L'ultima spiaggia

"Il fatto che forse si sia innamorata di te non preclude che possa rifiutare l'idea fino al punto da fare del male persino a se stessa, pur di non ammetterlo", disse Carter al telefono confermando i suoi sospetti.

Albert sedette pesantemente sulla poltrona, strofinandosi gli occhi con due dita. Non era stata la leggera influenza che aveva afflitto anche Candy a tenerlo sveglio di notte, ma la consapevolezza che ormai i giorni insieme a lei erano contati: "Quindi sei d'accordo con me sul fatto che sia ora di fare un ultimo tentativo?", chiese a quel medico che ormai era diventato suo amico, tanto da essere passati a darsi del tu in modo automatico.

"Hai capito meglio di me, che non sono presente, che Candy è arrivata a un punto limite. Da qui in poi o accetta i ricordi, oppure li rigetta ed è quest'ultimo il suo desiderio. Non ha ancora raccolto coraggio sufficiente, nonostante i tuoi sforzi, a lasciar fluire la sua memoria. Sospetto, da quanto mi hai raccontato, che sia la stessa cosa che è accaduta a te quando temevi di doverti separare da lei, come infatti è successo, vero?".

"Sì, sono stato senza memoria per due anni. Ora so che la mia volontà ha avuto un grosso impatto sulla tempistica. Se solo potessi convincere Candy che con me sarebbe felice...". Chiuse gli occhi, poggiandosi allo schienale.

Il tono di Adrian divenne quasi triste: "Ci hai provato, Albert, ci hai provato al punto che lei ora sente persino qualcosa per te. Ma non basta e lo sai. La Casa di Pony potrebbe scatenare sentimenti diversi in lei, legati alla sua infanzia ed è un tentativo che consiglio assolutamente. Ma dopo...".

Dopo... c'è ancora una cosa legata a noi che devo fare. La vera, ultima spiaggia.

"Va bene, è chiaro. Oggi sistemerò le ultime cose qui a Lakewood e partiremo in serata: ho avvisato già l'orfanotrofio che siamo in arrivo, di preparare i bambini". Sperava che nessuno di loro rimanesse traumatizzato nel vedere Candy così cambiata, in special modo Jimmy che era rimasto così sconvolto quando l'avevano creduta morta: lui, forse, era già abbastanza grande da sopportarlo.

Io continuo a non farlo, invece...

Salutò Adrian e riagganciò, voltandosi con tutta la poltrona per guardare fuori dalla porta finestra. Una volta, tanto tempo prima, una ragazza timida aveva bussato a quella stanza e parlato allo zio William, ringraziandolo di quello che aveva fatto per lei. Nel riconoscerlo come il suo amico di sempre aveva quasi perso i sensi per l'emozione e avevano passato una vacanza indimenticabile.

Quei giorni forse non torneranno più e questa, con tutta probabilità, è l'ultima volta che verrò a Lakewood. Ci sono troppi ricordi che mi legano a te, Candy.

S'impose di non farsi prendere dalla malinconia, di non darsi per vinto fino all'ultimo e si alzò dalla sedia raccogliendo il proprio coraggio. Doveva controllare che lei avesse preparato i bagagli, poi sarebbero partiti.

- § -

Annie lo vide seduto sulla riva del laghetto, che tirava nervosamente sassi sul pelo dell'acqua. Li faceva rimbalzare in una mano e poi li lanciava in orizzontale, con gesti precisi.

I suoi capelli lunghi venivano mossi dal vento e il fisico asciutto era ben visibile sotto agli abiti di seta leggera.

Gli si avvicinò in pochi passi, tenendo l'ombrellino da sole con una mano e portandosi l'altra al petto per evitare che il cuore le schizzasse via: era innamorata di lui come se lo vedesse per la prima volta.

E succedeva tutte le volte che s'incontravano.

"Sei qui!", esclamò lui avvertendo la sua presenza e alzandosi in piedi per correrle incontro.

