Chiacchiere nella notte
Karen vide Terry allontanarsi con Candy e non poté fare a meno di provare una fitta di gelosia. Quando il capofamiglia degli Ardlay le si affiancò, però, fu contagiata dal senso di pace e calma che emanava. Se lui era sereno, perché doveva preoccuparsi lei?
Insomma, avevano parlato a lungo e Terence le si era proposto. Non sarebbe stato un amore del passato a destabilizzarla, considerando che era stata proprio lei a tirarlo fuori da quel particolare baratro.
"Vuole ballare?", le propose William Ardlay inarcando un sopracciglio con aria interrogativa.
"Perché no?", rispose facendo spallucce e posando il proprio calice.
Mentre volteggiavano al ritmo cadenzato della musica, Karen si rese conto di quanto fosse bello quell'uomo: laddove Terence aveva un fascino deciso e persino arrogante che le scioglieva le viscere, lui sembrava quasi una specie di creatura angelica dai tratti virili.
Non che fosse il suo tipo, ma capiva perché molte donne presenti si fossero letteralmente mangiate le mani sapendo che non fosse più disponibile. E credeva che la sua posizione sociale e le sue ricchezze fossero solo parte dei motivi.
"L'idea di farli parlare un po' da soli è stata mia, spero non le dia fastidio", disse conducendola nel ballo come se non avesse mai fatto altro nella vita.
"Se devo essere sincera un po' sì, ma capisco che devo razionalizzare i miei sentimenti, visto che sto per diventare sua moglie. E che Candy sta per sposare lei", rispose mentre evitavano un'altra coppia.
"Vuole sapere la verità? Vederli insieme provoca sensazioni contrastanti anche a me ma, come dice lei, sto imparando a... razionalizzare", disse con un leggero sorriso.
Karen si guardò per un attimo attorno e non le sfuggirono alcune occhiate, specie da parte dei giornalisti: "Non è preoccupato che la stampa possa dare un'interpretazione errata a questo... come dire? Scambio di coppie?", concluse ridacchiando.
William rise di cuore, una risata affascinante che fece crollare le sue ultime preoccupazioni: se davvero Candy era innamorata di lui, doveva esserne letteralmente stregata. "Ho invitato solo i corrispondenti di giornali di ottima reputazione, che sanno di doversi attenere ai fatti reali senza inventare... strane storie. Penso che abbia avuto modo anche lei di vedere che danno può fare una notizia scritta in maniera errata, io l'ho vissuto sulla mia pelle".
Karen si ricordava bene quello che era accaduto alla famiglia Ardlay poco tempo prima: "Oh, non me lo dica: mi hanno attribuito più fidanzati di quanti sono i miei anni! Comunque deve essere stato orribile quello che vi è successo. Ma apprezzo molto la vostra tenacia nel rientrare in società a testa alta, spero che ormai tutto sia sistemato".
La musica finì e lui la sciolse dalla sua presa per il ballo, facendo un lieve inchino: "Sì, ora il futuro della mia famiglia è luminoso, come mi auguro possa diventare anche per lei e Terence. So che a breve partirete per un nuovo tour".
Karen sorrise, sentendo la felicità riempirle il petto: "Sì, per questo vogliamo sposarci entro l'autunno. Per quel periodo dovrebbe tornare anche Eleanor Baker, sua madre. Potremo recitare da marito e moglie ed è un sogno che si avvera per me... Oh, ma sto parlando come una ragazzina infatuata! Mi offra da bere, sia gentile, così le racconto la mia, di storia".
William le offrì il braccio e la condusse al tavolo dove servivano le bevande: sperava di non aver fatto una gaffe parlando di voler bere, viste le motivazioni per cui era finito ingiustamente in prigione, ma lui sembrava sempre rilassato e sereno.
Con gli occhi sognanti di una ragazzina, mettendo per un po' da parte il suo spirito pragmatico, Karen cominciò a raccontare a William Ardlay come aveva conosciuto Terence e come si era innamorata di lui, omettendo ovviamente i particolari più personali.
