La mattina arrivò abbastanza velocemente e Wander fu svegliato dalla fresca brezza mattutina.
Si guardò intorno cercando di schiarirsi le idee e il suo sguardo cadde sulla bella ragazza che dormiva al suo fianco.
Mono ronfava dolcemente e ogni tanto il suo corpicino si muoveva per trovare l'angolo più comodo.
Wander decise di non disturbare il sonno della sua amata, perciò si tirò su.
Li vicino trovò Agro intento a brucare l'erba.
Il giovane si avvicinò per accarezzare il fidato destriero.
Il cavallo si gode al massimo le carezze del padrone.
Si vedeva che i due si volevano tanto bene.
Dopo ciò Wander si coricò per terra ed iniziò a fare degli addominali per scaldare il più possibile i muscoli.
Se voleva combattere un colosso, era naturale dedicare così tanto tempo agli allenamenti, per rendere meno estenuanti le sue scalate sulle montagne viventi.
Dopo circa settantacinque ripetizioni, Wander si fermò per riprendere fiato e, dopo essersi alzato, si diresse verso il punto in cui Mono dormiva.
La trovò sveglia, intenta a stiracchiarsi.
''Buongiorno principessa'' disse Wander dolcemente sedendosi al fianco della ragazza.
''Buongiorno mio principe'' disse Mono ricambiando la dolcezza del ragazzo.
''Dormito bene? Io si e sono carichissimo per la nostra impresa odierna'' esclamò Wander.
''Quanta eccitazione, nonostante stiamo andando incontro alla morte'' scherzò Mono ''Comunque ho dormito come un angelo''
''Vuoi fare colazione?'' chiese Wander prendendo le provviste.
''Ovvio sto morendo di fame'' disse Mono.
I due fecero una colazione piuttosto scarsa, dato che dovevano risparmiare i viveri ma, nonostante ciò, si sentirono rinvigoriti dopo il pasto mattutino.
''Pronta amore mio? ''domandò Wander con eccitazione.
''Sono nata pronta'' ribatte lei.
Finalmente era giunto il momento di andare incontro alla prima sfida: Sirius.
Mono, dopo aver sistemato le cose della notte precedente, prese prima l'arco, che era rimasto appoggiato sul muro affianco al punto dove la ragazza aveva dormito, e poi la spada magica, anch'essa posizionata affianco alla ragazza.
Wander fece lo stesso.
Prima afferrò l'arco e poi la spada.
Quando impugnò la fodera dell'arma, nella mente del ragazzo tornarono dei ricordi.
Si ricordava molto bene come funzionava quell'arma divina e della sua infinita potenza.
Con quella spada aveva mietuto sedici vittime ma, da lì a poco, sarebbero diventate ventiquattro.
''Andiamo?''chiese Mono che era già in sella ad Agro, pronta all'avventura.
Wander si distolse dai suoi pensieri al suono della voce angelica di Mono, si girò e si diresse verso l'amata che era in groppa al suo destriero, sul posto del passeggero.
Ma, prima di salire, Wander si avvicinò al cavallo ed iniziò ad accarezzarlo.
''Andrà tutto bene'' mormorò Wander mentre faceva muovere la mano nella folta pelliccia nera dell'animale.
Dopo ciò, Wander montò su Agro.
''Dove dobbiamo andare?'' domandò Mono.
''Tu guarda e impara.''
Wander estrasse la spada dalla fodera e si posizionò in un punto nel quale i raggi del sole potessero illuminarlo.
Impugnandola dall'elsa, il ragazzo issò in aria il pezzo di ferro.
Dalla lama uscii un bagliore azzurro accecante, che descriveva una linea che indicava un punto preciso.
''Wow'' disse Mono sbalordita dalla calma di Wander nell'eseguire l'azione.
''Di là'' esclamò il ragazzo indicando il punto nel quale il bagliore azzurro era poco fa. ''YAA'' urlò il ragazzo.
