I turni a tempo parziale di Rose iniziarono subito dopo che il Consiglio dei Guardiani ebbe dato l'approvazione, a condizione che Rose vedesse regolarmente uno dei consulenti scolastici in modo che potesse dichiarare la sua lucidità mentale prima del diploma. Sarebbe rimasta in servizio tre giorni a settimana, con quattro giorni liberi inclusa la domenica, inoltre non avrebbe dovuto fare turni di notte. Quest'ultimo non era un grosso problema, in primo luogo perché lei non era uno degli allievi programmati per gli attacchi notturni in quel periodo, ma anche se lo fosse stata sarebbe stata trovata una rapida soluzione anche a quello. Una buona nottata di sonno era molto più importante che stare di guardia quando non c'era davvero alcun reale pericolo. Gli attacchi in pieno giorno, sotto la luce solare, erano incredibilmente rari nel mondo reale.
Rose non era stata entusiasta della premura con cui veniva trattata alla luce di ciò che stava accadendo, ma fui in grado di rassicurarla sul fatto che avremmo sempre potuto intensificare la sua esperienza sul campo in seguito, quando l'avessimo ritenuto opportuno. Con un po' di persuasione, riuscii a convincerla ad accettare la situazione. Tuttavia, prima di programmare la seduta di Rose con il consulente scolastico, avevano fatto andare Eddie. Il suo nome era Deirdre, credo. Dal momento che entrambi erano coinvolti nella stessa situazione, aveva senso che vedessero la stessa persona. Inoltre, al momento c'erano solo due consulenti nella scuola e con Lissa che ne vedeva già uno, sarebbero potuti insorgere problemi di privacy se Rose o Eddie avessero visto lo stesso consulente della Principessa. Tra il legame con Rose e Eddie che fungeva da guardiano di Lissa durante l'esercitazione, una certa distanza tra i due ragazzi e la loro Moroi sarebbe stata salutare.
L'appuntamento di Eddie doveva essere fissato per quella domenica sera mentre era fuori servizio, perché mi capitò di beccarlo mentre usciva dall'edificio medico nel mio percorso verso la sala dei guardiani. Sembrava emotivamente svuotato, ma quasi... sollevato. Sembrava che gli fosse stato tolto un peso dalle spalle. Dovevo ammetterlo, se Rose fosse sembrata leggera e spensierata come lui dopo uno dei suoi appuntamenti, allora non vedevo l'ora che iniziasse.
"Castile!" La sua testa si sollevò verso di me, scattando con i riflessi ben affinati di un guardiano in addestramento. Aspettai che fossimo un po' più vicini per parlare di nuovo. "Com'è andata?"
Non aveva bisogno che specificassi a cosa mi riferissi. "Benissimo, davvero. È stato bello riuscire a dire alcune delle cose che mi tenevo dentro da un po', e che non pensavo di poter dire, sa? All'inizio ero titubante, ma una volta rilassato un po', ho iniziato a parlare e via... non so come spiegare. Deirdre mi ha fissato altri tre appuntamenti, ma dice che sono in una situazione abbastanza buona. Mi sembra di poter respirare di nuovo. Vai a capire…" Rise nervosamente, iniziando già a rimettere la consueta maschera da guardiano, ma io mi affrettai a rimuoverla di nuovo.
"È meraviglioso. Mi dispiace davvero che non abbiamo pensato a farlo prima..."
Spazzò via la mia preoccupazione. "Oh, non si preoccupi. Devo abituarmici. So che non sarà l'ultima volta che un mio amico muore. Vorrei solo... Mason meritava di meglio, sa?"
"Si lo so." Concordai, pensando brevemente a tutti i guardiani che avevo conosciuto personalmente che erano caduti in battaglia e a quelli a cui non avevo mai avuto la possibilità di dire nemmeno una parola. "Probabilmente è utile avere qualcuno con cui parlare dopo una cosa del genere, però. Non sentirti in colpa per aver ricevuto aiuto. Dio sa che io stesso probabilmente sarei meno antisociale se lo facessi."
