and I know it was a guilt for me
cause I have never been some kind of King
I'm an ordinary man
with ordinary thoughts.
May I reach the stars,
searching for your love?"
Shinji ,premendo sul tasto STOP, mise a tacere la traccia 26 ,
dismettendo le cuffie, fece da parte il suo SDAT e lancio'
un'occhiata alla sveglia alla destra del suo letto ,per vedere
che ore si fossero fatte.
Molto malvolentieri il ragazzo si stiracchio' e si mise a sedere
sul letto .
Misato canticchiava in cucina.
"Misato, per noi si e' fatta ora di andare. Di' a quel
pelandrone di Shinji di sbrigarsi! Io vado intanto", disse
Asuka affacciandosi in camera da pranzo.
"Non lo aspetti?", disse Misato voltandosi a guardare
la ragazza tedesca prendere di scatto la cartella dalla sedia, e
portarla dietro le spalle con gesto risoluto.
In quella posa,con una mano sul fianco , e l'altra dietro la nuca
a tenere la borsa , Asuka disse: "No. Ieri sera ha detto
cose fin troppo stupide perche' io abbia voglia di ascoltarne
ancora lungo la strada"
"^^;;;;; Asuka.non dovreste litigare."
"E' impossibile andare d'accordo con un ragazzo del
genere.E' senza spina dorsale, e poi non fa che difendere quella
Rei", sbuffo' Asuka, portando la cartella davanti alle
ginocchia,e sorreggendola dal manico .
Misato si volto' a controllare la pentola a vapore, dove bolliva
il riso per lo spuntino di mezzogiorno che stava approntando, per
gustarlo con un delizioso curry^^;.
"Capiscoo", mormoro'il Maggiore.
DRIN
"Chi sara' mai a quest'ora?"
"Rispondo io!" Detto fatto Asuka sollevo' il ricevitore
portatile dalla centralina "fa' che sia il signor
Kaji", penso'.
"Pronto, Asuka, sei tu?", rispose l'uomo all'altro capo
della conversazione.
"SIGNOR KAJI!!Come stai?", disse Asuka , mettendosi a
camminare allegramente col portatile in mano, gli occhi felici e
intenti di chi ha intrapreso una conversazione che si aspetta
estremamente piacevole.
"mi passeresti Katsuragi?"
"Signor Kaji!;____; Parla un po' con me!;____;"
"Asuka, non stavi uscendo per andare alla
Nerv?^^;;;;;",chiese Misato.
"E va bene;______; A presto signor Kaji!", cosi'
dicendo, senza neanche porgere il portatile a Misato, il Second
children se ne usci' di casa di malumore.
Misato si alzo' per prendere il telefono, "Pronto",
disse, mettendosi a sedere con le gambe incrociate all'indiana,
sulla sedia, in posizione strategica vicino alla pentola a
pressione ,per controllare quella pericolosa casseruola^^;;;;
"Katsuragi!! Come stai? Ti andrebbe questa sera una
romantica cena in quel ristorantino all'italiana dove servono
dell' ottimo Passito assieme al dessert?"
"Kaji.sei sleale ad attirarmi con queste
prospettive!Sai che cedo facilmente alle lusinghe della buona
tavola^^;"
"E dei liquori^^;"
"-______-;;;" Misato dentro di se' penso' che i
bigliettini dei desideri l'avevano esaudita in men che non si
dica. Lanciandole un saluto volante, Shinchan se ne usci' anche
lui di casa. "Asuka e' gia' uscita, vero?", chiese
Shinji.
"Si, Shinchan", rispose Misato, ancora impegnata nella
schermaglia con Kaji.
"A dopo", disse il ragazzo , uscendo di casa diretto al
quartier generale.
"Hai fatto male a non venire ieri, Ayanami", insinuo'
Asuka , mentre l'ascensore lentamente conduceva i tre children
fino al luogo adibito allo stazionamento delle entry-plug.
"..non c'era ragione che venissi"
"Non ti sarebbe piaciuto?"insistette la ragazzina
tedesca "Avresti potuto tenere compagnia al povero
Shinchan.."