L'uomo rise di cuore quando citò l'episodio del finestrino del treno e lei rimase sbalordita quando le raccontò di come aveva conosciuto Terry a Londra, aggiungendo particolari che le erano ignoti: il fidanzato non le aveva mai detto che William aveva fatto a pugni per difenderlo e si ripromise di prenderlo opportunamente in giro, per quello.
L'atmosfera si rilassò e i due si ritrovarono a parlare come vecchi amici, mentre i rispettivi fidanzati di certo avevano una conversazione simile a poca distanza da loro.
- § -
Terence ammirava il cielo stellato con Candy, un senso di pace interiore sempre più profondo: "Non sono abituato e vederti con i capelli diversi dal solito", disse per rompere il ghiaccio, "ma in compenso le tue lentiggini non sono sparite come la tua memoria".
Lei fece una faccia oltraggiata e lo prese a pugni sul petto, come ai tempi della Saint Paul School: "Terence, sei sempre il solito!", lo rimproverò mentre lui scoppiava a ridere.
"Ci sono cose che non cambieranno mai, vero?", disse allontanando con gentilezza quella furia.
"Già... e ci sono cose che invece sono mutate profondamente. Terry, sei felice, vero?". Eccola, la Candy che conosceva, che si preoccupava del benessere di tutti.
"Lo sono, Tarzan Tuttelentiggini. A volte penso al momento in cui ti ho lasciata a quella stazione e mi sembra che si tratti della vita vissuta da un'altra persona", ammise appoggiandosi alla balaustra e scrutando di nuovo nella notte.
Lei imitò il suo gesto: "Conoscevo Karen di fama, ma non pensavo che sarebbe stata proprio lei a rapire il tuo cuore. Devo dire che siete una coppia bellissima, sono così felice per voi!".
Terence chiuse gli occhi: "Lei è stata quella che mi ha salvato da me stesso. Nonostante i miei buoni propositi è stata dura accettare che tu ti fossi innamorata di un altro, di uno dei miei migliori amici, per giunta! Karen mi ha fatto capire che davo poco valore a me stesso e che, se solo avessi accettato la realtà e avessi guardato più in là del mio naso, mi sarei accorto di quanto potesse diventare semplice aprire di nuovo il mio cuore. Avevo al mio fianco una donna meravigliosa che mi adorava e ho rischiato di lasciarmela sfuggire. Stavo per ripetere l'errore fatto con te".
"Terry...". Non gli sfuggì il tono triste con quella sfumatura di rimprovero.
Eppure, la curiosità ebbe il sopravvento: "Candy, ormai so che il mio cuore appartiene senza ombra di dubbio a lei e ricordo anche che mi dicesti che non sarebbe stato con i 'se avessi' che avrei superato quel momento così difficile. Ma dimmi la verità, cosa pensi sarebbe successo se fossimo rimasti insieme, se tutto quello che è accaduto con Susanna non si fosse mai verificato? Se con quel biglietto di sola andata fossi diventata mia moglie?".
Candy rimase in silenzio per lunghi minuti, come elaborando una risposta, e lui attese con pazienza: "Se devo essere sincera, Terence... è come se mi chiedessi cosa sarebbe successo se Anthony non fosse morto e noi non ci fossimo mai incontrati, o lo avessimo fatto in tutt'altra circostanza. Il destino, a volte, prende strade imprevedibili e, per quanto noi ci sforziamo di immaginare futuri alternativi, la verità è che non lo sapremo mai". Si volse a guardarlo, il viso sorridente: "Ma una cosa la so e l'ho detta anche ad Albert, qualche giorno fa. Penso sia giusto condividerla anche con te adesso. Credo fermamente che il mio cuore mi avrebbe riportata da lui, prima o poi: in quel periodo era senza memoria e, nonostante la mia sofferenza, non potevo pensare di lasciarlo solo a Chicago. Credo anche che, se ci fossimo frequentati più a lungo, ci saremmo resi conto di essere troppo diversi e al contempo troppo simili per risultare compatibili".
