Los Angeles. Notte. Appartamento di Chloe e Trixie.
Lucifer aveva da poco lasciato Chloe nel balcone del suo attico per tornare all'inferno. Ma non poteva andare via senza salutare Trixie.
Comparve nella camera della bambina che dormiva. La babysitter di quella notte, nonna Penelope era seduta nel divano guardando alla tv la Storia Infinita. Lucifer sentiva il cuore spezzarsi definitivamente. Verso quella bambina aveva sentimenti paterni. Prima di sua madre Chloe, a lei mostrò la sua parte bruciata venendo subito accettato. Fu quando Lucifer si era chiuso nel suo attico, pieno di sensi di colpa per aver ucciso suo fratello Uriel. Nessuno lo aveva raggiunto come fece quella determinata bambina umana. Lui per spaventarla, per farla andare via gli aveva mostrato il suo volto bruciato. Ricordava ancora con un senso di pace l'abbraccio di Trixie che gli disse
"Tu non sei un mostro. Sei l'amico mio e della mamma. Lo dici sempre, tu non sei il male, punisci il male. Non mi fai paura. Sei sempre Lucifer"
Ritrovandosi con lacrime che erano più di gioia.
Poi ci fu Pierce, il Caino biblico. Nonostante tutto, complice nonna Penelope, Lucifer e Trixie una o due volte a settimana trascorrevano assieme dei pomeriggi nell'attico. Guardavano insieme film o serie tv. Delle volte giocavano con giochi in scatola, altre Trixie insegnava a Lucifer i videogiochi. Altre volte Lucifer aiutava Trixie nei compiti di scuola, spiegando il re dell'inferno qualcosa che non aveva capito. Altre volte ancora,solo parlavano, raccontandosi a vicenda i loro dubbi o la giornata. In loro due cresceva la speranza di poter essere quasi una famiglia con Chloe che sopportava sempre meno Piers.
Tutto precipitò nuovamente. Chloe vide il viso di Lucifer, scappando con Trixie a Roma. Il re dell'inferno ricordava troppo bene quando Trixie lo vide in aeroporto. Di nascosto alla madre corse incontro abbracciandolo. Lo supplicò di portarla via con lui, ma volendo fare la cosa giusta Lucifer la convinse ad andare con sua madre.
Al ritorno da Roma di Chloe e Trixie, persino la madre della detective, la spumeggiante Penelope era certa potesse esserci il lieto fine. Un lieto fine lontano, con la rottura quasi completa tra Chloe e Lucifer. Non una rottura tra Lucifer e Trixie. Non potendo portare una bambina nell'attico, visto l'arrivo di Eva, Lucifer trovò un nuovo aiuto in nonna Penelope. Nell' appartamento di nonna Penelope Trixie poteva continuare a incontrare il suo amico una o due volte la settimana. In quel periodo, per Lucifer erano gli unici momenti nel quale si sentiva sereno, in pace. Nulla però fu per sempre. Durante uno degli ultimi incontri, Trixie disse a Lucifer con gli occhi lucidi
"Io voglio bene ai miei genitori. Soltanto che voglio anche te nella mia famiglia. Appena sono maggiorenne mi trovo un lavoro per comprare due ville vicine con la cucina comune. In una io con Maze, mentre nell'altra tu Lucifer. Mamma e papà vorranno vedermi? Ebbene, dovranno accettare te e Maze"
Una commozione quasi soffocante attanagliò Lucifer. Cercando di non finire in un mare di lacrime, portò l'attenzione di tutte due su altro.
Il destino non concesse la tranquillità degli eventi. Eva portò sulla Terra i demoni che rapirono Charlie, il nipote di Lucifer figlio di Amenadiel e Linda. Volevano farlo re dell'inferno. Salvato il piccolo, Lucifer si rese conto che doveva tornare all'inferno per proteggere chi amava sulla Terra. Dopo aver detto addio a Chloe sul balcone dell'attico, nonostante gli abbia confessato di amarlo, era in piedi nella camera di Trixie per salutarla.
