IL GRANDE MANCINI
Come una sera primaverile la dolce coppia Parker – Knight passeggiava mano nella mano per il centro cittadino. Con stato d'animo solare sorrideva a Parker. Sistemato su spazzo libero un chiosco vendeva dolci di ogni genere; da cioccolatini a caramelle colorate sciolte o in sacchetti. In barattoli di vetro esposti vari dolci. Diversi bambini correvano per prendere posto davanti al chiosco schiamazzando con voci stridule una sull'altra. Parker indicò il cioccolatino a forma di cuore infilzato sullo stecco "Per te" rispose donando un bacio sulla bocca morbida di Jessica.
Lo spettacolo stava per incominciare e per prendere i posti migliori allungarono il passo. la coda alla biglietteria diminuiva alla svelta ed lo spettacolo iniziava tra 20 minuti. Seduti in quarta fila avevano una visione centrale e comoda con le luci spente. La platea tutta occupata, risate ed applausi affollarono il teatro. Jessica si divertiva molto "Grazie tesoro" posò le labbra alle sue "Non c'è di che!". Il grande Mancini sorprendeva il pubblico con trucchi notevoli, con effetti pirotecnici da lasciare la bocca aperta. "C'è qualche volontario del pubblico? No? Allora scelgo io" discese gli scalini del palco scegliendo la persona tra il pubblico. Non solo praticava illusionismo ma soprattutto l'arte dell'ipnosi "Tra 3, 2, 1 ti trasformerai in una farfalla" il prescelto danzò sul palco leggiadro imitando una farfalla amato dal pubblico. "al mio tre tornerai normale e non avrai alcuna memoria di quanto accaduto".
Lo spettacolo terminò riscuotendo successo, l'intera platea applaudì. Le luci si accesero lentamente "Spettacolo stupendo Alden. Dovremmo farlo più spesso"
"Concordo con te". Lasciarono defluire la massa di spettatori uscendo dalla fila di sedie mano per mano "Senti ti scoccia se mi fermo qualche minuto da Mancini?"
"No fa pure! Ti aspetto in corridoio". Seguì il corridoio fino ad arrivare dietro il palco. Bussò alla porta del camerino di Mancini. "Volevo solo congratularmi per lo spettacolo, davvero emozionante" gli strinse la mano con gioia "Grazie sono commosso. Come si chiama?"
"Alden" rispose con gioia. non riuscì ad accorgersi chiaramente di quanto accadde successivamente. Mancini gli camminava intorno gli toccò il braccio poi avvicinò la bocca all'orecchio sussurrando delle parole.
Per diverse notti udì Parker uscire di casa, pensò solo che non riusciva a prendere sonno così lasciò perdere. Le uscite notturne del suo partner erano frequenti. Lei non osò mai chiedere, una mattina alzata per andare al lavoro trovò nella cabina armadio una fascetta del denaro da 500$. Esitò di parlarne per voler coglierlo sul fatto.
Quella notte lo sentì tornare, aprì un occhio mentre lo guardava infilare il pigiama e stendersi sul letto. Solo la mattina seguente gli parlò prendendo il coraggio a due mani. Si mordeva il lavoro inferiore camminando su e giù per la cugina con nervosismo, temeva che la notte andasse a giocare o andava a donne ma non poteva essere si ripeteva lui non era quel tipo. Sperava che tutto fosse risolvibile e nulla di così allarmante. Diede il bacio del buon giorno e fece un sospiro profondo "Ho mancato in qualcosa?"
Lui aggrottò la fronte, non capì a cosa lei si riferisse, sapeva di non aver fatto nulla di sbagliato "Non capisco. A che ti riferisci?" Sospirò a fondo "Sei sicuro di non dovermi dire qualcosa?" Aggrottò di nuovo senza capire "Non capisco di che vuoi parlare''. Jessica mostrò la fascetta del denaro "Parlami di questo".
Lo notò il suo tono cambiò, si fece serio "Jess non so davvero cosa dirti. È la prima volta che la vedo". I suoi occhi tremarono di tristezza "E' una fascetta da 500€ dove hai preso quei soldi".
