Pubblicando questo subito dopo l'altro, non ci sarà che grande introduzione...

Disclaimer: né Naruto né Harry Potter mi appartengono, sono rispettivamente di Masashi Kishimoto e J.K. Rowling.


"Il gusto di un buon cupcake"

18 Dicembre

Venerdì

C'era una fitta tormenta di neve il giorno dopo, e la lezione di Erbologia fu annullata, era l'ultima del semestre. Probabilmente un altro motivo era che la professoressa Sprout era molto occupata col cercare di far crescere in fretta le Mandragole, in modo che potessero creare la cura per trattare Mrs. Norris e Colin Creevey, entrambi pietrificati da una causa ancora non definita.

Aveva cercato di capire un po' meglio cosa potesse essere il mostro delle leggende, quello nella Camera dei Segreti, ma non aveva una vera base da cui partire, quindi semplicemente ogni settimana prendeva un libro diverso su creature magiche, mitologiche e leggendarie, cercando di capire cosa mai potesse celarsi dietro la scritta rossa non lavabile, e dietro le due pietrificazioni.

Per questo motivo anche quel giorno era in biblioteca, come suo solito. Sfruttava l'ora che avevano perso per cercare qualcosa in più di inerente alle sue "ricerche" se così poteva chiamarle.

In biblioteca era presente anche qualche Tassorosso, sempre del secondo anno, che come lui probabilmente sfruttava l'ora vuota per studiare o anticiparsi per le vacanze.

Anche se loro non sembravano studiare, quanto conversare animatamente. Cercò di ignorarli, non era bello origliare le conversazioni altrui.

Continuò a leggere il suo libro, quando sentì dei passi un po' distanti e alzò la testa giusto per controllare chi fosse. Era Harry.

Avrebbe distolto lo sguardo, se non avesse notato il suo comportamento insolito.

Quella stessa notte, infatti, si era svegliato al suono di colpi sordi. Aveva sempre avuto il sonno leggero, ma solitamente non era solito svegliarsi nel bel mezzo della notte per cause esterne.

Ci aveva messo un po' a capirlo, ma da quel che aveva intuito, Harry stava prendendo a pugni il suo cuscino, forse frustrato, forse arrabbiato, forse furioso.

Sicuramente era una conseguenza dell'ultimo stressante periodo e di ciò che successe giusto il giorno prima al Duelling Club.

Non sapeva se il ragazzo avesse potuto apprezzare sapere di essere stato notato, quindi Naruto non disse nulla né si avvicinò al suo compagno. Però era rimasto sveglio fin quando non sentì, pian piano, i suoni attutirsi.

Quando pensava che Harry si fosse addormentato, chiuse anche lui gli occhi e ritornò alla sua dormita.

Ed adesso il ragazzo si era fermato nel Reparto Invisibilità, come per ascoltare ciò di cui parlavano tanto animatamente.

Pensava fosse un po' maleducato, ma appena ascoltò per sbaglio un po' della conversazione, capì perché Harry si fosse fermato ad origliare e lo fece anche lui, infine.

"In ogni caso" diceva Ernest Macmillan, "ho detto a Justin di restare nascosto nel nostro dormitorio. Voglio dire, se Potter lo ha preso di mira come sua prossima vittima è meglio che lui si tenga a distanza per un po'." Disse, alzando le spalle, come se non avesse appena insinuato che il suo compagno, Harry Potter, fosse l'erede di Serpeverde che tanto provava a trovare.

Era un po' arrabbiato, ma voleva sentire il suo ragionamento, quindi rimase in ascolto. "Inutile dire che Justin si aspettava qualcosa del genere quando s'era lasciato uscire con Potter che era Muggle-born" ma questo se Harry avesse seriamente cattive intenzioni riguardo i muggle-borns. Si rendevano conto che la migliore amica del ragazzo lo era? Ma Justin continuò, "In realtà Justin gli ha detto in faccia che doveva andare ad Eton inizialmente" una delle scuole più prestigiose nel Regno Unito, "e non è certo qualcosa che ti fai uscire quando in giro c'è l'Erede di Serpeverde, non trovate?"