In quel momento, in piedi nella camera di Trixie, Lucifer era stanco di non poter finalmente vivere felice con Chloe e Trixie. Vedeva ogni possibilità frantumarsi contro la realtà. Con cautela si sedette al bordo del letto. Usando una magia insonorizzò la camera per non far arrivare nonna Penelope. Accese la luce nella camera. Trixie si mosse, abbracciandolo subito appena lo vide. Lucifer voleva restare, ma sapeva bene che anche lei sarebbe stata in pericolo. Con voce un po' rotta, si staccò dal suo abbraccio, dicendole
"Trixie ascoltami bene…"
Non voleva piangere
"...purtroppo io devo tornare all'inferno per sempre"
Trixie sgranò gli occhi, afferrandogli tra le sue la mano destra di Lucifer, dicendo agitata
"Vengo con te. Mi preparo"
Ma lo scuotere della testa di Lucifer con gli occhi lucidi, la fece arrabbiare, gridando
"Non puoi tornare in quel posto. Tu lo odi"
Lucifer odiò quella lacrima che sfuggì dall'occhio destro, spiegando alla bambina
"Devo farlo. I demoni sono in rivolta. Potrebbero venire sulla Terra facendo del male a te o tua madre. Ce Linda con mio nipote"
Con il cuore spezzato, Lucifer abbracciò Trixie che era scossa da singhiozzi di pianto. Quasi la cullava, dicendogli
"Trixie ricorda sempre che tu per me sei come una figlia. Una figlia più se fossi sangue del mio sangue. Anche grazie a te sono cambiato, migliorato"
Trixie respirò profondamente piagnucolando
"Mi faccio piccola piccola, entrando nel taschino della tua giacca. Ti sentirai solo in quel posto. Non meriti di essere solo"
Lucifer baciò la fronte della piccola umana che l'aveva fatto sentire quasi un padre.
A poco a poco Trixie tornò nel sonno. Con delicatezza Lucifer la rimise sotto le coperte. La mano destra della bambina attaccata alla sua camicia commosse fino alle lacrime il re dell'inferno. Baciò quella mano, per poi baciare la fronte di Trixie. Spense la luce della camera, tolse la magia d'insonorizzazione andando via. In cielo, urlò la sua rabbia in alto verso il paradiso, facendo scuotere il cancello del paradiso. Un angelo si spaventò, chiedendo al custode del cancello, San Pietro
"Ci attaccano?"
Il Santo ridacchiò, ma serio dicendo
"Nessun attacco. Solo il lamento di un cuore spezzato"
Tre mesi dopo. Bosco vicino Los Angeles. Pomeriggio.
Maze si guardò intorno. Vide Trixie seduta sotto un enorme pino. La bambina aveva le gambe raccolte al petto con la faccia nascosta. La demone comprese che piangeva.
Chloe per superare la mancanza di Lucifer si era buttata nel lavoro, invece Trixie era diventata sempre più triste e distante. Dan ebbe modo di confessare a Maze che era tornata come prima di conoscere Lucifer. C'era poi stata Linda che dopo aver parlato un paio di volte con Trixie, aveva pregato Maze di starle molto vicina.
La demone disse a Trixie, sedendosi vicino
"Sei diventata oramai una esperta nella fuga. Sei sgusciate fuori dalla tua scuola dopo la terza ora. Il preside ha detto a tua madre che sei andata fuori di testa durante la lezione di arte"
Trixie piagnucolò
"Avevo fatto un disegno di Lucifer che creava una stella. Il professore voleva che lo cambiassi in un angelo comune. Aveva offeso Lucifer…lui non lo conosce"
Maze accolse Trixie in un abbraccio, dicendole mentre la sua umana preferita era scossa da singhiozzi di pianto
"Mi dispiace così tanto piccola diavoletta…"
Maze si commosse
"...Mi dispiace che il tuo semplice desiderio non sia realizzato. Mi dispiace"
Qualche settimana dopo. Paradiso.
Dio era seduto nel suo trono con i palmi delle mani alle tempie. Con gli occhi chiusi cercava di resistere al terribile mal di testa che lo affliggeva da giorni. Nessun medico del paradiso, terrestre o di altre realtà aveva capito da cosa era provocato. La luce intorno Dio era più affievolita, rivelando un essere quasi umano.
