Ciao a tutti, anzitutto ci tengo a ringraziarvi perchè ogni settimana mi dedicate un po' del vostro tempo a leggere la storia e recensirla. Immaginavo che, dopo il capitolo di due settimane fa, in quello scorso sarebbero arrivate recensioni di utenti delusi dagli ultimi avvenimenti… rispondo qui a tutti perché ad alcuni lettori -non essendo registrati sulla piattaforma- non mi viene permesso rispondere via messaggio privato.
Vi dirò, da lettrice, sono sincera, mi odierei da sola leggendo la mia storia, perché come mi avete fatto capire, spesso c'è l'illusione che una cosa possa andare bene e poi all'ultimo arriva la mazzata. Questo mio "giocare" alternando -passatemi il termine- carota e bastone, è perché mi piace dare una parvenza di realtà alla storia, se fosse una fiaba tutta rose e fiori senza ostacoli probabilmente sarebbe noiosa e prevedibile. A me piacciono le relazioni complicate XD e cerco di portarle anche nella storia, consapevole però del fatto che possono esserci pareri contrastanti al mio, pareri che però ascolto sempre molto volentieri per migliorarmi e capire che cammino proseguire.
Spero che, nonostante la delusione di alcuni lettori di questi ultimi capitoli, continuerete a seguire la storia con lo stesso spirito di sempre perché nei prossimi capitoli, vi avviso, si torna sulle montagne russe delle emozioni -_^
CAPITOLO 171
Di buon mattino i raggi del sole iniziarono a filtrare dalle tende chiare e sottili della camera da letto. Quando Andy aprì gli occhi abbozzò un sorriso notando che Sharon si trovava a solo qualche centimetro da lui. Le loro fronti potevano quasi sfiorarsi da tanto erano vicini. Durante la notte Sharon si era girata e rigirata varie volte fino a sconfinare nella porzione di letto di Andy e trovare finalmente pace tra le sue braccia. Inconsciamente si erano trovati a passare la notte più vicini che mai, o per lo meno, più vicini di quanto non fossero stati nelle ultime settimane. Andy decise di non muoversi per non disturbarla ma dopo una manciata di minuti anche lei si svegliò e aprì gli occhi.
«Dimmi che non sto sognando»
«Non stai sognando» le disse lui esaudendo la sua richiesta, carezzandole la spalla e i capelli con delicatezza.
«Dammi un pizzicotto, non ci credo che sei veramente qui» continuò lei con una nuova richiesta.
Andy obbedì dandole un pizzicotto sul braccio.
«Ahi!» gridò Sharon accompagnando il suono con una smorfia di dolore andando poi a frizionarsi il braccio istintivamente.
«Me l'hai detto tu…» si giustificò lui.
I due si ritrovarono a ridere per la prima volta dopo tanto tempo. Si fecero poi più seri e rimasero a fissarsi occhi negli occhi per vari secondi.
«Scusami, devo essermi girata nella notte e ho invaso il tuo spazio...»
«Effettivamente sono molto contrariato da questo tuo atteggiamento ma accetto le tue scuse» disse Andy cercando di restare serio senza riuscirci. I due risero nuovamente, complici.
«Hai dormito bene, eh?»
«Sì...non ricordo neanche più l'ultima volta che ho dormito più di due ore consecutive...erano settimane che non dormivo così bene...» Sharon si sentiva veramente in forma, tranquilla e rilassata.
«L'ho notato...per questo non ti ho voluta svegliare, dormivi così bene…»
«Tu da quanto sei sveglio?»
«Da un po'...»
L'idea che Andy l'avesse osservata dormire in parte imbarazzava e parte compiaceva Sharon.
Non riuscirono a smettere di continuare a guardarsi, entrambi si sentivano bene e non avrebbero voluto essere in nessun altro posto al mondo che tra le reciproche braccia.
«Cosa è cambiato da ieri?» domandò Sharon con un velo di timore.
«Non lo so…sembra quasi che sia tornato tutto come prima…»
«Sembra che ti dispiaccia…è così?» chiese Sharon passando la mano tra i capelli di Andy provocandogli un brivido.
La sua domanda rimase senza risposta perché, ancora una volta, il tempismo di Rusty aveva colpito ancora.
«Buongiorno mamma! Sono io…» disse a voce alta entrando nell'appartamento.
Velocemente Andy si alzò dal letto.
«Che ti prende? Non vuoi che ti veda qui?» domando Sharon colpita dal comportamento di Andy.
«No, è che…non lo so…preferisco così…vado a farmi una doccia» disse un attimo prima di sparire in bagno.
«Mamma?»
«Sono in camera, Rusty» rispose lei alzandosi dal letto e mettendosi la vestaglia.
Rusty la raggiunse e aprì la porta della camera. «Buongiorno, come stai oggi?» Diede una rapida occhiata alla stanza e notò che il letto era sfatto da entrambe le parti. «Ehm…disturbo forse?»
«No, non disturbi. Buongiorno e…grazie, sto bene»
«Mh…e Andy?»
«È sotto la doccia…» rispose Sharon facendo la vaga.
«C'è qualche novità? È successo qualcosa?»
«Da quando sei così curioso?»
«Da sempre credo…»
«Comunque non è successo niente»
«Mi sembri però più rilassata di ieri sera…avete avuto modo di parlare un po'?»
«Sì…più o meno…»
«Bene dai, sono felice se piano piano le cose si stanno sistemando. Ora vado che devo preparare delle carte per la Hobbs prima di una udienza di questa mattina. Buona giornata»
«Grazie, buona giornata anche a te» rispose Sharon dandogli un bacio sulla guancia.
«Andy, sto andando via, puoi uscire! Ciao!» gridò Rusty scherzando prima di lasciare la stanza.
Pochi secondi dopo, Andy uscì dal bagno con solo l'asciugamano annodato intorno alla vita. Sharon non potè fare a meno di guardarlo, arrossendo.
«Era da tempo che non facevo arrossire una donna…»
Sharon sorrise, ancor più imbarazzata.
«Sta suonando il tuo cellulare...» disse Andy vedendola distratta.
«Sì…ehm…sarà Ricky…quando può mi chiama prima di andare al lavoro…» Sharon si avvicinò al comodino per prendere il cellulare.
Andy annuì senza mai perdere il contatto coi suoi occhi.
Sharon prese il cellulare e vide sul display che non la stava chiamando Ricky come pensava ma il dottor Thompson. Il suo sorriso immediatamente si trasformò in una espressione spaventata.
«È il dottor Thompson» disse con un filo di voce.
«Rispondi, dai...» Andy si avvicinò a lei e le mise un braccio intorno alle spalle «sono qui con te, tranquilla».
Entrambi sapevano cosa poteva significare quella chiamata.
Continua…
