Heeeeey. In Ritardo? Lo so, questa volta ho superato me stessa, inutile anche dire qualche scusa campata all'aria, perché questo capitolo era pronto un mese fa...
Per farmi perdonare, ne farò uscire due, quindi... accontentatevi, immagino. E scusate.
Grazie a Phellipendragon per aver iniziato a seguire e messo tra i preferiti la mia storia! E poi un grazie più speciale ad ultimusred, BartoAllen e Hell Hari per aver commentato il capitolo, vi amo ragazzi.
Disclaimer: né Naruto né Harry Potter mi appartengono, sono rispettivamente di Masashi Kishimoto e J.K. Rowling. Posseggo solo i miei personaggi originali.
"Un altro attacco?"
Per qualche giorno, prevedibilmente, non si parlò altro che dell'incidente riguardante Mrs. Norris, e si era ritrovato a rispondere alle domande di qualche studente casuale che pensava sapesse più di loro.
Però non aveva idea di nulla.
Le voci giravano per i corridoi, tutti ricercavano in biblioteca e facevano a lui e agli altri tre suoi compagni più domande possibili.
Almeno quando non li evitavano. Certo, Harry era quello che le persone sembravano più diffidare, ma dei sussurri seguivano anche lui quando passava, e non erano per nulla piacevoli.
Ormai studiava in Sala Comune quasi sempre, visto che era definitivamente più calma della biblioteca, dove c'era un andirivieni di studenti alla ricerca di libri, o forse di un libro particolare.
Aveva cercato anche lui di capire, non lo negava, ma sembrava non riuscire a trovare una singola informazione.
Una risposta arrivò un lunedì pomeriggio, mentre era in cortile. Il posto era molto meno affollato del solito. Si materializzò ad una certa Maya, come se fosse apparsa dal nulla. Non avevano parlato da diverso tempo, ma non pensava fosse strano con le loro età diverse e gli impegni che avevano entrambi.
"Hey! Naruto! Cercavo proprio te!" lo chiamò da dietro, facendolo girare immediatamente verso di lei, che correva con il mantello drappeggiato sul braccio, come se non soffrisse il freddo.
Ovviamente, aveva parlato solo quando erano a pochi metri di distanza, in modo che non fosse obbligata ad urlare. Da quel che sapeva non le piaceva nemmeno quando qualcuno alzava troppo i toni.
"Hey" rispose sorridendo, notando subito la pergamena che aveva con sé. "Cosa succede, Maya?"
La ragazza si sedette di fianco a lui, sul pavimento, e prese un po' d'aria. Visto quanto fosse affannata, lui pensava fosse una buona idea.
"Allora," disse, entrando subito nella storia, "nella Casa di Corvonero hanno organizzato questa specie di sfida, dove chi scopre prima cos'è successo a Mrs. Norris vince e gli altri dovranno fare un favore a testa a questo studente" spiegò, raccontando le dinamiche nella sua Casa, non era sicuro se fosse implicito che tutti partecipassero o solo alcuni, ma Luna non era venuta da lui, quindi non pensava fosse un problema cercare di aiutare come poteva Maya.
"Ok… e hai bisogno di me?" immaginava di sì, ma era maleducato assumere cose senza sapere, e ormai sapeva fosse meglio chiedere se non fosse stato sicuro di qualcosa.
"Esattamente!" disse emozionata, sicuramente aspettandosi che potesse avere molte informazioni, "so già che non sai molto di quello che è successo, ma penso tu sappia bene le condizioni della gatta, vero? E forse puoi dirmi come siete arrivati in quel corridoio, magari c'era un indizio o qualcosa che vi ha indotto ad andare là?" era un'affermazione o una domanda?
Poteva confermare di sapere qualcosa su Mrs. Norris, e sapeva anche qualcosa sul come fossero arrivati in quel punto, ma non credeva fosse saggio raccontarlo alla ragazza, visto che Harry aveva preferito non dirlo nemmeno al professor Silente.
Non avrebbe raccontato qualcosa che il suo compagno non voleva fosse raccontata.
"Beh, ovviamente posso darti anch'io qualcosa in cambio, sai, si specula che la cosa successa sia in qualche modo collegata alla Camera dei Segreti, questa Sala che viene raccontata in una leggenda presente in 'Hogwarts: A History', ma forse lo sai già…" ecco cosa andavano tutti cercando per la biblioteca quindi.
La ragazza si stava agitando sul posto, cambiando la posizione in cui era seduto ogni pochi secondi e giocando con il suo corpo, per tenere le mani occupate. Davvero sembrava che fosse difficile per lei stare ferma.
"Allora, sai qualcosa?" gli chiese infine, sbottando le parole che sicuramente aveva intenzione di far uscire dall'inizio. Ovviamente si era trattenuta…
"Poco" rispose, godendo solo un secondo lo sguardo deluso sul volto della ragazza. Pensava gli fosse concesso, dopo che lo aveva preso in giro per un'estate intera. "Ma…" quindi raccontò ciò di cui i professori avevano parlato nell'ufficio di Lockhart, che in realtà, era davvero poco, ma gli piaceva vedere il sorriso di Maya ingrandirsi, quindi pensava sarebbe bastato.
