Guardando distrattamente dal finestrino, Sasuke si chiese dove fossero state, fino al giorno precedente, la gioia e la spontaneità dalle quali era circondato adesso. Non solo lui, ma anche le altre cinque persone con cui aveva deciso di trascorrere quella domenica estiva. La mano di Sakura, afferrando la sua con delicatezza e decisione al tempo stesso, ebbe la capacità di farlo uscire con dolcezza dalle sue fantasticherie ad occhi aperti. Era seduta accanto a lui sul sedile posteriore della macchina di Izuna e gli sorrideva. Proprio a lui, quell'ex ragazzino a cui nessuno sembrava voler bene. Gli occhi verdi inondati di luce. Era entrata a far parte della famiglia anche lei e nessuno poteva fare a ameno di volerle già bene, con Sasuke aveva compiuto un vero e proprio miracolo.

Hinata era seduta davanti, sia lei che Sasuke non avevano mai avuto occasione di esprimere il meglio di sé finché erano stati insieme. Incontrandosi, erano rimasti abbagliati da una splendida illusione che, però, aveva gettato le basi per legarli tutti quanti insieme in un modo così indissolubile quanto raro da vedere. Persino Konan e Neji, che li seguivano a pochi metri di distanza con la loro macchina, erano indivisibili e legati a loro da quello stupendo filo invisibile.

L'amore aveva trionfato su tutto. Konan era stata la prima a capirlo preparando così il terreno per quando Hinata si era fatta avanti a parlare con il cugino. Le scuse di Sasuke erano state solo la punta dell'iceberg. Il tempo, aiutato dall'intercedere di Shisui, Itachi, Izuna e tutti gli altri amici, era finito col fare il suo corso placando il rancore e lasciando spazio solo per quelle cose positive che stavano solo aspettando il loro momento.

"Beh, Hinata, se non importa a te quello che è successo davanti a quel bar e le parole che sono volate, io non sono nessuno per intromettermi ancora nella tua vita."

Neji aveva affermato ciò con il più dolce e luminoso dei sorrisi ricevendo in cambio un abbraccio della cugina.

"Hai visto che il naso alla fine non ti è caduto?" aveva risposto lei ridendo allegramente.

Le scuse di Sasuke erano state solo l'ultima goccia. Neji aveva avuto modo di vedere con i suoi occhi la ritrovata luce sia di Hinata che di Sasuke, nessuno adesso se la sarebbe sentita di rompere quella perfezione.

"Dovevate vedere come si è alzata di scatto ancheggiando, pareva quasi offesa." Con queste parole, Konan aveva raccontato a Sasuke l'ultimo colloquio con Temari durante il quale tutte le denunce erano state ritirate mentre l'avvocatessa, di fatto, licenziata.

Il gruppetto era scoppiato a ridere sia per il sollievo sia immaginando l'orgoglio ferito di quella donna d'acciaio.

Quella domenica, l'unica piccola nota stonata sembravano averla gli occhi di Izuna, Sasuke ci fece caso osservando, di tanto in tanto, quel viso quasi uguale al suo attraverso lo specchietto retrovisore. Incrociando lo sguardo di Hinata si illuminavano del sole più spendente del mondo, per poi tornare attraversati da minacciose nubi temporalesche una volta di nuovo sulla strada.

È per Madara, vero? Ma tu eviterai di dircelo per non turbare la giornata.

Il cugino più grande si era di nuovo chiuso nel suo dolore dovuto a non si sa bene cosa. Izuna aveva detto di esserlo andato a trovare ma era finita lì. Sasuke lasciò andare un sospiro facendo in modo che gli altri non lo sentissero, sperò che Madara non stesse ancora soffrendo per aver perso Kisame. Ma questo Sasuke lo temeva anche tantissimo. Non gli era sfuggito, infatti, il modo in cui Itachi aveva tenuto all'oscuro tutto il tempo il marito della sua questione sottovalutando anche l'aggressione subita, sia pure in buona fede. Kisame se ne era certamente accorto, non era uno stupido. Questo, unito ai traballamenti di Madara, avrebbe potuto trasformarsi nell'innesco di una catastrofe.

Itachi ne morirebbe.

Sasuke considerò come suo fratello avesse fatto tutto unicamente per lui, temendo che l'impulsività di Kisame avrebbe potuto danneggiare il delicato percorso che si apre sempre in presenza delle cosiddette vie legali. L'agire di Kisame sarebbe stato comunque in buona fede, dettato dalla preoccupazione per la salute di Itachi. Sasuke sperò che Kisame ne tenesse conto anche durante il suo trovarsi a stretto contatto con Madara per ragioni lavorative. Non era forse questo il motivo principale per il quale Madara aveva accettato di lavorare nella palestra? In fin dei conti lui aveva già la sua azienda e non ne avrebbe avuto bisogno. Sasuke scosse leggermente la testa come per mandare via quell'uragano che l'aveva invasa.