Dopo aver fatto questo verso e dopo aver spronato il cavallo, Agro partii a tutta birra verso la direzione nella quale Wander guidava il destriero.
Sapeva dove stavano andando.
Li vicino, Wander sconfisse l'ottavo colosso, Kuromori dopo una battaglia asfissiante contro il colosso lucertola, che si era rivelato un osso duro.
Agro viaggiava a velocità spedita e costante.
Il vento colpiva in pieno i nostri eroi. mentre attraversavano, galoppando, le bellissime, ma desolate Terre Proibite.
Dopo aver superato un valico in una montagna ed essersi lanciati a tutta velocità in una pianura erbosa con qualche roccia qua e là, Wander sentii da dietro Mono deglutire a vuoto.
''Tutto bene?'' chiese il ragazzo con aria preoccupata.
''Ho paura Wander'' ammise la ragazza con tono spaventato.
''Stai tranquilla, ti proteggerò con la vita Mono'' disse Wander.
Dopo queste parole, la ragazza sembrava più calma ed i suoi respiri erano tornati regolari.
''Il posto è questo'' esclamò Wander fermando Agro.
I due ragazzi smontarono da cavallo e cercarono un punto per provare ad individuare il nemico.
Si posizionarono dietro ad una roccia li affianco ed osservarono il luogo per stanare il colosso.
''Vedi niente?'' chiese Mono al ragazzo.
Wander aguzzò gli occhi.
In quella vasta pianura, i due ragazzi si erano fermati vicino ad uno strano monumento, che ricordava vagamente il monumento inglese di Stonehenge.
Ma all'improvviso, un verso animalesco, seguito da dei battiti sul terreno, squarciarono il silenzio li presente.
Wander fece cenno a Mono di stare bassa e lei lo fece.
Da dietro l'ammasso di rocce sbucò una figura colossale.
Era Sirius.
Il colosso era abbastanza piccolo, se comparato ad altri colossi, ma la sua stazza ricordava vagamente quella di altri due colossi affrontati in precedenza da Wander.
Il colosso assomigliava ad un cinghiale. Un cinghiale quattro volte più grosso.
La parte inferiore della bestia era fatta di pietra, con le fauci che erano molto evidenti e con le zampe che battevano sul suolo.
Wander sapeva bene che se fosse finito sotto quelle zampe sarebbe morto sul colpo.
Gli occhi del colosso erano azzurri, simili a quelli degli altri colossi e probabilmente, se ci fosse stato un pericolo, si sarebbero tinti di arancione.
La parte superiore del cinghiale era scoperta e metteva in evidenza la folta pelliccia.
Ma lì sopra c'era uno strano bagliore blu: uno dei sigilli della bestia.
Wander sapeva che doveva colpire li se voleva ferire il colosso.
Ma la vera domanda era la seguente: come avrebbe potuto arrivarci?
Il ragazzo si girò verso l'amata. Era terrorizzata.
''Ehi'' disse Wander a bassa voce, sperando che Sirius non lo potesse sentire. ''Calmati, ci penso io a lui, tu resta nascosta e intervieni solo se lui prende il sopravvento intesi?''
''Va bene, sii prudente'' disse la ragazza con un filo di voce.
Wander tornò a guardare la bestia, che intanto stava scrutando l'orizzonte, probabilmente in cerca di qualche vittima.
Era veramente grosso, e probabilmente sarebbe stato difficile da scalare.
Forse coglierlo di sorpresa e saltargli in groppa mentre è girato? Usare Agro per disorientare il colosso e coglierlo alla sprovvista?
Tutte queste idee balenavano nella mente di Wander, mentre Mono rimaneva ferma a fissare la creatura.
Ad un certo punto però Sirius lanciò un urlo sinistro e agghiacciante e i suoi occhi si tinsero di arancione
Wander guardò nella direzione in cui il colosso stava guardando e vide con orrore che la bestia stava puntando Mono.
