Alla fine di quell'estenuante turno Natalie era andata a trovare Will ed entrando nella stanza trovò una situazione completamente diversa dal solito e le venne da sorridere.

Il dottore giaceva sul letto come al solito, ma non era più solo. Al suo fianco c'era suo fratello.

Era felice che lui fosse lì, voleva bene anche a lui e vederlo sì significava che stava meglio.

Erano passate le dieci e Jay era ancora lì.

L'infermiera vedendolo dormire aveva pensato di aspettare che si fosse svegliato per portarlo nuovamente in camera sua.

La dottoressa Manning immaginava che sarebbe stato difficile farlo tornare a letto perché sapeva il legame che c'era tra i due fratelli.

Jay nel frattempo di tanto in tanto tremava, come se avesse qualche brivido.

Natalie lo notò e silenziosamente aprì l'armadio della stanza e prese una coperta in più poggiandogliela delicatamente sulle spalle facendo attenzione a non svegliarlo.

Il detective prese l'angolo della coperta e la tirò di più verso di sé ed a bassa voce disse:

- Grazie mamma -

Natalie si ritrovò nuovamente a sorridere e con la mano spostò i capelli di Jay che gli erano caduti sul viso e si sedette vicino a Will dall'altro lato del letto.

La stanchezza iniziava a farsi sentire anche per lei e pian piano si stava addormentando.

Poco dopo si sentì un rumore.

Qualcuno si stava muovendo.

Riaprì gli occhi e notò che Jay si stava lentamente muovendo. Stava per svegliarsi e cercava spostarsi per trovare una posizione più comoda.

- Chissà da quanto tempo è seduto qui in questa posizione - si chiese Natalie tra sé e sé.

Poco dopo Jay aprì gli occhi, allungò pian piano la mano per accarezzare la guancia di suo fratello e poi si stropicciò gli occhi.

- Ciao Jay - disse la dottoressa Manning.

- Natalie - disse il detective stupito per la sua presenza.

- Come ti senti?- chiese lei

- Bene - rispose un po' titubante Halstead - Sto meglio. Grazie per la coperta. -

- Ho immaginato potessi avere freddo senza niente addosso. - disse la dottoressa con fare materno.

- Effettivamente si, fa un po' freddo qui. - ammise Jay.

- Dovresti tornare a letto. Per essere stato il primo giorno dopo tanto tempo che ti sei alzato sarebbe meglio non esagerare. - disse con fare da medico la dottoressa.

- Io non posso lasciarlo - disse con voce incrinata il detective. - non voglio farlo. Io ho bisogno di stare con lui.

- Lo so, ma potresti tornare qui domattina presto appena sveglio. - aggiunse lei.

Nel frattempo mentre parlavano lei osservava il fratello del dottore. Era deperito, sciupato. In quel momento decise che doveva prendersi cura di entrambi.

Era come se fosse la mamma che accudiva i suoi piccolini.

Quella notte l'avrebbe trascorsa in ospedale.

Uscita dalla stanza subito organizzò il tutto.

Chiese ad un collega che le aveva detto che stava andando al bar di portare una zuppa calda che avrebbe fatto mangiare a Jay, un panino per lei e delle bottiglie d'acqua.

Subito dopo chiamò Helen per informarla di quello che stava succedendo in ospedale. Lei sapeva tutto. La dottoressa si sfogava con lei raccontandole i suoi dubbi o pensieri. Le disse che sarebbe rimasta lì in reparto. I fratelli avevano bisogno di lei.

Subito dopo la chiamata si recò dall'infermiera del reparto ed insieme predisposero un letto nella stanza del dottor Halstead per far stare il detective con il fratello ed allo stesso tempo permettergli di stendersi e riprendersi completamente.

Assieme ad un collega la dottoressa Manning convinse Jay ad appoggiarsi nel letto ed a coprirsi bene.

L'ospedale era abbastanza caldo, ma la percezione della temperatura era diversa per un ragazzo che era per la maggior parte del corpo immobile.

Dopo aver sistemato tutto si sedette nel mezzo dei due letti.

- Natalie - la chiamò Jay

- Si? - rispose lei.

- Grazie - aggiunse lui e la dottoressa gli sorrise.

Dopo aver detto questo chiuse gli occhi e si assopí nuovamente.

Nel frattempo il collega che era andato al bar era ritornato ed aveva consegnato a Natalie tutto ciò che aveva chiesto. Un profumo di cibo aveva riempito immediatamente la stanza.

La dottoressa si avvicinò a Jay e lo svegliò dolcemente.

- Ehi - disse e quando il detective aprì leggermente gli occhi aggiunse - ho fatto portare qualcosa per te. Hai bisogno di mangiare se vuoi riprenderti a pieno.

- Non ho fame - rispose.

- Devi metterti in forze. - aggiunse la dottoressa.

- No, proprio non va - Halstead si stava comportando come un bambino ad un certo punto, ma Natalie sapeva come prenderlo.

- Se non vuoi farlo per te, allora pensa a tuo fratello. Avrà bisogno di tutto il nostro aiuto una volta che si sarà svegliato.- disse.

- se si sveglierà - aggiunse tristemente il detective.

- Jay guardarmi, andrà tutto bene. Will si riprenderà e noi dobbiamo essere pronti. - disse la Manning con fermezza, ma anche grande dolcezza.

Così alla fine, dopo averlo convinto, lo aiutò a sedersi ed a mangiare un po' di zuppa calda.

Ne prese poco meno di metà per poi fermarsi, ma almeno era qualcosa.

Poco più di mezz'ora dopo era già addormentato ed anche Natalie si era appisolata sulla sedia.

Rimasero così per circa tre ore, quando la dottoressa fu svegliata da alcuni lamenti.

Era Jay qualcosa non andava.

Accese una luce soffusa e notò che il detective era tutto sudato e tremava.

Toccandogli la fronte notò che aveva la febbre alta. Si diresse dall'infermiera a prendere un termometro e dopo averla misurata notò che era 38.7.

Il giorno prima il giovane Halstead si era spinto un po' troppo oltre le sue possibilità del momento.

Lo svegliò delicatamente dandogli una pastiglia con dell'acqua per abbassare la temperatura.