Terence rimase colpito da quelle parole. A dire il vero, non si aspettava una risposta così diretta: "Se devo esserti sincero tutto questo ferisce il mio ego maschile, ma spiegami in cosa saremmo stati incompatibili. Mi sembra che, amore a parte, tutto sommato ci divertissimo insieme. Ti riferisci al fatto che ti prendo sempre in giro?".
Candy si mise a ridere: "Oh, no, figurati, anche Albert lo fa, seppur in modo diverso. Voglio dire che tu hai una carattere molto possessivo e sarebbe stato difficile far coincidere le tue continue tournèe con il mio lavoro da infermiera. Inoltre, entrambi abbiamo un'indole forte che ci avrebbe portato a discutere".
"Se è per quello anche Karen ha un carattere simile, ma in modo del tutto diverso dal tuo. Lei riesce a tenermi testa anche senza picchiarmi e al momento mi basta un suo sguardo per capire che devo fare marcia indietro. Non c'è niente da ridere!", protestò quando lei cominciò a farlo tenendosi addirittura la pancia.
"Beh, allora sei davvero innamorato, non ci sono dubbi!", singhiozzò tra le risate.
"Sì, lo sono", ammise con sincerità, "oggi non so cosa farei senza Karen. Ma ricordati che ti voglio molto bene e che per qualunque cosa puoi contare su di me".
"Lo stesso vale per me, grazie Terry". E, nella spontaneità innocente che da sempre l'aveva contraddistinta, Candy lo abbracciò di slancio. Fu una stretta piena di affetto, molto diversa da quell'addio doloroso che si erano dati a New York. Ma la ricambiò con fervore, sapendo che aveva in Candy a sua volta un'amica preziosa.
Quando alzò gli occhi la gola gli si seccò: Albert e Karen erano sulla soglia del giardino e li guardavano, tenendosi a braccetto. Entrambi avevano uno sguardo che difficilmente riusciva a interpretare, vista la poca visibilità.
Candy dovette percepire il suo irrigidimento perché si staccò e guardò indietro, portandosi una mano alla bocca ed emettendo un'esclamazione contrita.
"Non è come pensate, non è...". Avevano parlato nello stesso momento, gesticolando come due ragazzini colti con le mani nella marmellata.
La situazione aveva qualcosa di comico e Terence si distese quando vide Albert scoppiare a ridere, così lo provocò: "Ma tu che ci fai a braccetto con la mia fidanzata? Ti avevo chiesto di controllarla, non di sedurla".
La risata si spense e Albert e Karen si guardarono, suscitando in lui una sfumatura di gelosia che sapeva essere assurda, ma non riuscì a bloccare quell'emozione sgradevole: cos'era tutta quella complicità?
"Beh, Terry, mi annoiavo di là e ho voluto fare amicizia con il tuo amico. Gli ho raccontato tutto di noi", disse Karen staccandosi da Albert e camminando verso di lui per raggiungerlo in quella maniera sensuale che lo faceva impazzire.
Lui sentì tutti i colori salirgli al viso. Tutto? Tutto cosa?! Per fortuna, lei raggiunse il suo orecchio per sussurrare: "Tranquillo, ho evitato i particolari scandalosi".
La voce di Albert lo riscosse: "Bene, mi fa piacere che abbiate potuto parlare tra voi. Ci spiace essere piombati qui, ma nonostante io abbia fatto un'attenta selezione, anche il giornalista più serio può diventare... uhm, come dire? Creativo". Mentre Karen si agganciava al suo, di braccio, posandogli una mano sul petto e provocandogli un'ondata intensa di calore e desiderio, Candy tornava al fianco di Albert. Si scambiarono un sorriso, con il quale probabilmente suggellarono che era tutto a posto tra loro e che non c'era nessun malinteso sull'abbraccio di poco prima.