La ragazza poi, gli sembrava si chiamasse Hannah Abbott, chiese ansiosamente all'altro ragazzo se fosse davvero sicuro fosse Harry, quest'erede di Serpeverde.

Diciamo che dalla risposta di Ernie, riguardo all'abilità di Harry di parlare con i Serpeverde, riuscì un po' a capire le ragioni dietro il pensiero del Tassorosso. E anche le coincidenze riguardo le pietrificazioni potevano far sembrare la teoria ancora più valida, ma Naruto pensava comunque fosse ridicolo.

Non poteva essere davvero arrabbiato con i ragazzi, si rese conto, mentre continuavano ad aggiungere motivi per cui fosse perfettamente plausibile essere l'Erede di Serpeverde per Harry. Dopotutto, erano spaventati e preoccupati per il loro amico, in più non sapevano nulla di ciò che stava succedendo, né conoscevano Harry, quindi non sapevano come fosse fatto il ragazzo.

Naruto poteva escludere l'opzione senza pensarci due volte perché conosceva il suo compagno, probabilmente questi ragazzi non sapevano nemmeno quanto Harry fosse amico di Hermione, o la storia completa tra lui e Colin, né la sua relazione con qualsiasi altra cosa.

Non poteva tener contro di loro l'essere spaventati dall'ignoto e dubitare di qualcuno quando questi fa qualcosa di ambiguo che può effettivamente far crescere sospetti.

Avrebbe quasi voluto poter dire ad Harry che doveva farli prima calmare piuttosto di farsi vedere subito, che poteva provare lui stesso a far cambiare idea agli altri, ma il ragazzo si presentò lì davanti, spaventandoli.

Era brutto ascoltare la loro conversazione, ma Naruto fece finta di leggere ed origliò.

Harry era arrabbiato, giustamente, e si formavano talmente tante incomprensioni che quasi parlò, ma avrebbe aiutato? Doveva aiutare in qualche modo, era suo dovere aiutare un compagno in difficoltà, e probabilmente parlare come muggle-born avrebbe aiutato almeno a far venire ai Tassorosso il dubbio che il moro non fosse effettivamente l'Erede di Serpeverde.

E se si fosse bloccato come quella volta nell'ufficio di Lockhart? A quel punto non avrebbe fatto altro che far aumentare i sospetti su Harry, facendo passare il ragazzo come se lo stesse obbligando.

Ma parlare forse avrebbe comunque aiutato.

Si guardò freneticamente intorno, alzò la testa dal suo libro, doveva prendere sicurezza, giusto? Non poteva mormorare o parlare a balbettii… O forse sì?

Ma è come se ci fosse un tic-tac in mente che gli diceva che il tempo stesse per scadere.

Respirò pesantemente, doveva calmarsi, e provare ad aiutare il suo compagno, ma come?

Doveva pensare bene, agire d'impulso avrebbe solo peggiorato la situazione. Aveva agito diverse volte d'impulso e la maggior parte di quelle volte non era finita bene.

Avevano appena fatto leva sul fatto che Harry detestasse i muggles? Magari avrebbe dovuto dire qualcosa tipo "anch'io lo faccio, e sono muggle-born"? Ma non pensava avrebbe avuto senso.

Perché non riusciva a pensare qualcosa da dire? Andare d'istinto? No no, piuttosto non stava pensando abbastanza. Doveva concentrarsi, cosa dire?

Poi vide Harry girarsi, arrabbiato, ed iniziare ad andarsene, voleva quasi rincorrerlo, gli sarebbe bastato qualche altro secondo, ne era certo, gli bastava pensare solo un poco in più-

"Pensi troppo" gli disse una vocina in testa sua.

Aveva ragione.

Harry se ne era andato.

Si mise le mani sul viso, deluso da sé stesso. Cosa gli era successo? Doveva solo dire qualcosa, non andare nel pallone, era così stupido, sarebbe bastato dire qualcosa sulla falsariga di "la sua migliore amica è muggle-born" o semplicemente che lo era lui.

