Will era ancora bloccato. Desiderava ardentemente svegliarsi.

Sapeva che suo fratello aveva bisogno di lui poteva sentire tutto ciò che accadeva attorno a lui. Sembrava essere chiuso in un involucro che gli permetteva di ascoltare ciò che avveniva fuori, ma non gli dava la possibilità di rispondere.

Ogni giorno passava il medico a visitare il suo corpo, cercava e sperava anche lui in una qualche reazione. Ma nulla. Non vi erano cambiamenti. Tutto era uguale.

Guardava sua madre in lontananza, sorrideva era felice di lui.

Ma quelle immagini erano ormai lontane era come se il dottore si trovasse in un tunnel. Ad un'estremità vedeva il viso della madre ed era lì che era andato all'inizio ed aveva chiacchierato con lei e dall'altro lato vi era una luce e lui sapeva che era lì che doveva andare.

Camminava ormai chissà da quanto tempo, ma la fine del tunnel era sempre lontana.

Non importa quanto si sforzasse, la fine distava sempre chilometri e chilometri.

Era disperato. Voleva tornare da suo fratello, voleva ringraziare Natalie per tutto quello che stava facendo per lui e per Jay.

Dentro di sé sentiva ardere sempre di più una forte rabbia che ben presto lo fece scoppiare a piangere.


- Buongiorno - disse Natalie al detective che si era appena svegliato facendogli un dolcissimo sorriso. Sperava davvero in cuor suo che quello potesse essere un giorno migliore dei precedenti almeno per Jay.

- Buongiorno a te - gli rispose lui sorridendo a sua volta.

Era la prima volta che lui accennava un sorriso da molto tempo.

- Sembri stanca - gli chiese.

- No, tranquillo, sto bene - rispose la dottoressa.

I suoi desideri sembravano essere esauditi, la giornata stava davvero prendendo una piega diversa.

Jay si sollevò un po' e si mise più o meno seduto. Le parole di Voight gli avevano dato davvero una bella scrollata.

Il sergente era come un padre per lui e ormai lo conosceva bene, erano anni che lavoravano insieme. Lui sapeva quando era il momento di parlare e cosa dire per smuovere qualcosa dentro il giovane detective.

Jay prese il telefono e controllò la casella dei messaggi. Ne aveva diversi, erano giorni che non toccava il cellulare.

Ce n'erano di Ruzek, Atwater, Burgess, tutta la sua squadra voleva dargli sapere che gli erano vicino.

Uno lo fece sorridere.

"Ehi bello addormentato, sono giorni che io ed Antonio veniamo a trovarti, ma tu dormi sempre. Ci vediamo più tardi verso le 10:30. Ti porto un bel caffè ed un buon cornetto come spesso faccio quando lavoriamo. Spero che almeno il caffè possa tenerti più sveglio." era il messaggio di Hayley.

Jay guardò l'ora, erano appena le 10. Sì diede una sistemata ed attese l'arrivo della sua partner. Stranamente aveva un po' di appetito, non molto, ma un leggero languorino si stava facendo strada in lui.

Alle 10:30, puntuale come un orologio svizzero ecco arrivare la detective con la colazione, l'aveva portata per sé, per Jay ed anche per Natalie.

La dottoressa la ringraziò ed andò via. Sarebbe andata a casa per poi tornare in ospedale ed iniziare il turno.

- Allora? Come va? - chiese Hayley

- Bene, e tu? - rispose lui - sai ho un po' di fame. -

Quest'ultima affermazione stupì la detective ed allo stesso tempo la fece sorridere. Subito diede anche a lui ciò che aveva portato ed iniziarono insieme a fare colazione.

Jay riuscì a mangiare metà cornetto ed a bere quasi tutto il caffè.

Una volta finito chiese alla sua patner di aiutarlo a scendere dal letto ed a sedersi sulla sedia vicino a suo fratello. Lei lo fece e poi si posizionò di fronte a lui ed i due iniziarono a chiacchierare come non accadeva da tempo ormai, ridendo e scherzando di gusto.

- Basta ti prego, non ce la faccio più - disse Jay ad un certo punto. Aveva riso troppo e nel frattempo stava tenendo la mano del fratello nella sua.

Il dottor Rhodes entrò nella stanza per parlare con Jay.

- Detective ho bisogno di parlare con te. So che forse non è il momento più appropriato, ma devo chiederti di valutare l'idea di dover decidere di staccare la spina a tuo fratello. -

Il dottore odiava questa parte del suo lavoro, ancora di più ora che lo stava dicendo per un suo amico. Il cuore gli faceva male, si stava spezzando in due.

Ma non solo il suo.

Jay si voltò verso suo fratello. Non profferì parola continuò a guardare Will tenendo stretta la mano nella sua e Connor uscì dalla stanza. Le chiacchiere e le risate avevano lasciato il posto ad una profonda tristezza.

Fu verso le 12:00 che qualcosa accadde.

Fu come se Will Halstead avesse sentito la conversazione tra il collega e suo fratello.

Qualcosa sotto la mano del detective si mosse.

Subito lui smise di parlare e cercò di capire se era accaduto davvero o era solo stata la sua immaginazione.

Era tutto vero. Le dita del dottore si stavano spostando lentamente.