Senza pensarci due volte, lasciò andare l'ombrellino e si gettò fra le sue braccia, lasciando che l'afferrasse e la facesse volteggiare come una bambina. Annie rise, felice come non lo era mai stata.

La loro era poco più che una relazione clandestina, a ben vedere, anche se sua madre sospettava già da tempo che le cose tra loro fossero ricominciate. Il grosso scoglio era la prozia che, pur non avendo poi tutta quella voce in capitolo, una paio di volte aveva fatto leva sul buon nome del suo clan.

Come si erano ripromessi, avevano evitato di scomodare il patriarca, che doveva essere impegnato con Candy a Lakewood secondo le ultime notizie, ma d'altronde non avevano intenzione di sposarsi a breve. Archie doveva finire un anno di università, laurearsi e poi avrebbero annunciato di nuovo il fidanzamento.

Il patto era quello.

Peccato che, se prima era stata lei sola a mostrare delle perplessità sui tempi, ora anche Archie cominciava a dare segni d'insofferenza. La verità era che, dopo essere stati a un passo dallo sposarsi, quella battuta d'arresto sembrava una voragine insuperabile.

"Lasciare l'università per sposarti mi sembrava la scelta migliore, all'epoca, ma ora che posso recuperare voglio farlo: a quel punto sarò completo", le aveva spiegato.

Annie ricambiò il bacio del suo fidanzato con fervore, avendo ormai imparato quella danza sublime tra labbra e lingue e affondò le mani nella sua chioma morbida, mentre lui si adoperava a stringerla facendo scivolare le sue lungo la schiena, fin dove nasceva la curva delle natiche.

"Ti ricordi quello che mi hai detto a Chicago mentre eravamo nella mia stanza?", ansimò lui staccandosi un poco per parlarle. "Quando non volevi che mi fermassi?".

"Sì", ridacchiò lei, in imbarazzo.

"Beh, sarò sincero: mi è sempre più difficile farlo, adesso. E ringrazia che ci troviamo in un luogo pubblico o ti farei la proposta più indecente che tu abbia mai ricevuto". Lo disse con un'intensità tale, seppure con un mezzo sorriso, che Annie si sentì bruciare.

Lo spinse via giocosamente, cercando di riprendere il controllo: "Archibald Cornwell, hai avuto la tua occasione. Ora porta pazienza o sarò costretta a chiamare la zia Elroy per difendere la mia virtù!".

Archie raccolse la battuta con uno sguardo amaro: "Ti ha infastidita di nuovo?".

Lei scosse la testa: "No, per fortuna, ma continuo a sospettare che abbia delle spie", disse con aria cospiratrice.

Il ragazzo si guardò attorno: "Già, e potrebbe essere chiunque. Quel vecchietto che finge di leggere il giornale seduto su quella panchina laggiù, la donna che porta a spasso il cane dietro di te e persino quel bambino che...".

"Archie, non esagerare!", lo redarguì prendendolo a braccetto e dirigendosi con lui verso il lago, non prima di aver recuperato l'ombrellino.

"Hai avuto notizie di Candy?", domandò lui mentre camminavano senza fretta. Ormai Candy non era più un argomento tabù e Annie sapeva bene che Archie la considerava una sorella.

"Albert non ti ha fatto sapere nulla?", ribatté lei sorpresa.

Lui scosse la testa: "Non so cosa stiano combinando a Lakewood, ma o è qualcosa di estremamente positivo, oppure...".

Annie sospirò: "So che Albert voleva portarla alla Casa di Pony, prima o poi, chissà se ci sono già andati".

Il ragazzo fece spallucce: "Io credo che se non si è ricordata nulla fino adesso, non lo farà certo lì, Annie".

Si voltò per guardarlo: "E perché mai? Lì siamo cresciute insieme, c'è tutto il suo passato!".