"Asuka, piantala!!", la interruppe Shinji
"Reichan, ti prego non starla a sentire. Certo, io avrei
voluto che venissi..., ma se non volevi venire ,..ecco... non era
giusto che io insistessi."
"Grazie, Ikari", disse Rei. Reichan quasi si soprese .
Perche' Shinji avrebbe preferito che lei ci fosse? E perche' gli
aveva detto grazie, mostrando a lui e a se stessa, il senso di
gratitudine che aveva per quel ragazzo? Era la seconda volta che
gli rivolgeva la parola del ringraziamento. Quanti pensieri
suscitava ogni volta in lei, un'emozione che ,a sua insaputa,
sbocciava
"Immergete le entry plug di un altro centimetro dentro il
liquido.", dissi all'operatore Hyuga .
"Il pilota Ayanami e' vicina al limite di
contaminazione,dottoressa Akagi."
"Ma i suoi dati di connettivita' sono saliti di cinque
punti. Sospendere, adesso.E' tutto ok"
"Ragazzi, abbiamo finito", dissi , attraverso
l'intercom con le entry plug.
"Meno male"; disse fra se' Shinji. "non ne potevo
piu'"
"Shinji.."
"Si, signorina Ritsuko"
"Cerca di stare tranquillo. Vai benone! Rei, mi puoi
sentire?"
"La sento, dottoressa Akagi"
"Per favore, potremmo vederci dopo che ti sarai
cambiata?"
"Si, dottoressa"
"Non preoccuparti, non e' nulla", aggiunsi , per
tranquillizzare la ragazza.
"Rei, e' tutto a posto, non preoccuparti ",ripetei a me
stessa.
"Di solito, quando Rei viene convocata in disparte dopo i
test, รจ perche' il comandante vuole che io la sottoponga a
fastidiosi check-up, o per portare avanti il tetro rituale della
trascrizione del Dummy System. Anche se Rei non sembra
inquietarsi, e non se ne lamenta mai, e' una cosa insostenibile,
e ogni volta dev'essere una tortura per quella povera
ragazza.Perche' coinvolgerla in quegli orrori?Io devo fare
qualcosa per proteggerti da tutto questo, Reichan ",pensai.
Aspettai Rei all'uscita degli spogliatoi, e non dovetti attendere
molto perche' Ayanami ne uscisse con indosso la consueta uniforme
scolastica, e lo sguardo perennemente in cerca di qualcosa di
lontano, sia che fissasse il pavimento sotto di lei, sia che mi
osservasse un istante per poi distogliere lo sguardo, forse per
paura o per timidezza.
"Rei", la chiamai.
"Dottoressa Akagi. Voleva parlarmi?", fu la sua
risposta, pronunciata con un che di triste e rassegnato.Povera
ragazza. Forse avrebbe avuto semplicemente voglia di andare a
casa , dopo tutti quei noiosi test di sincronia.
"Rei, se non sei troppo stanca ,potresti seguirmi nel mio
studio? vorrei parlarti in privato"..che termine strano , in
privato. Era una conversazione che desideravo tenere lontana
dalle orecchie di Gendo,soprattutto.
"Va bene", rispose la ragazza remissivamente.
Attraversammo i corridoi del Quartier Generale, Rei camminava al
mio seguito,distante appena un passo, eppure a me , che sbirciavo
verso di lei di quando in quando , appariva lontana anni luce, il
capo leggermente reclino, i capelli che ricadevano da ambo i lati
avvolgenti come un cielo azzurro. C'era un che di disarmante
nella sua rassegnazione.Mi chiesi come facesse a sopportare la
terribile nostalgia di qualcosa che forse non aveva mai vissuto,
ma che sicuramente aveva sognato, nei giorni piu' difficili,
senza una speranza da cullare, condannata alla tristezza da un
uomo spietato e meschino.
Passando per i corridoi, di tanto in tanto incrociavamo i
dipendenti della base;ci imbattemmo anche in Maya Ibuki.
"Queste persone.Le loro giornate qui al Geo-front ,
terribilmente dure come la mia, col rischio di non tornare a
casa, e la paura costante di ritrovare dietro la porta ,gli
incubi che la Nerv sembra preposta a fabbricare. Se queste
persone non avessero nessuna tenerezza da cullare dentro di se',
come potrebbero continuare a vivere?
