MICROFILM

"Nella mitologia hawaiana,Maui era un eroe semidio attribuito alla creazione delle isole Hawaii. Fa parte dei Kupua, un pantheon di semidei polinesiani. Ora vi chiederete perché vi dico questo, lasciate che vi racconti come sono incappato nella faccenda sporca, voi ascoltate e basta". Si dice che le Hawaii siano il posto più simile al paradiso con il clima tropicale con temperature miti in oscillazione per tutto l'anno. Per Thomas Magnum era lo stesso. La mattina iniziò col meglio una bella nuotata in acque cristalline con le spalle rosse larghe abbrustolite dal sole.

Adagiò sulla sabbia il salviettine stendendosi su di esso. La pace e la tranquillità svanì subito quando l'ombra di Higgins coprì il viso dai raggi del sole. "Qualcosa non va Higgins?" composto nel suo ordine con mani dietro la schiena riferì di una chiamata nello studio "Una chiamata per lei da Rick". Ancora bagnato dalla nuotata balzò in piedi prendendo la chiamata dallo studio "Si Rick!. Ok arrivo subito".

"Lo usavo spesso Il King Kamehameha Club per incontrare i miei clienti molto meglio rispetto alla mia dimora. Ognuno di loro è diverso e mi piacere conoscerne ogni particolare. Arrivato al club Rick mi indicò il cliente seduto ad un tavolo". Il cliente seduto al tavolo sotto l'ombrellone sorseggiava un alcolico affondando i piedi nella sabbia umida, i mocassini sistemati al fianco della sedia all'ombra evitando di scolorirsi al sole e sul fianco sinistro una valigia rigida marrone. Un uomo distinto in bianca camicia e pantaloni brizzolati tirati indietro, con la mente altrove fissò con sguardo rapito l'oceano azzurro "E'un paradiso vero?" Thomas Magnum si accomodò sulla sedia libera al tavolo levando gli occhiali da sole "E' lei Thomas Magnum?" la cameriera porse la solita ordinazione dell'investigatore privato "So che mi cercava". Lo squadrò dalla testa ai piedi, l'investigatore privato vestito con indosso camicia a hawaiana, pantaloncini corti e scarpe da barca beige.

Gli balzò all'occhio l'anello al dito. "Vietnam. E' stato un inferno laggiù" evitò di andare oltre i ricordi del Vietnam preferiva parlarne con gli amici. Assaporò la birra in attesa che il cliente aprisse la bocca "Mi hanno detto che lei è il migliore in tutta l'isola e mi chiedevo se potesse proteggere questa per me" posò la valigia sul tavolo, alzò le leve ai lati, tirò fuori una statuetta avvolta da un panno protettivo in porpora. "Rimasi affascinato dalla perfezione di quella statuetta raffigurante il dio Maui. In perfette condizioni valeva molto e quella lo era. Intagliata nel legno e lucidata". Il cliente si presentò come Daniel Nardella, professore di archeologia sposato da 4 anni con una nativa delle isole di nome Noelani.

Spiegò di tenere molto alla statuetta donata alla società hawaiana come referto prezioso e storico "Le piace?" Magnum annuì, rimase di stucco "È bellissima. Un Dio Maui in perfette condizioni oserei dire illustrò la statuetta mostrando la perfezione della manodopera. Da quando la portò via dall'Italia fu seguito fino alle Hawaii senza capirne il motivo. "So cosa state pensando forse ero stato troppo impulsivo ad accettare il caso, non mi capitò mai di proteggere una statua; ad ogni modo conoscevo il nascondiglio perfetto". Scese dalla Ferrari rossa controllando che non ci fossero nei dintorni Zeus e Apollo. Alzò il quadro posto alla parete del soggiorno girando la rotella della cassaforte. Higgins ligio nella propria figura con le braccia lunghe i fianchi osservava l'investigatore aspettando che capisse di aver cambiato la combinazione "Sta cercando di aprirla?" tirò un ruggito di spavento posando la mano sul cuore "Mi ha spaventato, la smetta di strisciare in silenzio" il volto di Higgins non cambiò, rimase serio "Ho cambiato la combinazione, so che si diletta nel scassinare la cassaforte del Signor Masters" Lui replicò "Non la stavo scassinando Higgins! Un cliente mi ha dato questa da sorvegliare". Higgins pretendeva di voler vedere l'oggetto prima di metterla nella cassaforte. L'aprì rimanendo affascinando dalla manifattura della statuetta, la toccò con dolcezza ammirandone ogni dettaglio "Mio dio …. È incredibile" la osservò ancora "Ogni particolare è fantastico, intagliato alla perfezione, la lucidatura copre ogni scavatura nel legno". lo convinse alla fine, Higgins si lasciò convincere.

