CAPITOLO 173

Dopo aver concluso le chiamate con i figli, Andy aiutò Sharon a prepararsi. Vicino all'uscio lei si fermò per dare una rapida occhiata all'appartamento. Voleva imprimere nella sua mente quanti più ricordi possibile.

Andy le mise una mano sulla spalla, sapendo esattamente cosa stesse pensando. «Tornerai a casa prima di quanto immagini.»

Lei si voltò a guardarlo e sospirò annuendo nonostante fosse poco convinta.

In pochi minuti, approfittando della sirena, raggiunsero l'ospedale. Durante il viaggio nessuno dei due aveva pronunciato parola. Parcheggiarono e si diressero verso l'entrata dell'ospedale.

Giunti poi al piano, ormai pochi passi li separavano dal reparto. Un grande cartello capeggiava sopra alle porte antipanico dell'ingresso del reparto. Perché le chiamano "antipanico" se il panico è l'unica cosa che provocano questi posti? Si chiese Sharon leggendo il cartello. CARDIOLOGIA-UNITÀ CORONARICA INTENSIVA. Quelle parole misero a Sharon una sensazione di disagio. Si sentiva piccolissima e fragile come se una folata di vento potesse farla cadere e frantumarsi come un vaso di finissimo cristallo. Si strinse al braccio di Andy con forza.

«Portami via da qui, Andy…»

«Ehi…andrà tutto bene, tranquilla»

«Devi promettermi una cosa.»

«Sharon, non…»

«Ti prego, lasciami parlare»

«Ti ascolto»

«Promettimi che ti prenderai cura dei ragazzi. Ricky ed Emily hanno già sofferto molto per via di Jack…e Rusty per via di sua madre…dimmi che starai loro vicino, sempre. E che li supporterai in ogni loro scelta, e che sarai sempre pronto ad ascoltarli e a consolarli.»

«Sarai tu stessa a poter star loro vicino.»

«No, Andy. Lo sai benissimo che potrei non uscire viva da qui. Guardiamo in faccia la realtà. Oggi potrebbe essere il mio ultimo giorno e io ho assolutamente bisogno di sapere che i miei figli non saranno soli e che potranno sempre contare su di te. Promettimelo, ti prego.»

«Te lo prometto.»

Sentendo quelle parole si sentì subito più tranquilla.

«Nel primo cassetto della scrivania in salotto ci sono i documenti della casa…»

«Sharon…» cercò di fermarla ma fu impossibile.

«Lasciami finire sennò mi dimentico di alcune cose.»

«Ok…»

«…dell'assicurazione, della banca, è tutto lì. C'è anche la chiave di una cassetta di sicurezza della banca, non c'è molto…alcuni gioielli di mia madre, poche cose ma sentimentalmente importanti per me. Vorrei che li avesse Emily, era molto affezionata a sua nonna. E poi…»

«Basta. Tutto quello che mi stai dicendo non servirà.»

Lei annuì.

«Ascolta…ti ricordi quando ti ho rivelato il mio segreto? Che quando da bambino dovevo fare qualcosa di spiacevole come andare dal dentista, mi ponevo un obiettivo, qualcosa di bello che avrei fatto al ritorno. Ti ricordi?»

«Sì…ma Andy, non sto andando dal dentista, è un po' diversa la situazione»

«Lo so, lo so. Piccoli ostacoli, piccoli obiettivi. Grandi ostacoli, grandi obiettivi. Pensa a tre cose che vuoi fare tra qualche settimana quando potrai tornare a casa.»

«Tre obiettivi…» ripetè lei.

«Dai, vedrai che funzionerà, sarà più facile…»

«Ok…allora…ehm…» Sharon prese tempo «Mi piacerebbe fare un viaggio…»

«Un viaggio…sì, mi piace come obiettivo. Dove vuoi andare?»

«In Europa…ci sono stata da ragazza, tanti anni fa…mi piacerebbe vedere Parigi…e Londra…e…Madrid…e…Venezia…Roma…Firenze…»

«Ok, ok…sarà un viaggio un po' lungo ma…ce la faremo. E poi? Un altro desiderio.» rispose Andy.

«Vorrei…recuperare ciò che c'era tra noi…tornare ad essere felici…sposarci…» sospirò.

Andy non commentò. «Poi? Il terzo obiettivo?»

«Vorrei poter tornare al mio lavoro…mi manca tanto»

«Lo so…» le carezzò le mani sfregandole i dorsi con i pollici «Sei pronta?» le chiese lui dolcemente.

«No. Ma non ho altra scelta.»

«Andiamo?»

«Andiamo.»

Varcarono le grandi e pesanti porte del reparto e venne loro incontro il dottor Thompson. «Signora Raydor, ben arrivata»

«Dottore…» lo salutarono entrambi senza mai smettere di stringersi l'una al braccio dell'altro.

Il medico fece un cenno ad un'infermiera che si avvicinò.

«L'infermiera Sarah vi accompagnerà alla stanza dove potrete mettervi comodi. Io arriverò tra qualche minuto»

Lo ringraziarono e seguirono l'infermiera lungo il corridoio. I colori tenui e chiari rendevano tutti gli ambienti neutri e trasmettevano una sensazione di freddo. Passo dopo passo Sharon si strinse sempre di più al braccio di Andy.

Continua…