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Capitolo 4 Il refrain dell'anima


watashi ni kaerinasai kioku wo tadori
yasashisa to yume no minamoto e
anata mo kaerinasai aishiau tame
kokoro mo karada mo kurikaesu


tamasii no rufuran


Quella mattina Shinchan , a scuola, era pensoso e amareggiato .
"Perche'?", pensava "Perché la mia vita sembra destinata ad essere un monologo? Io non ho mai nessuno accanto, nessuno che mi riesca a far sentire meno solo. Sì, ho la signorina Misato. Ma non posso chiederle di essere per me tutto quello di cui avrei bisogno. Ne' vorrei che lo fosse.
Non ho mai pensato che davvero qualcuno potesse amarmi. Dopo mia madre, nessuno piu' mi ha mai amato. Mio padre mi ha fatto disperare di avere un briciolo del suo amore. E io, guardando me stesso allo specchio, penso di non meritare l'amore di nessuno.
Niente che io possa donare agli altri. Chi si avvicinasse a me , potrebbe provare pietà per la mia incapacità, e forse neppure. Forse mi farebbe oggetto di scherno, oppure, più semplicemente, sbagliando ad invidiare il mio ruolo di pilota, mi vorrebbe del male.
Io ho paura che tutti mi vogliano del male.
Io voglio bene a qualcuno?
A Misato, a Toji,a Kensuke, persino ad Asuka. Ma la persona a cui voglio più bene al mondo è un'altra: è quella ragazza dai capelli azzurri , che sta guardando alla finestra , senza chiedere nient' altro che continuare a osservare. Sbaglio a domandare alla vita qualcosa in piu'? Ayanami.Forse dovrei avere i tuoi stessi occhi, attenti e lontani ,allo stesso tempo? Vorrei averceli per un istante, e capire.
Dietro gli occhi , il tuo cuore. So che non lasci a nessuno guardarci attraverso . Forse perché è fragile ,estremamente. Posso assicurarti, del resto, che sarei tanto bravo da non mandarlo in pezzi? Puo' bastare volerti bene? Per meritare che tu mi apra il tuo mistero..
Una volta ti dissi che eri una ragazza forte. Ma capisco adesso che un coraggio cosi' grande come il tuo, e' unito sempre a una grande paura.
La paura di smarrirsi, nei labirinti della solitudine.
La solitudine: e' solo amare qualcuno e aver paura di perderlo, a volte? Il coraggio di affrontare questa paura. Tu lo possiedi.
E' questo che ti rende unica, Reichan. Forse tutti pensano che tu non ami nessuno. Ma non e' vero. Nel tuo cuore c'è un bisogno d'amore immenso, più grande di qualsiasi amore esternato.
Temi di perderlo come un fiore mai sbocciato? Di vederlo stracciato petalo dopo petalo? Senza che neppure abbia potuto dischiudersi.
Sei un tesoro immenso . I tesori piu' immensi, quello che restano nascosti. Io non sono niente.
Ho solo sognato di meritare un amore, ma non l'ho mai sperato.
Ho tentato di amare. Ma non riuscivo a mostrarlo a nessuno. Perche' dovrei iniziare a farlo ? Potrei ferire , col mio goffo modo di esprimere i sentimentiho paura di ferire , e piu' di tutti non voglio ferire te.
Ma ogni giorno, osservandoti, sento che quel briciolo d'amore di cui son capace, è tutto per te.
Vorrei essere capace di dipingere la tua stanza di celeste.
Vorrei essere capace di aiutarti, come feci quel giorno che assieme a Toji ripulimmo il tuo appartamento.
Mi piacerebbe esserti accanto. Dev'essere tutto così difficile da soli. Io lo so bene. Non so dove trovi il tuo coraggio, Rei. Da quell'immenso amore che nascondi,io credo. si..perche' senza la speranza di quel fuoco non si sopravvive al pensiero che nessuno ci ama.
Io lo so. Nessuno e' con me, tranne la mia speranza.Cosi' dev'essere per te.
Ti voglio bene, Reichan.."