Mi scappò quasi da ridere per il suo visibile sussulto. Anche se non ci prestavo quasi attenzione, avevo sentito i commenti sul fatto che fossi "antisociale". Non mi ero mai offeso, soprattutto perché non erano poi così lontani dalla verità, ma almeno ora mi erano serviti a rompere la tensione.
"Sul serio però, Edison. Sei un bravo ragazzo e diventerai un guardiano meraviglioso. Ho piena fiducia in te e mi sentirei più che a mio agio a lavorare al tuo fianco con quello che ho visto finora durante questa esercitazione. Abbiamo tutti perso delle persone e tutti abbiamo sofferto per questo". Esitai un momento prima di condividere la parte successiva, che avevo condiviso con una sola altra persona nel campus, un'altra persona che, come lui, era uno studente. "Anch'io ho perso il mio migliore amico. Non era un guardiano, era il mio protetto, ma è stato ucciso dagli Strigoi e ho incolpato me stesso per molto tempo. A volte, lo faccio ancora. Se mai avessi bisogno di qualcuno con cui parlare, oltre al consulente ovviamente, puoi contare su di me."
Annuì, senza alzare del tutto la testa per guardarmi bene. "Grazie, Guardiano Belikov."
"Chiamami Dimitri, quando siamo tra noi." Gli offrii la mano e lui la presa un attimo dopo.
"Dimitri" concordò scuotendo esitante le nostre mani strette, ma prendendo più confidenza con ogni secondo che passava. "Grazie."
Sapevo che era vicino a Rose quasi come un fratello, entrambi cresciuti come pupilli dell'Accademia senza una vera famiglia fuori dai cancelli della scuola. Certo, Lissa era come una sorella per Rose, sia per l'amicizia che per il legame. Allo stesso modo, Mason era stato uno dei suoi migliori amici e per Eddie era stato quasi un equivalente di Vasilisa, ma sapevo che questa esperienza aveva forgiato una nuova forma di legame tra Rose ed Eddie e che avrebbero fatto qualsiasi cosa l'uno per l'altra. Senza fare domande. Senza bisogno di spiegazioni.
Offrire il mio nome e il mio sostegno era il minimo che potessi fare per lui.
Sfortunatamente, il breve momento in cui vidi Rose la mattina dopo il suo appuntamento col consulente – tra un finto attacco Strigoi e l'altro – non mi diede la stessa sensazione di speranza. Laddove Eddie era sembrato speranzoso e rinvigorito, Rose, da lontano, sembrava distratta e confusa.
Non ebbi l'opportunità di discutere subito del suo appuntamento come avevo fatto con Eddie, non con un'altra settimana di esperienza sul campo che cominciava. Feci una promessa silenziosa di cercarla più in là durante la giornata. Forse, al più tardi, il giorno dopo. Sapevo che avrebbe trascorso parte del suo tempo libero a svolgere altri compiti in classe, ma la maggior parte l'avrebbe impiegata in palestra. Trovarla non sarebbe stato difficile, lo sarebbe stato trovare il tempo.
Il destino però non mi sorrise. Tra i vari attacchi agli studenti, un pranzo mancato e una cena frettolosa prima di un breve turno di pattuglia per recuperare un po' del tempo in cui ero stato via per il processo, non ebbi la possibilità di trovare Rose prima del coprifuoco. Mancava meno di mezz'ora prima che lei dovesse rientrare nel suo dormitorio, ma non volevo avere una conversazione affrettata e superficiale. Non dopo la giornata appena trascorsa.
Era stato già abbastanza spiacevole quando Adrian era venuto ad infastidirmi durante la breve pausa tra il mio turno nell'esperienza sul campo e la cena. Come al solito, le mie risposte tronche e il mio atteggiamento poco accogliente non fecero nulla per farlo desistere.