Si fermarono e Archie ricambiò il suo sguardo, era molto serio: "Se ho capito bene quello che ci ha riferito il dottor Carter, il blocco mentale di Candy dipende in larga parte dal sentimento che la lega ad Albert. Finché lei non accetta la loro relazione come qualcosa di positivo, non ricorderà il resto. E sono lì praticamente da soli dall'inizio dell'estate".

"Forse hai ragione", ammise lei abbassando gli occhi.

"Ehi, magari noi stiamo qui a preoccuparci e loro se la stanno spassando alle nostre spalle in segreto! Forse si sono persino sposati senza dirci nulla!", riprese con tono allegro, alzandole il volto con un dito.

Lei sorrise, di rimando: "Sarebbe bello crederlo, ma dubito che Albert terrebbe nascosta una cosa simile, almeno a te".

Il sorriso si spense sul viso di Archie: "Sì. Forse hai ragione. Oh, a proposito: ho avuto notizie dai nostri avvocati sui Lagan, invece. A quanto pare, dopo il tentativo di fuga, Eliza è piantonata nel carcere femminile. Il processo è già iniziato, ma per il momento non trapela nulla di concreto. Pare, però, che gli avvocati di Raymond stiano facendo di tutto per dimostrare che lei e Neal non sapessero di avere a che fare con la mafia".

"Ma questo è assurdo!", ribatté lei accigliandosi. "Anche se fosse, si sono rivolti a dei delinquenti e hanno cercato di commerciare illegalmente degli alcoolici, incastrando te e Albert!".

"Lo so", disse lui passandosi una mano tra i capelli, "ma la difesa sta puntando molto sul fatto che i due fratelli non conoscono bene quel mondo. L'unico atto di furbizia degno di nota è stato quello di Eliza che si è finta catatonica per non finire in galera, altrimenti temo avrebbero persino invocato l'incapacità d'intendere e di volere", concluse con una smorfia.

"Mi chiedo dove sia la giustizia, a questo punto. Non possono passarla liscia", protestò ricominciando a camminare per scaricare la tensione. "E poi c'è anche quello che hanno fatto a Candy".

"Non la passeranno così liscia, infatti", riprese Archie seguendola. "Qualche anno in galera o ai domiciliari non glielo toglie nessuno, ma se viene escluso il legame consapevole con la mafia se la caveranno meglio di quanto speriamo e la cosa che mi fa più rabbia è che Raymond sta pagando gli avvocati grazie al prestito che gli ha fatto Albert".

"CHE COSA?!", esclamò Annie fermandosi di nuovo e alzando la voce, tanto da attirare l'attenzione degli altri.

Archie si guardò intorno e si mise un dito sulla bocca, facendola arrossire: "Quando Raymond è andato a scusarsi pubblicamente con Albert, assumendosi le responsabilità dei suoi ingrati figli maggiorenni, lui lo ha praticamente salvato dalla strada offrendogli quel tanto che bastava per rimettersi in pista. Da quello che mi ha raccontato, però, Raymond si è accontentato di una cifra minima con cui ha riaperto un albergo in Florida e grazie al quale i suoi guadagni sono di nuovo rifioriti. In realtà, sono quelli i soldi che sta usando per tirare fuori di galera il prima possibile Eliza e Neil".

"Lo trovo ingiusto lo stesso! Albert non doveva essere così clemente con quell'uomo, anche se non è stato lui direttamente a...". Mentre parlava, Annie si rendeva conto del ragionamento che doveva aver fatto il patriarca.

Archie annuì: "Albert mi ha raccontato che è stato l'unico a scusarsi davvero e ad assumersi una responsabilità che neanche gli competeva. Lo ha sempre ammirato, anche se è d'accordo sul fatto che abbia del tutto fallito nell'educazione dei figli, essendo assente da casa per lunghi periodi. Devo dire che non ha tutti i torti, perché Raymond ha dimostrato di potersi davvero risollevare con le sue sole forze".

