21 anni prima

Nessuno avrebbe potuto immaginare i terribili eventi che si sarebbero verificati di lì a qualche mese. La biblioteca del castello era uno dei posti preferiti di Lady Isobel. La giovane era seduta ad un tavolino intenta a leggere un vecchio volume il cui titolo era: la danza dei draghi. Il libro narrava la storia di Rhaenyra Targaryen la figlia di Re Viserys I che, dopo la morte del padre, aveva dato inizio ad una guerra per il trono sostenendo di essere lei la legittima erede e non il suo fratellastro Aegon Targaryen. Ad Isobel che era cresciuta in tempi moderni considerava assurdo che un fratello, solo perché maschio, ereditasse le terre e il titolo di famiglia al posto della sorella, sebbene lei fosse nata prima.

Le cose erano molto cambiate dai tempi di Rhaenyra: le donne avevano più diritti e molti lavori che prima gli erano preclusi ora erano a loro accessibili. Le figlie femmine poi non si vedevano più rubare il diritto di ereditare il titolo di famiglia da eventuali fratelli minori. La legge era stata modificata solo di recente, una delle ultime cose che aveva fatto Aerys II prima di perdere il senno. Grazie alla modifica della legge un giorno la Principessa Rhaenys, primogenita del Principe Rhaegar e della Principessa Elia, cugina di Isobel, un giorno sarebbe diventata Regina dei Sette Regni, nonostante il fatto che avesse un fratello minore.

« Lady Isobel. »la chiamò una voce e la ragazza sollevò gli occhi scuri dalle pagine. Ser Jaime Lannister era entrato nella grande biblioteca e si stava dirigendo verso di loro. I membri della Guardia Reale avevano tutti il titolo di cavaliere, sebbene i membri delle ultime generazioni non impugnavano spade e non indossavano l'armatura. Avevano tutti il titolo di cavaliere più che altro per una questione di tradizione e sempre per tradizione ogni volta che un membro entrava a far parte della Guardia Reale doveva tra le altre cose giurare che non avrebbe avuto moglie, né posseduto terre e né generato figli. Quando Isobel guardava Ser Jaime e ammirava i bei lineamenti del suo viso, i capelli dorati e gli occhi che sembravano due smeraldi malediceva il fatto che i Targaryen non avessero eliminato quella parte del giuramento. A parte che anche se Jaime avrebbe potuto sposarsi dubitava che avrebbe voluto sposare lei perché non sembrava minimamente interessato.

« Ser Jaime, credevo che non fosse un'amante della lettura. »osservò infilando il segnalibro nel volume e chiudendolo. La spessa copertina che lo rilegava era piuttosto consumata e vari piccoli pezzi si erano staccati. Le pagine erano ingiallite e piene di macchie.

« Io e le lettere delle parole non andiamo d'accordo. »commentò.« Leggere per me è una tortura. »aggiunse.« Sua cugina desidera parlarle. Credo che Maester Millicent non le abbia detto quello che voleva sentirsi dire. »

Elia aveva fatto venire Maester Millicent alla Fortezza Rossa perché aveva sentito parlare molto bene di lei e del suo operato. Millicent aveva aiutato centinaia di donne a diventare madri ed era un'esperta di gravidanze difficili. Quando Elia aveva dato alla luce Aegon, il suo secondogenito, i Maester gli avevano detto chiaramente che una terza gravidanza e di conseguenza un terzo parto l'avrebbe uccisa, ma Rhaegar desiderava ardentemente un terzo figlio convinto che il drago doveva avere per forza tre teste.

All'inizio Elia non si era preoccupata più di tanto convinta che quella specie di fissazione sarebbe passata, tuttavia pochi mesi prima Rhaegar aveva conosciuto Lady Lyanna Stark e aveva cominciato a ripetere con ancora più insistenza che doveva assolutamente avere tre figli ed Elia temeva che l'avrebbe lasciata per sposare Lyanna o se non lei un'altra donna. Isobel aveva provato a tranquillizzarla però senza riuscirci e il fatto che sua cugina aveva fatto convocare Millicent era la prova che aveva miseramente fallito.

« Maledetto Rhaegar e le sue maledette tre teste di drago. »commentò con un sospiro. Non le importava se Jaime l'avesse sentita. Sinceramente a lei Rhaegar non era mai piaciuto non sapeva per quale motivo semplicemente non gli era mai piaciuto, può darsi perché in cuor suo aveva sempre sentito che quel matrimonio non avrebbe avuto un esito felice. Il Lannister non disse nulla e se per questo non disse una parola per tutto il tragitto verso alla stanza di Elia.