Perché gli era venuto in mente solo adesso? Non poteva pensarci prima?

O forse il problema era il contrario, appena aveva spesso di spremere le sue meningi su cosa dire, la cosa giusta gli era venuta in mente.

Magari poteva dirlo ai ragazzi comunque, anche senza Harry. Avrebbe ammesso di aver origliato, ma avrebbe aiutato il suo compagno, giusto?

Stavano iniziando ad alzarsi però, e capì che era quasi l'inizio del secondo periodo. Per fortuna aveva i libri di Trasfigurazione con sé, quindi avrebbe potuto direttamente andare verso l'aula.

Ma aveva qualcosa che aveva deciso di fare, quindi era meglio farla, prima che si pentisse del contrario.

Prese velocemente la cartella con i libri, mentre quei ragazzi Tassorosso iniziavano ad uscire dalla biblioteca e li rincorse a passo veloce.

Appena fuori, per non infastidire Madame Pince, corse un piccolo tratto di strada.

Non sapeva assolutamente come dirlo, non aveva senso fermarli così, ma lo doveva al suo compagno, quindi li raggiunse in fretta e si fermò proprio di fronte a loro.

"Scusate, prima vi ho ascoltato, fatevene una ragione, pensavo fosse soltanto utile dirvi una cosa" disse, non guardando nessuno di loro in viso, visto che sapeva di starsi rendendo leggermente ridicolo. Li aveva fermati come uno scemo, quando la loro conversazione era pure finita, o forse no, non sapeva di cosa stessero parlando in quegli ultimi due minuti. "Hermione Granger, migliore amica di Harry Potter, è muggle-born, quindi non penso proprio che Harry sia l'Erede di Serpeverde" sbottò infine. "E già che ci sono, anch'io sono muggle-born, fate quello che volete con questa informazione" decise pure di dire.

Sorrise leggermente, alzando lo sguardo, aspettandosi almeno un po' di dubbio nelle espressioni dei ragazzi. Ma lo vide solo tra i lineamenti di Hannah, che sembrava considerare le sue parole.

"E non sei preoccupato?" gli disse Ernie, "dormi nella sua stessa stanza, giusto? Non hai paura?" chiese completamente serio. Lui scosse la testa fermamente. "Io lo sarei se fossi in te, probabilmente sta solo cercando di guadagnare la vostra fiducia per farsi bello di fronte agli altri" disse, fermo nella sua idea. "Non dubito della sua amicizia con Granger, ma è capace di lasciar solo lei illesa"

Non sapeva cosa si sarebbe aspettato da quel confronto, ma a questo, non aveva pensato. Come non aveva pensato ad un sacco di altre reazioni che avrebbero potuto avere. Perché nella sua testa avrebbero dovuto semplicemente cambiare idea così? Dopo tutto quello di cui avevano parlato in biblioteca? Non riuscì a dire nulla, ma vide i ragazzi iniziare a sorpassarlo, andando per la strada verso cui prima erano diretti.

Strinse il pugno, e poco prima che lo sorpassassero del tutto parlò duramente: "non lo conoscete, lui non è così"

Ma Ernie subito rispose, imperterrito: "né conosciamo te, quindi perché dovremmo fidarci tanto facilmente delle tue parole?"

Quando lo sorpassarono del tutto si mise nuovamente le mani in viso, deluso da sé stesso, pensando che forse aveva semplicemente peggiorato la situazione. Li aveva fatti andare via, non migliorando nemmeno un po' la loro percezione del suo compagno, ed era anche rimasto muto adesso, senza dire più nulla. Non aveva pensato a questo possibile sviluppo, era così stupido…

Forse sarebbe stato meglio se avesse proprio ignorato tutto.

Meritava davvero i tentativi che Harry faceva per essere suo amico?

Pochi minuti più tardi, arrivò ad un'altra scena che avrebbe voluto poter ignorare.

Justin Flinch-Fletchley era steso a terra, pietrificato, Sir Nicholas era anche immobile, Peeves intonava una canzoncina contro Harry, ed Harry era guardato e giudicato da tutti, di nuovo.