"E così, Rose si comporta di nuovo in modo strano."
Riuscì a catturare la mia attenzione, anche se resistetti ad abboccare completamente all'amo. Il sorriso sornione sul suo volto mi disse che la questione non era poi così grave come voleva farmi credere.
"A meno che non stia urlando di dolore, sono sicuro che qualunque cosa stia accadendo può aspettare fino a quando non avrò messo qualcosa sotto i denti".
"Ahi. Non c'è da stupirsi che stia vedendo altri uomini."
Il commento mi prese alla sprovvista e, anche se si trattò solo di un momento di esitazione, fu comunque sufficiente perché Adrian se ne accorgesse. Alzò un sopracciglio, con fare in parte interrogativo e in parte vittorioso. Sapendo bene che non aveva senso negare l'azione, emisi un sospiro di fastidio prima di ricominciare. Questa volta, accorciai i miei passi in modo che Adrian non dovesse praticamente correre per starmi accanto.
"Quindi sta uscendo con qualcun altro?" Anche se non avevo negato la mia sorpresa per il suo commento, non avrei neanche confessato apertamente la mia disperazione.
"Beh no, 'uscire' è un termine un po' forte. Era a un soffio da una seria sessione di limonata però." Rise al pensiero, e poi aspettò la mia successiva - e ovvia - domanda.
Resistetti il più a lungo possibile prima di chiederlo, il che vuol dire giusto il tempo di tre passi. "Qualcuno che conosco?"
"Io, in realtà."
Questa volta, mi arrestai completamente. Non so cosa Adrian si aspettasse da me, ma a quanto pare includeva qualche metro di distanza perché fece ancora un paio di passi prima di voltarsi verso di me.
"Tu? Ti ha baciato?" Rose mi aveva detto che Adrian non era altro che un fastidio per lei. Che l'unico motivo per cui lo sopportava era che stava aiutando Lissa a capire di più sullo Spirito. Per quanto ne sapevo, la situazione non era cambiata... vero? Me ne sarei accorto, giusto? Era successo qualcosa durante il viaggio a Corte? No, non c'era stato tempo, ma forse era stato abbastanza perché lei si sentisse in debito con lui o qualcosa del genere...
"Ho detto quasi" mi ricordò, quasi seccato di che fosse così. "È venuta da me e, senti questa, mi ha chiesto di usare la compulsione per costringerla a baciarmi. Avrei pot-"
"Tu cosa?!" I suoi occhi si spalancarono al mio tono, fece un altro frettoloso passo indietro mentre mi muovevo velocemente verso di lui e alzò le mani per proteggersi, come se quello potesse fermarmi. "Hai usato la compulsione su di lei?"
"A: non mi hai lasciato finire. B: mi ha chiesto lei di costringerla e non l'avrei mai fatto se non me lo avesse chiesto esplicitamente. E C: una delle condizioni per permettermi di usare la compulsione su di lei era di non baciarla davvero e non lasciare che lei baciasse me, e ho mantenuto la mia parola. Penso di avere un po' più diritto di essere arrabbiato io in questa situazione rispetto a te, ok?"
Alzai gli occhi al cielo alla sua piccola festa di autocommiserazione, grato che non si fosse approfittato di Rose quando era vulnerabile, ma ancora incazzato per il fatto che l'avesse messa in quella posizione compromettente quando aveva già così tante cose a cui pensare.
"Cosa l'ha spinta a farlo?"
"Perché, c'è bisogno di qualche... spinta? Rose ed io siamo entrambi giovani, single, attraenti. Queste cose succedono, amico."
Scossi la testa, strofinandomi delicatamente gli occhi, più esausto mentalmente che fisicamente, anche se la stanchezza fisica si faceva sentire. Doveva esserci dell'altro in quella storia, ne ero sicuro, ma ero anche abbastanza sicuro che non l'avrei scoperto da lui.