"Grazie mille!" disse, balzando finalmente in piedi, dopo che aveva trattenuto anche quella mossa per troppo tempo. "Sei un vero amico! È stato davvero utile ed ora ho sicuramente un vantaggio!" affermò, come se lui le avesse raccontato chissà che cosa.
Poco dopo, era di nuovo solo in cortile.
Non ebbe altre news sulla faccenda fino alla lezione dopo di Storia della Magia, quando Hermione alzò la mano per fare una domanda non rilevante la lezione, qualcosa considerato inaudito per la ragazza.
"Signorina… ehm…" il professore non ricordava mai il nome di nessuno, e se lo faceva, lo ricordava male.
"Granger, professore. Mi chiedevo se lei potesse raccontarci qualcosa riguardo la Camera dei Segreti".
Ora, questo svegliò la classe intera, che non era stata molto interessata alla lezione fino a quel momento.
"La mia materia è Storia della Magia" disse seccamente. "Io mi occupo di fatti, non miti o leggende, signorina Granger". Si schiarì poi la voce, intenzionato chiaramente a continuare il suo discorso precedente all'interruzione da parte di Hermione, ma fu battuto sul tempo.
Oddio, non proprio sul tempo, contando che era stato proprio interrotto, ma sapeva per certo che ad Hermione non sarebbe piaciuto essere ricordata come qualcuno che interrompe i professori.
"Mi scusi, ma le leggende non si basano sempre su un fatto reale?" chiese la sua compagna, intenzionata a ricevere la spiegazione che voleva. Il professore fece uno scatto indietro con la testa, un po' sorpreso, prima di riprendere la sua compostezza.
"Beh," rispose lentamente, quasi come se volesse farsi venire in mente un'idea per controbattere in quel momento, ma avesse un orologio illusorio che gli diceva che potesse stare solo poco tempo in silenzio, prima che perdesse la sua occasione (faceva le stesse cose degli studenti quando non sapevano una risposta e perdevano tempo per farsene venire in mente una). "Sì" si rassegnò infine, "suppongo che questa tesi sia sostenibile" disse sconfitto, guardando Hermione come se fosse la prima volta che la vedesse veramente.
Iniziò a raccontare, chiaramente contrario e ripetendo più volte quanto non ci fosse possibilità che una stanza del genere esistesse davvero, incuriosendo solo di più lui ed i suoi compagni e rendendoli sempre più certi che l'esistenza della Camera dei Segreti fosse una cosa effettivamente possibile.
Dopotutto, solitamente i maghi tendevano a non dare per vano nulla, dicendo sempre che potesse esistere la minima possibilità che qualcosa fosse successa o stata fatta, eppure qui il professore era concentrato a far uscire dalle loro teste questo pensiero, ma facendo accadere l'esatto contrario, erano più curiosi che mai adesso.
Sfortunatamente, non ne parlarono per molto tempo, e presto ritornarono alla loro noiosa lezione, dove gli studenti prestavano ancor meno attenzione, visto che erano impegnati a sussurrarsi emozionati a vicenda.
Harry Ron ed Hermione
Qualche giorno dopo la lezione del professor Binns, i tre stavano entrando nel bagno delle ragazze del primo piano, con un grosso vecchio tomo contenente alcune delle pozioni più difficili di cui i maghi erano a conoscenza.
Fortunatamente non erano interessati a quelle letali o incredibilmente dolorose, anche se era ancora dubbio quanto dolore effettivamente provocasse la Polyjuice Potion (Pozione Polisucco). Comunque, non erano intenzionati a provocare dolore ad altre persone, né andare incontro alla morte loro stessi, quindi era relativamente sicuro.
Il loro piano per prendere il libro dalla sezione proibita era stato efficace, e probabilmente avrebbero utilizzato la stupidità di Lockhart a loro vantaggio anche altre volte, visto che bastava una lode ed un sorriso e avrebbe firmato loro qualsiasi permesso senza nemmeno leggere cosa l'autorizzazione chiedeva.
Avevano bisogno di quella pozione per infrangere almeno una cinquantina di regole, secondo Hermione, e scoprire se Draco Malfoy fosse davvero l'erede di Serpeverde e stesse tramando la morte o la pietrificazione delle decine e decine di studenti muggle-born.
Ovvero gli studenti che secondo Salazar Serpeverde non meritavano di essere istruiti o aver accesso ad Hogwarts.
Secondo l'uomo probabilmente non avrebbero dovuto proprio avere accesso alla magia inizialmente.
Hermione leggeva pian piano gli ingredienti e l'incredibilmente difficile processo di creazione per la pozione, concentrata, mentre gli altri due ragazzi cercavano di farle capire quanto fosse una pazzia; avevano forse invertito i ruoli?
La parte più difficile era trovare gli ingredienti e preparare la pozione secondo loro, e ciò consisteva circa il 90% del piano, soprattutto tenendo conto del fatto che per preparare il tutto ci sarebbe voluto circa un mese, e almeno tre degli ingredienti lì elencati non erano presenti nella dispensa a cui gli studenti erano autorizzati.
Non sapevano nemmeno se fossero effettivamente a conoscenza di cosa fossero alcuni di quegli ingredienti.
Però, alla fine, sapevano in cuor loro che fosse la cosa giusta da fare, perché pensavano e credevano potesse aiutar loro a prevenire alcuni eventi… spiacevoli.