Dio non si accorse dell'entrata di suo figlio Michael. Era il gemello di Lucifer, ma con i lineamenti più duri incorniciati da capelli lunghi e biondi. Indossava una armatura che ricordava una della Roma antica. Dio sobbalzò sentendo dire al figlio
"Padre, vi sentite oggi meglio?"
La voce di Michael rimbombò nella testa di Dio che urlò
"No! Non mi sento meglio! Voglio guarire! Trovate un modo!"
Tuonò facendo tremare il paradiso. Una ombra nera comparve vicino a Dio. Aveva contorni umani. L'ombra diventò prima due per moltiplicarsi in migliaia. Una delle ombre colpì la testa di Dio, dicendo con una voce in falsetto
"Dio non ti preoccupare, non avrai più mal di testa. Ti mancheranno"
Le ombre si sparsero per tutto il paradiso. Non miravano a distruggere il paradiso, ma piuttosto portare scompiglio. Coloravano tutto quello che trovavano, facevano scherzi a tutti. Esempi come Dio si ritrovò la faccia pitturata di blu, alcuni angeli tra cui Michael si trovarono con i bigodini. Era il subbuglio in paradiso.
Inferno.
Amenadiel in braccio stile sposa planò di fronte l'unica porta che Lucifer aveva lasciato aperta. Dalla porta entravano anime dannate e uscivano quelle redente. L'angelo disse alla demone
"Io come vedi non posso entrare. Avvertilo tu"
Maze si fece strada tra i dannati, diventando totalmente un demone. Un altro demone tentò di fermarla, ma vedendola furente scappò terrorizzato.
Maze corse all'alto trono, urlando rivolta al re in cima
"Lucifer! Re Lucifer scendi giù!"
Re Lucifer planò a pochi passi dal demone. Indossava una armatura nera leggera di scaglie di drago. Prima di dire qualcosa a Maze, la demone gli disse
"Trixie…"
La demone trattene a stento un singhiozzo di pianto
"...da tre giorni si trova in coma"
Lucifer fece un passo indietro guardandola scioccato, domandando
"Come? Come può essere?"
La demone abbassò lo sguardo da cui caddero delle lacrime
"La nuova pandemia sulla Terra, il covid…"
Guardò il suo re
"...Azrael non la trova. Sembra la sua anima sia scappata. Lucifer vai da lei. Io terrò a bada tutto. Giuro che mangerò i demoni che provano soltanto a osare scappare. Vai da lei"
Lucifer annuì di sì, volando via"
Poco dopo. Attico.
Lucifer vide la Terra che aveva lasciato devastata dal covid. Si recò all'attico solo per cambiarsi di abito, volando all'ospedale.
Ospedale.
Lucifer trovò Chloe e Linda sedute nella sala d'attesa. Erano le uniche di fronte al reparto covid. Subito Lucifer vide la sua Chloe stravolta. Quasi le svene nelle braccia correndogli incontro. Linda le disse
"Ti prego Lucifer, convincila ad andare all'appartamento. Sono tre giorni e tre notte che non si muove di qua. Dan si trova infettato dal covid, ma può curarsi al domicilio, come Ella…"
Accarezzò i capelli di Chloe che piagnucolava nelle braccia di Lucifer
"...solo in questi momenti apprezzo la mezza natura angelica di mio figlio"
Lucifer sussurrò a Chloe
"Chloe, vai con Linda all'appartamento. Amore mio non cambia nulla se resti qui"
Chloe scosse la testa, dicendo con voce rotta
"No, l'appartamento no. Mi manca Trixie"
Lucifer annuì capendo. Baciò la sua detective sulla guancia destra, dicendo a Linda
"Faccio venire Amenadiel con Charlie. Andate tutti in una mega suite di Los Angeles…"
Chloe disse no, Lucifer continuò
"...resterò io con Trixie. Grazie alla magia non mi vedranno..."
Chloe si rilassò nelle braccia del suo re dell'inferno. Lucifer continuò a Linda
"...ci sarà anche Penelope la madre di Chloe. Ti prego Linda, spiegagli chi sono. Deve saperlo"
Poco dopo. Camera di Trixie.
