Crockett era tornato in sala operatoria e qualcosa attiro la sua attenzione.

Guardandosi in giro vide che su una sedia c'era un telefono che stava suonando.

Doveva essere quello della detective.

Lesse il nome sul display, era il suo capo. Decise quindi di rispondere.

Nemmeno il tempo di dire pronto che dall'altra parte si sentì:

- Upton dove diavolo siete tu ed Halstead?-

All'altro capo del telefono vi era un Voight abbastanza adirato. Aveva provato già a chiamare Jay, ma il suo telefono suonava a vuoto.

L'aveva lasciato bella tasca della giacca sull'auto.

L'Intelligence aveva avuto una soffiata da un informatore e dovevano agire subito, nonostante fosse il giorno libero per i componenti.

Dopo un attimo di titubanza il dottore disse:

- Sergente, sono il dottor Marcel Crockett.

- Dottore? Che sta succedendo?

E così il medico spiegò quel poco che sapeva al sergente e quest'ultimo decise di andare in ospedale coi suoi detective che erano lì quando fece la telefonata.

Il dottore consegnò il telefono all'infermiera che stava ripulendo la stanza in modo tale che lo portasse ad Hayley.

Intanto Jay era con lei. Era seduto al fianco della sua partner. I suoi occhi erano pieni di lacrime e fu la prima volta che di lascio andare facendole scendere libere dalle guance.

Poco dopo entrò un infermiera per chiamarlo e farlo uscire. Lui fece un cenno di consenso con il capo mantenendo lo sguardo basso e poi uscì dalla stanza.

Ad un certo punto un suono piuttosto noto per lui gli riempì le orecchie.

Il suono del codice blu.

Tutti i medici accorsero per aiutare ma, come era accaduto per Will, la linea del monitor del battito cardiaco diventò piatta ed anche lei andata in asistolia morì.

Il detective era come congelato.

Non poteva essere. Non anche lei.

Ora si che era solo.

Fissava la stanza e il dottor Crockett che spegneva le macchine.

Pian piano scivolò verso terra, in ginocchio.

Era a pezzi, distrutto.

Nulla valeva più. La vita era insignificante.

In quel momento come il padre va da suo figlio arrivò Voight e dietro di lui tutta la squadra. Erano tutti addolorati, avevano perso una collega ed un amico.

Ma per Jay non era la stessa cosa, aveva perso suo fratello e poi la sua partner, amica, fidanzata.

Ora era solo.

Voight di avvicinò a lui, si chinò per guardarlo in viso.

Pallido, occhi fissi, nessuna espressione.

Lui gli strinse la spalla con la mano.

I colleghi sì sedettero lì in sala d'attesa, nessuno riusciva ad avvicinarsi a Jay.

Ci avevano provato, ma lui non era pronto per dimostrazioni di affetto e conforto.

Dopo svariati minuti Halstead si alzò, sbandava visibilmente.

Passò dritto davanti la sua squadra dirigendosi da Maggie per informarsi della procedura da seguire.

Era una giornata assurda.