"Karen, mi piacerebbe conoscerti meglio. La tua fama ti precede e si vede che sei una donna eccezionale. So già che farai felice Terence", disse Candy afferrando il bicipite di Albert e poggiandosi a lui in maniera decisamente più casta.
"Oh, mi piacerebbe molto, Candy. Sarebbe bello farci una chiacchierata tra donne, magari anche prima del tuo matrimonio". Karen concluse la proposta con un occhiolino e Terry la osservò, stupito: che diamine le frullava in quel cervellino?
Fu il turno di Candy di arrossire, anche se balbettò qualche convenevole. Albert li invitò a seguirli nella sala per continuare a ballare.
"Vi raggiungiamo presto", rispose lui, poi guardò di nuovo Karen, gli occhi ridotti a due fessure. "Perché vuoi parlare a Candy prima che si sposi?".
"Ma è ovvio, per darle dei consigli sulla sua prima notte di nozze! Non dirmi che non hai notato quanto quei due siano ingessati, anche se si vede lontano un miglio che si adorano", rispose lei senza alcuna vergogna.
"Ma, Karen, siamo a un ballo di gala! Che smancerie pensi possano mettersi a fare, davanti a tutti?", chiese sconvolto.
La mano di lei si infilò tra i bottoni della sua camicia, toccando la pelle del torace e cominciando a fargli perdere la testa. Tuttavia, si concentrò sulla sua risposta, o almeno ci provò: "Intendo dire che non sono certo avanti come noi", rise incollandosi a lui e intrappolandolo contro la balaustra.
Terence le passò sensualmente le mani lungo la schiena e scese fino al limitare delle curve più prosperose, resistendo all'impulso di arrivare più giù nel timore che potessero vederli: "Non mi provocare, piccola strega, è la festa di fidanzamento di due dei miei migliori amici, evitiamo di offrire spettacoli piacevoli solo per noi".
"Sei sicuro? La natura è così rigogliosa, qui", disse roca al suo orecchio, aderendo ancora più strettamente al suo corpo e facendolo reagire all'istante.
"Ti stai vendicando per il tempo che ho passato con un'amica che non amerò mai come amo te adesso?", domandò prima di abbassare la bocca sul suo collo.
"No, è solo che la lontananza... e la musica... e lo champagne... e ti amo...".
Terminate le parole coerenti, Terence si premunì di spegnere il fuoco che ardeva in loro. Dopotutto, Karen aveva ragione: la natura in quel giardino era rigogliosa e, soprattutto, c'erano alberi più comodi e nascosti di quella balaustra...
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Annie avvertì con chiarezza il suo nuovo spirito ribelle ribollirle nel sangue e rischiare di farla esplodere lì, davanti a tutti. Come era possibile che una donna adulta e maggiorenne dovesse stare attenta a dove camminava o con chi ballava per non rischiare le occhiatacce di sua madre?
Aspettare di potersi fidanzare con Archie era già una tortura, ma se le era precluso anche avvicinarsi a lui di qualche passo diventava quasi folle!
Ormai era sempre più convinta che sua madre stesse maturando la decisione di allontanarla in via definitiva da lui per non creare scandali: era perché aveva rotto stupidamente il fidanzamento mesi prima? O perché, pur innocente agli occhi del mondo, Archie era finito in prigione per un breve periodo? Non lo sapeva e non le importava. Che fosse per uno dei due motivi, per entrambi o per un altro ancora, un giorno avrebbe semplicemente smesso di obbedirle e...
"Annie, tutto bene?". Candy e Albert le si avvicinarono e, come era già accaduto, non poté fare a meno di notare quanta gioia e quanto amore emanassero.
"Sì, tutto bene, grazie. Mi sento solo un po'... controllata", non poté fare a meno di confessare, scoccando un'occhiata a sua madre.