"Sono tutti bei concetti, ma così gli sta dando la possibilità di rimettere in libertà quei due fra qualche anno e magari lavorare con il padre!", protestò lei, più debolmente.

Lui si strinse di nuovo nelle spalle: "Io non sarei stato tanto buono, te lo confesso. Ma se non avesse avuto quei soldi, sono certo che Raymond si sarebbe comunque rimboccato le maniche e avrebbe lottato per quei due scellerati. Magari si sarebbe affidato agli avvocati concessi dallo Stato e il risultato sarebbe stato il medesimo".

Annie sospirò, frustrata. Sperò davvero che pagassero il giusto prezzo per quello che avevano combinato: "È vero quello che si dice? Che Neal abbia tentato il suicidio poco prima del processo?", chiese.

"Sì. Spero che ciò significhi che ha preso coscienza della gravità delle sue azioni. E comunque c'è un altro motivo per cui difficilmente il giudice confermerà l'ergastolo chiesto dagli Ardlay", continuò in tono cupo.

"Ovvero?", domandò Annie guardandolo negli occhi.

"Beh, pare che il pezzo grosso che hanno catturato in Florida, messo sotto torchio e desideroso di evitare la pena capitale, abbia confessato che gli sembrava di avere a che fare con due bambini stupidi e viziati che non avevano la minima idea di che razza di bomba stessero maneggiando", disse acido.

Annie sospirò: "Albert lo sa?".

"Non lo so, ma è troppo concentrato su Candy per pensare ad altro. Di sicuro deciderà se prendere in mano la situazione o andare avanti con la sua vita. E io propendo per quest'ultima ipotesi. Diamine, persino io voglio farlo, anche se chiedo giustizia".

Si fermarono davanti al lago, guardandone la superficie calma e brillante: se solo il futuro fosse stato così davvero!

Forse si sono persino sposati senza dirci nulla!

Annie sbatté le palpebre, ripensando a quella frase che aveva detto Archie poco prima e alzò il viso per guardarlo.

"Che c'è?", chiese lui sorridendole.

Lei ricambiò quel sorriso, i brutti pensieri e le preoccupazioni relegati in un angolino della sua mente: "Niente. Mi daresti un altro bacio?".

"L'accontento molto volentieri, signorina Brighton", ribatté lui prendendole il volto tra le mani ed eseguendo con passione.

- § -

Candy guardò lo stuolo di persone in attesa e ne rimase intimorita. C'erano due donne, una più anziana e l'altra era una suora.

Miss Pony. E suor Lane, proprio come mi hanno riferito.

E, dietro di loro, almeno una dozzina di ragazzini di tutte le età che la guardavano come se fosse un'extraterrestre.

"Bentornata, Candy", disse con voce commossa la suora, asciugandosi un angolo dell'occhio.

Si irrigidì: se la sofferenza degli altri ora la toccava di più, non fu lo stesso con l'emozione di quella donna. Non aveva memoria di loro e, per quanto la riguardava, quella era la prima volta che vedeva tutti. Inoltre, nessuno a parte Albert e Patty aveva mai mostrato commozione di fronte a lei e questo la spiazzava.

"Grazie", disse freddamente e senza sorridere. Fu ben conscia del tempo che sembrava essersi congelato, come se in quella parola avesse incluso un soffio gelido.

Alle sue spalle, Albert si schiarì la voce: "Ben trovate, signore, è un piacere rivedervi".

"Oh, signor William, ma che maleducata! Come sta?".

Candy cercò d'ignorare il giro di convenevoli, concentrandosi invece sui bambini. Gli occhi sgranati e incuriositi la innervosirono, così disse: "Non ditemi che vi conoscevo tutti".

Qualcuno annuì, altri sembravano sull'orlo delle lacrime.

Oh, no, vi prego...

