«Andrà tutto bene, ne sono certa».

«Sì, Maur. Lo stai ripetendo da mezz'ora».

«Cosa? Oh, scusa, ti dovrei sostenere e tranquillizzare eppure sei tu quella più calma di me».

Stavano solo aspettando che gli infermieri venissero a prendere Jane, tenendosi le mani per darsi forza a vicenda.

«Maur, ripetimi che tutto andrà bene».

«Certo, Jane. Ne sono sicura; andrà tutto bene».

«Baciami».

Maura, sorpresa da quella richiesta, non fece domande e la baciò dolcemente sulle labbra; Jane era preoccupata anche se non lo mostrava e Maura lo sapeva.

«Ora sono pronta.»

La dottoressa Isles non faceva altro che pensare a quello scambio di battute avvenuto quella mattina, prima che Jane entrasse in sala operatoria; erano passate più due ore e ancora nessuna notizia era uscita da lì.

I fratelli Rizzoli erano insieme a lei in sala d'aspetto, in silenzio, a rimuginare sui loro pensieri, a sperare che Jane Rizzoli uscisse sulle proprie gambe da quell'ospedale.

Maura, invece, stava immaginando la sua vita con lei: andare a lavoro insieme ogni giorno, tornare a casa insieme ogni giorno, dormire nello stesso letto ogni notte sentendo l'una il calore del corpo dell'altra. Era la vita che sperava da sempre, in compagnia della donna che amava. Ma aveva paura. "E se non potesse camminare più? Se non potesse fare più il lavoro che ama?", si chiedeva in continuazione.

"Le starò comunque accanto", si rispondeva da sola, nella sua mente sempre fin troppo attiva. Amava Jane e voleva passare la sua vita con lei, anche se questo avesse comportato superare momenti difficili e cambiare del tutto la quotidianità di entrambe.

Allo scoccare della terza ora, gli infermieri spinsero il letto di Jane fuori dalla sala operatoria, seguito dal dottore.

«L'operazione è riuscita perfettamente. Il frammento è stato rimosso senza provocare danni».

Musica per le orecchie di tutti i presenti, che seguirono gli infermieri in stanza, aspettando che la loro Jane si svegliasse.

«Dovreste parlare con vostra madre» suggerì Maura, che odiava le bugie.

«Le ho appena mandato un messaggio, presto sarà qui» disse Frankie.

«E TJ?» continuò la dottoressa.

«Lydia sarà già a casa a quest'ora» le rispose questa volta l'altro fratello.

Poco dopo, Angela irruppe nella stanza urlando «Buonasera! Oh…» abbassò il tono della voce «…sta ancora dormendo la mia bambina?».

Tommy e Frankie la portarono fuori per spiegarle dell'intervento e, dopo aver subìto una bella strigliata dalla madre, tornarono a casa.

Angela rientrò in camera e si mise seduta vicino a Maura; dopo qualche minuto di silenzio, la madre di Jane azzardò «Voi due vi amate, non è vero?»

La dottoressa Isles non sapeva cosa dire, era senza parole per la prima volta nella sua vita.

«Avanti, vi conoscete da anni e so riconoscere due persone che si amano, anche se devo dire che vi siete nascoste bene. Voi vi amate?».

«Sì, mà, ci amiamo» rispose con voce roca Jane, che si era svegliata giusto in tempo per sentire la domanda della madre e salvare la sua amata.

«Oh Jane, sei sveglia. L'operazione è riuscita perfettamente; come ti senti?» le chiese Maura, accarezzandole il viso.

«Sto bene, un po' intontita, però ora dobbiamo parlare di altro. Mà…» e si rivolse ad Angela «…sì, ci amiamo da tanto tempo, ma l'abbiamo scoperto solo ora. Non volevo dirtelo in un ospedale, però con la tua domanda hai accelerato le cose. Non farci domande sul futuro perché non abbiamo deciso nulla: non sappiamo se vivremo insieme, non sappiamo se ci sposeremo, non sappiamo nulla!» Jane concluse tutto d'un fiato.

Maura era scioccata, non si aspettava nemmeno una parola di quelle che aveva detto Jane perché pensava che lei volesse tenere nascosta la loro relazione, almeno all'inizio. Però sorrise, felice di come si erano messe le cose.

«Okay, Jane. Sono felice per voi. E mi fa piacere che me ne abbiate parlato, tesoro» disse Angela, dando un bacio alla figlia e tenendo le mani di Maura tra le sue.

«Perfetto, ora dato che abbiamo da festeggiare, mi date una birra o dovrò aspettare il matrimonio?» ironizzò Jane.

«Sono desolata, dovrai aspettare» riprese parola la Isles, con la voce leggermente tremante per l'emozione.

«Certo, dottoressa, immagino che lei si prenderà cura della mia alimentazione d'ora in poi.»

«Può contarci, detective.»