«Non è saggio lasciarvi tornare al vostro dormitorio da soli. L'umore di Gazza è peggiore del solito, stasera... Probabilmente per l'esuberanza dei miei compagni» disse Remus, uscendo dalla biblioteca con i due ragazzi.

Todd annuì, ma Philip sbuffò infastidito.

«Peccato però che sfoghi il suo pessimo umore solo su alcuni...» borbottò.

«Che vuoi dire?» chiese il licantropo, interessato.

Il ragazzo scrollò le spalle.

«C'è sempre un gruppetto di Serpeverde che gira per il castello. Almeno un paio di notti al mese. Si riuniscono nella vecchia aula di Babbanologia al quinto piano, e vi restano fino all'alba. Ma Gazza non se la prende mai con quelli là, ovviamente...» sbottò di malumore.

Remus si accigliò.

«Sono del vostro anno?» domandò.

Todd fece un gesto vago con la mano.

«Figurarsi. Sono come minimo al sesto o al settimo» replicò.

Remus non parlò per un po', affondando le mani nelle tasche.

«Non sapete che fanno, all'interno dell'aula?» chiese alla fine.

Philip emise uno sbuffo divertito.

«E chi ha mai provato a spiarli?! Non ci vuole certo un genio per capire che sono pericolosi...».

Todd esitò, guardandosi intorno nervoso.

«Noi… Noi crediamo che possano essere Mangiamorte» sussurrò velocemente.

«Ovviamente sappiamo che non è credibile... Ma in fondo siamo in guerra, no? Chi ci assicura che Tu - Sai - Chi non abbia iniziato ad arruolare i suoi seguaci mentre sono ancora studenti? Insomma... Chi penserebbe mai che ragazzi di appena sedici e diciassette anni facciano già parte di un esercito?» aggiunse Philip, temendo che Remus li considerasse solamente due sciocchi dotati di una fervida immaginazione.

Ma il ragazzo più grande sembrò prendere incredibilmente sul serio le loro parole.

«Ne avete parlato con un professore, o addirittura con Silente?» chiese, serio.

I due si scambiarono un'occhiata, spostando il peso da un piede all'altro.

«Beh, no... Le nostre sono accuse molto gravi, e non abbiamo certo delle prove!» mormorò Todd, imbarazzato.

Remus annuì.

«Allora è meglio che qualcuno dia un'occhiata. Giusto per assicurarsi che non ci sia nulla di cui preoccuparsi. Ora vi accompagno al vostro dormitorio, e poi vedrò di fare un salto nell'aula di Babbanologia».

Philip e Todd sgranarono gli occhi.

«Sei impazzito?!» sussurrò Philip, scioccato.

Il mannaro scosse il capo.

«Tranquilli, so come non farmi scoprire. Inoltre, è necessario che i vostri sospetti vengano verificati».

Todd si grattò la nuca.

«Contento tu... Ma se ti prendono noi non ti abbiamo detto nulla, okay? Non vogliamo rischiare di finire in guai più grossi di noi».

Remus annuì.

«Sarò muto come un pesce».

[*]

Remus sapeva che andare da solo nella vecchia aula di Babbanologia probabilmente non era una buona idea; ma dopo un veloce ragionamento era giunto alla conclusione che quella fosse l'unica soluzione possibile.

Tra gli studenti Serpeverde del sesto anno non c'erano solo giovani senza nome né volto, ma anche Regulus, il fratello di Sirius.

Se avesse fatto ritorno al proprio dormitorio per chiedere a James di accompagnarlo in un misterioso incontro tra Serpeverde, di certo Sirius avrebbe insistito per seguirli.

Una decisione davvero pessima, nel malaugurato caso in cui Todd Lewis e Philip Coe avessero avuto ragione sul conto di quelli che frequentavano tanto assiduamente - e segretamente - quell'aula.

Molto meglio verificare di persona, prima di allarmare inutilmente l'amico...

Disilludendosi in un angolo, si disse, avrebbe potuto seguire quanto accadeva senza essere scoperto - e se avesse visto che la situazione degenerava, sarebbe di corsa andato ad avvisare gli altri.

Sperò solo che il gruppetto si sentisse abbastanza tranquillo da non fare alcun incantesimo di controllo...

Per i professori ci sarebbe stato tempo.

[*]

Dopo diverse ore trascorse pressoché immobile con le orecchie ben tese e pronte a cogliere il minimo rumore, Remus si convinse che probabilmente quella non fosse la notte giusta per smascherare un gruppo di presunti Mangiamorte, e che fosse giunta l'ora che anche lui facesse ritorno al suo dormitorio.