Comparso nella camera, Lucifer non trattene delle lacrime. La sua forte Trixie era supina in un letto, piena di fili con tubi che le uscivano dalla bocca. Con delicatezza Lucifer bacio il dorso della mano destra di Trixie bagnandola con le lacrime. Si sedette accanto al letto, dicendo a Trixie
"Trixie ti cercherò dovunque"
Appoggiò la sua mano sinistra su quella destra di Trixie. Gli occhi di Lucifer divennero bianchi.
Paradiso.
La ricerca dell'anima di Trixie lo aveva portato in paradiso. Un paradiso che fece sorridere Lucifer. Ombre nere lo avevano fatto diventare una tela disegnata da un bambino di tre anni. Guardandosi intorno dubbioso, Lucifer non capiva come l'anima di Trixie potesse essere in paradiso. In fondo era ancora viva. Magari poteva essere finita nel limbo. Stava per andarsene quando delle ombre lo circondarono. Una sembrò odorarlo. Un'altra stava per gettargli del colore rosso sulla giacca. L'ombra si fermò, dicendo con la voce in falsetto
"Lui non si tocca. Lei non vuole. La fonte non vuole"
Quel riferimento sembrò strano a Lucifer che seguì le ombre.
Nella sala del trono, Lucifer vide qualcosa di strano. Azrael, l'angelo padre Frank e l'angelo Charlotte erano totalmente ignorati dalle ombre. Un Dio disperato invece era nascosto dietro al trono con le ombre che lo tormentavano. Fu quando Lucifer vide appeso al soffitto Michael che capì. Era legato come aveva fatto Michael con lui prima di buttarlo dal paradiso, il re dell'inferno ridacchiò, passando la mano destra sulla faccia. Disse agli altri tre
"Forse conosco la causa di tutto questo"
Si diresse dietro il trono, dicendo a Dio suo padre
"Padre dobbiamo parlare"
Poco dopo.
Un esausto Dio strinse la mano a Lucifer. Il re dell'inferno domandò a l'angelo padre Frank
"Mi serve un pianoforte o una chitarra"
L'angelo gli sorrise, facendogli segno di seguirlo.
Nel paradiso le ombre si bloccarono all'istante sentendo cantare e il suono di un pianoforte. Si diressero tutte verso un gazebo in mezzo un giardino. Lucifer suonava il pianoforte nel gazebo cantando. Le ombre si addensarono intorno a lui. Lucifer smisse di suonare e cantare. Con voce calma disse alle ombre
"Trixie lo so, sei tu in tutte queste ombre. Capisco la tua rabbia. In fondo sei riuscita a ottenere la libertà per me. Mio padre Dio sigillo poco fa le porte dell'inferno, lasciando solo una aperta. Non devo restare dentro l'inferno per chiuderle. Mi basterà andare una volta al mese per qualche ora terrestre. Ora per favore Trixie, torna indietro con me. Sai quanto ricordi brutti ci sono per me in paradiso. Ti prego, non puoi abbandonarmi ora che posso stare con te e tua madre"
Le ombre si raccolsero divenendo una piccola luce. La luce volò nel palmo della mano destra di Lucifer che gli disse
"Andiamo a casa"
Lasciando il paradiso.
Camera d'ospedale di Trixie.
Lucifer comparve accanto al letto di Trixie, lasciando che la piccola luce entrasse nel petto della bambina. La vide aprire gli occhi, mentre i sanitari correvano nella camera.
Una settimana dopo.
Fuori l'ospedale Linda con in braccio il figlio, Amenadiel, Maze, Chloe con sua madre Penelope che accettava Lucifer, attendevano che Trixie uscisse. Il cellulare in mano di Amenadiel mostrava tutto in diretta a Dan ed Ella ancora chiusi nei loro appartamenti. Tutti indossavano la mascherina.
Nel corridoio che dava fuori l'ospedale Trixie era seduta su una sedia rotelle spinta da una infermiera. Accanto a lei Lucifer. Giunta sulla porta, Lucifer l'aiutò ad alzarsi. Prima di uscire Trixie gli disse con un sorriso enorme
"Credo ancora sia un sogno, tu resterai con noi"
Lucifer l'abbracciò dicendole
"Finché mi vorrai tu e tua madre io non mi muoverò da vicino a voi"
Uscendo mano nella mano. Un destino che sembrava essere una strada di lacrime divenne di gioia.
FINE