"Beh, grazie per l'avvertimento. È sicuramente un comportamento strano da parte sua. Terrò gli occhi aperti. Ora, se non ti dispiace, ho ancora", controllai l'orologio, "dodici minuti per cenare e presentarmi per il turno di guardia."
Non disse nient'altro, ma mentre attraversavo le pesanti doppie porte, potrei giurare di aver sentito una risata soffocata dietro di me.
La cena fu completamente insapore, ma non per colpa delle cucine dell'Accademia. Tutto ciò su cui riuscivo concentrarmi era che Rose aveva quasi baciato Adrian. Rose vedeva fantasmi, o cose che pensava lo fossero. Se in un momento era arrabbiata, in quello dopo era distante e completamente imprevedibile tanto da preoccuparmi seriamente. Anche questa cosa con Adrian aveva a che fare con tutto il resto? E se sì, a cosa avrebbe portato? Ero certo che la maggior parte dei ragazzi qui non sarebbero stati tanto onorevoli quanto Adrian nel suo breve momento di dignità, e anche quello mi chiedevo quanto sarebbe durato.
Mentre pattugliavo i terreni ad Est, vicino la striscia di verde che divideva i giardini ben curati della scuola dai boschi deserti del Montana, cercavo di pensare a qualsiasi cosa tranne a quanto mi sentissi impotente quando si trattava di Rose. C'erano stati momenti in cui mi ero sentito più vicino a lei di chiunque altro, inclusa la mia stessa famiglia, da quando ero bambino. Poi c'erano stati momenti in cui l'avevo sentita lontana quanto la mia famiglia in quel periodo, con un oceano e un milione di cose non dette a separarci.
Ero così distratto dai miei pensieri, che quasi non vidi Yuri che mi seguiva. Mi girai in un attimo, istintivamente il braccio si allungò verso la fondina della cintura mentre lui tendeva la mano in segno di resa.
"Scusa, non volevo sorprenderti. Sembravi piuttosto concentrato su qualcosa. Tutto bene?"
"Sì, tutto ok." Mi scrollai di dosso il momento, rilassandomi mentre la sensazione di minaccia se ne andava e il formicolio nelle dita che mi preparava alla battaglia si dissolveva. "È solo lo stress. Il processo, l'esperienza sul campo. Penso che tutti questi finti attacchi Strigoi mi abbiano reso un po' nervoso."
Fece una risata poco entusiasta alla mia battuta altrettanto poco entusiasta. "Immagino che neanche tutta la faccenda di Rose aiuti molto."
"Ti prego, dimmi che non è di nuovo nei guai" supplicai, solo in parte per scherzo. Dopo le sue azioni delle ultime settimane e le parole di Adrian di prima, era possibile che stesse combinando di tutto, dal beccarsi un biglietto di sola andata per la clinica, al passare il tempo chiusa nello spogliatoio dei ragazzi con metà dei Dhampir dell'ultimo anno. Certo, avrebbe anche potuto semplicemente stare a cena con gli amici o lavorare ai suoi compiti dei giorni liberi. Speravo davvero che fosse la seconda.
"No, non che io sappia almeno. Non l'ho vista nelle ultime ore. Stavo solo parlando dei problemi che ha avuto nelle ultime settimane. Sembra che sia stata dura anche per te, so che voi due siete vicini visto che la alleni, immagino che non sia facile. Come la stai vivendo?"
Nessuno me lo aveva mai chiesto e, ad essere onesti, non avevo nemmeno mai considerato che io o i miei sentimenti potessimo essere contemplati in tutto ciò. L'idea mi sembrava quasi ridicola, ma apprezzai comunque il pensiero.
"Sto tenendo duro, credo. Solo che è successo tutto in una volta. Sono sicuro che le cose si calmeranno un po' una volta che l'esperienza sul campo sarà terminata e ci avvicineremo al diploma. Ti ricordi quanto sia stressante l'ultimo anno; Rose era già indietro all'inizio, e poi perdere Mason... è stato un duro colpo per lei, e questo rende le cose difficili anche per me, specialmente considerando che non c'è niente che io possa fare per aiutare."