Durante il quarto d'ora di ricreazione , nel cortile della scuola superiore, Toji e Kensuke spiavano , attraverso l'inferriata perimetrale della scuola, la sagoma di Shinji allontanarsi rapidamente dall'edificio, verso chi sa dove.
"Dove starà andando cosi' di fretta, Ikari?", domandò Kensuke a se stesso e all'amico Suzuhara, mentre filmava diligentemente l'accaduto.
"Boh? Non vorra' mica saltare le prossime ore di lezione?" , rispose Toji, portando le braccia dietro la schiena e piegandole a raccogliere il capo fra le mani.
"Peccato;____; Con questa inferriata davanti le mie riprese non sono venute un granchè", si lamento' Aida-kun, rivedendo il filmino.


Shinji rientrò in classe trafelato, un instante dopo l'inizio della spiegazione di storia. Il professore non se ne avvide; il vento all'esterno era forte , scuotendo gli alberi del cortile e incuneandosi tra gli edifici , fischiava , e si concentrava e amplificava, come costretto in un imbuto, fra un bastione e l'altro della grande costruzione ad uso scolastico.
Shinji posò la cartella, che l'amico Kensuke non mancò di notare essere piu' gonfia, ben oltre il quantitativo di libri che i ragazzi dovevano sobbarcarsi.
"Chi sa cosa ci sarà nella cartella di Shinji ? Prima non era cosi' piena.chi sa che sarà andato a fare così di corsa durante la pausa pranzo." Kensuke richiamò l'attenzione dell'amico "infilzandolo" con la biro da dietro.
"Che c'e' ?", disse Shinji voltandosi appena .
"Shinji, perche' hai saltato il pranzo?Dove sei scappato così di fretta?"
"Dovevo fare una cosa che pomeriggio non potevo fare, perché abbiamo dei controlli medici alla Nerv."
"Si, ma cosa dovevi comprare di cosi' voluminoso?", insinuò Kensuke, alludendo alla cartella con la coda dell'occhio , per vedere se avesse colto nel segno.
"Mi dispiace , ma e' un segreto", gli disse Shinji, guardandolo con un sorriso innocente.
"Uhm.va bè" , si rassegnò Kensuke. Poi si voltò in direzione del banco di Kaji.
"Hai sentito?", bisbigliò Aida al compagno.
"Siqui gatta ci covaspero solo che non c'entri il Demone Rosso!"
"mah"


All'uscita della scuola, sotto un vento incessante che sparpagliava i ragazzi, e confondeva le voci in un brusio insofferente, l'insofferenza di chi vuol fuggire una brezza fastidiosa, Rei si avviava, sola e in disparte, verso il cancello e l'uscita della scuola.
"Ayanami!", la chiamò una voce da dietro.
Rei si voltò per vedere Shinchan, che si era fermato a una distanza di quattro passi da lei , chiederle: "Scusami..posso..potrei accompagnarti a casa?"
"Va bene.", rispose pacatamente la ragazza.
Shinji ne era felice, cosi' raggiunse Ayanami che si voltò verso l'uscita , ed entrambi presero la via verso casa di Rei.


"C'e' un ventaccio", disse Shinji per la strada, intanto che la forte brezza gli scompigliava i capelli, mentre quelli di Rei a volte le finivano sulla fronte e davanti agli occhi, cosi' che li scostava piano, con un gesto che a Shinji sembrava semplicemente una meraviglia alla vista.
"Si, c'e' molto vento", rispose Rei, guardando in basso mentre lo diceva, per poi tornare a guardare avanti a se'. "Perche' provo quest'imbarazzo quando sono con lui?",pensò Rei "eppure mi fa piacere averlo vicino"
"Il vento", penso' Shinji " E' come se si mettesse d'impengo a tenerci lontani. Quando c'e' vento gli uomini forse si sentono piu' soli..e' come se le raffiche disperdessero e scombinassero le nostre sensazioni, le nostre percezioni di chi ci sta accanto.
Perché mi sento cosi' solo e così incapace di avvicinarmi a te? Mi sembra di essere dentro a uno strano sogno"
"Un sogno", pensava in quel momento Rei, come se avesse percepito telepaticamente i pensieri di Shinji e ne fosse stata influenzata. Chi sa che i nostri pensieri non viaggino come onde nell'aria, trasportati o dispersi dal vento. Eppure, in mezzo a quella specie di bufera, Rei e Shinji cercavano delicatamente di avvicinarsi, sulla strada di casa. "Un sogno a volte mi sembrano queste giornate, mi sento come in preda a una vita che mi sono solamente sognata, come se tutti fossero creature del mio sogno, burattini che non sanno dirmi se non quello che faccio dir loro. Che sensazione orribile. Vorrei che qualcuno mi chiamasseho paura di essere sola.
FLASHBACK
"C'e' qualcuno oltre la soglia? Ikari."