Albert alzò lo sguardo, come per cercare qualcuno: "Candy, se vuoi parlare un po' con Annie vi lascio sole. Però dal prossimo ballo in poi non ti permetterò di cambiare cavaliere", concluse con tono tragicomico.
"Non preoccuparti, Albert, non c'è bisogno. Dopotutto è la vostra festa", ribatté lei.
I loro sguardi s'incontrarono e Annie vide la stessa complicità che caratterizzava lei e Archie. Ora sì che il loro amore si somigliava. Ora sì che avrebbero potuto davvero essere due coppie meravigliose senza fraintendimenti. Se solo...
Quando lui si allontanò, Candy la condusse a un divano un po' defilato della sala e le chiese se voleva qualcosa da bere. Annie scosse la testa.
"Annie, mi dispiace per come sono andate le cose. Ma capisco anche che Albert non voglia mettersi contro tua madre scavalcando Archie...", cominciò lei.
"Candy", la interruppe, "quello che avete tentato di fare e che avete ottenuto con la zia Elroy è bellissimo. Non solo ora tu potrai essere felice con Albert, ma quando Archie tornerà dall'università non dovrò più preoccuparmi di lei. Davvero, lo apprezzo molto e, anzi, non ho ancora avuto modo di ringraziare come si deve il tuo fidanzato", concluse facendola arrossire e abbassare lo sguardo. "Ma è così: ora tocca a noi due. Mia madre è solo una mia preoccupazione e, tutt'al più, di Archie. Si sono già parlati e lei è irremovibile".
Candy sospirò rumorosamente: "Allora temo che dovrai pazientare almeno un altro anno per fidanzarti con lui. Annie, mi dispiace che tu e lui oggi siate qui a festeggiare noi due... senza poter...".
Annie le prese le mani e la guardò negli occhi: "Non dirlo neanche per scherzo, Candy, sono felicissima per voi e sono certa che anche Archie lo è. Sono io a dovermi sentire in colpa per aver travisato la vostra chiacchierata fuori dalla Casa di Pony, quella notte". Lei aprì la bocca per parlare, ma lei non glielo lasciò fare. "No, fammi finire, per favore. Sia io che lui abbiamo commesso degli errori e ci prendiamo la piena responsabilità, non voglio che nulla intacchi questo momento magico tra voi. In passato sono stata una ragazzina egoista e capricciosa, ma ora voglio solo la tua felicità: ve la siete guadagnata e meritata entrambi, quindi godetevela anche per noi, va bene? Me lo prometti?".
Candy aveva le lacrime agli occhi, ma annuì con fervore e lei la strinse in un abbraccio: "Brava, la mia sorellina", disse cercando di inghiottire il pianto.
"Sai, Annie, è la prima volta", disse lei poco dopo, staccandosi per asciugarsi gli occhi.
"La prima volta... di cosa?", domandò.
"La prima volta che sei molto più forte di me. Anzi no", si corresse. "Sei stata molto forte anche quando ero senza memoria. Ricordo che un paio di volte ho pensato che fossi parente di Frannie, per la tua tenacia".
Risero insieme, ricordando brevemente quei momenti.
"Sai Candy", si decise quindi a confessare, "sospetto che mia madre non ci darà il permesso di sposarci neanche dopo".
Sul volto dell'amica si disegnò prima lo stupore, quindi il dolore: "Ma, Annie, sei sicura?".
Le luci si abbassarono e Annie benedì quel momento perché così Candy non poteva vedere le lacrime nei suoi occhi e preoccuparsi. La musica era romantica ed evidentemente dedicata ai due fidanzati. Si sforzò di sorriderle mentre Albert tornava per ballare con lei.
Non sapeva se lui avesse avuto una conversazione simile con Archie, seppe solo che lo cercò con lo sguardo: era seduto dal lato opposto della sala e la guardava a sua volta attraverso il grande tavolo al centro.
Mentre Albert e Candy danzavano immersi nella loro bolla di felicità, loro si parlarono silenziosamente con lo sguardo, sognando di fare lo stesso.