Annuì, più per compassione che per comprensione.
"Credi che Rose si diplomerà? Tra l'altro se ci riuscirà... se questa storia venisse fuori, potrebbe davvero danneggiare le sue possibilità di carriera."
La voglia di difenderla prese subito il sopravvento; era una mia allieva e la conoscevo meglio di quasi chiunque altro. Rose stava affrontando delle difficoltà, ma alla fine sarebbe andato tutto bene. Tuttavia, capivo perché Yuri stesse facendo quelle domande. Era preoccupato, non era a caccia di pettegolezzi, e le sue parole erano sussurrate, sommesse e frettolose come se in qualche modo volesse proteggerci da orecchie indiscrete, nonostante a quanto pareva fossimo le uniche due persone in giro.
"Se non fosse già designata per essere la guardiana della Principessa Vasilisa Dragomir, sarei più preoccupato, ma la sua posizione è praticamente assicurata. La Principessa e Rose sono molto vicine, quindi è ben informata sulle attuali condizioni di Rose ed è molto sensibile e comprensiva a riguardo. Penso che starà bene. Per quanto riguarda il fatto se Rose si diplomerà, non ho dubbi".
La verità era che avevo dei dubbi, ma niente a cui valesse la pena dare voce. Parlarne ad alta voce avrebbe solo dato loro forza e quella era l'ultima cosa che volevo fare. Rose era forte e finché si sentiva determinata a diplomarsi e aveva il sostegno mio e degli altri che si prendevano cura di lei, sapevo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per ottenere il suo Marchio della Promessa.
"Beh, ottimo." Yuri, guardò in lontananza, dondolandosi leggermente sui talloni. Era chiaro che voleva aggiungere altro alla conversazione, ma la sua esitazione mi spiazzò. Non avevo intenzione di incoraggiarlo però. "Non vedi l'ora di lavorare con lei, vero?"
"Con Rose? Certo." Non capivo perché quella fosse una domanda imbarazzante da porre, almeno non rispetto al dubbio se si sarebbe effettivamente diplomata o meno, ma continuai in ogni caso. "Rose e io siamo arrivati a conoscerci abbastanza bene negli ultimi mesi. L'inizio è stato difficile, ma mi fido di lei e lei si fida di me. Non credo si possa chiedere molto di più da un rapporto".
E onestamente, non si poteva. Ci si doveva fidare implicitamente del proprio partner guardiano. Non era necessario andare d'accordo, non era necessario essere amichevoli, non era neanche necessario piacersi. Ma, in fin dei conti, bisognava affidargli la propria vita e, cosa più importante, la vita del proprio Moroi. Era necessario sapere che quando avessi impartito un comando, il tuo partner l'avrebbe seguito alla lettera, e anche sapere che tu lo avresti seguito senza domande quando il tuo partner avesse fatto lo stesso. Anche se non eri d'accordo, dovevi sapere senza alcun dubbio che non ti avrebbe mai condotto nella direzione sbagliata. Tutto il resto era solo la ciliegina sulla torta.
"Certo, cosa si può chiedere di più?" Yuri rise sottovoce, probabilmente ricordando quante volte i partner guardiani tendevano a scontrarsi, soprattutto all'inizio. "Credo che la mia vera domanda sia: lei ti rende felice?"
"Scusami?"
"Ho chiesto se ti rende felice. È abbastanza chiaro che tieni a lei e che lei tiene a te. Immagino che c'era da aspettarselo, dopotutto sei il suo mentore. Voi due passate insieme più tempo di qualsiasi altra coppia in questo campus che non sia già fidanzata o sposata. Sul serio, non so cosa si aspettassero che accadesse."
"È ovvio che tengo a Rose, ma penso che tu..."