Isobel girò l'angolo e vide Rhaegar, davanti alla porta della stanza di sua cugina, che parlava con una donna dai capelli castano chiaro sulla trentina. Un tempo le donne non potevano diventare Maester, ma era un'altra cosa che era cambiata nel corso degli anni. Sentì la donna che si congedava dal principe e poi si voltò verso di loro. Isobel le fece la salutò quando le passò accanto poi accelerò il passo.

« Principe Rhaegar. »disse. Il marito di sua cugina le dava le spalle e si stava allontanando, tuttavia quando l'aveva udita pronunciare il suo nome si era fermato e si era voltato.

« Lady Isobel, mi dispiace, ma… non posso fermarmi a parlare con lei. »disse e senza aggiungere un'altra parola si allontanò velocemente.

« Per favore, Ser Jaime rimanga fuori dalla stanza. »disse Isobel lanciando una breve occhiata al Lannister che annuì. La ragazza bussò alla porta della camera.« Principessa Elia, sono io Lady Isobel. »annunciò.

« Entri pure. »la sua voce era bassa però aveva udito lo stesso quello che aveva detto. Aprì la porta ed entrò. La stanza era più grande della sua c'era anche una porta che dava su un piccolo balcone. Elia era seduta al tavolino della toeletta e fissava il proprio riflesso nello specchio.

« Ser Jaime mi ha detto che Maester Millicent non ti ha dato buone notizie. »disse avvicinandosi con passo lento. Quando erano sole le dava del tu e non del lei come avrebbe dovuto. Le posò le mani sulle spalle e iniziò a massaggiargliele. Elia sollevò una mano e le strinse il polso.

« Ha confermato quello che hanno detto i suoi colleghi, ovvero che un'altra gravidanza potrebbe uccidermi e in oltre crede che sarebbe pericoloso non solo per me, ma pure per il bambino. »affermò con espressione cupa sollevandosi dalla sedia e avvicinandosi alla finestra. Il cielo era di colore grigio scuro pareva che stesse per cominciare un grosso temporale vide pure un lampo in lontananza che squarciava il cielo.

« Elia non dovresti tormentarti con questa storia. »disse avvicinandosi nuovamente ad Elia che si voltò a fissarla.

« Non capisci Isobel, è ossessionato da questa storia. »disse triste.« Mi abbandonerà me lo sento. Non è solo per la questione delle tre teste di drago: si è innamorato di quella ragazza del Nord me lo sento. »aggiunse.

« Se hai ragione allora anche se Lady Millicent ti avesse dato un parere diverso da quello dei suoi colleghi… »rispose interrompendosi alla fine della frase preferendo non pronunciare ad alta voce le parole che le stavano sfiorando la mente. Elia tirò un sospiro.

« A volte penso a come sarebbe stata la mia vita se la madre di Ser Jaime non fosse morta nel dare alla luce Lord Tyrion. »disse piano.

« Cosa c'entra ora Lady Joanna? »domandò confusa l'altra.

« Lady Joanna voleva combinare un dubbio matrimonio con la mia famiglia: io avrei dovuto sposare Jaime e Oberyn avrebbe dovuto sposare Cersei solo che poi la moglie di Lord Tywin è morta dando alla luce il suo terzo figlio e suo marito non volle portare avanti i suoi progetti matrimoniali. »proseguì. Isobel rimase in silenzio non sapendo cosa dire. Se Lord Tywin avesse condiviso il progetto di sua moglie ora Elia sarebbe la moglie di Ser Jaime, forse e lei sarebbe innamorata del marito di sua cugina.« Isobel tutto bene? Hai una faccia strana. »commentò preoccupata la principessa.

« è solo che… la verità è che sono innamorata di Ser Jaime. »confessò. Non era sicura che fosse il momento adatto per quella confessione data la natura che aveva preso il loro discorso, ma voleva provare a distrarla.

« Isobel lo sai che è un membro della Guardia Reale e che lo sarà per minimo vent'anni. »le ricordò. I membri della guardia non erano più costretti a servire per tutta la vita solo per vent'anni poi potevano congedarsi se lo desideravano.