- § -
Albert volteggiava con Candy fra le braccia e si sentiva forte. Vivo. Invincibile.
Lui, che era un solitario. Lui, che aveva vissuto in mezzo al nulla per anni. Lui, che si era spinto fino alla selvaggia Africa ed era tornato affrontando mille pericoli e rimanendo alfine vittima dell'esplosione di un treno.
Era morto e rinato grazie a una donna minuta, dai capelli d'oro e gli occhi color malachite che riflettevano il verde del diamante che aveva al dito.
Tutto scompariva e c'erano solo loro in mezzo a quel salone, nella penombra, a ballare e a fissarsi come se il mondo non esistesse.
La mano sinistra le toccava la vita sottile e le dita erano allargate per avvolgerle il più possibile la schiena, mentre la destra era intrecciata con la sua, il calore tra i palmi gli mandava scosse elettriche lungo il braccio.
Attratto irresistibilmente dalle labbra rosse di Candy, Albert mandò al diavolo le buone maniere e le sfiorò con le proprie: "Ti amo", soffiò sulla sua bocca, sentendo il corpo di Candy vibrare contro il proprio e avvertendo il desiderio stordirlo nonostante non fossero soli.
La risposta focosa di Candy lo sbalordì, ma lui non si preoccupò di cosa potessero pensare gli ospiti: dopotutto erano fidanzati. Le mani di lei serpeggiarono fino alla nuca, avvolgendolo in un abbraccio e lui si piegò stringendola dietro la schiena.
La musica non cessava, il brusio delle voci cresceva.
L'invasione della lingua di lei nella sua bocca lo fece letteralmente impazzire e, dimentico di dove si trovavano, ricambiò con fervore, aderendo a lei fino a strapparle un gemito.
"Candy", gli sfuggì, con voce profonda, una sensazione di potente lussuria che rischiava di portarlo decisamente oltre ogni limite della decenza.
Persino oltre il limite che stavano per superare nei boschi di Lakewood.
Un limite che sfiorò seriamente quando una piccola mano gli si infilò nella camicia, strappandogli i bottoni.
E non erano più nella sala da ballo, ma in una specie di mondo parallelo dove la musica copriva i loro respiri affannati, il sudore che scendeva lungo le tempie di lei mentre invocava, inarcandosi: "Prendimi" e lui si stringeva contro il suo corpo, mostrandole con orgoglio e nudo bisogno l'evidenza del proprio desiderio.
Un rumore forte come uno sparo lo bloccò e le urla delle persone intorno a loro gli indicarono che erano sempre state lì, a osservarli. Ma non era importante.
Nulla lo era più.
Perché ora Candy si era staccata da lui con un verso strozzato e gli occhi andavano, stupefatti e spalancati, dal suo viso alla chiazza rossa che si allargava sul suo petto.
Un urlo muto gli mozzò il fiato quando allungò le mani verso Candy per prenderla mentre cadeva, gli occhi rovesciati, il sangue che fluiva via da lei come era fluito dalla sua gamba.
E, mentre la vita scorreva via a fiotti dalla sua Candy, che aveva perso e ritrovato più volte, Albert capì che stavolta l'avrebbe davvero perduta per sempre. Perché Candy stava morendo dissanguata fra le sue braccia e le urla degli ospiti si mescolarono alle proprie in una cacofonia che, per quanto rumore facesse, non l'avrebbe tenuta in vita abbastanza a lungo per dirle addio.
Albert si rizzò a sedere di scatto, prendendo un respiro come un singulto dopo una lunga apnea forzata. Boccheggiò, ansimò, gemette di panico guardandosi attorno come se fosse braccato e cercasse un nemico invisibile nell'oscurità che lo avvolgeva nel suo abbraccio.
Poteva sentire il rumore di un temporale estivo, i fulmini e i tuoni che si avvicendavano nel cielo dietro la finestra.
