felice di vederlo sanguinare copiosamente, doveva pagare.

Nei suoi ricordi era ancora vivida l'immagine di suo padre sull'asfalto che sanguinava a causa di un proiettile sparato da un poliziotto.

Stava davvero godendo guardando la scena che si consumava davanti ai suoi occhi.

Poco dopo si aggiunse a loro Ruzek ed anche con lui iniziò la colluttazione ed il ragazzo furbo lo colpì immediatamente alla tempia facendolo svenire quasi immediatamente.

Jay che aveva riaperto faticosamente gli occhi fu felice dell'arrivo del collega e pensava che almeno lui sarebbe riuscito finalmente a catturarlo e consegnarlo per metterlo in prigione. Aveva attentato alla vita di un poliziotto.

Poco dopo però si rese conto che nemmeno Adam purtroppo era riuscito a fermarlo.

Quel ragazzo non poteva passarla liscia, doveva vedersela lui.

Afferrò la barra di ferro che il delinquente aveva fatto cadere a terra pensando di aver finito e con la forza della disperazione Jay lo colpì alle gambe facendolo cadere a terra in ginocchio dolorante.

Poi approfittando della barra ne spinse la punta dove riusciva essendo steso a terra la fece penetrare esattamente dietro il ginocchio.