L'animale di pietra scalpitava, continuando a strusciare la zampa destra sul terreno, come se fosse pronto a caricare.
Mono era paralizzata.
Ad un certo punto, quando ormai la bestia era sul punto di attaccare, una freccia sibilò nell'aria, colpendo in pieno la schiena del colosso.
Sirius lasciò perdere Mono e si girò in cerca di colui che lo aveva attaccato.
Era stato Wander a scoccare la freccia.
Il ragazzo sapeva bene che le frecce facevano a malapena il solletico ai colossi, ma erano un ottimo modo per distrarli o istigarli.
Appena Sirius caricò su Wander, il ragazzo schivò abilmente la bestia con una capriola sulla destra.
Con la spada sguainata, Wander lanciò uno sguardo di sfida alla bestia, che intanto aveva preso ancora di mira il ragazzo.
Caricò per una seconda volta, ma il giovane schivò nuovamente, stavolta buttandosi a sinistra.
'Non posso continuare cosi all'infinito, deve esserci un modo per salirgli in groppa.
''All'improvviso Wander sentii una voce femminile urlare.
''WANDER!'' strillò la voce ''Il monumento, devi attirarlo li se vuoi saltargli sopra.
Wander si girò verso il monumento.
Era abbastanza largo, ma non per un colosso della stazza di Sirius.
''Mono sei una genia''urlò Wander alla ragazza.
Ora il ragazzo sapeva bene cosa fare.
Sirius caricò per l'ennesima volta ma Wander schivò ancora, stavolta per poco.
Dopo aver portato a termine la schivata, Wander emise un fischio acuto per richiamare Agro.
In men che non si dica, il cavallo raggiunse di fretta il padrone e quest'ultimo montò in sella molto velocemente.
Nel frattempo Sirius puntava nuovamente il duo.
I suoi occhi arancioni erano iniettati di sangue, ma Wander non si lascio intimidire.
''A NOI DUE, AL GALOPPO AGRO'' urlò Wander, spronando il suo destriero.
Sirius emise uno dei suoi soliti versi sinistri e si lanciò all'inseguimento dell'accoppiata cavallo e uomo.
Agro era sicuramente il cavallo più veloce che qualcuno potesse mai aver avuto, ma Sirius riusciva a restare abbastanza vicino al nobile destriero.
Wander continuava a spronare Agro come un pazzo.
Sapeva bene che se Sirius li avesse presi, gli avrebbe fatti a pezzettini con un solo colpo.
Finalmente Wander vide abbastanza vicino il varco presente neò monumento di pietra e, vicino ad esso, si trovava Mono, con la Spada impugnata nella mano destra.
Sembrava determinata.
Sirius oramai era incollato a Agro e non accennava a mollare.
'o la va o la spacca' penso Wander tra sé e sé.
In un lampo, Agro e Wander attraversarono ad una velocità molto elevata il varco nel monumento.
Passarono talmente tanto vicino alle rocce, che Wander si fece un taglietto sul braccio destro, ma non ci fece caso per via dell'adrenalina che aveva in corpo.
Era andata bene.
Sicuramente molto meglio di quanto fosse andata a Sirius
Il gigantesco cinghiale non ci penso su due volte e si gettò all'inseguimento di Wander, provando a passare nel varco.
Ma per via della sua stazza, il colosso si incastrò nel pezzo di pietra, facendone crollare una parte che gli fini dritta in testa, stordendolo.
''ORA'' Urlò Wander sfoderando la spada e lanciandosi contro all'incastrata bestia.
Mono, anche se esitante, segui l'esempio dell'amato e si lanciò anche lei verso il colosso.
''Salta sulla schiena'' urlò Wander a Mono.
''Ricevuto'' urlò a sua volta la ragazza.
Insieme, i due ragazzi si arrampicarono sulla folta pelliccia della bestia, in cerca del punto debole.