Ma improvvisamente la porta della classe si aprì con cautela - bloccando sul nascere le intenzioni del giovane.

Meno di un istante dopo, sei persone entrarono silenziosamente nell'aula.

Remus riconobbe facilmente Alecto e Amycus Carrow, Wilkes, Travers, Pyrites e - con una spiacevole morsa allo stomaco - anche il più giovane dei fratelli Black.

Anche se tentava di nasconderlo, si vedeva lontano un miglio che il ragazzo era terrorizzato di trovarsi in quella stanza insieme a studenti dalla nomea tanto pessima.

«Allora, sei pronto?» sibilò Travers.

«Certo» rispose Regulus, cercando di apparire più sicuro di quanto non fosse in realtà.

Wilkes emise uno sbuffo ironico.

«Sicuro di non fartela addosso, moccioso?» ghignò.

Gli occhi di Regulus si animarono di un nuovo fuoco.

«Non trattarmi come un bambino!» sibilò.

Alecto ridacchiò.

«Oooh, guardatelo! Vuole fare l'adulto!» disse, con finto affetto.

«Vogliamo cominciare?» sbottò Pyrites, e gli altri annuirono decisi.

«Bene, Black... Devi essere completamente sicuro di quello che stai per accettare. Il Signore Oscuro non ama i traditori, e noi nemmeno» continuò poi il ragazzo, rivolgendo a Regulus un'occhiata penetrante.

«E' sicurissimo. Ora prosegui» sbuffò Amycus.

Ma Pyrites scosse il capo.

«Deve dirmelo lui, Carrow» ringhiò.

Amycus si voltò verso Regulus, che da parte sua era tornato a concentrare la sua attenzione sul pavimento.

«Non vorrai disonorare la tua famiglia come ha fatto quel viscido ingrato di tuo fratello!» gli soffiò, maligno.

Regulus alzò lo sguardo sui propri compagni, le guance chiazzate di rosso.

«Certo che no!» esclamò bruscamente.

Travers lo afferrò malamente per il braccio.

«Allora rispondi come si deve» ringhiò.

Regulus all'inizio parve tentennare, ma alla fine annuì lentamente.

«Sì, sono sicuro» rispose a Pyrites.

Anche quest'ultimo annuì, estraendo poi la bacchetta magica.

«Ottimo, allora non resta che una cosa da fare...».

«Aspetta!» esclamò Alecto Carrow, facendosi avanti e impedendo così - inconsapevolmente - a Remus di vedere quello che stava accadendo tra Pyrites e Regulus.

Il mannaro avrebbe volentieri imprecato, ma si trattenne.

Farlo - così come il tentare di spostarsi per avere una nuova visuale - avrebbe certamente significato farsi scoprire.

«Perché dovresti farlo tu?» continuò la ragazza, seccamente.

Pyrites le scoccò un'occhiata sprezzante.

«Hai intenzione di far entrare uno dei nostri compagni qui a scuola, Carrow? Con tutte le misure di sicurezza aggiuntive imposte dal nostro caro preside amante dei Babbani e da quegli sciocchi del Ministero della Magia? Usa il cervello!».

Alecto sembrò piccata.

«Non sono così stolta! Voglio solo essere io a farlo. In fondo, lo sanno tutti che ho una particolare predisposizione in questo genere di cose...» ghignò, una scintilla maligna negli occhi.

Pyrites rimise la bacchetta al suo posto con uno sbuffo annoiato.

«Come vuoi. Ma sbrigati. Non voglio stare qui tutta la notte» disse, indifferente.

Remus cercò di muoversi lentamente lungo il muro.

Di qualunque cosa stessero parlando quei due, di sicuro non era nulla di buono...

Il grido - seppur sommesso - che Regulus emise meno di un secondo più tardi lo scioccò e lo sorprese a tal punto che urtò una sedia con il piede, spostandola di qualche centimetro.

Ma fortunatamente nessuno dei Serpeverde parve notarlo, perché troppo impegnati a ridere della reazione del giovane.

«Strilla come una femminuccia!» esclamò Travers, tra le risa.

«Può urlare come più gli piace. L'importante è che nessuno lo abbia sentito» ribatté secco Wilkes.

Diverse risate più tardi, il gruppetto uscì dalla classe, lasciando Remus da solo.

Toltosi l'Incantesimo di Disillusione, questi rimase per qualche istante immobile - quasi che non fosse più in grado di muoversi.

Aveva appena assistito alla nascita di Regulus Black come nuovo Mangiamorte, ne era sempre più certo.

"E quel che è peggio... - Si disse sedendosi sulla sedia che aveva spostato solamente qualche momento prima - E' che non ho la più pallida idea di come dirlo a Felpato".