Da un'altra parte il cliente, Daniel Nardella camminava con gran fretta, cambiò svariate volte le vie del centro. Sospettava di essere seguito, lo sapeva, ma se tornava a casa rischiava di mettere nei guai anche la moglie Noelani. Bastò poco per accorgersi di essere stato colpito, non udì alcun suono di sparo ma solo un dolore; si guardò il petto ed una macchia rossa si espandeva macchiando la camicia bianca. Cadde a terra a peso morto roteando indietro le pupille.

Magnum non udì più nessun segno del cliente, lo trovò strano così decise di controllare. "Andai a casa del mio cliente probabilmente la moglie sapeva dove si trovasse il marito o forse no ma decisi di rischiare". Si presentò alla porta e Noelani gli aprì con volto nero e basso. Gli occhi gonfi rossi che dicevano di essere stufi di avere gente intorno "Sono Thomas Magnum, un investigatore privato suo marito è in casa?" la donna lo guardò "Non ha saputo? Mio marito è morto"

"Morto dice? ….. le mie condoglianze, io non ne sapevo nulla …. Le chiedo un ultima cosa poi la lascerò in pace … chi le ha dato la notizia?". La donna ci pensò qualche secondo avendo il nome sulla punta della lingua "Il tenente Mitchum!". Il nome non gli diceva nulla. Si allontanò dalla casa andando dritto alla polizia; orma era di casa con tutte quelle volte che ci mise piede, con abitualità entrò a passo normale salendo al piano in cerca di Tanaka. Bussò nell'ufficio trovandolo alla scrivania "Magnum che cosa posso fare?"

"Salve Tanaka!" con le mani nei pantaloncini corti beige, sorrise sollevando i baffi folti "Tu conosci un detective di nome Mitchum?" guardò Magnum "il Detective Phil Mitchum?" fece spallucce "E' il suo nome?"

"è un buon detective" guardò ancora l'investigatore privato con aria investigativa. "Vuoi qualcosa da me non è vero Magum?"gonfiò le guancie con l'aria buttandola fuori con lentezza "il Signor Daniel Nardella era un mio cliente". Calò del silenzio "E' qui in ufficio se vuoi". Magnum parola col detective Mitchum scambiando qualche parola sul caso in corso. "Mitchum mi diede tutto quello che mi interessava sapere promettendo uno scambio di informazioni; le solite trattative tra detective privato e polizia".

Durante il tragitto dalla stazione di polizia alla casa di Robin ebbe la sensazione di essere seguito, diede un'occhiata allo specchietto controllando la corsia dietro di se, all'inizio sembrava preoccuparsi per nulla ma poi la sua sensazione fu corretta, una Berlina verde metallizzata; aumentò la velocità pigiando a fondo il pedale passando col rosso seminando la Berlina. Una volta persa di vista riprese la marcia regolare.

Quella statuetta doveva essere importante, non sapeva ancora quale segreto nascondeva. Arrivato a casa entrò nello studio provando ad aprire la cassaforte sperando nella fortuna. Appostò l'orecchio ascoltando i tic e si aprì. Tirò fuori la valigetta aprendo il contenuto sul tavolo "Magnum!" la voce di Higgins ruppe il silenzio "Per la miseria Higgins" aveva la statuetta in mano quando tirò l'urlo. Cadde a terra frantumandosi a metà "Oh mio dio!" brontolò Higgins "Guarda cosa ha fatto? È colpa sua se si è rotta!. Come farò ad aggiustarla?" lo sguardo di Higgins si distolse da Magnum guardando la statuetta in terra quasi sembrare che fosse più importante. Sembrava non ascoltare le lamentele dell'investigatore privato "Higgins ma mi sta ascoltando?"

