Vorrei poter dire che gli eventi della mattinata erano stati la cosa più interessante accaduta quel giorno. Dopo il sogno agrodolce, la morte brutale della volpe e la consapevolezza che la mia studentessa e la nostra Moroi erano terrorizzate da qualcosa nel campus, raggiunsi il picco di eccitazione per la giornata. Sfortunatamente, le lezioni dovevano ancora iniziare e sembrava che non sarei stato così fortunato da trascorrere tranquillamente il resto del giorno.
Inizialmente, le cose sembrarono andare bene. Durante la sua lezione di combattimento avanzato, Rose combatté meglio di quanto l'avessi mai vista fare prima. Era arrivata al punto di battere alcuni compagni di classe in combattimento corpo a corpo nell'ultima settimana circa, ma oggi vinse senza sforzo. Sapevo che gran parte della sua passione ed energia erano alimentate dal trauma mattutino. Pur essendo orgoglioso del suo risultato, avrei voluto che fosse nello stato d'animo di festeggiare e goderselo come avrebbe fatto normalmente. Nonostante il suo gongolare giocoso fosse a volte molto infantile, sarebbe stato confortante ora vederla reagire come al solito. Il suo rigido stato attuale era quasi deprimente. Si comportava quasi come me, ma per una volta non era necessariamente una buona cosa.
Le voci si spargevano rapidamente da queste parti, e potevo già sentire sussurri su sangue e volpi sia dagli studenti che dai guardiani. Dopo la lezione, vidi degli studenti riunirsi intorno a Rose. Alcuni si trattennero a malapena con uno sguardo impaziente sperando di ottenere qualche pettegolezzo in più, ma altri si fecero avanti per congratularsi per la partita o per confrontarsi apertamente su quei pochi dettagli che conoscevano sugli eventi della mattinata. Uno in particolare, Mason, sembrava essere particolarmente rassicurante per Rose ed era in grado di offrirle una spalla amica in un modo che pochi altri potevano. Era facile vedere che il suo affetto era più profondo, ma stavo iniziando a rendermi conto che non avrebbe oltrepassato il limite nonostante le loro battute civettuole. Ero grato per questo. Ed ero grato che Rose avesse un amico che la sostenesse in un modo che io non ero in grado di fare.
A pranzo, la notizia della volpe si era diffusa in ogni angolo del campus. La caffetteria principale era praticamente brulicante di pettegolezzi. Natalie Dashkov, la coinquilina di Vasilisa e figlia del principe Victor, sembrava particolarmente esaltata dall'attenzione che stava ricevendo per questa storia. Ogni volta che raccontava l'orrore, lo faceva in modo più elaborato ed energico. Lissa tuttavia sembrava nauseata sotto gli sguardi e i sussurri che si concentravano così intensamente su di lei.
Rose fu al suo fianco non appena aveva l'occasione di farlo liberamente, facendo da cuscinetto tra lei e coloro che le osservavano come animali in gabbia allo zoo. Avrei voluto anch'io fare da schermo ad entrambe, ma sapevo che intervenire avrebbe solo peggiorato le chiacchiere. Uscii dalla mensa studentesca e mi diressi verso la sala dei guardiani. Non avevo nessun turno per il resto del pomeriggio fino alla lezione con Rose, quindi mi presi un po' di tempo per pranzare prima di iniziare un breve allenamento.
Ero in palestra da un'oretta o giù di lì quando sentii entrare altri guardiani. Nonostante di tanto in tanto chiacchierassi con gli altri guardiani nel campus, avevo la reputazione di essere silenzioso e riservato e la maggior parte di loro rispettava questo mio carattere. Non venivo coinvolto spesso in chiacchiere oziose, soprattutto in palestra, e questo tacito accordo mi andava benissimo. Poiché la maggior parte delle chiacchiere di oggi sembrava riguardare la volpe morta, non ero entusiasta di origliare. Almeno non finché colsi un'informazione singolare:
"...e poi gli ha dato fuoco. Quel povero ragazzo era completamente avvolto dalle fiamme di fronte all'intera classe, ma dopo un attimo non era rimasto un solo segno su di lui o i suoi vestiti. È stato onestamente spettacolare, mai visto niente di simile."