Era di nuovo bloccato, la vista davanti a lui lo aveva fatto rimanere congelato. Non sentiva più nulla, guardava Justin, che sembrava come morto, essere steso davanti a sé.

Non voleva assolutamente essere lì, e probabilmente Harry lo voleva ancor meno, forse avrebbe potuto aiutare, forse… no, non poteva, era congelato e non si muoveva, non ci riusciva, non poteva.

Né avrebbe potuto mai aiutare Harry dall'esser giudicato meno, dall'esser sospettato meno. Non poteva, non ci sarebbe proprio riuscito. Non poteva provarci, forse non voleva nemmeno, dovette ammettere con grande senso di colpa.

E poi, c'era Justin lì a terra, fermo, come se fosse una statua, come quella che gli cadde addosso.

C'erano troppe voci a circondarlo, troppe persone forse? No, non dovrebbe dargli fastidio, perché gli dava fastidio?

Il vortice di pensieri diventava solo peggiore e peggiore e peggiore.

Poi sussultò, qualcuno gli scuoteva la spalla, chi? Non lo sapeva, ma un altro scuotimento lo fece uscire dal suo stato.

Alzò un attimo lo sguardo in alto, distogliendo lo sguardo da Justin e puntando gli occhi su Harry, il ragazzo lo guardava, Naruto distolse lo sguardo.

Non voleva vedere l'espressione del ragazzo. Non sapeva perché, non voleva pensarci.

Poi venne la professoressa McGonagall, pronta a gestire la situazione come meglio poteva.

Harry fu portato via con lei, mentre gli altri si apprestavano a seguire le sue istruzioni, un paio di professori si occuparono di Justin, un altro si occupò della folla.

Lui si girò la testa verso destra, infine, la direzione da cui proveniva la mano ancora saldamente sulla sua spalla.

C'era un ragazzo, puntò gli occhi un po' più in alto; lo conosceva: era Cedric, era stato nel viaggio di ritorno con lui e i suoi amici l'anno prima. Dovrebbe essere stato del quarto anno, se non errava.

Gli stava sorridendo rassicurantemente, e la sensazione della mano sulla sua spalla era bella, ma provò a non appoggiarsi al tocco.

"Hey," lo salutò il ragazzo più grande, sorrideva rassicurantemente. Naruto si sentì quasi imbarazzato sotto quegli occhi gentili. "Non penso faremo il prossimo periodo" disse CEdric, forse provandolo a distrarre, "vieni su" gli disse, e Naruto seguì obbedientemente.

Non voleva davvero restare sulla scena, quindi avrebbe preso al volo qualsiasi motivo per andarsene.

"Come te la passi?" gli chiese Cedric, continuando a camminare.

"Bene" rispose, sentendosi un po' in colpa per dare risposte tanto secche. "A te come va?"

"Tutto a posto, gli studi si sono intensificati in questi tempi però," disse, prima di scrutarlo qualche secondo, "sei cresciuto in altezza dall'anno scorso?"

Non era cresciuto, o almeno non credeva, visto che era ancora tra i più bassi di Hogwarts, ma capiva cosa stesse cercando di fare Cedric.

"Non lo so" rispose comunque, per essere educato, dopotutto lo stava cercando di aiutare.

"Beh, sicuramente qualche centimetro lo hai messo" disse, parlando.

"Come dovresti anche riuscire a ricordarlo?" interrogò Naruto.

"Non lo so, indovinando?" disse blandamente. "Allora, come sta andando quest'anno? Difficili gli argomenti?"

"No, non particolarmente"

"I miei sì" sorrise casualmente.

"Quindi vai male?"

"No", ammise Cedric.

"Allora vai bene?"

"Beh… immagino tu possa dirlo" infine disse, "tu come vai? Bene?"

Non sapeva assolutamente dove stessero andando, e probabilmente non lo sapeva nemmeno il ragazzo più grande. "Sì", rispose infine, "ho buoni voti" disse anche.