Quella sera poi, ne stavano parlando di nuovo, quando la Sala Comune era perlopiù vuota, e fu allora che Harry si fece venire un'idea.
"Credete…" disse lentamente, incerto, prendendo la loro attenzione mentre alzavano lo sguardo dai loro compiti, "credete che Naruto abbia accesso al deposito privato di Snape?" chiese, dubbioso.
Poteva essere una buona idea, ma poteva benissimo farli fallire catastroficamente. "Non lo so" rispose onestamente Ron, "non ha ricominciato quelle sue lezioni con Snape domenica scorsa giusto? L'ho visto portarsi dietro il suo calderone mentre usciva e sono sicuro non stesse andando da Hagrid o qualcosa del genere" spiegò, contribuendo alla conversazione.
"Penso che possiamo fidarci di lui," disse Hermione, "sa già molto e non penso sia il tipo da andare in giro e dire alle persone ciò che facciamo, però…" si fermò un attimo, ragionando, "non credo il professor Snape si fidi di lui fino a tal punto, anzi, forse lo metteremmo in guai seri…"
"Ah quindi ti preoccupi dei guai suoi e non dei nostri ora?" chiese Ron, fingendo di essere offeso, ma sorridendo poco dopo. "Capisco ciò che dici, anche se probabilmente si starà già avvicinando e adesso mi girerò e lo vedrò porgerci la risposta ad almeno un paio dei nostri problemi…" si girò, quasi con viso di qualcuno che ha sorpreso qualcuno nel sacco, ma dietro di lui non era presente nessuno, e si rigirò di nuovo verso i suoi amici, sconsolato.
Vide però i suoi amici fare un'espressione strana, come se cercassero di non ridere, e lui non sapeva se girarsi di nuovo o meno. Non voleva sembrare stupido, e lo sarebbe sembrato se lo avessero preso in giro, ma sarebbe apparso stupido anche se non si fosse girato e Naruto apparisse da un momento all'altro dietro di lui.
Si chiedeva perché quel ragazzo dovesse essere così silenzioso quando camminava ed anche perché lui non avesse occhi dietro.
Decise di girarsi alla fine, ma fece comunque una figura da stupido, visto che quasi saltò in piedi quando si trovò il ragazzo biondo davanti a sé.
"Hey" disse Harry, sorridendo consapevole, Ron gli lanciò un'occhiataccia.
"Hey," rispose il ragazzo "perché mi avete fatto cenno di venire?" Ron lanciò un'altra occhiataccia ad entrambi quando si rese conto che non solo erano stati in silenzio, ma lo avevano pure fatto venire loro.
Comunque, quello sguardo tradito si trasformò subito in uno d'intesa, ed Hermione iniziò quindi a parlare.
"Hey Naruto, sei occupato?" fece segno di no con la testa, "bene. Ci chiedevamo… potremmo farti un paio di domande?" il biondo annuì, avvicinandosi ad un posto a sedere. "Vedi questa lista di ingredienti? Beh… ecco, non credo possiamo dirti per che pozione sia, ma è importante… insomma, sapresti aiutarci a trovare quelli che non sono presenti nel deposito di Snape?" chiese alla fine, e guardarono tutti e tre Naruto accigliarsi e mettere su un'espressione contemplativa. Avevano un po' di ansia che riconoscesse la pozione o che fosse intenzionato a denunciarli ai professori.
Solo un po'.
Passò circa un minuto e mezzo, in completo silenzio, Ron stava muovendo la sua gamba impaziente, Harry fissava sempre più intensamente ed Hermione iniziava pure a sembrare come se non potesse aspettare molto ancora.
Poi Naruto iniziò ad indicare diversi ingredienti. "Con questo… questo e… questo posso aiutarvi, vedete…" si accigliò un secondo, "…ho questi due a portata di mano, mentre so come farvi avere questo senza infrangere alcuna regola di elevata importanza come entrare nel piccolo magazzino del professor Snape, degli altri… beh immagino vi servirà quel mantello dell'invisibilità" disse, lanciando un cenno ad Harry che si guardò freneticamente attorno, cercando di vedere se qualcuno li avesse potuti sentire.
"Come mai ci hai messo tutto questo tempo per rispondere…?" chiese poi Ron, curioso, "Di solito sei tipo… velocissimo" spiegò, un po' ansioso della risposta.
"Dovevo ragionare" rispose l'altro cripticamente, "sapete, non so quanto mi convenisse aiutarvi e non so le vostre intenzioni… ma ho deciso di fidarmi di voi" affermò, con tono serio. I tre erano un po' sbalorditi, ma cercarono di non mostrarlo. Avevano un alleato? A Naruto non sembrava importare della loro esitazione, mentre passava i suoi occhi su di lui. Poterono giurare di aver visto un accenno di ghigno sul suo viso, e che la sua prossima frase fosse stata detta con un tono leggermente divertito. "Comunque, ho bisogno di sapere quanto vi serve di ogni cosa".
Così passò ancora qualche minuto dove Hermione gli diede qualche appunto su cui c'era scritta la quantità per ogni cosa, e lui, chiedendo poi loro di dirgli per quando sarebbe loro servito tutto, se ne andò.