Questo fu sufficiente per attirare la mia attenzione. "C'è stato un incendio in una delle aule?"
Il più basso dei due uomini mi fissò come se fosse sorpreso che potessi persino parlare, ma quello più alto (quello che aveva raccontato la storia mentre entravano) sembrava entusiasta di avere un pubblico più vasto. "Ancora meglio! Uno degli studenti Moroi è impazzito e ha praticamente usato la sua magia contro un altro studente! È successo durante la lezione di comportamento animale di Meissner. Le cose erano abbastanza normali, alcune battute e battibecchi occasionali tra gli studenti, ma niente fuori dall'ordinario. Immagino che Ralf Sarcozy avesse iniziato a prendere di mira la tua Moroi e la tua allieva, quando all'improvviso ha preso fuoco! Quel ragazzo Ozera che sta sempre sulle sue - come si chiama? Christopher?"
"Christian?"
"Ecco! Christian. Ha iniziato a sghignazzare come un matto. Immagino che sia stato lui a farlo. Ma amico, non ho mai visto niente del genere. Dubito che subirà molto più di una detenzione, visto che non c'era neanche un graffio su Sarcozy quando tutto è finito. Non ci avrei creduto se non l'avessi visto con i miei occhi. A proposito, la tua ragazza è piuttosto veloce. Aveva portato la Principessa in salvo e fuori percolo prima che chiunque altro nella stanza facesse un passo."
Ero contento che il primo istinto di Rose fosse quello di proteggere Lissa, ma di certo non era una che restava in silenzio lasciando che altri combattessero le sue battaglie. Non mi sarei sorpreso se avesse tirato un pugno a qualcuno lì dentro. "Rose ha combattuto o qualcosa del genere?"
"No, non proprio. Qualche battuta verbale ma niente di fisico. In realtà ha gestito l'intera faccenda abbastanza bene considerando che moccioso insolente può essere quel Sarcozy."
Mentre i due guardiani se ne andavano per continuare la loro conversazione, mi diressi verso la pista per incontrare Rose per la sua pratica. Sebbene la maggior parte degli studenti e dei guardiani usasse la pista al coperto in questo periodo dell'anno, io preferivo comunque stare all'aperto. Sembrava che lo preferisse anche Rose o, se così non era, con me non se ne lamentava mai. In ogni caso, la pista esterna era ben tenuta anche durante i mesi invernali.
Decisi di non parlare dell'incidente dell'incendio con Rose a meno che non ne avesse parlato lei per prima, dal momento che sembrava essersi comportata come si deve durante l'alterco. Una parte di me voleva farle i complimenti per i suoi istinti protettivi, ma sapevo che la tensione accumulata durante la giornata superava di gran lunga qualsiasi effetto positivo potessero avere le mie parole. Non parlò affatto e la sessione di allenamento passò velocemente con lei innaturalmente tranquilla e concentrata.
Quella sera, ebbi finalmente un po' di pace e tranquillità per pensare a tutto quello che era successo. Ero di pattuglia perimetrale vicino al lato nord del campus. Non c'era molto lì fuori, quindi si prospettava una notte abbastanza tranquilla. La maggior parte della serata trascorse nel controllare le barriere di protezione e nell'ascoltare coppie di studenti che si allontanavano di nascosto. Nessuna delle due cose era un problema. Quel lavoro notturno sembrava semplicemente una lunga e piacevole passeggiata.
Pensai di chiamare Tasha per la storia dell'incendio. Non avevo dubbi che la scuola l'avesse già informata dell'episodio che riguardava Christian, e comunque non ne ero stato personalmente testimone, quindi probabilmente non avevo ulteriori informazioni da fornire, ma provai un leggero senso di colpa visto che avevo promesso di tenere d'occhio Christian e in realtà non lo facevo da settimane.
Sapevo che ci sarebbero state delle ripercussioni. L'utilizzo della magia offensiva su un altro studente esigeva una qualche punizione. Tuttavia, Christian avrebbe probabilmente subito una semplice detenzione, un servizio alla comunità o (al massimo) una sospensione di qualche tipo. Non sarebbe stato espulso. Anche se a nessuno piaceva ammetterlo, era ancora un reale e ciò comportava alcuni privilegi.