Rei si volto' verso Shinji timidamente e pensò "la sensazione più bella non e' quando mi sembra di svegliarmi dal sogno della vita, come quando improvvisamente ho paura.
Anzi. La sensazione più bella e' sentirsi scivolare nel sogno di un altro. Di qualcuno che mi vuole bene
Una persona che ti vuole bene..credo che preparerebbe un sogno stupendo, in cui io potessi gioire, come cullata dalle sensazioni. Una persona che ti vuole bene. Non ti tradirebbe mai, e non farebbe niente che io non desiderassi, rispetterebbe tutto ciò che amo..sarebbe un bel sogno , il sogno di qualcuno che mi amasse, qualcosa di diverso da questa solitudine difficile, che sembra una stanza senza finestre. L'altro giorno provai la sensazione cha la dottoressa Akagi mi volesse bene.

Shinji penso' a come fosse strano, camminare nel vento, così poche parole scambiate fra loro due..forse pero' si stavano parlando in silenzio. La voce dell'anima
All'improvviso Shinji si fermò. Le sensazioni spiacevoli si impossessano facilmente dei cuori di vetro, e si fanno pagar caro la nostra gentilezza, l'incapacità a fronteggiarle a muso duro.
Lì, al limite interno del marciapiede, c'era una rete metallica, la recinzione di un campo di sterpaglie, raro esempio di terreno non utilizzato per costruzioni blindate, a Neo Tokyo 3.

Shinji abbarbicò le dita ai fili metallici intrecciati in rombi. E si mise a piangere, senza capire perché, lacrime silenziose. Rei si era fermata e lo osservava.

"Non..non so cosa dirgli",penso' la ragazza.
Improvvisamente gli si avvicinò. Sentì come una voce che la invitava a mettere una mano sui capelli del ragazzo.
Rei ebbe timore , ma poggiò la sua mano sui capelli di Shinji , per un attimo, poi la lasciò cadere sulla spalla destra del ragazzo.
Shinji tremò al lieve tocco della mano di Rei
Si voltò verso di lei, cosa che la fece arrossire. Shinji esitò un'istante: "Scusami"
"Non devi scusartiMi dispiace che piangessi"
"Rei"
Rei lo guardò. Erano quasi arrivati a casa della ragazza . I rumori dei lavori di demolizione cominciavano gia' a confondersi col vento.
Accanto al frastuono, rumori leggeri, il vento che schiacciava e gonfiava i vestiti, a seconda della direzione, lo sbattere ritmico di una vecchia segnaletica pendente da un qualche paletto della linea ferroviaria.
Shinji si mise a frugare nella cartella e ne estrasse un pacchetto rosa con un bel fiocchetto celeste. Lo porse a un'incredula Rei.
"E' per te", disse Shinji , timidamente, sorridendo. Forse qualche lacrima scendeva ancora, inavvertita. " E' un mio regalo per te"
Rei si sentì tremare. "per me?"..Non ho mairicevuto un regalo.
Rei lo prese fra le mani, avvertendo al tatto la liscia carta da regalo, e quasi indovinando la strana forma dell'oggetto.
"Sembra qualcosa con delle braccia", disse innocentemente Rei.
"Lo apriresti , per favore?"
"Si" , qualunque cosa fosse ,Rei lo sentiva gia' come un tesoro immenso. Lo scartò piano, finchè ai suoi occhi non si presentò il simpatico faccino di un orsetto di pelouche.
Rei lo guardò.
"Ti piace?", chiese timidamente Shinji.
"Si..e' molto bello. Ti ringrazio , Shinji"
Rei ripose la carta da regalo nella cartella e si fermò a guardare l'orsetto.
"Le e' piaciuto", pensava felice Shinji.
Rei improvvisamente si mise a piangere.
"Reichan"
"Shinchan. Ti ringrazio."
Shinji sorrise "Mi ha fatto piacere donartelo"

Dopo poco erano di nuovo in cammino, Rei teneva l'orsetto in mano, premuto contro il petto.
Shinji la lasciò sulla porta di casa. "Pomeriggio ho i controlli alla base", le disse.
"Stai tranquillo, Shinchan..andrà tutto bene", le disse Rei. Poi lo salutò "ciao", e lo baciò sulla guancia
" ciao Reichan..a domani", Shinji rispose , arrossendo leggermente. Rimase un attimo immobile, osservando Rei sparire su per le scale.