Nii – san, chissà quanto stai soffrendo, ti sei messo ancora in secondo piano per me. Quando torno parleremo insieme di quello che ti è successo.

Come se avesse captato quei pensieri, la mano di Sakura si strinse ancora più forte sulla sua.

Scesero nel parcheggio dell'enorme certo commerciale dove erano diretti. Tre coppie gioiose, la gente li guardava mentre sorrisi nascevano sui loro volti, sembravano trasmettere positività anche a chi non li conosceva. La giornata non era stata programmata se non a grandi linee, il loro vero obiettivo era stare insieme e recuperare tutta quella felicità che era andata persa ingiustamente in un bicchier d'acqua. Sasuke non poteva smettere di guardare quel ciclone rosa che aveva accanto, Sakura aveva rimesso insieme tutti i pezzi della sua vita e anche quella dei tutte le persone che adesso si trovavano lì. Incredibile la forza che si nascondeva in quel corpo così esile che ora bastavano un paio di calzoncini bianchi e una canottiera striminzita per coprire. La sua energia travolgente rallegrò l'intera giornata. Una volta all'interno, Konan e Hinata, si lasciarono trascinare dalle piccole mani Sakura dentro un enorme negozio di trucchi.

"Ho idea che non ne usciranno tanto presto" sospirò Sasuke osservano le enormi tavolozze di ombretti che si intravedevano dalle vetrine e ascoltandole cinguettare.

I ragazzi decisero di andarsi a prendere un caffè, avevano voglia di leggerezza e di lasciarsi alle spalle tutta la sofferenza passata fino a pochi giorni prima. Il viso di Sasuke finalmente appariva sereno e rilassato. Izuna sembrava aver lasciato da parte, almeno momentaneamente, l'angoscia per il fratello. Neji era più contento per la cugina finalmente felice che per sé stesso. Non era necessario soppesare ogni argomento di conversazione, le parole uscivano così, libere, senza timore. La gioia era come una mareggiata gentile che travolgeva ogni cosa.

Io spero che sia così per sempre.

Usciti dal bar, i tre ragazzi videro le ragazze che adesso erano passate dentro un negozio di lingerie.

"Accidenti, preparatevi a metterci la residenza in questo posto." commentò divertito Izuna.

"Io, francamente, spero che là dentro comprino qualcosa di interessante."

Alla battuta di Neji scoppiarono tutti a ridere.

"Guarda, Sasuke, che te ne pare?"

Il minore si avvicinò alla vetrina indicata da Izuna. Il manichino esposto indossava jeans così strappati da sembrare quasi a brandelli, con il cavallo bassissimo e una camicia a quadri che pareva letteralmente un pugno in un occhio.

"Izuna, io credevo che tu avessi finalmente capito come ci si veste e ci si pettina."

Sasuke si puntellò le mani sui fianchi in un atteggiamento di finto rimprovero, la luce della felicità appariva sotto la falsa espressione stizzita. Da quando si erano conosciuti alla cena organizzata dal pulcino della famiglia, come amava chiamarlo Izuna, avevano stretto un legame talmente forte che ormai avrebbe potuto superare ogni cosa. Sasuke vedeva anche il cugino sollevato dal fatto che non fosse stato danneggiato dai recenti guai.

Questa è la vita, orgoglioso di averla ricevuta in dono.

Dopo più di tre ore, andò a finire che uscirono di lì con solo una busta gigantesca di caramelle gommose. Sakura l'aveva rifilata tra le mani di Hinata mentre lei, con la paletta, buttava dentro di tutto di più. Ora quella busta, dopo averne spartito il contenuto con Konan e Neji, girava di continuo tra i quattro occupanti della macchina che se la stavano svuotando tra le risate. Di quel passo, dopo circa un chilometro di strada sarebbe stata già terminata. Sakura aveva già stretto amicizia con tutti e Sasuke non poteva che essere al settimo cielo.

Quelle strade che sembrano infinite, buie, piene di ostacoli e senza speranza, molto spesso finiscono per avere la destinazione migliore.

Rientrati in città era quasi sera, giusto il tempo per farsi un altro pasto a base di schifezze, Sasuke non aveva potuto fare a meno di notare come fosse facile finire così in compagnia di Sakura, tuttavia era consapevole di non poter desiderare niente di meglio. Quella ragazza aveva il potere di far dimenticare le cose più brutte non solo a lui, ma anche a qualunque persona avesse davanti.

D'estate era facile trovare piazze gremite di bancarelle, mercatini, giostre per bambini, musica e piccole feste con artisti di strada. Tutto merito di Naruto, nei pochi anni trascorsi da quando era diventato sindaco quella città si era fatta colma di vita.