Tuttavia, qualsiasi punizione a seguito di quel gesto sarebbe venuta dalla scuola, certo non da Tasha. Lei era una sostenitrice dell'uso della magia a scopo difensivo o offensivo da parte dei Moroi, una posizione molto impopolare. E, cosa ancor più importante, era una sostenitrice del difendere gli altri quando necessario. Qualcosa mi diceva che sarebbe stata davvero orgogliosa delle azioni di Christian. Sebbene non l'avrei mai ammesso ad alta voce, e probabilmente non dovrei nemmeno ammetterlo a me stesso, anche io ero orgoglioso di lui. Il suo scioccante benché non dannoso comportamento era in difesa sia di Rose che di Vasilisa e il bullo se lo meritava. Nonostante la mia etica professionale mi trattenesse, posso garantire che la mia rappresaglia non sarebbe stata altrettanto innocua alla sua età. Il fatto che ora fossi un esempio di calma e autocontrollo, era il risultato di molta pratica personale. Naturalmente, il mio temperamento è un'eredità di mio padre; veloce, arrabbiato e con la tendenza a diventare molto violento. Mi vergognavo ad ammettere che, lasciato a briglia sciolta e senza controllo, avrei potuto somigliargli molto più di quanto avrei mai ammesso. Fortunatamente, ho avuto la guida e il sostegno di due delle anime più gentili che avessi mai conosciuto: Ivan e mia madre. Entrambi mi hanno insegnato ad agire con i piedi per terra e mi sono stati da esempio per la persona che sono diventata oggi.
Tuttavia, la mia pazienza, tanto duramente conquistata, aveva i suoi limiti ...
Dopo il mio turno, tornai verso gli appartamenti dei guardiani. Passai dai dormitori dei novizi e vidi diversi gruppi di studenti nell'area comune. Quel venerdì sera era ancora abbastanza presto perché ci fosse una distribuzione abbastanza uniforme tra gruppi di studio e gruppi sociali. Dato che Rose era praticamente agli arresti domiciliari per il prossimo futuro, non mi sorprese che non fosse presente tra i suoi coetanei.
A dire il vero, ero abbastanza colpito dalla sua recente dedizione. Non solo stava andando bene nelle sue sessioni di allenamento extra, ma stava anche recuperando rapidamente il ritardo accumulato nelle sue lezioni. I suoi voti nelle materie di non combattimento erano solo nella media, ma era meglio di quanto la maggior parte dei suoi insegnanti si aspettasse. Fino a prova contraria, si era attenuta ai termini della libertà vigilata e sembrava tenere, per lo più, un basso profilo. Era quasi come se la ragazza con cui avevo lavorato nelle ultime settimane non avesse nulla in comune con la delinquente scappata due anni prima.
Appena prima di superare completamente il dormitorio, sentii chiamare il mio nome. Era il guardiano James Anderson. Era uno dei guardiani appena assunti, solo un anno più giovane di me. Ci allenavamo insieme di tanto in tanto ed era un buon partner con cui combattere, ma ci vedevamo raramente al di fuori della palestra.
"Guardiano Anderson, cosa posso fare per te?"
Si guardò alle spalle prima di avanzare di qualche altro passo verso di me, mantenendo la voce bassa. "Sono in servizio nel dormitorio stasera, e il custode mi ha appena comunicato che un paio di studenti si sono allontanati furtivamente verso il salottino del quarto piano. La ragazza corrispondeva alla descrizione della signorina Hathaway. Stavo per andare lassù quando ti ho visto, e ho pensato che avresti voluto dare un'occhiata tu stesso. Solo nella remota possibilità che si tratti di lei. "
Esitai un momento. Rose se l'era cavata molto bene e una parte di me voleva credere che non fosse lei la ragazza. L'altra parte di me sapeva che una giornata stressante come quella di oggi poteva essere proprio la cosa che l'avrebbe deviata dalla sua buona condotta. Il guardiano Anderson sapeva della libertà vigilata di Rose e del mio ruolo come suo mentore. Anche se non eravamo esattamente amici, eravamo in rapporti amichevoli e lo conoscevo abbastanza bene da sapere che non era uno che aggirava le sue responsabilità per un nonnulla. Se mi stava dando l'opportunità di controllare quegli studenti, era per fare un favore a me e Rose, non per la sua pigrizia.