"Vi siete completamente presi gioco di me" disse Ron, guardando i due colpevoli, "e direi che non dovrebbe valere, quel ragazzo potrebbe avvicinarsi di soppiatto anche a Silente e probabilmente ci riuscirebbe anche indossando una tuta luminosa arancione" borbottò, mentre i due ridacchiarono all'esempio strano.
Alcuni dei loro problemi erano stati risolti, altri ancora erano da vedere.
Naruto
Era sabato mattina, e visto che Harry non era stato sospeso dalla squadra di Quidditch, quel giorno avrebbe giocato contro i Serpeverde. Aveva saputo riguardo alle scope di ultimo modello che Lucius Malfoy aveva comprato all'intero neo-team di suo figlio, e poteva vedere benissimo quanto il suo compagno fosse sovrappensiero.
A colazione, al tavolo di Grifondoro, erano tutti tesi, in silenzio, rimuginando e pensando. Prima che Harry si alzasse dal tavolo per ritornare in Sala Comune, Naruto gli augurò buona fortuna, non sapendo se lo avrebbe rincontrato prima della partita stessa.
In biblioteca si confrontò con Sally-Anne dapprima, che tifava per i Grifondoro, e più tardi anche con Luna, che non aveva preferenze, ma avrebbe tifato per ciò che avrebbero tifato loro due.
Intorno alle 11, se ne uscì dalla biblioteca, ed iniziò ad incamminarsi verso lo stadio, seguito poco dopo dai suoi compagni di dormitorio. Quel giorno non avevano portato nessun cartellone o striscione, visto che sembrava potesse piovere, ma avevano tutti pittura sul viso, lui stesso incluso.
Era pronto a tifare per la sua squadra, ed in mezzo alle urla e agli applausi delle persone intorno a sé, anche lui diede, almeno un po', vita alla sua voce. Era divertente, e nessuno lo vedeva farlo, nessuno gli diceva niente e nessuno lo guardava sorpreso.
Nessuno era concentrato sul singolo, ma piuttosto tutti guardavano i quattordici giocatori librarsi nell'alto cielo in groppa alle loro scope.
Nemmeno trenta secondi dopo che Harry avesse iniziato a volare, un bludger (bolide) lo prese di mira, con il ragazzo evitandolo solo per poco.
Naruto non ci diede peso, era normale, seppur sfortunato, che un bludger sfrecciasse verso i giocatori.
Iniziò a darci peso quando il bludger appena inviato contro un giocatore Serpeverde si girò e ritornò a puntare Harry. Presto iniziò a seguire Harry, che tentava di schivarlo e portarlo a Fred.
Il Weasley fece un colpo pazzesco, mandandolo abbastanza lontano che per logica il bludger avrebbe dovuto lasciare in pace il ragazzo, ma invece il bludger tornò semplicemente ad inseguire di nuovo Harry.
Naruto a quel punto smise del tutto di prestare attenzione al resto della partita, con i Serpeverde che sembravano star per fare un altro punto, e si focalizzò solo sul suo compagno.
Era circondato da sia Fred che George, che sembravano far del loro meglio per impedire ad Harry di venire massacrato da quel bludger, ma sembrava comunque provar di tutto per trovare il golden snitch (boccino d'oro).
Inizialmente non lo aveva notato, ma anche gli studenti seduti vicino a lui avevano notato la strana situazione, e cercavano di capire sussurrando non così silenziosamente cosa stesse succedendo.
Due minuti più tardi Grifondoro chiamò time-out.
Sperava potessero fare qualcosa riguardo al bludger che inseguiva Harry. Lui non ne sapeva molto, ma conosceva le regole del Quidditch, ed era al corrente del fatto che non era assolutamente un comportamento normale per la palla. Non dovrebbe prendere di mira un solo giocatore, ma cercare di abbatterne il più possibile.
Quando il time-out finì, i due gemelli Weasley non si concentrarono più sul tenere al sicuro il loro cercatore, ed Harry era da solo ad occuparsi del bludger che cercava di ucciderlo.
Le persone iniziarono a notarlo ancora di più adesso che per schivare la palla iniziava a fare tutti i tipi di manovre, piroettando e girando in aria, andando in alto e in basso e cercando di schivare e al contempo cercare il golden snitch.
Poi arrivò anche Draco, probabilmente a dare fastidio e a prenderlo in giro per le risate che Harry faceva volare dagli spalti. Infine, dopo diversi tentativi e colpi che il cercatore di Grifondoro era riuscito a scampare, il bludger lo prese al gomito, facendolo quasi cadere dalla scopa.
Bastò vedere il braccio penzolante per capire che la palla gli aveva rotto qualche osso.
Però, il ragazzo non chiese time-out e rimase concentrato.
Naruto non poteva che ammirarlo, ma era anche incredibilmente preoccupato, visto che non credeva potesse avere molta stabilità.
E difatti, proprio mentre allungava la mano, probabilmente nel provare a rendere quello che deve essere stato il boccino, Harry cadde a terra, non rialzandosi più.
All'inizio non aveva capito che fosse effettivamente svenuto, ma, a quanto pare, quello era successo.
Non scese dalla tribuna, né cercò di avere informazioni, avrebbe saputo sicuramente tutto più tardi, ed era impossibile farsi largo tra la folla esultante per la vittoria appena conquistata dei Grifondoro.