« Non lo sarà per sempre. »ribatté. Le labbra di Elia si curvarono in un sorriso tirato e le accarezzò una guancia.

« Mia cara, dolce cugina. »sussurrò piano, probabilmente credeva che fosse solo un'ingenua, ma l'altra non la vedeva in questo modo era convinta che un giorno sarebbe riuscita a conquistare il cuore di colui che amava.

Quella notte scoppiò un brutto temporale e nel cuore della notte sia Elia, sia Isobel vennero svegliate dal forte boato di un tuono solo che mentre una rimase a letto cercando di dormire nonostante il boato dei tuoni l'altra guidata da una specie di forza invisibile si alzò dal letto e lasciò la propria stanza segnando il proprio destino e non solo il suo.

Pochi giorni dopo Rhaegar partì lasciando una lettera dove spiegava alla moglie che il loro matrimonio era finito. Quando Elia lesse la lettera si infuriò. La Regina Rhaella e Isobel trascorsero buona parte della giornata con lei. A fine giornata la camera era un disastro Elia aveva rotto tutti gli oggetti presenti e si era pure tagliata con i cocci dello specchio.

Quando poche settimane dopo Rhaegar tornò ad Approdo del Re, insieme a Lyanna Stark, non trovò una bella accoglienza sua madre era furiosa con lui e non era l'unica. Elia si rifiutò categoricamente di vedere il marito e Isobel si piazzò a guardia della camera della cugina pensando che se Rhaegar avrebbe voluto entrare avrebbe dovuto passare passare sul suo corpo.

Non passò molto prima che le conseguenze del "rapimento" di Lyanna si manifestassero: il padre e il fratello maggiore di Lyanna vennero nella capitale per chiedere che la ragazza gli fosse restituita, tuttavia Aerys reagì facendoli uccidere e non passò molto prima che i nobili, guidati da Lord Robert Baratheon promesso sposo di Lady Stark, sollevassero i loro vessilli in rivolta.

Jaime chiese a Rhaegar di poterlo accompagnare, tuttavia il principe volle che rimanesse nella capitale e gli affidò la moglie e i figli. In quel momento Jaime non fu affatto felice della decisione del principe perché avrebbe preferito andare in guerra, ma un giorno non lontano gli sarebbe stato grato di non averlo portato con lui.

Isobel trascorse la maggior parte delle giornate in compagnia della cugina nei mesi che seguirono. La salute di Elia andava a deteriorarsi sempre di più. Una sera, pochi giorni prima della sua morte, Elia le raccontò che quando lei è Rhaegar si erano sposati lui le aveva già detto all'epoca che voleva tre figli e che se fossero stati un maschio e due femmine si sarebbero chiamati Visenya, Aegon e Rhaenys come i primi sovrani dei Sette Regni.

Elia dopo aveva preso il libro con il quale sembrava essersi fissata in quei mesi: la Danza dei draghi e le confessò che lei invece preferiva di gran lunga Rhaenyra come nome a Visenya e Isobel Pensò che il suo fosse un piccolo gesto di ribellione nei confronti del marito. Quando Elia le chiese come avrebbe voluto chiamare il suo primo figlio lei rispose che era convinta che il suo primogenito sarebbe stato un maschio e che voleva chiamarlo Aegon come il figlio della cugina e l'altra, per la prima volta da mesi, scoppiò in una sonora risata e le disse che se invece fosse stata una femmina non avrebbe dovuto chiamarla Elia perché incominciava a pensare che quel nome portasse sfortuna.

Oggi

La Principessa Myrcella e il Principe Tommen avevano passato una giornata terribile e c'èra da sorprendersi? La loro madre era stata scoperta in un bagno di sangue quella mattina e i poveri bambini avevano passato la maggior parte della giornata a piangere finché Joanna non si era presentata da loro con in mano un libro di favole. Dopo aver vinto una prima resistenza da parte dei cuginetti la fanciulla li aveva condotti nella camera di Tommen, che era la più vicina e dopo essersi sistemata sul letto con loro gli aveva letto la storia di Simba. Aveva appena terminato di leggere la storia quando bussarono alla porta.

« Miss Joanna l'investigatore e la sua assistente desiderano parlare con lei. »annunciò una voce da dietro alla porta. Sapeva che quel momento presto o tardi sarebbe arrivato fece per scendere dal letto, ma Myrcella le afferrò il braccio.