"Tuttavia, sta anche diventando abbastanza chiaro che ti piace, diavolo, forse la ami addirittura, visto come hai reagito su quell'aereo. E questo sarà un problema."
Sentii il mio corpo irrigidirsi, prepararsi all'attacco anche se quella non era una battaglia che avrei potuto vincere con la forza fisica, almeno non a lungo termine. Avrei dovuto combatterlo mentalmente, il che significava che avevo bisogno di riacquistare in qualche modo il vantaggio.
"Penso che tu abbia frainteso. Rose e io ci stiamo preparando a proteggere Vasilisa dopo che lei e la Principessa si saranno diplomate. Non ho mai detto che la nostra relazione fosse qualcosa di più che professionale."
"Forse non hai detto nulla, Dimitri, ma non hai nemmeno negato nulla."
E aveva ragione, non l'avevo fatto. Non specificamente almeno. Non sarebbe stato nemmeno troppo difficile. Quante volte avevo negato la mia relazione con Rose? L'avevo fatto con i colleghi, sotto giuramento in tribunale, a me stesso e persino alla stessa Rose. Forse è per questo che non potevo dirlo apertamente in quel momento. Ero stanco - dannatamente stanco - di negare quello che provavo per lei ad ogni svolta. Quindi non l'avevo fatto. Ma nemmeno avevo confermato nulla.
"Non ti sto condannando, Dimitri. Forse sarei un po' più preoccupato se tu o Rose aveste dei precedenti per questo genere di cose, ma come ho detto prima, voi due passate più tempo l'uno con l'altra di quasi qualunque altra coppia di persone in questo campus. Non sono molto sorpreso e penso che nessun altro dovrebbe esserlo. Tu tieni a lei e lei tiene a te, e questa non è una brutta cosa. Tuttavia, potrebbe essere un problema. C'è un motivo per cui mi sono trasferito all'Accademia dopo aver lavorato sul campo là fuori".
Potevo vedere le tracce di una storia dietro i suoi occhi, una che sembrava plasmare la sua vita in modo profondo, una storia che, come me, nemmeno lui era disposto a condividere. Almeno, non completamente. Pregai che potesse almeno darmi la morale della favola, così da non doverla imparare da solo.
"Allora cosa dovrei fare?"
"Non lo so. Io sono scappato e non mi sono mai guardato indietro. Non sono ancora sicuro che fosse la scelta giusta. Ha funzionato, però. Per quanto ne so, il mio vecchio partner è ancora vivo, ma se non lo è almeno posso essere certo che non sia stata colpa mia; ma ho anche passato gli ultimi anni a farmi continuamente domande sugli 'e se?' nella mia mente e non sono del tutto sicuro che esista una risposta giusta. Se l'avessi, amico mio, la condividerei." Mi diede una pacca sulla spalla, riguadagnando in viso un'espressione molto più solare mentre si trascinava fuori dalle ombre del suo passato nascosto. "Nel frattempo, spero che lei ti renda felice."
Sorrisi, in realtà un po' sollevato di sentire... beh, magari non approvazione ma almeno accettazione da parte di un collega. "Lo fa. In certi giorni mi fa impazzire, ma mi rende felice."
Ridacchiò, scuotendo la testa prima di farmi l'occhiolino. "Ho sentito che solo i migliori lo fanno. Goditi il resto del tuo turno e ci vediamo domani."
Per quanto leggero mi avesse fatto sentire l'accettazione di Yuri, non fu senza il suo giusto fardello. Ero ancora preoccupato per Rose e per come se la stesse cavando, specialmente dopo aver sentito della sua conversazione e strana interazione con Adrian, ma ora i pensieri pressanti su cosa sarebbe successo dopo il diploma mi stavano di nuovo tormentando la mente. Quello di cui avevo veramente bisogno era solo un po' di pace e tranquillità, e dopo aver terminato il mio turno, mi diressi verso la luce del sole che splendeva attraverso le vetrate della cappella.