Quando riuscì di nuovo a vedere qualcosa, grazie ad uno spiraglio formatasi tra gli studenti alzati, Harry era di nuovo seduto, di fianco a lui Lockhart e Colin Creevey, il suo stalker.
La squadra di Grifondoro cercava di coprire il ragazzo dai curiosi Serpeverde.
Non vedeva cosa stesse succedendo, erano troppo lontani per capire espressioni o vedere se Lockhart fosse serio o meno in quello che stava provando a fare.
Ma quando Harry si alzò in piedi però, vide bene come il braccio non sembrava più avere ossa, e non poteva che incolpare il loro "professore" di DADA.
Presto Ron ed Hermione uscirono dalla tribuna, e velocemente raggiunsero Harry. Anche lui scese, ma rimase indietro, non infiltrandosi nel loro gruppetto.
Lo andò a trovare brevemente poco più tardi, seguendo la squadra di Quidditch, ma rimase in disparte, salutandolo solo per poco e verificando che stesse effettivamente bene.
Fu costretto ad uscire dall'infermeria nemmeno cinque minuti dopo, e si ritirò semplicemente in Sala Comune, non avendo voglia di fare molto altro.
A pranzo, al tavolo di Grifondoro non si parlava di altro, solo quanto fosse ridicolo che il bludger inseguisse solo Harry e quanto fosse stato figo il fatto che era comunque riuscito a prendere il boccino.
Il tavolo dei Serpeverde mandava loro occhiatacce ogni poco secondi, e la risposta erano sempre sguardi trionfanti, poi li si prendeva in giro, sottolineando come nella loro squadra nessuno si fosse comprato il posto ed era per questo che erano riusciti a vincere.
Non era nessuno più tanto preoccupato per Harry, visto che sapevano che Madame Pomfrey sarebbe riuscita a prendersene perfettamente cura, quindi il resto della giornata fu solo di festeggiamenti e relax. Oltre ai compiti, ovviamente.
Il resto del weekend fu abbastanza calmo, il suo compagno era uscito dall'infermeria abbastanza presto, ma non ci aveva parlato molto, si erano solo scambiati un saluto.
Lunedì mattina poi, ci fu la notizia che uno studente era stato pietrificato, similmente a Mrs. Norris. Era Colin Creevey, il ragazzino del primo anno che non faceva altro che gironzolare intorno ad Harry con la sua macchina fotografica e prendere foto a qualunque cosa trovasse interessante.
I primini erano assolutamente terrorizzati, e non solo loro, c'era aria grave e tesa in tutto il castello, e non era assolutamente il tipo di relax che voleva ad Hogwarts.
Quasi nessuno ormai si muoveva da solo tra le mura della scuola, ma lui non aveva nessuno con cui camminare, quindi si aggirava ancora in solitudine.
Ginny, la sorella di Ron, era quella che vedeva più terrorizzata, da quel che sapeva soffriva di diversi incubi ed era disperata. Era carino vedere i tentativi dei gemelli di farla ridere, ma non sembravano proprio funzionare.
Iniziò anche una specie di mercato nero tra gli studenti, dove si vendevano talismani e altri oggetti che avrebbero dovuto portare fortuna, anche alcuni purosangue li prendevano, ma non c'era alcun dubbio riguardo al fatto che studenti come lui, muggle-borns, erano quelli più a rischio.
E se ne preoccupava, lo faceva davvero, solo… preferiva non pensarci perché non aveva assolutamente idea di cosa fare ed aveva paura di impazzire, di nuovo.
Era del secondo anno, e sapeva che molti nel suo dormitorio lo guardavano per riacquistare calma, non importava che lo facevano per gli esami, comunque lo facevano.
Non poteva lasciarsi impazzire.
Arrivò dicembre, ed ancora non c'era nessuna cura, eppure la situazione sembrava quasi essersi stabilizzata. Faceva le lezioni con il professor Snape da un po', e si sarebbe fermato solo nella pausa natalizia, che ovviamente avrebbe passato anche quell'anno ad Hogwarts, come se ci potesse essere qualche dubbio.
Aveva aiutato Harry, Ron ed Hermione a reperire alcuni degli ingredienti che sarebbero loro serviti, fidandosi di loro. Non aveva chiesto per che cosa, ma sapeva stessero indagando, e se potessero arrivare un po' più vicini alla verità, sarebbe stato solo un sollievo.
Lui da solo non aveva ancora idea da dove partire, e i tre non lo avrebbero incluso tanto facilmente.
Aveva anche dato ad Hermione indicazioni per un ingrediente che si trovava solo nella scorta personale del professor Snape, visto che c'era entrato, insieme al professore, e sapeva come farlo loro trovare più velocemente.
Gli avevano chiesto anche il favore di intrattenere il professor Snape per circa un minuto, il tempo necessario per prendere la pozione e tornare.
E lui lo fece allora, arrivò sulla cattedra del professore con la pozione leggermente modificata rispetto a come avrebbe dovuto essere.
Non aveva fatto molte modifiche, ma ora la pozione avrebbe dilatato in una sola direzione, rispetto che dilatare omogeneamente. Sempre che le intenzioni che aveva fossero state raggiunte, lo sperava.
La fece analizzare al professore, guardando attentamente come l'uomo ispezionava il tutto, volendo anche lui diventare abbastanza bravo da riuscirci. Chiese poi se avrebbe dovuto cambiare il dosaggio o come fare in modo che le sue intenzioni fossero raggiunte.