Per cosa noi ci staremmo battendo? Solo per sopravvivere? No,
ognuno di noi combatte per salvaguardare cio' che ha dentro il
cuore da un mondo troppo grande per il nostro animo.Nella
speranza che ci sia una luce li' fuori, un altro cuore da amare
piu' di noi stessi ", mi dissi nella mente.
"Anche tu, Rei, nascondi una fragilita' unica e
straordinaria.",pensai voltandomi ancora una volta a
guardarla di sottecchi.
"Eppure , fin dalla nascita, ti negarono di coltivarla, ti
impedirono di sognare come fanno tutti, accarezzando i propri
ricordi, di avere speranza in qualcuno che si prendesse cura dei
tuoi segreti, dei tuoi sentimenti,per sempre. Per Rei Gendo
pretese che ci fosse soltanto la solitudine, e una memoria
cancellabile e riscrivibile. Ti considero' come una macchina, un
automa. Questo e' il suo delitto peggiore . Cio' che fece e
continua a fare a me, e' cosa da poco, in confronto."
Arrivammo nel mio studio, feci accomodare Rei e mi sedetti
accanto a lei, entrambe di traverso rispetto alla mia scrivania
di lavoro.
"Avevo dimenticato il portatile acceso..In questi giorni
sono cosi' distratta, Rei.", le dissi, spegnendo il mio
notebook. Mi misi a sedere di fronte a lei. Le sorrisi. Mi faceva
una tenerezza indescrivibile, vederla li' ,seduta e silenziosa,
in attesa che le dicessi qualcosa.
"Reichan.perdonami se ti ho trattenuto qui alla base,
pero' desideravo parlarti.volevo parlarti di me ."
"di lei, dottoressa?", rispose Rei, con un'espressione
cosi' improbabile da apparirmi buffa.
"Di me", risposi con un sorriso"Sai, io non parlo
quasi mai di me stessa, ma con te mi piacerebbe farlo. Vorrai
ascoltarmi?"
"Si", rispose timidamente"ma perche' ne vuole
parlare con me?"
"Perche' ..Rei, io vorrei poter parlare di me stessa a
una persona a cui tengo.E io tengo molto a te. "
"Lei tiene a me , perche' sono utile ai fini della
Nerv?", rispose
"No", la sua domanda non mi aveva indispettito, bensi'
mi aveva rattristato profondamente. Del resto era ovvio che Rei
guardasse a me come una scienziata che intendeva servirsi di lei
,ne' piu' ne meno come avevano fatto gli altri. Mio Dio.. il
dubbio che mi torturava, cioe' se non mi stessi servendo di lei
come oggetto del mio vuoto affettivo, mi assali' rapidamente,
facendo si' che contraessi nervosamente il viso in una smorfia di
amarezza.
"no, Rei, io tengo a te perche' ti voglio bene".Le
dissi la cosa che volevo dirle piu' di ogni altra.
"."Rei non disse nulla ma mi
guardo',specchiandosi, innocentemente, dentro di me,come per
appurare se nei miei occhi si riflettesse la stessa sincerita'
dei suoi.
"Posso volerti bene,Rei?"
".nessuno mi ha mai detto
"Rei era confusa, non riusci' a finire la frase,
"Sai, fin da quando ero piccola , tutti hanno giocato a
togliermi la speranza, mia madre mi ha sottratto il conforto
dell'amore ..io non sono mai stata amata."
"neanch'io sono mai stata amata", disse Rei.
Mi colpi' che mi dicesse questo. "Reichan..per quanto tempo
hai tenuto dentro la consapevolezza di questo
dolore."pensai. "E adesso l'hai detto, l'hai detto a
me. Questa frase significa che ti fidi di me. Non tradiro' la tua
fiducia, tesoro"
"Gendo poi mi tolse la speranza di poter donare l'amore che
c'era dentro di me.Trattando il bene che gli dedicavo come la
cosa piu' insignificante ."
"Mi dispiace dottoressa Akagi"Rei mi guardo' , e nel
suo viso lessi la comprensione , l'immediata empatia che il suo
animo gentile e ingenuo aveva stabilito col mio.