"Materia in cui vai peggio?" chiese l'altro, guardandolo sorridendo leggermente.

"Erbologia" rispose istintivamente, solo per poi correggersi, "no dimenticalo, Difesa Contro le Arti Oscure è la materia dove vado peggio" disse invece, pensando al professore biondo e i suoi stupidi test.

"In generale o solo quest'anno?" chiese a quel punto Cedric.

"Quest'anno" quindi disse.

"Bene," annuì il ragazzo, "onestamente? Anche io"

Naruto sorrise un po' notando poi che erano arrivati vicino ad un paio di scale che portavano verso il basso. Non sapeva dove stessero andando, ma capì presto che invece il Tassorosso di fianco a lui ne era cosciente, visto che lo guardò attentamente prima di fare una domanda.

"Allora" disse, "hai fame?"

E tutto allora fu più chiaro, lo stava portando verso le cucine, si sapeva che il cibo fosse il modo migliore per distogliere la mente di qualcuno da brutti pensieri. Osservò il sorriso del ragazzo più grande, che lo guardava con i suoi gentili occhi grigi, e si chiese perché lo facesse.

Eppure, sembrava davvero sincero, e Naruto si ritrovò ad ammirare quel sentimento così genuino che si riversava dallo sguardo di Cedric.

Ed era diretto verso di lui, verso uno studente del secondo anno che negli ultimi giorni non riusciva più a fare nulla di giusto.

Ma non penso a questo ulteriormente, perché il Tassorosso si aspettava una sua risposta e probabilmente aveva atteso già abbastanza. "Sì che ho fame". Sorrise, avvicinandosi di un passo al ragazzo.

"Bene, ho fame anch'io" gli disse, iniziando a scendere verso il sotterraneo. Naruto lo seguiva un passo più indietro chiedendosi dove sarebbero andati se lui invece avesse detto di non aver fame.

Cedric provò a fare in modo che non ci fossero momenti silenziosi, continuando a fare domande e parlare di cose sciocche, arrivando poi fino ad un quadro con un cesto di frutta. Da quel che sapeva nei paraggi avrebbe dovuto esserci anche la Sala Comune dei Tassorosso.

Il ragazzo girò la testa verso di lui, "sei mai stato nelle cucine di Hogwarts?" gli chiese, curioso.

Lui in risposta scosse la testa, negando. Sapeva che questa fosse la loro ubicazione, ma non aveva mai capito come entrarci, e non era che avesse nemmeno provato più di tanto.

"Bene, stai a guardare" gli disse allora Cedric, sorridendo soddisfatto, mentre allungava la mano ed iniziava a… solleticare?

Stava solleticando la pera del cesto di frutta, e presto apparve una maniglia, che Naruto immaginava servisse ad aprire la porta.

Però Cedric non aprì la porta, invece fece un passo avanti, tirandolo un po' più vicino con una mano dietro la schiena, "a te l'onore" disse, facendo un movimento esagerato con il braccio, per invitarlo ad accomodarsi ad aprire la porta. Quasi come se lui lo stesse facendo entrare nella propria casa.

E lui allora prese la maniglia, e dopo aver sbattuto un attimo le palpebre aprì la porta, assaporando con la vista le cucine che tanto aspettava di vedere.

Erano posizionate proprio sotto la Sala Grande, e questo era spiegato dalla riproduzione fedele dei posti a sedere, con i cinque lunghi tavoli. In quel momento erano sparecchiati, ma immaginava che per i pasti semplicemente piazzassero i pasti su una posizione sul tavolo, e questi automaticamente apparissero ai tavoli sopra.

Tante creature magiche che riconobbe come Elfi Domestici sembravano darsi da fare, camminando da un lato all'altro della stanza, almeno finché non li notarono, e quando lo fecero, si fermarono. Poi uno iniziò ad avvicinarsi a lui.

Lui, intanto. si girò a guardare Cedric, che era alquanto divertito dalla situazione probabilmente non inusuale ai suoi occhi. "Carino il posto, no?" gli chiese e lui annuì soltanto mentre un elfo finalmente li raggiunse.