Sapeva che non avrebbe dovuto modificarla, il professor Snape voleva che in classe la facesse normalmente, almeno la prima volta, quando la spiegava. Perché doveva valutarlo non solo per l'effettivo risultato ma anche per la sua capacità di seguire bene i passi.
Aveva senso e lo sapeva, quindi non gli dispiacque ascoltare il rimprovero del professore. Beh, almeno alla fine del rimprovero gli disse davvero come migliorare la pozione, anche se dovette rassegnarsi al fatto che la lezione successiva non avrebbe potuto sperimentare in classe, visto che lo aveva fatto questa volta.
Ma non aveva perso nessun punto per Grifondoro e aveva distratto il professore facendogli dare le spalle alla classe per abbastanza tempo, quindi non poté che considerare il tutto un successo.
Era andato tutto liscio, Hermione aveva preso la pozione, ed il professore non aveva motivo di sospettare che qualcuno fosse entrato nel suo deposito personale, e se se ne fosse accorto, non avrebbe avuto motivo di credere che fosse successo in quest'ora.
Circa una settimana più tardi, tornando in Sala Comune, lesse l'avviso nella Sala d'Ingresso riguardo alla creazione del "Duelling Club" (Club dei Duellanti), e lui si ritrovò subito interessato. Non c'era scritto quale professore lo avrebbe tenuto, ma il professor Flitwick aveva detto loro un paio di volte come fosse un campione di duelli da più giovane, quindi non era difficile pensare che l'avrebbe tenuto lui.
O Lockhart, ma preferiva concentrarsi sulla prima opzione.
Pensava che molti sarebbero stati interessati, quindi, quando iniziò a scendere verso la Sala Grande alla 8 di quella sera, non fu una sorpresa incontrare tutti i suoi compagni di dormitorio scendere ed anche molti altri studenti. Riconobbe Terry Boot, con cui era riuscito a parlare un paio di volte, e vide anche Sally-Anne, che era qualche passo davanti, accompagnata dalle sue amiche.
Da quel che aveva visto, quel giorno erano solo loro del secondo anno, quindi gli altri anni andavano probabilmente in giorni differenti.
Arrivarono presto in Sala Grande, che era stata allestita a dovere. I lunghi tavoli non si vedevano più da nessuna parte, invece c'era un palcoscenico dorato, e l'intera stanza era illuminata da candele fluttuanti. La maggior parte degli studenti era già pronta con le bacchette alla mano quando arrivò in sala.
Si era messo vicino i suoi compagni di dormitorio, e notò abbastanza velocemente come nella Sala sembravano esserci quattro spazi contraddistinti, con le persone della propria Casa che tendevano a raggrupparsi.
Tutti si chiedevano chi fosse l'insegnante, e lui non poteva che sperare che fosse il professor Flitwick, o in realtà chiunque altro non fosse Lockhart.
Le sue aspettative furono però deluse in fretta, quando il mago che meno voleva vedere si presentò, vestito con un elegante abito viola, o qualunque colore fosse, non gli interessava, con il volto in alto, un sorriso arrogante e scenico.
Gemette, come molti di fianco a lui, e si rianimò solo un pochino quando poco dopo, accompagnando Lockhart, si presentò il professor Snape, con il suo solito abito nero.
Lockhart presto prese la parola, con i suoi modi sempre esagerati: "Avvicinatevi! Avvicinatevi a me! Mi vedete bene tutti? Mi sentite?" ci fu un coro di cenni e di 'sì', alcuni eccitati, altri stanchi del carattere dell'uomo. "Benissimo! Il professor Silente mi ha dato il permesso di fondare questo club, dove io, reduce di molte imprese, possa allenarvi…" ok, lo aveva perso. Non prestò più molta attenzione al discorso.
Invece, posò il suo sguardo sul professor Snape, che sembrava disgustato tanto quanto lui. Immaginava che il professore non nutrisse particolare rispetto per l'uomo biondo, ma sinceramente, non lo faceva neanche lui stesso.
Smise di osservarlo solo quando il professor Snape restituì lo sguardo, probabilmente avendo intuito che lo stesse osservando. Il professore di Pozioni, similmente al professor Silente, sembrava accorgersi quasi ogni volta che qualcuno lo osservasse. Ora che ci pensava, anche gli altri professori se ne accorgevano a volte, ma meno, rispetto ai due uomini.
Naruto voleva anche imparare, e avrebbe voluto scoprire se fosse possibile, in qualche modo, fare in modo che i due maghi non sentissero più la presenza del suo sguardo su di loro.
Si sintonizzò di nuovo sul discorso, infine, proprio quando Lockhart riprendeva ad essere arrogante, assicurando che il professore di Pozioni sarebbe stato tutto intero alla fine del duello di dimostrazione.
Al biondo quello non preoccupava, pensava fosse più probabile che fosse il professor Snape ad uccidere Lockhart, che il contrario, soprattutto guardando il sorriso che il mago vestito di nero indossava mentre si preparava per duellare.
Sembrava che fosse pronto a vincere e battere l'altro mago. Probabilmente aspettava quel momento da mesi, e Naruto non poteva trovare dentro sé stesso una parte che diceva che non dovesse essere felice per le intenzioni del professor Snape.