"Come stai, capo?", un ragazzo, che era già adolescente, fece un passo avanti con la mano tesa.

Lei alzò un sopracciglio: "Capo?".

"Sì, eri il nostro capo. Poi ho fatto le tue veci quando te ne sei riandata e ora... beh, siamo in fase di votazione da quando Dustin è stato adottato. Oh, io sono Jimmy", si presentò.

Lei gli strinse la mano e si sorprese della sua forza: "Piacere, Jimmy", disse cercando di sorridergli ma fallendo. In realtà, preferì molto di più quell'approccio sobrio alle lacrime.

"Stai... bene con i capelli corti", ribatté squadrandola e accennando col mento.

Quell'osservazione la fece ridere davvero: "Beh, grazie, una volta qualcuno mi ha detto che portavo una pettinatura bizzarra!".

Il loro scambio finì lì, perché le due donne che l'avevano cresciuta li invitarono a entrare per un tè e lei si ritrovò dentro a una stanza dove troneggiava un grande tavolo pieno di dolci e cibo. Candy aveva sempre mangiato quello che le veniva proposto, soprattutto chiusa nella sua stanza, e non aveva mai visto un banchetto del genere.

Lo avevano preparato per lei?

Tutte quelle attenzioni la sconvolsero, ma perlomeno nessuno la riempì di domande. Miss Pony le si avvicinò con gentilezza: si era limitata a salutarla, anche lei con commozione, e a guardarla in silenzio fino a quel momento.

"Candy, so che non ricordi il tuo passato, figliola, ma abbiamo preparato tutti i piatti che ti sono sempre piaciuti. Sentiti libera di assaggiare quello che vuoi".

Il volto rugoso era sorridente e dolce e lei provò una specie di vertigine. Sentiva di non riuscire a reagire come avrebbe fatto con Frannie o con Annie e non solo per una questione di età. Non aveva mai provato un sentimento di vero rispetto neanche per la prozia Elroy, a dirla tutta.

"Grazie ", disse cercando di essere meno fredda. La verità era che erano passati solo pochi minuti e già dentro di sé avvertiva un tumulto che somigliava a un terremoto.

Le lacrime di Suor Lane. La mano tesa di Jimmy. La gentilezza di Miss Pony.

Si ritrovò di nuovo sospesa in quel confine tra desiderare il distacco e l'impossibilità di provarlo, proprio come era accaduto davanti alla sala della musica di Chicago, quando aveva sentito Albert suonare e cantare. Solo che per arrivare a quel punto con lui ci erano voluti mesi, lì in quella Casa di Pony era bastato qualche minuto.

La testa le girò e le fece male.

Mio Dio, ricorderò tutto mentre sono qui... davvero sta per accadere?

"Stai bene?", la voce di Albert la raggiunse e il vortice si richiuse su se stesso, inghiottendola.

Stavo per precipitare. Ho tanta paura di ricordarmi di lui, di scoprire quanto... tengo a lui, che...

"Sì. Sono solo stanca", disse massaggiandosi una tempia. Pessimo errore. Albert sapeva che il mal di testa era un sintomo di ricordi ma, stranamente, non le disse nulla. Non le fece altre domande, tantomeno la forzò.

"Bene, allora mangiamo!", aggiunse facendole l'occhiolino.

Mentre mangiava e trovava davvero tutto delizioso, specie la torta al cioccolato, una bambina di circa dieci anni le si avvicinò. Candy si domandò se i bambini grandi non avessero più difficoltà ad essere adottati. D'altronde, a lei non era accaduto quando ne aveva tredici o giù di lì?

"Candy, ti ricordi quando mi hai guarita alla Clinica Felice, l'anno scorso?", chiese timidamente.

La Clinica Felice? Sì, gliene avevano parlato...

Candy aggrottò le sopracciglia: "No, mi dispiace", rispose cercando di mantenere un tono gentile: per quanto si sentisse a disagio, non poteva certo prendersela con una bambina. La testa, però, le pulsava ancora.