Giurò di non saperne nulla scongiurando di credergli "Jess non so cosa ti ha preso ma io non so nulla di tutto questo". Volle darle un bacio ma lei si tirò indietro "Giochi a poker? Vai a donne allora!". A questo punto anche lui ei sentì infastidito dalle accuse contro di lui "Non gioco a poker e non cerco altre donne" tuonò lui
Non lo udì mai gridare così, ma alzò la voce su di lei anche quando litigavano come ogni coppia "Ma perché esci quasi ogni notte?" Incrociò le braccia con un viso da vipera
"Scherzi vero?" eccolo di nuovo il tono duro "non so cosa ti sia preso ma io non mi sono mai mosso da qua". La rabbia saliva per tutto il suo corpo, i nervi del corpo si tesero, le mani si chiusero a pugno.
Sentitasi presa in giro chiuse la conversazione non volendo aggiungere altro. Per scoprire di più chiese una favore a McGee magari due occhi in più le sarebbero serviti per andare in fondo a questa storia. Scavava a fondo senza chiedere, consultava telegiornali diversi, telefonava per informazioni e controllava telecamere, e il conto corrente di Parker. "Hai scoperto qualcosa?" chiese lei
"Non qui" rispose lui, di guardò attorno con aria guardinga. Bloccarono l'ascensore pronto a presentare le informazioni trovate "ho controllato il suo contento bancario come hai chiesto e non c'è nulla di insolito. Ma ho trovato una cosa che potrebbe interessarti" consegnò la cartella con i file trovato, un foglio stampato da una sfilza di nomi e cifre "è da settimane che segnalano di furti a privati da soldi a gioielli". Leggeva i nomi incollando gli occhi al foglio "che c'entra con Alden?"
"Pare che queste persone erano in contatto con quest'uomo" si sentì lo stomaco in subbuglio "lo conosco è il grande Mancini l'illusionista! Alden ed io ci siamo stati ad un suo spettacolo settimana scorsa". Sembrava una cosa assurda ma eppure poteva essere una possibilità. "Secondo te è possibile obbligare qualcuno ad obbedire? Cioè come uno stimolo coercitivo?"
"Come un ipnosi?" concordò anche lui "Potrebbe essere, l'ipnosi è uno strumento utile ma anche pericoloso … in certi casi potrebbe non tornare se stesso". Jessica non volle nemmeno pensarci alle conseguenze. Doveva rimanere lucida.
L'illusionista usò come cavie per i furti alcuni ospiti del pubblico così da non venire mai sospettato. Provò a ricorda se durante la serata si fosse staccata da lui al'inizio credette di no ma poi un flash le balzò davanti agli occhi "Aspetta un attimo dopo lo spettacolo lo lasciai andare nei camerini per complimentarsi con Mancini: magari è li che lo ha soggiogato". Questo fu l'indizio, Parker rimase ipnotizzato per compiere alcuni furti. Bastò un solo attimo per intrappolare la mente nel suo pugno e sottometterlo. McGee non era stupido capì perfettamente la loro relazione. Bastava guardarli, una perfetta sintonia innamorati perdutamente l'uno dell'altro; la differenza d'età alta ma non importava nulla si amavano e questo contava.
Il direttore Vance credeva che fosse cosa buona prendersi una vacanza. La mente vacillava "Sono lucido Direttore" borbottò "Io sto bene!"
"Hai commesso dei furti agente Parker non per tua scelta ovvio ma credo che sia meglio per tutti che ti prenda una vacanza". Protestò con rabbia scagliando con un calcio il cestino. Il resto della squadra si arrangiò a concludere il caso senza il capo. Parker provò a chiudere gli occhi e riposare. Chiuse le imposte distendendosi a letto. Dormì profondamente facendo bei sogni. Quel "tic" nella testa l'obbligò ad alzarsi e compiere un nuovo furto.
Arrivò primo sul posto conoscendo il lavoro da svolgere rubare ed svanire. Il malloppo lo avrebbe consegnato a Mancini una volta commesso il furto.