Alla fine, voleva vedere anche lui Lockhart umiliato.
Era cattivo da pensare? Forse. Se ne pentiva? Non in quel momento.
I due professori si posizionarono poi l'uno di fronte all'altro, si inchinarono (in due modi diversi che rappresentavano appieno le due opposte personalità) e presero la posizione consona per duellare. Naruto si concentrò, studiandola bene, dove fossero i loro piedi, le loro braccia, come puntavano la bacchetta, dove tenessero il centro di equilibrio.
Beh, studiò soprattutto dalla posizione del professor Snape, non disposto a fidarsi così tanto dell'altro, ma comunque diede un'occhiata anche all'altro uomo, giusto per vedere se ci fosse qualche differenza…
"Come potete vedere, stiamo tenendo le bacchette nella posizione regolamentare di combattimento" commentava Lockhart, provocando gli unici rumori che poteva sentire chiaramente in Sala. "Al tre, ci lanceremo i primi incantesimi. Nessuno dei due mirerà ad uccidere, naturalmente" specificò, nonostante il professor Snape sembrasse invece come se stesse godendo di quella prospettiva.
"1…2…3…" contò Lockhart, mentre entrambi sollevavano le bacchette per puntarle contro l'avversario.
Il professore di pozioni, come Naruto si aspettava ma comunque trovava bello da vedere con i suoi occhi, fu il più veloce, gridando "Expelliarmus!" e provocando dalla sua bacchetta un fascio di luce rossa, che scaraventò l'altro professore giù dal palco, dove sbatté contro la parete prima di finire a terra.
Il sorriso del professor Snape era il più soddisfatto che avesse mai visto, e non poté incolpare i Serpeverde che applaudirono, visto che voleva farlo anche lui. Non solo i Serpeverde sembravano godere della situazione, ma altri lo nascondevano meglio e nelle altre case erano comunque presenti persone che avevano tifato per Lockhart o che fosse preoccupate.
Intanto, il professore di DADA iniziò a rialzarsi, adesso senza cappello e con la sua perfetta acconciatura non più tanto perfetta. Presto arrivò di nuovo sul palco, parlando e cercando di recuperare la faccia, "Ecco fatto!" disse sicuro di sé, nonostante barcollasse ancora abbastanza, "questo era un Incantesimo di Disarmo… come potete vedere, ho perso la bacchetta di mano…" e non appena lo disse, la mano di Lavanda arrivò a lui, con la nominata bacchetta, "ah, grazie signorina Brown" disse, sorridendole in modo smagliante.
Si riposizionò un attimo, lisciandosi l'abito e raddrizzandosi. "Sì, ottima idea davvero, mostrar loro quest'incantesimo, professore, ma non prendertela se ti dico che le intenzioni che aveva erano molto evidenti. Avrei potuto fermare l'incantesimo in qualsiasi momento, ma ho pensato…" si fermò improvvisamente, avendo visto lo sguardo omicida del professor Snape, ed invece arrivò alla conclusione. "Basta con le dimostrazioni adesso! Ora passerò in mezzo a voi e formerò delle coppie. Professore, se mi vuoi aiutare…"
E così fecero, utilizzando qualche minuto per smistare tutti. Fu piazzato con Michael Corner, un alto Corvonero, con i capelli lunghi.
Naruto vide Harry andare in coppia con Draco, Hermione anche era in coppia con una ragazza di Serpeverde a cui non aveva mai prestato particolare attenzione.
Quando tutti erano pronti, poi, Lockhart iniziò a dare istruzioni da sopra il palco. "Tutti uno di fronte all'altro… ed inchinatevi" Naruto lo fece, non distogliendo lo sguardo dal suo avversario, che nemmeno gli toglieva gli occhi di dosso, e si preparò per le prossime istruzioni. "Bacchette in posizione!" urlò finalmente l'uomo.
Si mise in posizione come aveva osservato il professor Snape fare, alzando il braccio, tenendo conto del centro di equilibrio, e respiro profondamente. "Al mio 'tre', lanciate l'Incantesimo di Disarmo al vostro avversario…" era pronto, "solo e soltanto per disarmarlo della sua bacchetta," specificò l'uomo, "non vogliamo incidenti".
"1…2…3"
"Expelliarmus!" urlò, colpendo Michael per primo, facendolo finire a terra.
Ce l'aveva fatta!
Ansimava, un po' stanco, ma sapeva che ci avrebbe potuto lavorare sopra in modo che non lo sfinisse tanto. Si incamminò verso il Corvonero, offrendogli la mano, e cercando di dare un sorriso.
L'altro non glielo restituì, ma accettò la mano e si alzò. "Bel colpo" gli disse neutralmente, prima di andare a prendere la bacchetta finita a qualche metro di distanza.
Naruto si guardò intorno, notando che il loro era stato uno degli scontri più corti, Harry stava combattendo veramente con Draco, non essendosi limitati al semplice Incantesimo di Disarmo, mentre Hermione e la sua compagna avevano abbandonato le bacchette stranamente, e combattevano a mani nude. Anche se sembrava semplicemente che la ragazza Serpeverde avesse il sopravvento, tenendo la sua compagna per la testa.