"Si si, poi l'aggiusteremo" si chinò sulle ginocchia raccogliendo un micro film arrotolato "Questo è più rilevante" rispose senza staccare gli occhi dall'oggetto rinvenuto "Sembrerebbe un microfilm". Con le dita lo srotolarono guardando il contenuto sotto la lampada. Un contenuto davvero interessante ed illegale. Fotografie compromettenti, sembravano casse di armi, aguzzò la vista "Magnum guardi sembrerebbero armi di vario calibro". Passò la striscia nelle dita di Magnum concordando con le sue deduzioni. Le persone che uccisero Nardella sono gli stessi che lo inseguivano in strada. La mossa seguente da fare era consegnare il nastro ad una persona fidata, Tanaka. "Si prudente"

"Come sempre!" rispose Magnum sorridendo. Messo in marcia sulla corsia andava tranquillo verso Tanaka. Ancora quella sensazione, la stessa Berlina dietro di se. giocavano allo stesso gioco come il gatto col topo. "La Ferrari di Robin no!" il fianco del muso si ammaccò ripetutamente spingendola fuori strada. Rimase ben saldo al volante. Confuso, si sentiva confuso e ammaccato vedeva doppio a causa del forte colpo.

La Ferrari tutto sommato stava bene, qualche ammaccatura che Higgins non avrebbe tollerato, immaginava già la sua espressione. Il medico terminò di rammendarlo consigliando riposo assoluto "Ma quale riposo" pensò lui. Avvertiva dolori dappertutto, impachettato come un pacco regalo. Rick, Tc e Higgins arrivarono insieme passando all'unisono attraverso la porta "Sei vivo!"

"Certo che lo sono!" rispose Magnum "Credevate il contrario?"

"E' naturale" continuò Higgins "Ci hai già fatto sobbalzare diverse volete e iniziamo ad esserne stufi. Siamo stufi di vederti in queste circostanze". Scese dal lettino con lentezza irrigidendo la mascella per il dolore acuto si rivestì pronto per riprendere le ricerche. "Magnum non deve alzarsi poteva morire e tutto per quel microfilm" sapeva che Higgins voleva il suo bene ma il cliente era il suo ed ora divenuto morto ignaro del contenuto all'interno della statuetta. "Hai almeno il microfilm?"

Tirò fuori il portafoglio piegato in due il rotolo di foto. Sollevo le sopracciglia con in dosso un ampio sorriso "Ho lasciato che prendessero una copia". Higgins alzò gli occhi al cielo. La Ferrari si trovava momentaneamente indisposta chiedendo un passaggio a Rick. La cosa che tormentava ed incuriosiva l'amico era quella di sapere cosa ci fosse sul microfilm falso "e' un segreto"

"Oh andiamo dimmelo" rispose lagnandosi Magnum però restò fermo sulla sua decisione gongolando con un sorrisetto sotto i baffi. Magnum si fidava di Tanaka, un amico e un buon agente allungò sulla scrivania il microfilm "Questo è il motivo per cui si scannano e soprattutto è il motivo per cui Nardella è morto"

"Va bene Magnum ci penserò io" rispose con aria consolatoria fidandosi del detective privato.

I malviventi nascosti dentro una camera d'hotel consultavano alla luce il microfilm. Lo srotolarono tutto sbiancando per la sorpresa fatta da Magnum, il microfilm raffigurava tre uomini della marina a brindare dentro un locale a Saigon. Uno dei due imprecò una seconda volta scagliando pugni sul tavolo. "E' una presa in giro! Dobbiamo mettere le mani su quello vero".

Ci vollero due ore per avere notizie da Tanaka. Se ne stava sul divano con una birra ed un hot dog da finire, sullo schermo della tv davano in onda una partita di baseball. La guardò lo stesso anche senza vedere i Tigers giocare. Il telefono squillò e di sicuro si trattava di Tanaka alzò la cornetta "Novità?". Il dito si annodava nel filo a molla del telefono facendo fatica poi ad estrarlo. "Si la sto ascolto" rispose. Come meta turistica dell'anno George Maxwell scelse il Venezuela con la carissima moglie. La situazione si ribaltò alla svelta essendo un testimone involontario durante una trattativa di vendita non proprio pulita.

Con la macchina fotografica catturò ciò che doveva restare privato. Da quel momento in poi la sua vita fu messa in pericolo. Nascose il microfilm all'interno della statuetta del dio Maui da lui in possesso; sapendo di quanto valesse la cedette ad un privato che a sua volta la vendette ad un museo in Italia. Dall'Italia finì nelle mani di Nardella ormai deceduto. Per una stupida e malcapitata situazione la statuetta passò in mani diverse. Magnum si sentì in debito verso la vedova. Con la Ferrari ancora sotto i ferri fu obbligato a prendere l'auto di Higgins anche con l'autonomia di una lumaca.