Quando ebbe ripreso una parvenza di controllo sul proprio respiro e sul proprio corpo, Albert allungò un braccio per accendere la luce della lampada sul comodino, ma l'interruttore scattò a vuoto.
A quanto pareva, la corrente era saltata a causa del temporale, proprio come era successo a Lakewood. Quella volta, però, la natura si era scatenata con più violenza e Candy...
"Candy!", ansimò ricordando il suo sogno.
Senza riflettere, aprì il cassetto del comodino e, a tentoni, trovò una candela e i cerini. Tentò di accenderla, ma la mano gli tremava ancora e ci riuscì solo al secondo tentativo. Facendosi luce, uscì nel corridoio e giunse davanti alla porta della sua stanza, deciso ad aprirla per controllare che lei stesse bene.
Ma si fermò quando le dita strinsero il pomello.
Doveva ragionare, doveva riprendere il controllo. Il sogno era stato vivido, ma di quello si trattava: di un mero incubo.
Poggiò la fronte alla porta, cercando di placare il battito del proprio cuore impazzito, certo che Candy lo avrebbe udito da dietro la porta. Se fosse entrato lì dentro, avrebbe davvero toccato il fondo.
E Albert non si sarebbe fatto sconfiggere dai traumi del passato, sarebbe stato forte come sempre.
Non poteva spaventarla e rendersi ridicolo. Anche se, ne era certo, sarebbe stata ben felice di confortarlo, come una madre che consoli il proprio bambino dopo un incubo.
L'orgoglio e la certezza che Candy stesse dormendo placidamente dopo la bella serata passata insieme lo convinsero in via definitiva e lui le augurò la buona notte col pensiero.
Si stava recando verso le scale, deciso a scendere in cucina per bere qualcosa di fresco per riaddormentarsi, quando una voce maschile, bassa ma pienamente percettibile nel silenzio, lo fece voltare: "Se non usi un porta candela, la cera bollente ti ustionerà una mano".
Adrian lo fissava con un sorrisetto, in pigiama, anche lui con una candela in mano.
"C'è del succo d'arancia nel frigorifero della cucina, vuoi farmi compagnia?", propose Albert ricambiando il sorriso.
"Avete anche un frigorifero, qui?", fece lui stupito, seguendolo per le scale.
"Veramente ne abbiamo due", rispose facendogli strada.
La prima goccia di cera gli raggiunse un dito e Albert imprecò sottovoce, causando la risata divertita dello psichiatra.
Forse, una chiacchierata fra uomini era proprio quello che gli serviva per ritrovare la serenità.
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Angolo dei commenti:
Charlotte: Albert e Terence dovevano parlarsi, prima o poi, e anche Candy e Terence. La crescita dei personaggi era inevitabile per chiudere i ponti col passato e affrontare questo futuro che si prospetta luminoso per le coppie di fidanzati!
Ericka Larios: In quel periodo Albert aveva tutt'altri pensieri per la testa per accorgersi di Frannie. E, diciamoci la verità, non è facile prestarle attenzione, solo un uomo innamorato come Adrian avrebbe potuto. Archie e Annie trovano Albert e Candy di grande ispirazione e la loro è una lotta difficile: i ruoli si sono invertiti, a quanto pare! Patty sta trovando il suo equilibrio e finalmente ha di nuovo la sua cara amica. Terry è geloso di Karen, sì! XD E per Candy esiste solo il suo principe ^^
Sandra Castro: L'evoluzione dei personaggi era inevitabile, anche perché ormai sono tutti adulti, specialmente Albert. Il quale, in effetti, cade dalle nuove quando scopre che Frannie era innamorata di lui (chissà quanto cuori ha spezzato senza neanche accorgersene XD). Aahahahha lo so bene che siete tutte in attesa delle nozze, soprattutto del DOPO. Vedremo che si può fare, a tempo debito, se non ci saranno altri imprevisti, terremoti, uragani o parenti serpenti XDDDDD