Si inchinò leggermente, prima di rivolgere loro la parola, "salve signori" disse, in modo non educato quanto sottomesso…?

"Salve a te" rispose però Naruto educato.

"Ehi" salutò Cedric, informalmente.

L'elfo sembrò riconoscere Cedric e fece un altro inchino quasi, ma il ragazzo fece un gesto con la mano come per dire che non fosse necessario, e la creatura sembrò comprenderlo facilmente, visto che non abbassò nuovamente la testa.

"Se posso chiedere" iniziò l'elfo, Naruto avrebbe voluto sapere il suo nome, "come mai siete qui? C'è qualcosa che potremmo fare per voi, signori?"

A Naruto faceva strano ricevere tutta quella formalità diretta a lui da qualcuno che non fosse un professore, quindi si mosse un po' a disagio, aspettando che l'altro ragazzo parlasse per lui, ma quando vide che l'elfo stesse ancora aspettando una risposta, voltò lo sguardo per guardare Cedric, e lì capì che avrebbe dovuto parlare lui.

"Ehm…" iniziò un po' perso, "potrei chiedere il tuo nome?"

L'elfo sembrò scioccato per qualche secondo, con grande confusione di Naruto, ma si ricompose poco dopo. "Soddy, signore" rispose.

Non sapeva molto sugli elfi domestici, nonostante sapesse si trovassero a scuola, e conosceva il loro status di schiavi, o servi, come preferiva chiamarli nella sua mente. Ma non si aspettava fossero così… sottomessi.

"Quindi, Soddy" disse, non sapendo che tipo di risposta aspettarsi, "sarebbe possibile ricevere qualcosa da mangiare?" chiese infine, dicendo quello per cui era anche venuto in primo luogo. Guardò Cedric per ricevere un cenno di approvazione e per qualche motivo lo fece sentire davvero molto bene.

"Sì, certo signore! Possiamo soddisfare qualsiasi cosa tu chieda" rispose diligentemente l'elfo, che sembrava felice di ricevere un compito, "tu sei anche così educato con me," disse anche eccitato. "Anche l'altro signore vuole qualcosa?" chiese poi, velocemente.

Solo a quel punto Cedric si avvicinò, avendolo abbandonato fino a quel momento, "prenderò qualsiasi cosa prenda il mio amico qui" disse indirizzandolo.

"Perfetto!" quindi Soddy riportò nuovamente i suoi occhi su di lui, ansioso, "cosa preferiresti avere, signore?"

Naruto ci pensò su qualche secondo, prima di sorridere un po', non sapeva se potessero fare proprio tutto, ma… "sarebbe possibile… se non ci si mette troppo, avere un cupcake al cioccolato?" mandò un'occhiata timida a Cedric, non vergognandosi della sua scelta ma volendo vedere cosa ne pensasse. Il ragazzo sorrideva come sempre però.

"Certo signore!" disse l'elfo, "anche uno per te, signor Diggory?"

Il Tassorosso annuì semplicemente, con le mani infilate in una tasca, e si avvicinò un po' di più a Naruto.

"Va bene così, signori," disse ancora diligentemente la creatura, "se volete seguirmi…?" suggerì, ed entrambi annuirono, iniziando a seguire l'elfo.

"Signore" gli chiese l'elfo pochi secondi dopo, "posso chiedere se mi è possibile conoscere il tuo nome?"

Naruto sorrise leggermente, apprezzando l'elfo. "Mi chiamo Naruto, sentiti libero di chiamarmi così" disse, sperando che il 'signore' adesso sarebbe caduto.

"Benissimo, signor Naruto" disse, fermandosi finalmente, e il biondo sospirò, pensando che comunque, se l'elfo avrebbe voluto chiamarlo così, non era nessuno per fermarlo. "Ci vorranno solo pochi minuti, intanto, se volete pormi qualsiasi domanda, sarò lieto di rispondere a ciascuna di esse. Altrimenti posso allontanarmi, o fare qualsiasi altra cosa mi chiediate".