La squadra fece irruzione nell'immensa villa appena dopo Parker minacciando Andy Miles con la pistola d'ordinanza; la voce tuonò al piano superiore "Senta io non solo cosa vuole da me"
"Io non credo! So che tiene una certa somma di denaro qui dentro" indicò la cassaforte incasinata nel muro celata dietro un quadro incorniciato "La combinazione" vedendo che non collaborava sparò un colpo d'avvertimento "Mettila giù Alden!" Si voltò al richiamo di Jessica immobile a gambe divaricate con la pistola in punto "Ascoltami falla scivolare a terra" ma nella testa di Parker sentiva solo un comando nella testa e tutto il resto non contava. Vide la via di fuga davanti a se sbarrata dalla squadra di agenti dell'NCIS. Sparò dei colpi correndo verso la seconda via che portava lungo un corridoio secondario "Lasciatelo a me" Jessica al riparo dai colpi lo inseguì percorrendo il corridoio seguendo le scale su e giù per la villa.
Jessica Knight rinfoderò la pistola, con i palmi delle mani in mostra parlò lentamente magari Parker vedendo un volto amico si sarebbe calmato "Alden ti prego metti giù la pistola e parliamo non sei nei guai sei stato ipnotizzato per compiere le rapine senza il tuo volere". Parker però la vedeva come una minaccia non accettando le sue parole amichevoli "Vorresti davvero far del male ad una amica, ad una collega ed alla donna che ami?". Si trovava in un momento fragile senza capire cosa fosse giusto o sbagliato ma gli ordini nella testa dominarono le emozioni: Jessica doveva agire subito.
Avanzò con calma parlando piano sempre coi palmi in vista "Che vuoi fare?" Avanzò di un passo "Non ho tutta la notte". L'uomo che tanto amava lo vedeva confuso e vulnerabile la testa gli scoppiava e fu quello il momento per agire. Jessica con destrezza lo disarmò "Va tutto bene ora ti possiamo aiutare" Lo strinse a se accerchiando il petto con le braccia come con un cucciolo indifeso bisognoso d'affetto.
"Jess" mugugnò "Non volevo mi dispiace. Sono pericoloso, scappa da me" si dimenava per respingerla via da, rimase ancorata a lui appoggiò la testa al mento spinoso "Non sta bene parlare di queste cose" con un intimo bacio placò le sue malinconie. "Ricordati solo questo …. Tu sei il mio mondo e non intendo lasciarlo". Il cuore di lui si sciolse, non riuscì a trattenere le lacrime ma smise di respingerla "Sfogati quanto vuoi io non ti mollo" le lacrime salate scivolarono sul viso di Jessica. il cuore batteva forte poteva udire il rumore dei battiti tra i sommessi singhiozzi.
"Potevo ucciderti oggi lo sai?"
"Si ma non l'hai fatto Alden non sei stato tu a farlo ma l'ipnosi di Mancini" utilizzò un tono più dolce senza staccarsi mai "Mancini è in manette ed un esperto ti toglierà il sortilegio non devi temere più nulla. Dovrai solo presentarti a testimoniare contro di lui ma tutto sarà risolto".
Passarono i giorni e Parker continuò la sua vita giornaliera normalmente, andava al lavoro, seguiva tutte le sedute obbligatorie e dormiva con Jessica. Era difficile affrontare tutto questo, diceva che stava bene agli altri ma temeva per il suo cervello, pensava che una parte di lui rimase sotto il controllo di un uomo che osserva nella sfera di cristallo. Ma quei cattivi pensieri passarono in secondo piano quando restava al fianco di Jessica.
Apparve una sensazione rassicurata sul volto di Jessica, sollevata di rivedere sano e salvo Parker. Dormiva profondamente prono sul grande materasso con la vita coperta dal lenzuolo color ciclamino; adorava guardarlo sognare sembrava che ridesse con gli angeli. "Che tenerezza" pensò lei non volle svegliarlo così ritirò la mano coricandosi sul fianco godendosi il viso beato prima di addormentarsi anche lei.