"Mi dispiace, ho solo pensato -" Iniziò a voltarsi verso le porte.
"No, hai ragione. Se è Rose Hathaway, allora è mia responsabilità e dovrei occuparmene io. Grazie per avermi informato."
"Nessun problema. Stai facendo un gran lavoro con lei. Era un bel tipetto quando sono arrivato qui, ma sembra che a te dia retta. So che è ancora sul filo del rasoio e preferirei che non perdessimo l'opportunità di arruolare una donna guardiano, soprattutto perché ha un talento non comune quando si impegna seriamente".
"Nemmeno io. Grazie. Hai detto quarto piano, giusto?"
"Sì. Su per le scale e poi a sinistra. È nell'ala femminile, quindi è abbastanza tranquillo in questi giorni."
Aveva ragione, la metà femminile dei dormitori adesso era estremamente silenziosa. L'edificio era stato diviso in due, con la maggior parte delle sale comuni al primo piano condiviso. Mentre l'ala maschile dell'edificio dei novizi era ancora abbastanza piena e la maggior parte degli studenti maschi aveva un compagno di stanza, l'ala femminile era praticamente vuota in confronto. Nessuna delle novizie era obbligata a condividere la stanza (anche se potevano chiedere di farlo) e c'erano ancora parecchie stanze vuote. Il quinto e il sesto piano erano completamente abbandonati e Rose era una delle poche ragazze ad occupare una stanza al quarto piano.
Mi diressi verso il salone in fondo al corridoio. C'erano alcune di queste sale sparse in tutto l'edificio del dormitorio ed erano destinate a piccoli ricevimenti, ma la maggior parte degli studenti restava nelle sale del piano principale. Era proibita la presenza di ragazzi e ragazze insieme nelle sale dei piani superiori. Quel luogo era abbastanza silenzioso e, mentre mi avvicinavo, riuscivo a sentire delle voci smorzate provenire dalla porta. Premetti l'orecchio sull'uscio per sentire più chiaramente e provai delusione nel riconoscere la voce di Rose, prima che si trasformasse in shock per la conversazione che seguì.
"Non pensi che tutti lo saprebbero se dessi il mio sangue?" La voce di Rose aveva un po' della stessa tracotanza forzata che avevo sentito in più di un'occasione. Anche se leggermente attutito, riuscivo ad avvertire il suo nervosismo.
"Solo se l'avessi fatto prima di andare via. Ma l'hai fatto mentre eri via, vero?" La voce del ragazzo sembrava quella di un gatto che ha catturato il canarino. "Hai nutrito Lissa."
Mi ritrassi all'improvviso. Non importava chi fosse quel ragazzo, un pettegolezzo del genere si sarebbe diffuso a macchia d'olio e avrebbe potuto danneggiare la carriera di Rose. Non importava se fosse vero o no, o che in realtà l'avesse fatto per necessità e dedizione, non avrebbe fatto molta differenza per gli altri. Avrebbe potuto marchiarla a vita.
"Non sono una sgualdrina di sangue!" La voce frenetica di Rose questa volta era molto più alta, chiaramente udibile anche senza che io mi premessi contro la porta.
"Ma lo vuoi. Ti piace. Tutte voi Dhampir lo volete." La voce maschile era presuntuosa e prepotente. Avevo già sentito quel tono. Era esattamente come suonava mio padre quando soggiogava mia madre, la stessa voce che avevo sentito da molti uomini Moroi che cercavano di ammaliare un'ignara ragazza Dhampir. Quel modo di parlare era sufficiente a farmi oltrepassare il limite, ma mi aggrappai con forza agli ultimi residui del mio autocontrollo.
"Smettila." Gentile e supplichevole, la sua falsa spavalderia nascondeva a malapena la sua paura. Sentii l'ultimo brandello della mia rabbia schioccare mentre ascoltavo quelle parole e immaginavo i pensieri che le ispiravano.