Lo trovarono quasi subito.
Era di un blu accecante ed era uguale a quello che Wander portava sul mantello.
''Colpiscilo lì!'' urlò Wander alla ragazza.
Dopo che entrambi si sistemarono per bene sulla schiena, sferrarono un primo colpo sincronizzato.
Le due lame perforarono la pelliccia della bestia, dalla quale iniziò a schizzare fuori del sangue nero.
Sirius emise un urlo di dolore straziante ed agghiacciante, mentre si dimenava dal dolore e per liberarsi.
Dopo qualche tentativo, il colosso riuscii a liberarsi dalla pietra nella quale era rimasto incastrato.
Dopo ciò, il cinghiale iniziò a dimenarsi come un pazzo, per provare a buttare giù i due ragazzi.
Ma Wander e Mono non cedevano, tenendo salda la presa e, non appena il colosso si calmò, sferrarono un secondo colpo, che feri gravemente il gigante.
Sirius emise un ennesimo urlo straziante.
Ma stavolta, al posto di divincolarsi, iniziò a correre all'impazzata.
Wander all'inizio non capiva bene cosa stava facendo il colosso, ma poi se ne rese conto.
Stava correndo verso una parete rocciosa sul lato dove era appesa Mono.
Se fosse arrivato in prossimità della roccia, avrebbe fatto sbattere Mono, uccidendola sul colpo.
Non poteva lasciare che accadesse.
Cosi Wander si avvicinò all'amata, nonostante fosse difficile non perdere la presa a quella velocità.
''Mono salta!'' urlò Wander alla ragazza.
Ma le rocce si facevano sempre più vicine.
Allora Wander fece come allungare la mano per spingere in salvo l'amata.
Incredibilmente, Wander riuscii a toccare la ragazza, che scese agilmente, grazie al tocco del ragazzo, ed atterrare a terra, poco prima che Sirius impattò contro la roccia.
Il colosso rimase stordito dopo aver sbattuto contro la pietra.
Era ora di farla finita.
Wander alzò la spada al cielo e, con una forza inaudita, la conficcò nella pelle del colosso.
Pure questa volta ci fu un urlo, ma si interruppe quasi subito.
Dopo che Wander estrasse la spada dal punto in cui aveva ferito il colosso, quest'ultimo non si mosse più.
Il colosso cadde a terra, producendo un frastuono tale che si poteva sentire anche ad un chilometro di distanza.
Durante la caduta, Wander fu scaraventato per terra, ma atterrò senza problemi.
Accorsero anche Mono ed Agro.
Insieme, il trio guardò il colosso giacente a terra, pronti per un eventuale attacco.
Ma non successe mai.
La bestia non si muoveva, era ancorata a terra, gli occhi erano neri, privi di vita, e l corpo del colosso piano piano si stava tingendo di nero, come l'oscurità
Sirius, il cinghiale colossale, era morto.
Wander, dopo aver constatato di aver vinto, alzò la spada al cielo in segno di vittoria.
''C'è l'abbiamo fatta'' disse Mono tutta eccitata, puntando la sua spada verso il cielo.
Ma i tre non ebbero molto tempo per festeggiare.
Dal corpo pietrificato, uscirono molte linee nere che avvolsero Wander, Mono e Agro.
Il primo a svenire fu Agro, seguito da Mono.
L'ultima cosa che Wander vide, furono i corpi dei suoi amici, giacere a terra, privi di sensi.
Avevano già fallito? Era già la fine delle loro avventure insieme?
''Wander...'' fece una voce misteriosa.
Wander non riconosceva bene la voce, ma per lui una cosa era certa: la sua impresa era appena iniziata e non si sarebbe mai arreso e avrebbe combattuto fino all'ultimo respiro, lo avrebbe fatto per il mondo, per i suoi amici... e per la persona oscura che lui era in realtà.