Proprio come te, Naruto.

Dopo un maritozzo alla panna, non potevano certo mancare le patatine fritte. I sei ragazzi furono attratti da una bancarella che era proprio a forma di patata.

Mentre gli altri sgranocchiavano le deliziose patatine, Sakura era stata capace di intavolare una conversazione anche con l'uomo che stava alla friggitrice. Ne era venuto fuori che era egli stesso a coltivare le patate che vendeva e che, siccome il suo giro d'affari era in espansione, avrebbe avuto bisogno di altri appezzamenti di terreno. A Izuna venne naturale parlare dell'azienda agricola del fratello, lasciò all'uomo anche il suo numero. Questo rapporto avrebbe potuto giovare ad entrambi ma, soprattutto, a Madara che aveva un estremo bisogno di uscire dai suoi circoli viziosi di solitudine. Sasuke, che intuì al volo tutto questo, si scambiò con il cugino un sorriso di intesa.

Prima di lasciare la piazza, Sakura si procurò varie bottiglie di birra e Coca Cola, Sasuke aveva già capito la sua intenzione di far assaggiare a tutti i suoi strani ma deliziosi cocktail.

Stavolta non erano diretti tra gli scogli dove Sasuke e Sakura erano stati la prima volta, bensì sull'ampia spiaggia che era stata testimone della prima volta di Izuna e Hinata. Quella sera la luna era piena e talmente luminosa da rendere agevole la visione come se fosse quasi giorno, sembrava anche essere molto più grande del solito. Anche le stelle apparivano molto più vicine e splendenti, Sasuke non ricordava di avere mai visto una luminosità tale in una notte d'estate. In nessuna notte della sua vita, in realtà.

Dal momento che Izuna e Hinata conoscevano già il posto, condussero gli amici verso quel pontile dove erano nate le più belle fotografie che Izuna avesse mai scattato. Attraversarono la striscia di pineta tra il frinire dei grilli, fino a mettere i piedi sulla sabbia soffice e ancora calda a causa del sole che l'aveva investita per tutto il giorno. Tutti si tolsero le scarpe per godersi in pieno le carezze di granelli tra le dita.

Le bevute inventate da Sakura furono molto apprezzate da tutti.

"Vedi, Neji, Rin ha inventato un sacco di cocktail di classe, Sakura ci stupisce con la semplicità. C'è assolutamente bisogno di tutto nella vita." commentò Konan felice.

Era assolutamente vero, variare è il sale dell'esistenza e l'unico modo di non perdere l'entusiasmo. Ma, in compagnia di Sakura, era pressoché impossibile non appassionarsi. Quando si spogliò completamente per poi spiccare una corsa per andare a tuffarsi in mare saltando dal pontile di legno, gli altri non poterono fare a mano di imitarla. Risate cristalline e tonfi sordi di piedi sulle assi riempirono quella tiepida e chiara nottata. Sasuke si stupiva ancora di come l'acqua del mare riuscisse ad essere molto più calda la notte piuttosto che alla mattina, li avvolse come morbido velluto.

Sasuke si sentì circondato anche dalle braccia di Sakura subito dopo, gli era arrivata alle spalle premendogli i piccoli seni sulla schiena.

"Ho preso altro a parte le caramelle oggi, Sasuke." gli soffiò in un orecchio.

"Davvero? Cosa?"

Ma Sakura sembrava scomparsa, i grandi occhi di ossidiana vagavano nella notte vedendo solo il riflesso della luna sulle onde. Nient'altro che le risate degli amici e il borbottio placido dell'acqua.

"Sasuke, scusa se sono scomparsa così prima, ma ho dovuto farlo prima che tu facessi… danni."

Il moro quasi si strozzò con il delizioso tè verde che stava bevendo; dopo averglielo servito, Sakura era apparsa davanti a lui e Sasuke non riusciva a distinguere più il sogno dalla realtà. Resistette a stento alla tentazione di autoinfliggersi un pizzicotto. Allora non era uscita a mani vuote da quel negozio di lingerie, si domandò distrattamente se anche Konan e Hinata avessero fatto lo stesso.

Sakura indossava un body di pizzo viola brillante, molto sgambato, fino a oltre l'anca. Il suo fisico era talmente asciutto da non venire tarpato, come accadeva alla maggior parte delle donne, da un modello del genere. Un anello stretto al collo faceva in modo che l'indumento rimanesse su. Addosso a lei l'effetto era quello di farle apparire le gambe molto lunghe. Seduto sul basso divano di casa sua, Sasuke deglutì osservandola con gli occhi sgranati. Il cuore del moro iniziò ad andare a mille mentre lei gli si avvicinava ancheggiando lentamente e morbida da una parte all'altra. La straordinaria luna di quella notte entrava dalla finestra rischiarando la stanza senza il bisogno di altre fonti luminose. La pelle di entrambi era dello stesso colore.