Dopo uno sguardo al suo compagno che gli fece un cenno per dirgli che non gli dispiacesse, si affrettò a raggiungere Hermione, proprio mentre Harry e Draco erano forzati a smettere di combattere, e cercò di aiutarla ad uscire dalla presa dell'altra ragazza, aiutato pochi secondi dopo da Harry.
La sua compagna era riuscita ad uscire e recuperare la bacchetta, e Naruto si guardò intorno, vedendo diversi disastri accaduti nei vari combattimenti, qualcuno era a terra senza riuscire a rialzarsi, Terry Boot sanguinava, e c'era del fumo che proveniva da vicino Neville e Justin, aleggiando anche intorno a Ron e Seamus. Non riusciva a capire da chi fosse nato però.
Lockhart sembrava agitato, e lui tornò lentamente vicino al suo compagno. Loro stavano entrambi bene, come alcuni altri nella stanza, fortunatamente. "Sarà meglio che vi insegni a bloccare gli incantesimi ostili" disse, e Naruto voleva molto ricordargli come tecnicamente fosse il suo lavoro da inizio anno. "Proviamo con una coppia di volontari…" iniziò a guardare da un lato all'altro dalla Sala, e presto si accorse che stava per chiamare lui, ma il professor Snape lo batté sul tempo.
"Potremmo far andare Malfoy e Potter?" suggerì l'uomo. Lui era sicuro che il professor Snape sapesse benissimo che Lockhart avrebbe seguito qualsiasi sua idea.
"Ottima idea!" disse appunto l'altro, appoggiandosi volentieri sulle scelte degli altri. Naruto era molto in disaccordo però, quella era in effetti una pessima idea. Ma comunque presto i due ragazzi erano sul palco.
Il Capo della Casa di Serpeverde andò a dare consigli a Draco, mentre invece il professore di DADA andò verso Harry, facendo uno strano gesto che non fece altro che fargli cadere la bacchetta di mano. Era ridicolo, ma ovviamente riuscì a inventare in due secondi una bugia che lo faceva sembrare come se il fatto che gli era caduta la bacchetta fosse un fatto emozionante e che mostrava quanto fosse bravo.
Poco dopo, iniziò di nuovo a contare, che almeno faceva bene… "1…2…3…go!" gridò.
Ma l'incantesimo che fece Draco non fu quello di Disarmo, invece alzò la bacchetta e gridò: "Serpensortia!"
Dalla punta della sua bacchetta venne sparato fuori un lungo serpente nero, che appena arrivato a terra si rizzò, pronto a colpire.
Naruto si avvicinò di più, curioso, nonostante il buonsenso gli diceva esattamente di fare il contrario.
"Non ti muovere, Potter" ordinò il professor Snape, nonostante sembrasse divertito dalla situazione. In questo momento, il biondo non lo ammirava, visto che non era una situazione di cui essere divertiti. "Ci penso io a mandarlo via…" disse però, nonostante tutto. Sapeva cos'era giusto fare, dopotutto, era un professore.
"Mi consenta!" si intromise però Lockhart, e lui trattenne un forte urlo d'irritazione, sapendo che probabilmente l'uomo avrebbe solo peggiorato la situazione.
Dopo l'incantesimo del mago, infatti, il serpente semplicemente balzò in aria, per atterrare solo più inferocito di prima, ai piedi di Justin Finch-Fletchey. Il serpente nero sembrava pronto ad attaccarlo, mentre scopriva le fauci, e Naruto quasi stava per avanzare in avanti, d'istinto, quando invece Harry si avvicinò, facendo strani suoni che non riusciva a comprendere, quasi come se stesse parlando al serpente.
Forse stava davvero parlando ai serpenti, come i Parselmouths (Rettilofoni), ma non ne sapeva molto dell'argomento.
Comunque, dopo quello, il rettile si accasciò, smettendo di cercar di attaccare il Tassorosso. Che in cambiò urlò al suo compagno, arrabbiato e spaventato, "A che gioco stai giocando?" gridò ad Harry, prima di correre fuori dalla Sala, seguito da molti sguardi.
Il professor Snape, intanto, si prese cura del serpente, e in tutta la Sala si levavano sussurri, Ron prese Harry, e con Hermione anche loro presto uscirono dalla stanza.
Lui rimase lì, guardandosi intorno mentre iniziava a levarsi molto rumore e Lockhart provava vanamente di ripristinare l'ordine.
Gli amici di Justin si sussurravano a vicenda, e Sally-Anne lo guardava in modo strano, alcuni erano spaventati, altri sorridevano soddisfatti (Draco & Co), altri facevano girare le voci, e solo dopo quasi due interi minuti il professor Snape prese in mano la situazione, dichiarando che avrebbero finito, e che ognuno era obbligato a tornare immediatamente alla sua Sala Comune se non avesse voluto essere punito.
Ma le voci ancora giravano, e lui sapeva che non sarebbe passata nemmeno una notte prima che lo sapesse tutta la scuola.
Ad esser sincera, non mi piace proprio come ho scritto questo capitolo, è tra i miei meno preferiti, ma almeno vedo miglioramenti con la mia scrittura rispetto a quando ho iniziato. Da non credere che io abbia scritto così tante parole...
Grazie per aver letto e per tutte le belle recensioni che lasciate! Apprezzo ogni cosa!
Ja ne!