« No, Jana ti prego non andartene. » Le accarezzò i capelli dorati e le sue labbra si curvarono in un dolce sorriso.

« Farò il più in fretta possibile. Te lo prometto. »disse dandole un bacio sulla fronte. La ragazzina le lasciò andare il braccio.

« Torna, ti prego. »disse con un filo di voce quando la cugina fu sulla soglia della porta. Si voltò e le promesse che lo avrebbe fatto e che la mattina dopo avrebbe fatto colazione insieme.

« Miss Lannister mi segue, per favore. »disse la donna che a quanto pare aveva bussato alla porta. Brienne di Tarth aveva origini nobili, ma non le piaceva che la gente si rivolgesse a lei con il titolo di Lady era una donna cavaliere ed era un peccato che, nonostante tutti i passi avanti nel dare alle donne più opportunità e diritti, tuttora non era concesso ad una persona di genere femminile entrare a far parte della Guardia Reale.

« Si, Ser Brienne. »rispose. Spesso si era domandato se era corretto rivolgersi ad una donna cavaliere con quel titolo, cioè non sarebbe stato più giusto creare una versione femminile? Non espresse ad alta voce il suo pensiero e seguì Brienne.

La donna la condusse fino alla Sala del Concilio Ristretto a marzo dell'anno seguente sarebbero stati due anni che Joanna era venuta a vivere nella capitale del regno eppure non aveva ancora messo piede in quella stanza perché l'ingresso era riservato al sovrano e agli altri membri del Concilio Ristretto era il re a nominare i membri, ma esisteva pure un Concilio più grande che aveva sede pure quello nella capitale, tuttavia fuori dalle mura del castello all'interno della città e i suoi membri erano eletti dal popolo. La monarchia aveva perso potere nel corso degli anni. Aerys II aveva tentato di prevaricare il secondo Concilio e purtroppo con la forza e la paura c'era riuscito. Robert non era stato un buon sovrano, sebbene da quasi un anno aveva iniziato ad interessarsi di più al benessere del proprio regno e come si dice? Meglio tardi che mai, ma lui e Lord Arryn avevano riformato il Concilio. Beh, probabilmente l'idea era stata principalmente e, forse, unicamente di Lord Arryn, ma questo era solo un particolare.

« Miss Joanna, grazie per essere venuta. »l'accolse l'investigatore quando entrò nella stanza era seduto al tavolo, ma sia lui, sia la sua assistente si erano drizzati in piedi quando la porta si era aperta. L'uomo fece il giro del tavolo e le si avvicinò la ragazza non capì cosa volesse fare finché non le prese la mano per baciarla.

« No, non occorre. »disse ritraendo le mani.« Io non sono una Lady. »aggiunse. Anthony si rivederti e le fece segno di accomodarsi su una delle sedie.

« Lei è Miss Joanna Lannister, figlia di Ser Jaime Lannister il gemello della Regina Cersei, giusto? »

« Sì, sono la figlia di Ser Jaime e la Regina Cersei era mia zia, ma come penso saprete già tra me e la regina non correva buon sangue. »affermò. Non era un segreto per nessuno che Cersei la odiava da bambina, soffriva per questo però con il passare del tempo aveva imparato a convincermi. Non ad accettarlo solo a conviverci.

« Mi dica dov'era la notte tra il 15 e il 16 per essere precisi tra le ventidue e l'una del mattino? -chiese serio. Dritto al punto.

« Io e la mia amica Tyene stavamo guardando una serie tv. Spesso lo facciamo. Abbiamo guardato quattro o cinque episodi della prima stagione gli ultimi per essere esatti. »rispose sforzandosi di mantenere un tono di voce calmo.

« Tyene è una delle figli del Principe Oberyn, vero? »

« Si, io e lei abbiamo legato molto tre anni fa quando sono andata a Dorne a far visita alla sua famiglia. Sa mia madre era una loro cugina. »rispose.« Tyene desiderava studiare all'università e dato che eravamo diventati grandi amiche suo padre chiese al mio se poteva venire con me. »continuò e Anthony fece un cenno di assenso con la testa.