"Rei..cosi', ho vissuto per tanto tempo senza
speranza.La speranza e' qualcosa che non si puo' inventare"
"Come la vita ", affermo' Rei "la vita non e'
qualcosa che si inventa, in qualunque modo essa venga alla luce,
questo non e' che il primo passo. Io sono un clone, ma la mia
vita, l'insieme del mio corpo e della mia anima, sono un dono che
giunge da molto lontano.Come tutte le vite.Quando nasce un
fiore"
Rei fece una piccola pausa, io la ascoltavo meravigliata e
felice.
"quando nasce un fiore , esso non sa se trovera' cio' di cui
non puo' fare a meno per vivere, la luce e l'acqua. Pero' nasce
lo stesso. La sua vita e' sempre in pericolo di cessare. Una cosa
cosi' fragile come l'esistenza di un fiore ,una cosa cosi'
delicata, non puo' essere che un dono d'amore di chi ci vuole
bene. Fin quando saremo amati , saremo in vita. E' l'amore degli
altri che ci rende noi stessi. Io vorrei tanto sentire questo
amore su di me."
"Rei" Rei mi aveva spiazzato con le sue parole.La
bellezza che custodiva dentro di se', adesso mi era ancora piu'
chiara e palese.
"Rei.mi permetterai di darti quel poco d'amore che
ho?"
Rei continuo' ad osservarmi, ma questa volta non investigava,
invece quasi mi implorava , mi pregava di essere sincera. Non so
, un istante dopo vidi le lacrime rigare le sue
gote.Silenziosamente,Rei piangeva.
Io mi inginocchiai davanti e lei e chinai il capo sul suo petto,
appoggiando le braccia sul suo grembo. Rei rimase seduta ,e mi
osservo', con un po' di sconcerto forse, o d'imbarazzo, quando
iniziai a piangere.
Rimanemmo cosi' per lungo tempo. Rei mi disse al fine:
"cerchi di non essere triste , dottoressa. Oppure sta
piangendo di gioia?Una volta Shinji mi spiego' che si puo'
piangere di gioia"
"Sipiango perche' sono felice di volerti bene. Rei. Io
vorrei essere per teuna madre"
"Una."Rei mi osservo' stupita, mentre
io la guardavo inclinando il capo verso l'alto, rimanendo in
ginocchio, appoggiata a lei.
"si.se vorrai ,casa mia sara' casa tua."
"Grazie", mi rispose .
Le sorrisi . Lei ricambio' il mio sorriso. Non era un gesto di
riflesso, era un sorriso di gioia, sentii che lei era felice.
Lo ero anch'io.
Uscimmo assieme dal mio studio, e la accompagnai fin all' ultima
porta d'uscita.
"Rei..ti chiedo, se puoi ,di scusarmi. Scusami per
tutto quello a cui la Nerv ti ha sottoposto, e a cui anche io ho
collaborato", ebbi il coraggio di dirle, arrivati all'ultima
soglia.
"Chi lo ha fatto si credeva in diritto di farlo",
rispose Rei.
"Ma non e' cosi'..Ti chiedo perdono. Anche se non serve.
L'unica cosa che posso fare adesso e' prometterti che non
avverra' piu', perche' ti proteggero'"
"Non deve assumersi di questi rischi per me", disse Rei
distogliendo lo sguardo.
"Io ti voglio bene . Tu sei una ragazza straordinaria , e so
che faresti di tutto per le persone a cui tieni. Io non sono un
granche' come persona, ma il coraggio per dire no al comandante
Ikari o a chicchessia, lo trovero'."
"Lei e' una persona straordinaria, non io"
"Reichan, credimi. Tu sei la persona migliore che io
conosca", le dissi, guardandola in viso.
Rei arrossi'.
"Dottoressa Akagi", mi disse infine , voltandosi
prima di sparire dietro la porta automatica " mi piacerebbe
non abitare piu' da sola, abitare insieme a lei"
"anche a me , Rei", le risposi.
La porta si chiuse.
Era il tardo pomeriggio. Shinji era in camera sua. Misato e Asuka
non erano in casa.
Il ragazzo stava piangendo silenziosamente. Era il peso della
solitudine che si faceva sentire.