Cedric lo guardava ancora, non intenzionato a dire nulla, ed incitandolo a parlare in un modo che non gli faceva così tanto piacere.

"Ehm…" iniziò un po' imbarazzato, "Soddy, se non ti dispiace, potresti spiegarmi come funziona il tutto qui nelle cucine?"

Quando intendeva 'il tutto', non intendeva davvero tutto, ma Soddy stava raccontando in modo anche troppo dettagliato tutto quello che facevano, tanto che dovette interromperlo. "Va bene così Soddy, è più che sufficiente" spiegò imbarazzato e l'elfo si fermò di botto, smettendo di produrre un suono. "E ti diverti qui?" chiese poi, essendo davvero curioso di come se la passassero, "sii onesto" aggiunse, per rassicurazione.

"Ovvio che sarò onesto signore" rispose l'elfo, ricordandogli che probabilmente era un suo obbligo esserlo, "mi diverto molto qui, nessuno ci tratta male e servire voi signori qui ad Hogwarts è un onore per tutti noi" disse, e sembrava abbastanza genuino per rassicurare i dubbi di Naruto.

Passò poi circa un minuto, dove si guardava intorno, collegando ciò che aveva raccontato Soddy a ciò che vedeva in cucina.

Aprì poi di nuovo la bocca, e Soddy se ne accorse subito, visto che si girò a guardarlo paziente immediatamente. "Ho un'altra domanda," si fermò un attimo, non che si aspettasse che l'elfo potesse interromperlo, "puoi smetterla di indirizzarti a me come signore?"

"Ci ho già provato, Naruto" si intromise Cedric, "non funziona, si sentono più a loro agio così" disse, come se spiegasse tutto.

"Davvero?" chiese un po' confuso.

"Sì, signor Naruto" confermò Soddy, e il biondo annuì, accettandolo.

"Anche tu chiami con molta formalità tutti gli insegnanti, no?" chiese Cedric, sorridendo leggermente e guardandolo con uno sguardo consapevole, Naruto annuì, "è un po' la stessa cosa, giusto?"

Lui voleva rispondere che cambiava, perché i professori erano professori e lui era… lui, ma sembrava un discorso che non avrebbe portato a nulla, ed in più stavano arrivando i cupcakes. Soddy gli aveva spiegato che erano incredibilmente veloci grazie alla magia principalmente, e potevano riscaldare la pasta in tempo quasi zero, quindi in circa 7 minuti erano stati infatti pronti e alla sua portata.

Ne prese uno, mentre Cedric allungò la mano per l'altro. Sembrava delizioso, e non poteva fare a meno di sorridere felice, mentre ricordava come, nonostante tutte le cose che aveva assaggiato da quando aveva piazzato per la prima volta piede ad Hogwarts, era ancora il suo dolce preferito, forse per i ricordi o le emozioni associate, forse per il suo passato.

Lo addentò e gustò la bontà senza dire una parola, ascoltando Cedric che ringraziava e lodava gli elfi, lui invece stava apprezzando quel cupcake più di tutto ciò che aveva mangiato negli ultimi tempi, nonostante fosse buono tutto ciò che aveva toccato le sue papille gustative, almeno nel periodo in cui si trovava ad Hogwarts, non voleva pensare al "cibo" dell'orfanotrofio, se così potesse essere chiamato.

"Grazie" disse sinceramente a Soddy, prima di girarsi per la sala intera e alzare un po' più la voce, "grazie a tutti" ripeté, sorridendo e osservando tutta la cucina, piena di elfi che lo guardavano. "Era davvero delizioso," disse poi più a bassa voce a Soddy, "per favore, più tardi dillo anche agli altri" disse, e sembrava che l'elfo stesse per dire qualcosa, ma lo interruppe di nuovo, "vorrei dirvi che anche tutto il resto del cibo che preparate per noi è sempre incredibilmente delizioso".