« Per quale motivo sua zia la odiava? »

« Mia zia odiava mia madre non so perché da quello che so si erano incontrate una volta sola e di conseguenza odiava me. »rispose.« Mia zia era molto legata ha mio padre e lui a lei, suppongo che fosse per via del magico legame che si dice si venga a creare tra gemelli, e penso che fosse gelosa. »

« La regina non voleva che lei fosse legittimata cosa che le avrebbe permesso di ereditare il titolo e il patrimonio di famiglia. »

« Insinua per caso che abbia ucciso mia zia per denaro? A me non importava veramente dei soldi, ovvio che se ereditassi il patrimonio di famiglia mi farebbe comodo però per tutta la vita io ho desiderato solo ricevere l'affetto dei miei famigliari. »esclamò. Si interruppe per un attimo e sentì i suoi occhi diventare umidi.« Lei ha idea di cosa si prova a vivere in una famiglia dove tua zia ti odia e tutti gli altri non ti considerano un membro effettivo? Mio nonno solo da qualche anno ha iniziato ad interessarsi a me e solo perchè non sopporta il pensiero che l'eredità dei Lannister vada a mio zio perché è un nano e lo disprezza per questo. »continuò.« Mio padre invece mi tratta come una bambola di porcellana che potrebbe rompersi da un momento all'altro ed è protettivo in maniera eccessiva per diciassette anni mi ha tenuta lontana dalla famiglia di mia madre. »c'era rancore nella sua voce e una parte di lei sapeva che non avrebbe dovuto parlare in quel modo. Si asciugò gli occhi con una mano.

« Perché lo ha fatto? Era la famiglia di sua madre? »chiese e dedusse che qualcuno gli aveva rivelato che sua madre e i Martell erano cugini il ché non era certo un segreto.

« Dovrebbe chiederlo a lui, forse a lei darà una risposta sensata. »

« Mi dica qual'è il suo personaggio preferito di Merlin? »domandò e pensò che fosse un tentativo di verificare se conosceva la serie tv.

« Il drago. »asserì dopo una breve riflessione.« Perché è saggio e potente. Lei sa che secondo la leggenda Aegon il Conquistatore e le sue sorelle-moglie conquistarono il regno servendosi dei loro draghi? »chiese.

« Sono molti anni che non si vede un drago la maggior parte della gente pensa gli ritiene quasi una leggenda. »

La giovane sorrise.

- Si, sembra che i draghi si siano estetisti. Penso che Robert Baratheon non avrebbe avuto alcuna possibilità di vincere la guerra se esistessero ancora. -commentò.- Ho sempre pensato che erano creature affascinanti in grado di distruggere una città solo con un sospiro. »

« Si, ha ragione. »concordò, ma a parlare non era stato Anthony bensì la sua assistente.

« Bene, ci sono altre domande? »chiese la bionda intrecciando le mani in grembo. Al collo portava una catenina con un rubino, era stato un regalo di Tyrion per il suo ultimo compleanno e all'improvviso si illuminò.« Il coltello. »esclamò guardando Anthony.

« Intende il coltello che sembra sia stato usato per uccidere sua zia? »chiese l'assistente e lei annuì piano.

« Quando l'ho visto ho avuto l'impressione di averlo già visto e adesso mi sono ricordata che... »si interruppe non era del tutto sicura che avrebbe dovuto rivelargli a chi apparteneva il coltello se lo avesse fatto sarebbe stata una prova contro di lui, ma era la verità.

« Miss Joanna a chi appartiene il coltello? »chiese l'investigatore intrecciando le mani sul tavolo e fissandola con sguardo penetrante.

« Ha mio zio, Lord Tyrion. »rispose c'era stata una leggera esitazione nella voce.

« È sicura? »domandò il signor Smith è lei annuì. Non aveva dubbi che fosse il coltello di suo zio ed era sorpresa che non l'avesse riconosciuto subito può darsi che era stato per colpa dello shock dovuto al fatto di vedere sua zia a terra in un lago di sangue.

« Ci sono altre domande? »

« No, direi che abbiamo terminato, ma la pregherei di non lasciare la città fino al termine delle indagini. »affermò l'uomo.

« Grazie per quello che state facendo. Avevo un pessimo rapporto con mia zia, ma spero che scoppiate chi l'ha uccisa e che fate giustizia. »

Uscì dalla stanza pensando che anche se era stata la peggiore zia del mondo e anche se non era stata una brava persona in generale non meritava di morire.

Raggiunse l'ala del castello riservata alla famiglia reale era quasi arrivata alla porta della camera di Tommen quando notò Ser Barristan in piedi davanti alla porta della camera del re. Quella settimana toccava a lui a quanto pare fare il turno che andava dal pomeriggio alla sera erano sempre indietro, ma evidentemente l'altro doveva essere andato in bagno o semplicemente a fare un giro veloce.

