CAPITOLO 176

«Cosa succede qui?» Domandò l'infermiera entrando nella stanza.

«Ci siamo appena sposati» la informò Andy ancora emozionato.

«Vi faccio i miei migliori auguri per questo lieto evento però, signori, devo farvi uscire dalla stanza, potete accomodarvi in sala d'aspetto...»

«È già ora?» chiede Sharon impaurita.

«Sì signora, la stanno aspettando in sala operatoria...è tutto pronto per l'intervento» rispose l'infermiera con tono lieve ma professionale.

«Va bene…» rispose senza altra scelta.

Sharon salutò Rusty, Patrice, Provenza e il giudice Brunner.

«Ci vediamo dopo, mamma. Fagli vedere chi sei, ok?!» Rusty diede un bacio sulla guancia alla madre e cercò di mascherare la sua paura cercando di essere positivo e incoraggiante.

«Capitano...» Provenza ebbe un attimo di commozione che nessuno si sarebbe aspettato proprio da lui. Patrice si avvicinò al marito e poi salutò anche lei Sharon «Buona fortuna, amica mia.»

«Sharon, in bocca al lupo...» anche il giudice la salutò.

«Grazie a tutti, vi voglio bene...» rispose lei guardandoli mentre si avvicinavano all'uscita della stanza. Rimase con lei solo Andy.

«Signora, purtroppo devo chiederle di togliere l'anello, non può indossarlo in sala operatoria.»

Sharon obbedì, togliendoselo dopo averlo guardato a lungo e rigirato tra le dita. Lo consegnò ad Andy, ancora accanto a lei.

«Può aspettare anche lei in sala d'attesa, per qualunque novità la avviseremo immediatamente...» disse ad Andy l'infermiera mentre sganciava i freni dalle rotelle del letto e lo portava fuori dalla soglia della stanza.

«Posso accompagnarla fino alla sala operatoria?» Chiese lui mentre iniziavano a percorrere il corridoio.

Vista la circostanza l'infermiera gli venne incontro «Non si potrebbe…faccio un'eccezione…ma solo fino all'ascensore, d'accordo?»

«Va bene» rispose lui mentre continuava a camminare accanto al letto tenendo Sharon per mano.

Giunti all'ascensore capirono che era quasi arrivato il momento di separarsi. Speravano che l'ascensore non giungesse mai al loro piano.

«Ti amo Sharon…tantissimo»

«Anche io ti amo, Andrew Alexander» sorrise chiamandolo col suo nome completo.

Andy sorrise. «Quasi nessuno sa il mio secondo nome…a dir la verità non mi piace neanche tanto…»

«A me sì…Andrew Alexander…»

Un segnale sonoro precedette l'apertura delle porte dell'ascensore. Non c'era più tempo.

«Ora dobbiamo veramente andare…» li esortò l'infermiera sentendosi quasi in colpa ad interrompere quel momento così delicato.

«Un secondo solo…per favore…» la pregò Andy che immediatamente si chinò e prese il volto di Sharon tra le mani dandole poi uno dei baci più dolci che si siano mai dati. «Ti aspetto, ok? Ti aspetto qui, non mi muoverò da qui finche non tornerai.» le sussurrò a pochi centimetri dalle sue labbra.

L'infermiera fece salire il letto sull'ascensore.

«Ti amo Andy…dì ai ragazzi che li amo tanto»

«Lo farò. Vai tranquilla e torna più forte di prima.»

Le loro mani intrecciate faticarono a sciogliersi e i due continuarono a guardarsi finche le porte dell'ascensore non li separarono chiudendosi. Andy rimase svariati secondi a fissare il metallo lucente di quelle porte chiuse finché Rusty rimasto qualche passo indietro si avvicinò a lui mettendogli una mano sulla spalla. In quel momento Andy crollò emotivamente lasciandosi andare ad un pianto liberatorio che aveva soffocato per mostrarsi forte agli occhi di Sharon.

«Andy, vieni a sederti…»

«Se non dovessi rivederla io…io non…»

«La rivedrai, la rivedremo tutti. L'operazione andrà bene e tornerà a dare ordini a destra e a manca come sa fare lei, vedrai.»

«Ho ancora tante cose da dirle.»

«Gliele dirai…»

I due camminarono lungo il corridoio per arrivare alla sala d'aspetto.

«Ti prego stammi vicino perché non so se ce la faccio a sopportare tutto questo…» Andy si sentiva sopraffatto dalle emozioni.

«Non sei solo…ho paura anche io. Non sai quanta.» confessò Rusty. «Dobbiamo essere forti e uniti.»

«Sì…» rispose Andy. «Hai ragione. Dobbiamo essere forti per lei.» aggiunse con convinzione riprendendo coraggio. Si abbracciarono e si sedettero sulle poltroncine della sala d'attesa.

Provenza e Patrice, poco distanti da Andy e Rusty, erano combattuti tra il desiderio di star loro vicino per supportarli moralmente e il lasciargli la loro intimità familiare. Patrice si avvicinò ad Andy «Possiamo fare qualcosa per aiutarti?»

«No, grazie… dobbiamo solo aspettare… hanno detto che ci vorranno diverse ore…»

«Ti va un caffè?»

Andy sospirò «In realtà non abbiamo neanche fatto colazione…è successo tutto così in fretta…solo che…sono così nervoso che non so se riuscirei a mandar giù qualcosa…»

«Louie ed io andiamo a prenderti un caffè, poi deciderai tu se berlo o no, va bene?»

«Grazie…»

«Tu Rusty, vuoi qualcosa?»

«No, grazie…sto bene così…»

Pochi minuti dopo Patrice tornò con il bicchiere di caffè, dietro di lei, qualche passo indietro, Provenza era al telefono.

«Grazie Patrice» rispose Andy «ci sono problemi?» chiese indicando Provenza.

«Credo che ci sia un caso…»

Provenza concluse la telefonata e si avvicinò a loro. «Scusatemi, io vorrei rimanere ma abbiamo per le mani una questione da risolvere»

«Qualcosa di grave?»

«Niente di cui tu debba preoccuparti in questo momento, non pensare al lavoro adesso. Per qualche giorno sei in ferie. Devo andare…Patrice resti tu? Chiamatemi se ci sono novità»

«Sì, resto io…a dopo»

Passarono più di sei ore. Le sei ore più lunghe che Andy abbia mai vissuto. Infinite. Ogni minuto gli sembrava non passare mai. Probabilmente aveva percorso chilometri camminando nervosamente su e giù per quella sala d'aspetto di cui ormai conosceva ogni centimetro. Rusty e Patrice non l'avevano lasciato solo neanche un momento.

Non appena Andy vide il medico dirigersi verso di loro il suo cuore perse un battito.

«Dottore!» Rusty si alzò di scatto e dopo di lui anche Andy e Patrice.

Il medico era stanco, sudato e con il camice ancora sporco di sangue.

Andy e Rusty si avvicinarono al medico che venne loro incontro. Patrice restò qualche passo indietro.

«Signori…l'operazione si è conclusa. È andato tutto bene. Sua moglie ora si trova in terapia intensiva. Come vi avevo spiegato, dovrà restare li almeno per le prossime 36/48 ore.»

«Sta bene? Davvero sta bene?» chiese Andy preoccupato.

«Sì, deve stare in osservazione perché i giorni immediatamente dopo questo genere di operazioni sono cruciali. È stata una operazione molto invasiva, avrà anche bisogno tempo, amore e pazienza ma ha ottime possibilità di riprendersi completamente. Sono fiducioso.»

«Possiamo vederla?»

«Sì, seguitemi.»

Continua…