La musica della radio risuonava in tutta la casa, rilassando gli animi della dottoressa Isles e della detective Rizzoli; erano sul divano della deliziosa villetta Isles, la testa di Jane sulle gambe di Maura che dolcemente le accarezzava i ricci ribelli e di tanto in tanto le stampava baci sulle labbra. Da tre giorni la mora era stata dimessa dall'ospedale e la bionda non le permetteva nemmeno di andare a portare la spazzatura fuori.

«Devi stare a riposo, i punti potrebbero fare infezione» le ripeteva continuamente.

Così si stavano godendo quei giorni come una coppia agli albori del loro amore prima del ritorno a lavoro.

Finita una canzone, lo speaker radiofonico presentò così il pezzo successivo «E ora una canzone vi farà venire voglia di ballare un lento con la persona che amate, con la vostra anima gemella. Versione acustica di "Just the way you are" di Bruno Mars, signori e signore, per le persone che si amano, per voi…»

Partirono le prime note di chitarra e Jane si alzò a sedere; prese per mano Maura ed esclamò «Mi concede questo ballo, madame?»

La dottoressa rise «Oui!»

Si alzarono, mano nella mano, e si avvicinarono sempre di più: le mani di Jane sui fianchi di Maura, le braccia di Maura a cingere il collo di Jane, gli occhi di una fissa in quelli dell'altra.

«Perché proprio me?» sussurrò poco dopo Jane.

«Che vuoi dire?»

«Maur, tu sei una donna perfetta: intelligente, bella, premurosa. Come puoi accontentarti di una come me?» concluse Jane.

"When I see your face there's not a thing that I would change. 'Cause you are amazing, just the way you are".

«Non ti ho mai sentito dire una cosa tanto stupida, Jane» le sussurrò di rimando la bionda e poi affondò il viso nei riccioli, mentre ancora ondeggiavano a tempo di musica.

«Io non sono perfetta, Jane. E nemmeno tu lo sei. Nessuno lo è. Ma l'importante è che sei la persona giusta per me. Non ti rendi conto di quanto tu sia giusta per me. Mi completi, anzi ci completiamo. Sei meravigliosa, così come sei. Con la tua ironia, la tua dolcezza, con la tua pazzia e il tuo essere testarda. Sei un individuo meraviglioso, nel tuo insieme».

«Sembra tu stia parlando di uno dei tuoi morti dell'obitorio» sorrise Jane, abbracciando ancora di più Maura.

«Lo sai, sono più a mio agio con i morti: non giudicano e non ti feriscono».

«Io non ti giudicherò e non ti ferirò, Maur, te lo prometto. Sei meravigliosa».

La canzone terminò e le due si rituffarono sul divano, abbracciate.

«E ora che faremo, Jane?».

«Chiameremo una pizza» rispose spensierata la detective.

«Non intendevo questo» disse, divertita, Maura «Intendo cosa faremo nella nostra vita, a lavoro, con gli amici…»

«Oh, be', non lo so, non voglio programmare il nostro futuro. Voglio vivere giorno dopo giorno, con te, affrontando tutte le cose che la vita ci metterà davanti. Voglio andare a lavoro ogni giorno con te, lasciarti nel "Regno dei morti", andare in giro a rischiare la vita sapendo che ci sarai tu ad aspettarmi ogni sera a casa. Voglio litigare con te perché sono disordinata e perché non mangio cibi verdi. Voglio rilassarmi con una birra, una partita di baseball e con te al mio fianco che mi fai domande per capire le regole. Voglio prenderti in braccio quando ti addormenti sul divano con un libro sul petto, portarti sul letto e stendermi al tuo fianco per addormentarmi cullata dal profumo dei tuoi capelli. E voglio tutto questo da quando ho imparato a conoscerti, ma non me ne sono mai accorta prima d'ora. Voglio vivere la quotidianità della vita, una routine che mi dia serenità e felicità. E la voglio con te. Non voglio progettare niente perché, qualunque cosa accadrà in futuro, l'importante è che noi saremo insieme. Voglio stare con te per l'eternità».

«Ti amo, Jane, per sempre» sussurrò la dottoressa, gli occhi lucidi per l'emozione.

«Ti amo, Maur, per sempre.»

THE END