Soddy sembrava star per commuoversi, aveva un sorriso gigantesco in viso, e si inchinò, nonostante non fosse quello che Naruto pensava avrebbe fatto. "Grazie mille signor Naruto, sei gentilissimo, davvero, grazie mille signore, grazie". Ripeteva ancora ed ancora ringraziamenti, ed a quel punto, spontaneamente si inchinò anche il biondo, rispondendo all'elfo e dicendo grazie a sua volta.

Finché poi Cedric non lo bloccò, "va bene Naruto, alza la testa, altrimenti Soddy non lo farà mai" e Naruto capì che probabilmente l'elfo avrebbe risposto ai suoi grazie finché lui non l'avesse fermato, quindi, alzò la testa.

"Va bene Soddy, grazie di nuovo, prego per le gentili parole" disse, e anche l'elfo allora alzò la testa.

"Sei davvero così gentile" disse, estasiato, facendo sentire un po' a disagio Naruto.

Lui sorrise imbarazzato, mentre guardava Cedric in aiuto, il ragazzo per una volta davvero venne in suo soccorso. "Va bene, tra poco inizieranno le nostre prossime lezioni, vi ringraziamo ancora, ma dobbiamo salutarvi".

Ci fu un'ondata di inchini, ma dopo un minuto erano fuori dalla stanza e iniziavano a tornare ai piani più alti.

"Eri molto felice di mangiarlo, giusto?" gli chiese infine Cedric, rompendo il silenzio rilassato.

"Già" disse semplicemente.

"Non ti avevo mai visto parlare tanto" commentò scherzosamente.

"Mi hai obbligato" rispose secco. "Ed è letteralmente la seconda volta che passiamo del tempo assieme".

Il Tassorosso scrollò le spalle, criptico e non lasciando trasparire altro che divertimento.

Ci fu di nuovo silenzio, mentre camminavano. Passò qualche minuto, poi, subito prima di iniziare a salire una nuova rampa di scale, Naruto arrivò alla fine della sua pazienza, ponendo finalmente la domanda che lo tormentava da circa un'ora.

"Perché?"

Cedric gli rivolse uno sguardo confuso, fermandosi uno scalino in sopra, per non andare avanti senza di lui. "Perché cosa?"

Naruto indicò con le braccia i dintorni, "questo" disse, ma l'altro era ancora confuso, quindi si rese conto di dover allora porre bene la domanda, formulandola completamente. "Perché venire a parlare con me, distrarmi, sì l'ho capito subito, cercare di farmi stare meglio, cercare di farmi sorridere… voglio dire, non avevi cose migliori da fare?"

Cedric lo guardò per qualche secondo, e i suoi occhi si fecero un po' più affettuosi, non stava rispondendo nulla, e Naruto sentiva sempre più il bisogno di guardare a terra, ma non lo fece, continuava a tenere in vita questa connessione che lo sguardo condiviso creava. L'espressione del Tassorosso era rilassata, e gli sorrideva tristemente. Il ragazzo lo guardava da circa un metro di distanza, con le mani in tasca e la testa leggermente inclinata. Poi aprì leggermente la bocca, guardandolo ancora teneramente, "sembravi aver bisogno di un aiuto" disse, e forse non scandiva bene le parole come sembrava fare nell'immagine mentale di Naruto, ma pensava che la vista del ragazzo che gli voltava le spalle, iniziando a salire le scale, fosse bellissima.

Era tutto così armonioso, e quando Cedric girò la testa e disse "vieni?" era più felice di quando addentò quel suo speciale cupcake.

Era uno dei suoi ricordi più cari, quello sguardo condiviso, le larghe spalle rassicuranti che si allontanavano, e lui che le seguiva quando il ragazzo si girò per assicurarsi stesse venendo…

Sembrava tutto così giusto finalmente.


Wow, finito anche questo capitolo, ammetto che mi piace molto di più dello scorso, e spero anche a voi.

Sto cercando di costruire una specie di amicizia tra Cedric e Naruto, se non si fosse capito, interpretate i pensieri del nostro biondo come meglio volete però.

Detto questo, spero di essermi fatta perdonare del mega ritardo menzionato all'inizio dello scorso capitolo, e vi saluto.

Ja ne!