"Io... avevo il morbillo e la febbre non passava. Tu mi hai vegliata tutta la notte, e la mattina dopo il dottor Martin...".

Il dottor Martin? Quello da cui vuole farmi visitare Albert?

"Milly, tesoro, non disturbare la nostra Candy, ti abbiamo spiegato che non può ricordare certe cose, no?". Suor Lane si chinò per parlarle e non le sfuggì lo sguardo contrito che le rivolse.

Ecco, succede di nuovo. Poco fa non sopportavo che si commuovesse per me e ora vorrei solo tranquillizzarla. Sta andando tutto troppo veloce... Non sono pronta...

Si sentiva vulnerabile, cominciava di nuovo ad avvertire la nausea e quello spazio intorno a lei sembrava di colpo enorme.

Sto regredendo a qualche settimana fa...

Con un grande sforzo di volontà si alzò e ricordò le parole di Adrian. Sei stabile come quel tronco. I ricordi non ti faranno male. Non esistono solo quelli brutti, ma anche quelli belli. Tu hai radici forti per sopportarli.

Fece un respiro profondo, cercando di tornare padrona di se stessa. Bastava impedire all'ondata dei ricordi di sopraffarla e poteva sopportare anche l'affetto di quelle persone. Era una sensazione strana, una barriera che cominciava a controllare in maniera volontaria.

Perché non la lascio semplicemente cadere? Perché non mi concedo la possibilità di amare un'altra volta?

Scoccò un'occhiata ad Albert che stava ridendo a qualcosa che aveva detto Jimmy.

Albert, che le aveva mentito sulla sua identità e su un mucchio di altre cose.

Avevo rotto da tempo con Terence, eppure... e se mi fossi invaghita di Albert solo perché è bello e gentile? Se, nonostante lui lo neghi, fosse stato una specie di ripiego per me?

Sapeva che quello che le urlava con sempre più insistenza il suo cuore non poteva corrispondere a quell'ipotesi, ma se il loro era un amore sincero era stato costruito su bugie ed omissioni. Certo, poteva sempre accettarlo e buttarsi a capofitto.

Oppure rimango nella mia beata ignoranza per tutta la vita e vivo serena. Magari mi innamoro di qualcun altro di cui mi fido di più...

Guardò di nuovo Albert che scherzava con i bambini e comprese finalmente appieno fino a che punto tutto girasse intorno a lui, come se ci fosse un filo invisibile che la legasse a quell'uomo.

Poteva fare finta di non vederlo, persino ignorarlo. Ma non lo avrebbe mai reciso.

Non aveva scampo, prima o poi avrebbe dovuto affrontare i suoi fantasmi.

O fuggire.

- § -

Elroy Ardlay guardava il sole morente dietro gli alberi e si sentì invasa da una sensazione di tristezza.

Quando, qualche giorno prima, George era ritornato senza William e le aveva riferito le sue ultime decisioni, aveva pensato che fosse impazzito del tutto.

Perché fare una cosa tanto sciocca come rimanere da solo con quell'orfana, dando adito a voci indiscrete, e poco prima di una tempesta tropicale, per giunta?! Le linee telefoniche, poi, non avevano funzionato per un giorno intero e lei aveva potuto tirare un sospiro di sollievo solo quando aveva sentito la vivida voce del nipote alla cornetta.

"Va tutto bene, zia, ci sono stati alcuni danni ma nulla di irreparabile", le aveva riferito.

"Hai la voce di uno che si sia beccato il raffreddore", aveva ribattuto secca.

"Sì, ma non è nulla di grave, abbiamo... solo risentito un po' dell'umidità". Quella risposta sibillina non le era bastata, né piaciuta, ma non aveva potuto chiedere altro perché William l'aveva salutata velocemente.

Certo, deve tornare da lei. Dalla fonte di ogni nostro problema.