« Ser Barristan questa settimana le tocca il turno del pomeriggio? »chiese dirigendosi verso di lui. Non lo conosceva bene, ma andavano d'accordo. La maggior parte delle persone la trattava con rispetto e pure con una certa riverenza in fondo era una Lannister. Non era stupida sapeva che in tanti sparlavano alle sue spalle e aveva imparato spesso che a volte le persone quando sono in tua presenza assumono un determinato comportamento, tuttavia quando non siete nella stessa stanza o non pensano che tu possa udire quello che dicono.

« Si, ma presto dovrebbero venire a darci il cambio e il mio confratello dovrebbe tornare a minuti. »affermò con quell'espressione seria che spesso gli vedeva in volto.

« Mi sono sempre chiesta quanto sia faticoso stare in piedi per circa otto ore e anche noioso. »osservò.

« Sono molti anni che faccio questo lavoro e ho dedicato la mia vita a proteggere la famiglia reale. »rispose e capì dal tono della sua voce che per lui era un onore e in effetti doveva esserlo.

« Lei è spesso al fianco del re. »osservò rammentando tutte le volte che l'aveva visto in piedi accanto ad un Robert seduto sul Trono di Spade.

« Sono il Lord Comandante della Guardia Reale e il mio compito principale è assicurarmi che il re, come del resto tutti i membri della sua famiglia, sia al sicuro e che nessuno possa fargli del male. »

« Mia zia era la regina e non importa se il re presto avrebbe divorziato da lei finché sarebbe stata la regina avrebbe avuto diritto alla vostra protezione eppure qualcuno è riuscito ad entrare nella sua stanza e ad ucciderla. »il tono della sua voce è più freddo di quanto avrebbe voluto. Non può fare a meno di pensare che se avesse fatto bene il suo lavoro ora Cersei non sarebbe morta.

« Comprendo la sua rabbia era sua zia dopotutto, sebbene non mi pare che aveste un rapporto idilliaco. »

« Desidero che chi l'abbia uccisa paghi per quello che ha fatto. »rispose.« Lei non ha notato nulla? »

« No e nemmeno le guardie che hanno dato il cambio a me e all'altro membro della Guardia Reale. »affermò.« Ieri sera c'è stato un incendio fuori dal castello e ci siamo allontanati brevemente. »raccontò. Aveva sentito parlare dell'incendio non aveva fatto grossi danni ed era stato spento in fretta.

« Potrebbe essere stato un diversivo. »ipotizzò.

« È probabile. »confermò. Si sentì un rumore dei passi e quando si voltò vide l'altro membro della Guardia Reale che si dirigeva verso di loro.

« Buona serata. »gli salutò e poi si diresse verso la camera di Tommen.

I due principi dormivano sereni e lei sorrise alla vista di quella dolce visione. Facendo attenzione a noi svegliarsi si sistemò sul letto accanto a Myrcella perché temeva che si sarebbero svegliati se si fosse rimessa in mezzo a loro.

Il giorno dopo

La mattina seguente venne svegliata dalla cameriera che si occupava dei principi. La

donna era stupita di vederla lì, ma dopo l'iniziale sorpresa le disse che era molto gentile da parte sua stare vicino ai figli della regina. Le aveva sorriso commentando che erano dei bravi bambini e che erano i suoi cugini.

Lei e i cuginetti erano intenti a fare colazione quando la porta si aprì ed entrò il re. Jana posò la fetta biscottata sul quale stava spalmando della marmellata e si drizzò in piedi i bambini la imitarono e tutti è tre eseguirono un inchino.

« Miss Joanna è una sorpresa trovarla qui. »commentò Robert avanzando verso di loro. Cersei aveva sempre fatto il possibile per tenerla lontana dai suoi cugini però spesso loro le disubbidivano e venivano a cercarla. Non riuscivano a capire per quale motivo non potevano stare in sua compagnia. Lei, sebbene a malincuore, lì mandava via. L'ultima cosa di cui aveva bisogno era dare un'ulteriore motivo a sua zia per avercela con lei. Adesso Cersei però era morta e lei non doveva più temere le possibili conseguenze se avesse osato trascorrere anche solo in compagnia dei principi e poi avevano bisogno di lei di qualcuno che gli stesse vicino dopo la morte della madre. Qualcuno che li consolasse e si prendesse cura di loro. Non intendeva sostituirsi alla loro amore non avrebbe mai potuto.