Le mani di Sakura tolsero delicatamente la tazza da quelle di Sasuke prima che si frantumasse a terra; colse l'occasione per accarezzarle, le dita indugiarono sulle vene sporgenti del dorso. Subito dopo, sfilarono la polo blu al moro, il suo tocco fu talmente leggero che Sasuke quasi non se ne accorse. Le cosce di lei si allargarono per salirgli in grembo, in quell'istante Sasuke fece in tempo a vedere che il body sotto era aperto. Gemette mentre le mani di Sakura gli accarezzavano i capelli, non più così perfetti dopo il bagno in mare. Non aveva importanza più niente adesso, solo il contatto tra i loro corpi. La pressione delle natiche di Sakura stimolò la sua erezione ancora imprigionata nei pantaloni, tuttavia non riuscì a coordinare i movimenti che sarebbero serviti per toglierli quando lei iniziò a baciargli i pettorali. Riuscì solo a piegare le testa all'indietro godendosi quelle labbra bollenti mentre scendevano sul suo corpo sempre più scolpito dagli allenamenti. Ci pensò lei a sfilargli i jeans, lui dovette solo alzarsi un attimo per permetterle il movimento.

"Wow!" esclamò lei ridendo mentre veniva sollevata come fossero tutt'uno.

Quando ritornò nella sua posizione, Sasuke credette di morire. Sakura lo aveva fatto entrare dentro di lei senza nemmeno avvertirlo, gli artigliò la vita scolpita iniziando a muoversi. Sasuke non capiva più niente, ogni volta con lei era stata diversa, la prima improvvisata, la seconda brutale e ora questa, così dolcemente devastante. Succhiò quei capezzoli resi d'acciaio dal piacere attraverso il pizzo viola squillante. Non la smetteva di muoversi nonostante lui le stringesse forte le natiche per farle capire che se, avesse continuato così, sarebbe durata poco. Ma lei sembrava non cogliere il messaggio o ignorarlo volutamente. Non le importava niente del tempo impiegato, a Sakura interessava di più l'intensità, il rimanere indimenticabile ogni cosa facesse. Così come lo era lei. Sasuke lo capì al volo non appena si sentì accarezzato dalle sue morbide contrazioni. Lei sospirò, lui gridò quasi, con l'ultimo barlume di lucidità rimastogli riuscì a non lacerarle la pelle con i denti, non poté, invece, fare niente per salvare il pizzo viola che finì strappato. Sakura gli scivolò affianco abbracciandolo e baciandolo dolcemente, Sasuke era sfatto, sudato ansimante, lei sembrava rigenerata e fresca come una rosa.

"Fai in modo che ogni tuo giorno e ogni tuo gesto siano indimenticabili. Scoprirai che, anche se durano un attimo o un'eternità, tu non avvertirai nessuna differenza."

Sasuke sorrise nella luce bianca, sembrava lui stesso la luna mentre Sakura il sole che gli stava dando la vita, adesso.

Sasuke aveva sempre desiderato fare l'amore sotto la doccia, non successe quella notte quando andarono a lavarsi subito dopo. Ci furono solo dolci baci e carezze, ma andava bene così, quello sarebbe stato indimenticabile, adesso.

Accadrà, abbiamo tempo. Magari la prossima volta.

Ho sempre pensato che non vale la pena campare cent'anni se nella tua vita non accade niente che la renda memorabile. Le comodità e il cosiddetto quieto vivere sono delle trappole sempre in agguato e pronte a scattare. Quando ci cadono, le persone si adagiano nella routine finendo per spegnarsi. Quando conobbi Kisame era ancora un adolescente, tuttavia già lottava strenuamente contro questi grossolani errori del mondo. Un guerriero che è riuscito a spuntarla anche grazie al prezioso aiuto di Naruto. Se c'è una cosa che quel biondo non sopporta, è vedere chi perde la propria felicità pur di stare comodo nella società senza turbare le opinioni altrui. Ma la felicità va conquistata combattendo ogni giorno; chi va in guerra può morire, ma almeno può affermare di avere vissuto una vita piena e soddisfacente anche se durata un solo giorno. Naruto non è diventato sindaco per mera soddisfazione personale o sete di potere, lo ha fatto per estendere questo insegnamento a più persone possibili. Guardando come è cambiata questa città e come le persone lo fermano per strada chiedendo foto e autografi, direi che ci è riuscito in pieno. Grazie, Naruto.

"Tra le pagine della nostra vita" di Madara Uchiha.