CAPITOLO 174
«Eccoci arrivati. Prego, entrate pure, mettetevi comodi...» il tono della giovane infermiera era dolce e rassicurante. Si rivolgeva a Sharon con gentilezza e premura. «Potete sistemare la borsa nell'armadietto» si avvicinò poi al letto «qui c'è il camice, se vuole la aiuto ad indossarlo»
«Posso farlo da sola, grazie»
«Bene, si ricordi di togliere tutto e indossi solo il camice, l'allacciatura va sulla schiena. Tolga a che orologio, anelli, collane, orecchini, tutto.»
«Sì...» rispose a bassa voce.
«Il bagno è dietro quella porta. Io torno tra qualche minuto col dottore. Se ha bisogno di qualsiasi cosa non esiti a chiamarmi. Vicino al letto c'è il bottone rosso per la chiamata.» la ragazza le fornì esaustivamente tutte le informazioni. «A tra poco» le carezzò gentilmente un braccio e si congedò uscendo poi dalla stanza lasciando soli Andy e Sharon.
Si guardarono intorno nella stanza, spaesati. Andy ripose il borsone nell'armadio. «Avviso Rusty che siamo arrivati e gli do le indicazioni per arrivare qui»
«Sì…io invece vado a mettermi il camice, il dottore arriverà a minuti…»
Andy chiamò Rusty, gli diede le indicazioni per raggiungere la stanza e approfittò di quel momento per chiedergli un grosso favore. Immediatamente dopo telefonò anche Provenza, che era già stato messo al corrente da Rusty di quanto stava accadendo.
«Louie, ascoltami, ho solo pochi secondi per parlare, devi ascoltarmi e fare molto in fretta.» Andy parlava velocemente e sottovoce.
«Dimmi»
«Devi andare al settimo piano a cercare il giudice Brunner. Qualunque cosa stia facendo devi prenderlo e portarlo qui. Digli che si tratta di Sharon, sono amici, ti seguirà sicuramente. Fate in fretta. Metti la sirena, brucia i semafori o vola, decidi tu, ma fai in fretta.»
Riagganciò non appena sentì la porta del bagno riaprirsi e Sharon uscire.
Qualche secondo dopo arrivò il dottor Thompson seguito dall'infermiera.
«Dunque, Sharon, come si sente?»
«Come un agnellino di fronte alle porte del macello.» rispose lei.
Lui abbozzò un sorriso e la invitò ad andare ad accomodarsi nel letto. «Venga, si metta sotto le coperte o prenderà freddo…»
Lei obbedì e il medico le si sedette accanto, sul bordo del letto.
«Ora le faremo un paio di analisi veloci, un semplice emocromo, pressione…cose di routine prima di un intervento, non deve spaventarsi. Una volta terminate le analisi l'infermiera la porterà in sala operatoria.»
«Quanto durerà l'operazione?» chiese.
«Solitamente dalle 3 alle 5 ore, spesso però possono volercene anche di più ma rientrerebbero comunque nelle tempistiche standard per questo tipo di operazione» lo disse in parte anche rivolto ad Andy per fargli capire che non doveva preoccuparsi se l'operazione si fosse prolungata più del previsto.
«E dopo?» chiese ancora Sharon.
«Dopo passerà dalle 24 alle 72 ore in terapia intensiva per monitorare l'andamento del postoperatorio e poi quando si sarà ripresa dall'anestesia e i parametri saranno stabili tornerà qui nella sua stanza. Dovrà stare qui almeno un paio di settimane per la riabilitazione, poi potrà tornare a casa per la convalescenza. Ma di questo avremo modo di parlarne a tempo debito. C'è un'altra cosa di cui devo informarla, anzi, informarvi» il medico fece una pausa e poi continuò «l'ospedale mette a disposizione dei pazienti trapiantati e dei parenti una terapia psicologica che possa accompagnare il paziente e la famiglia durante il percorso postoperatorio. Non sono pochi infatti i casi di disturbo post traumatico da stress dopo un intervento di questa portata. Io consiglio sempre a tutti i miei pazienti di approfittare di questa opportunità e farsi seguire dallo psicologo al fine di avere una guarigione più serena e senza stress.»
Sharon e Andy annuirono. «Grazie dottore, seguiremo il suo consiglio.»
«Bene, ora…vi lascio all'infermiera, io vado a prepararmi, a tra poco» il medico li salutò e uscì dalla stanza lasciando che l'infermiera prendesse i parametri a Sharon.
«Ecco fatto» disse l'infermiera dopo aver terminato il prelievo e aver preso i parametri a Sharon «ora vi lascio tranquilli, tra poco verrà il mio collega a prenderla per andare in sala operatoria»
«Grazie» rispose Sharon con sempre più paura in corpo.
«Ehm…Sharon…io vorrei approfittare dei minuti che ci restano prima che vengano a prenderti…vorrei parlarti un momento…» si sedette sul letto e le prese le mani. «Nelle ultime settimane…io…sono stato uno stupido, ti ho trattata male, con disprezzo e ti ho allontanata lasciandomi guidare dalla gelosia e dal risentimento. Ti ho detto cose orribili, cose di cui mi pento. Non riuscivo a vedere oltre il mio naso, sono stato superficiale. Ti chiedo perdono.»
«Andy non sei tu che devi essere perdonato...hai reagito come avrebbe fatto chiunque, io compresa probabilmente. È un peccato che ormai non abbiamo più tempo...» il suo sguardo si incupì.
«Non dire così, non mi piace che mia moglie faccia questi brutti pensieri»
«Tua moglie...» ripeté sospirando.
«Sempre se sei ancora disposta a sposarmi. Facciamolo Sharon. Sposiamoci. Ripartiamo da dove ci eravamo fermati.»
Continua…