« Ieri sera ho letto ai principi una favola della buonanotte e poi la principessa mi ha chiesto di dormire con loro. »spiegò. Robert fece un cenno con il capo e si avvicinò. Lo guardò mentre si sedeva al tavolo e chiedeva alla cameriera di portarli il necessario per fare colazione. La donna si congedò con un inchino e uscì in fretta dalla stanza e Jana si domandò se era la prima volta che il sovrano consumava il primo pasto della giornata insieme ai figli.

« Può darsi che dovremo chiamare pure il principe ereditario e che io me ne vada. »suggerì era rimasta in piedi mentre i bambini si erano accomodati ai loro posti. Joffrey non avrebbe mai accettato fi fare colazione in sua compagnia era da più di un anno che viveva nella capitale eppure non aveva mai consumato un pranzo in compagnia degli zii e dei cugini a meno che non costassero i banchetti al quale aveva preso parte, ma Cersei non le aveva mai consentito di sedersi con loro.

« No, non è necessario. »rispose il re e poi la invitò a sedersi con un gesto della mano. Riprese in mano la fetta biscottata sul quale stava spalmando la marmellata e dopo aver terminato la porse a Tommen che la ringraziò.

Robert non era un gran chiacchierone e rimase in silenzio per la maggior parte del tempo era cambiato rispetto a quando era venuta a vivere nella capitale sembrava che si stesse veramente impegnando per essere una persona migliore e aveva cominciato ad interessarsi di più al regno che doveva governare. Al termine della colazione si congedò da loro dicendo che lo aspettava una giornata impegnativa dato che era il giorno delle udienze. A quanto pare aveva deciso di non modificare le sue abitudine e di non cancellare i suoi impegni dopo la morte della moglie.

Finito di fare colazione Joanna si recò in camera sua per preparare la borsa per l'università. Tra pochi giorni avrebbe avuto un'esagerazione e come spesso accadeva alla vigilia di uno diventava nervosa e la paura di prendere un brutto voto l'attanagliava che poi si chiedeva se sarebbe riuscita a studiare dopo quello che era accaduto. Sentì bussare alla porta e senza voltarsi invitò la persona ad entrare.

« L'investigatore e la sua assistente mi hanno chiesto se è vero che ero con te quando la regina è morta. »disse Tyene entrando nella stanza. Aveva un'espressione stranamente seria. Joanna infilò l'astuccio nella borsa e dopo aver controllato se c'era tutto se la mise a tracolla. La borsa aveva un leone disegnato sopra suo nonno gliel'aveva regalata quando aveva iniziato l'università dicendole che doveva sempre ricordarsi chi era e l'aveva pure messa in guardia specificando che si aspettava solo bei voti da parte sua e che si comportasse bene. Non aveva avuto particolare difficoltà ad ubbidire.

« E tu cosa gli hai risposto? »

« Ho mentito e ho confermato il tuo alibi. L'ho fatto perché ti voglio bene e perché sono sicura che non hai ucciso tu la regina. »affermò.

« Grazie, te ne sono molto grata. »affermò.

« Sarà meglio che poi anche se avessi ucciso davvero quella donna non te ne fare una colpa: è terribile. »rispose.

« Anche se non era una bella persona non meritava di morire. »disse passandole accanto per uscire dalla camera.

« In fondo hai ragione anche perché ci sono persone più meritevoli di morire all'interno delle mura di questo castello. »osservò e insieme si allontanarono lungo il corridoio pure lei aveva una borsa solo che sulla sua non c'erano disegni.

« Se tu e tuo padre decideste di uccidere mio nonno avreste tutta la mia comprensione. »affermò. Non voleva bene ha suo nonno, semplicemente lo rispettava e di certo lui non le voleva bene per Tywin lei era solo un'alternativa più accettabile come erede piuttosto che suo figlio affetto da nazismo. Non ricordava quanti anni aveva con precisione quando aveva scoperto che suo nonno aveva dato ordine di uccidere i figli di Elia, ma comprendeva il desiderio di Oberyn, Tyene e del resto della loro famiglia di volersi vendicare senza contare che in parte il sangue che circolava nelle vene di quei poveri bambini circolava pure nelle sue.