Mi irrigidii in tutta la mia altezza, contrassi la mascella e aprii di colpo la porta. I miei occhi saettarono verso il divano giusto in tempo per vedere i due adolescenti che si allontanavano l'uno dall'altra, Rose che praticamente scagliava via il ragazzo, togliendoselo di dosso non appena la sua stretta si allentò.
Nei pochi passi che ci vollero per colmare la distanza tra me e loro, vidi rosso. La rabbia mi offuscò la vista mentre mi concentravo sul Moroi. Non importava quanto strettamente stringessi i pugni ai miei fianchi, sapevo che non avrei potuto fargli del male. Tuttavia, avrei potuto spaventarlo abbastanza da non fargli mai più posare gli occhi su Rose. O qualsiasi altra ragazza Dhampir, se è per questo.
Lo afferrai per la camicia, proprio sotto il colletto, e lo sollevai. I suoi piedi toccavano ancora il suolo, ma sostenevo quasi tutto il suo peso. Non poteva scappare, non poteva combattere, era alla mia mercé.
"Come ti chiami?" Ringhiai. La mia voce era innaturalmente stabile considerando la furia cieca che si celava dietro di essa.
"J-Jesse, signore. Jesse Zeklos, signore." Figurarsi, doveva proprio essere un reale. Tuttavia, non c'era segno della sfrontatezza che avevo sentito solo pochi istanti prima. Era terrorizzato e questo mi diede uno strano senso di soddisfazione.
"Signor Zeklos, hai forse avuto il permesso di stare in questa parte del dormitorio?" Conoscevo già la risposta, ma volevo vederlo dimenarsi ancora un po'.
"No, signore."
"Conosci il regolamento sulle interazioni tra maschi e femmine qui dentro?"
"Sì, signore."
"Allora ti suggerisco di andartene di qui il più velocemente possibile prima che ti consegni a qualcuno per farti punire come si deve. Se dovessi mai trovarvi di nuovo così" - indicai in direzione di Rose e del divano - "Sarò io a punirti. " Fissai i suoi occhi, serrando i miei per assicurarmi di avere la sua piena attenzione prima di pronunciare le mie ultime parole. "E farà male. Molto male. Ci siamo capiti?"
Gli occhi di Jesse si spalancarono mentre cercava di ingoiare il nodo che aveva in gola. Sapevo che vedeva la sincerità nella mia minaccia e probabilmente stava immaginando tutti i modi orribili in cui avrei potuto fargli provare dolore. Riuscì solo a fare un piccolo cenno del capo e un appena udibile "Sì, signore!" mentre cominciò a tremare sotto la mia ombra.
"E allora vai." Enfatizzai la mia ultima parola praticamente gettandolo verso la porta. Una parte di me sapeva che, sebbene non gli avessi mai veramente messo le mani addosso, le mie parole minacciose sarebbero state più che sufficienti a farmi guadagnare una nota disciplinare. Tuttavia, era bello vederlo schizzare fuori dalla stanza senza voltarsi indietro. Sorrisi a quello spettacolo. In un attimo, mi sentii come se avessi difeso le mie sorelle. Avevo difeso le ragazze della mia classe e della mia piccola città cadute preda delle lusinghe di uomini del genere. Avevo difeso mia madre. Avevo difeso Rose.
Rose. La mia rabbia si riaccese quando ricordai che lei non era completamente senza colpa. Se i suoi precedenti erano di una qualche indicazione, aveva invitato e forse incoraggiato questa situazione. Forse le sue intenzioni non erano quelle suggerite dal ragazzo pochi istanti prima del mio ingresso, ma certamente era responsabile degli eventi che avevano condotto a quell'esito. Ma anche se non lo fosse stata, anche se fosse stato il ragazzo ad organizzare tutto, avrebbe dovuto pensarci due volte prima di ritrovarsi in una situazione del genere. Era già su un terreno pericoloso con il suo periodo di prova e se qualcun altro, a parte me, li avesse sorpresi, non so se avrei potuto salvarla dall'espulsione. Magari non avevo l'autorità per punire adeguatamente Jesse, ma Rose era una mia piena responsabilità e non avevo remore a punirla.
Alla fine mi voltai per guardarla in faccia, pronto farle un bel discorsetto. E all'improvviso, la mia mente si svuotò.