Magnum elaborò un piano chiedendo a Tanaka di farsi trovare al porto per le quattro del pomeriggio senza sottolineare i dettagli. I malviventi accettarono di incontrare l'investigatore privato al porto. Contemplava il colore blu delle acque del porto immobile sul filo del porticciolo in legno con le mani nelle tasche dei pantaloncini. Un giorno o l'altro avrebbe potuto spuntare qualche creatura dagli abissi scuri, qualche mostro acquatico o sirene pensò. Non sapeva perché quella idea folle di vedere qualche creatura gli fosse passata per la testa, forse per l'attesa lunga. Non girava molta gente, le imbarcazioni turistiche passavano ogni ora, i pescherecci uscivano alla mattina, gli scaricatori probabilmente in pausa al fresco dell'ombra, tutti coloro che possedevano una barca ormeggiata presero il largo; alla fine era solo. Sbuffò stufo d'aspettare con l'impulso di prendere ed andarsene.

Lo stava per fare, stava per andarsene ma i tizi con cui aveva l'appuntamento arrivarono. Osservandoli erano proprio come se li immaginò, il classico stile di tutta quella cerchia. Si mostrò disinvolto pizzicando i loro animi "Il suo scherzo non c'è piaciuto!"

"io mi sono divertito invece" rispose divertito "L'ho qui con me! Se lo volete venite a prenderlo" lo lanciò in alto e lo riprese con la mano, gli ammiccò correndo via. Il porto poteva sembrare dispersivo per uno che non c'era mai stato e per Magnum era un vantaggio. Il porto enorme comprendeva i moli d'ormeggio per navi, traghetti e per barche dei privati. Una parte in cemento per tutti i container in metallo un vero labirinto. "Forse esagerai, ma devo ammettere che mi divertivo molto nel labirinto dei container e poi Tanaka si trovava nei paraggi; tutto sommato la fortuna girava dalla mia parte". Continuò giocando a nascondino. Disorientava i malviventi esplodendo proiettili. Uno per uno caddero, Magnum li bloccava e disarmava fino al capo banda. Si nascondeva sul tetto dei container tuffandosi su di essi in transito o ancora meglio si nascondeva tra le fessure tra un container e l'altro.

Già ammaccato dall'incidente prese ulteriori colpi, cadde a terra per una distrazione stupida. Col dorso della mano si ripulì la bocca dal sangue "Hai un bel gancio destro" commentò a terra. "E tu hai qualcosa che mi appartiene". Riprese fiato leccandosi il labbro sanguinante "Hai ucciso il mio cliente. Ne faccio una questione personale" gli andò addosso scagliando pugni "Avete ucciso un innocente ignaro del contenuto della statuetta" ringhiò scagliando un colpo più forte nel basso ventre, sfinito si appoggiò con le mani sulle cosce. Con orgoglio consegnò Tanaka sbucato dal nulla "Ce ne ha messo di tempo"

"questo posto è un labirinto" rispose con un sorriso opaco "Posso prenderlo?"annuì "Certo" lo alzò da terra con forza. "Il testimone? George Maxwell è al sicuro?"

"Sta bene. Testimonierà all'udienza e poi verrà inserito nel programma di protezione testimoni".

Tornò per la seconda volta sotto quel portico, Noelani era in giardino a curare i fiori piantati. Seduta sulle ginocchia scavando nella terra con la paletta inserendo i bulbi nella profondità. Si scrollò la terra di dosso andando incontro a Magnum. "So che quello che le dirò non riporterà suo marito in vita ma volevo dirle che giustizia è stata fatta e se posso accompagnarla in un posto". La donna si levò i guanti da giardiniere "Se mi da pochi minuti sarò con lei" Noelani accettò l'invito con indosso un velo pace sapendo che il marito era morto e che era impossibile tornare da lei riconosceva la perdita ed la voglia di andare avanti a vivere convivendo col dolore.

La statuetta fu donata al museo di Honolulu come dono al popolo hawaiano: sorretta dal un piedistallo contenuto dentro una teca "Alla fine era quello che suo marito voleva" rispose cingendola con il braccio "Grazie Signor Magnum ha mantenuto la sua parola. So che questo non me lo ridarà indietro ma imparerò a convivere col mio dolore. Il popolo hawaiano le sarà grato per questo gesto".

"Mantengo sempre le mie promesse" rispose sorridente.