Il dottore si era svegliato da due giorni e via via aumentavano sempre più i miglioramenti che faceva. Cominciava a muoversi meglio, lentamente ma con più facilità.
Quel giorno inoltre era in posizione più rialzata, come se fosse seduto.
In alcuni momenti sembrava assente, vagava con la mente, si isolava.
Era sempre in compagnia di suo fratello, non lo lasciava mai solo mentre gli altri pian piano andavano e venivano.
Le sue domande però continuavano a non avere risposta. Così decise di chiedere spiegazioni.
- Jay perché siamo qui? - chiese a suo fratello.
- Siamo stati male,- si limitò a rispondere lui.
- Si, ma cosa è successo? - domandò.
Era ovvio che se si trovavano in ospedale ci doveva essere stato un problema di salute.
Jay a quel punto aveva capito che non poteva più tacere, non che lo volesse fare di proposito, ma non aveva nemmeno lui molto chiari gli eventi dell'ultimo periodo.
Così inizio a raccontargli i suoi ricordi, fino a quando lui era andato a casa sua ed avevano litigato.
Anche quello era però un ricordo confuso nella mente dell'Halstead più giovane.
Nella mente del fratello maggiore però tutto stava diventando via via più nitido.
La litigata, l'essere sbattuto fuori in piena notte, il turno in ospedale.
Finché come un sogno ritornò alla mente al dottore anche il momento dell'incidente, proprio mentre il detective stava concludendo la sua storia dicendo:
- Da qui in poi non ricordo più molto. Solo ho una strana sensazione. Come se avessi fatto qualcosa di brutto e non sapessi cosa. -
In quel medesimo istante Will si voltò verso Jay con uno sguardo terrorizzato.
Fu in quel momento che il detective capì. Non era una sensazione, era la realtà.
Con le lacrime agli occhi il detective chiese più volte:
- Che ho fatto? Cosa è successo? Will ti prego dimmelo. -
Il dottore si voltò in avanti e guardava fisso il lenzuolo davanti a sé. Non sapeva come comportarsi.
Se suo fratello avesse scoperto la realtà non se lo sarebbe mai perdonato e la voce che aveva era già disperata.
- Non è successo nulla. Non hai fatto niente - rispose.
Si notava però che Will non stava dicendo la verità. Non era mai stato bravo a mentire. Comunque entrambi fecero finta di nulla.
Solo il detective, dopo essersi sdraiato nel letto disse a voce bassa anche se abbastanza forte per essere sentito
- Mi dispiace Will -
E così fece finta di dormire anche se dai suoi occhi scendevano grossi lacrimoni.
Dentro di sé Jay provava un grande dolore.
Pianse per un tempo molto lungo. La tristezza di aver fatto del male al suo stesso sangue, il nervosismo per il fatto che non ricordava nulla stavano riempiendo il suo cuore.
Dopo tutto quel piangere disperato si fece strada in lui una forte emicrania. Ciò lo faceva gemere, ma lui cercava di rimanere il più possibile in silenzio. Aveva gli occhi molto gonfi e li teneva chiusi perché facevano male e bruciavano alla luce.
Il dolore alla testa era così forte che tutt'un tratto si sentì nauseato.
Raccolse tutte le energie cercando di alzarsi il più velocemente possibile per raggiungere il bagno della della stanza. Purtroppo però non riuscì nel suo intento in tempo. Iniziò a svuotare il contenuto del suo stomaco sul pavimento. Il movimento fatto per cercare di mettersi seduto prima di alzarsi aveva solo peggiorato la sua nausea ed il detective non riuscì a trattenersi.
Will vedendo la situazione suonò chiamando aiuto. Nonostante quello che il fratello gli aveva fatto non riuscivo a vederlo in quelle condizioni senza fare niente.
Pochi istanti dopo entrò nella stanza un infermiera che aiutò Jay. Una volta che il detective di era calmato iniziò a ripulire.
Nel frattempo arrivò nella stanza il dottor Charles che osservò la scena che si stava sviluppando nella stanza.
Jay era chino sul bordo del letto intento a vomitare, anche se non aveva nulla più nello stomaco visto che rimetteva bile e succhi gastrici senza riuscire a calmarsi.
L'infermiera era lì in soccorso e poi c'era Will.
Era bloccato, seduto sul letto, il viso rivolto verso le gambe. Le mani poggiate su queste ultime coi pugni chiusi.
Charles aveva capito che qualcosa non andava, ma non poteva sapere realmente di cosa si trattasse.
Forse era solo necessario del tempo oppure prima o poi avrebbero parlato con lui per sistemare le cose.
Fatto sta però che IL TEMPO CURA TUTTE LE FERITE.
FINE
Eccoci qui alla fine di questa lunghissima storia. Inizialmente era un progetto piuttosto breve ed ero indecisa se pubblicarlo. Poi invece mi sono fatta prendere la mano.
Per poter completare più o meno la storia ho deciso di lasciare un finale aperto con tante domande che non trovano risposta.
- Alla fine Jay si riprenderà? Ricorderà ciò che ha fatto? E ciò come lo farà sentire? Come affronterà la presa di coscienza di tutto ciò che è accaduto?
- Will terrà tutto per sè o sarà lui a raccontare tutto ciò che è accaduto al fratello? Il rapporto con il giovane detective sarà incrinato per sempre?
- Natalie cosa deciderà di fare? Il fatto che Will fosse in coma l'ha spinta a riavvicinarsi a lui ed a prendersi cura anche di suo fratello. Ma ora che dottore è sveglio?
- Antonio parlerà in modo franco con il suo collega?
Lascio a voi immaginare cosa avviene dopo, le risposte a queste domande.
Non è detto che non ci possa essere una continuazione un giorno se la storia vi è piaciuta.
P.s. tutto è farina del mio sacco, per cui potrei aver esagerato nel descrivere le condizioni mediche che come ho detto non è il mio campo.
Lasciatemi qualche recensione.
A presto .