In realtà, sapeva che il comportamento di Candy era solo un effetto collaterale di ciò che aveva combinato colei che aveva sempre considerato una nipote e che ora, da quello che sapeva, era in carcere come suo fratello.

Fingersi catatonica e tentare la fuga. Chissà se William lo sa.

Non aveva domandato a George se avesse riferito gli ultimi accadimenti al patriarca, ma era certa che non lo avesse fatto: a quanto pareva, la sua priorità sarebbe stata Candy, anche se non fino alla fine dell'estate come aveva preventivato.

Se sono fortunata, entro pochi giorni William finalmente si arrenderà all'evidenza e le lascerà fare la sua vita. Allora possiamo ricominciare tutti a vivere in modo normale.

Certo, a quel punto avrebbe avuto bisogno di tirarsi su e magari avrebbe espresso persino il desiderio di fare un viaggio. In ogni caso, al suo ritorno lei avrebbe ricominciato a organizzare balli ed eventi per presentargli le dame più belle e desiderabili dell'alta società: dopotutto, era pur sempre un uomo, prima o poi si sarebbe innamorato di nuovo e, se il destino le avesse sorriso, entro pochi anni avrebbe potuto finalmente veder nascere degli eredi.

Tutta quella storia sarebbe rimasta una macchia indelebile nella sua mente, ma anche un incubo dal quale svegliarsi per andare incontro a eventi più lieti.

Andrà tutto a posto, una volta che Candy sarà uscita dalle nostre vite e quella Annie si sarà arresa.

Rientrando in casa, la matriarca si sentì di nuovo ottimista.

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Angolo dei commenti:

Un grazie enorme a tutte coloro che hanno recensito la mini-fic di Halloween "The Castle": sono felice che vi sia piaciuta!

Mia8111: Ti ringrazio molto!

Cla1969: Anche se non sembra, il cuore di Candy ha fatto numerosi passi avanti, pur se lei è ancora legata ai suoi timori. Quello che è accaduto ha abbassato le difese di entrambi, di Albert in primis, che le ha solo detto in modo palese quello che già era più che evidente. Di certo, Candy non è rimasta indifferente. Ora mancano davvero solo la Casa di Pony e Terence. Ritroverà entrambi? E che deciderà di fare? Grazie mille, alla prossima!

Ericka Larios: In pratica hai già immaginato un possibile seguito: Albert che si arrende e la zia Elroy che cerca di farlo sposare con qualcun'altra, oppure lui scappa in Africa cercando di dimenticare Candy! XD Sai cosa? Tutto può succedere, anche una di queste cose. Oppure nessuna. Chissà se davvero Candy si lascerà andare corrispondendo i sentimenti di quest'uomo meraviglioso o se lo lascerà cadere nella più cupa disperazione... grazie come sempre per seguirmi, alla prossima!

Dany Cornwell: Credo che tutte vorremmo prendere a schiaffi Candy, pur di non vedere più soffrire il povero Albert! XD Anche io, che sono l'autrice di tutto, ho faticato a non arrabbiarmi con lei... Speriamo davvero che non debba arrivare a perderlo come alla Casa della Magnolia per rendersi conto di quanto vale! Perché a quel punto, Albert potrebbe essere già lontano. Grazie mille per il tuo apprezzamento!

Guest: Sììì, tutte vogliamo picchiare Candy! Aahahahah! Capisco perfettamente, credimi! Grazie a te che mi segui nonostante la sofferenza, un abbraccio!

Elizabeth: E, tanto per cambiare, Albert è quello che soffre di più: finirà mai tutto ciò? Grazie di cuore, alla prossima!

Charlotte: Albert e Candy sono uniti, loro malgrado, da questo filo invisibile ma se Candy non si convince che il suo amore per Albert è davvero importante, allora nulla potrà renderli felici. Hai detto bene: sono vicini eppure lontani, chissà come andrà a finire...