Qualche giorno dopo Misato ricevette una mia telefonata nel primo pomeriggio.
"Prontoah, sei tu Ritchan!!"
"Buongiorno, Misato!Come stai? Spero che non avrai dormito tutta la mattinata", esordii per prenderla un po' in giro.
"Spiritosaaaaa..non ho dormito!!Anzi, ho ripassato al computer alcuni dettagli tecnici degli Eva. Poi non vedo perché dovrei dirti se ho fatto o meno i compiti. Non sei mica la mia professoressa^^;;;;"
"Hai ragione , Misato. Ma non ti ho chiamato per motivi di lavoro. Bensì per raccontarti due belle cosette che mi son successe in questi giorni", le confessai felicemente.
"Davvero?? Mi hai incuriosito, Ritchan!!"
"So che su una di esse ci ricamerai sopra per mesi, a spese del povero Shinji ^____-
"Ma per chi mi hai presa?????Racconta, dai!!"
"Allora, ..ti ricordi che ti dissi che avevo intenzione di chiedere a Gendo l'affidamento di Reichan?"
"Si. Certo!!Com'e' andata?"
"Benissimo!!! Muoio dalla voglia di dirti tutti i particolari.."

"Fallo!", mi incoraggiò Misato.
"Bè, tre giorni fa ,entrai nella stanza ovale sicura del fatto mio. E' l'unico modo per non farsi sopraffare da quel bastardo."
FLASHBACK

"Voleva parlarmi, dottoressa Ritsuko?", mi chiese il comandante.
"Si. E' a proposito di Rei."
"Rei?"
"Si. Ritengo che la ragazza stia vivendo una situazione di crescita interiore che ha ingenerato la necessità per lei di stare maggiormente a contatto con gli altri, e soprattutto il bisogno di una figura che le stia vicino costantemente , in momenti delicati come questo"
"Cosa intende dire?", ribattè Gendo, aggiustandosi gli occhiali che erano usualmente scivolati lungo il naso.
"Mi riferisco al fatto che ultimamente Rei dimostra di aver sperimentato tante emozioni che risulta difficile per lei affrontare e comprendere, nella condizione di solitudine fisica e spirituale in cui è stata relegata. Rei non ha mai potuto gioire e beneficiare della presenza di una figura materna", continuai io.
"Questo lo so bene", aggiunse con un tono di stizza il comandante.
"Per cui , anche in vista degli scopi che la Nerv si prefigge , e che la coinvolgono, la ragazza, a mio parere, dovrebbe essere costantemente seguita da una persona di fiducia che la aiutasse e la sostenesse in questa difficile fase della sua vita. Lo stress a cui è sottoposta, e lo dico anche in base a considerazioni mediche, risulta davvero eccessivo per lei da essere gestito nella piu' completa solitudine." Il mio discorso era studiato e calibrato. Doveva essere convincente, ma rassicurare Gendo che io ero dalla parte del progetto per il perfezionamento. Però aborrivo parlare di Rei come uno strumento. Tuttavia dovevo allontanarla da un uomo che invece sembrava non curarsi di trattare quell'innocente come una cosa.
"Eppure Rei ha sempre fatto da sola, finora"
"Ciò che è valso fino ad oggi non vuol dire fosse la soluzione migliore.
Inoltre non credo che la Nerv possa permettersi di perdere Rei, voglio dire che Rei vada fuori dal nostro controllo. Non e' cosi' facile da rimpiazzare, e tu lo sai bene", dissi , rivolgendomi a lui col tu, quasi a sottolineare che entrambi sapevamo bene quella cosa, e non c'era bisogno di nascondersela, come il lei che ci stavamo dando nascondeva mesi di incomprensioni, rancori, bugie. "Il trasferimento dell'anima in un clone non e' un'operazione cosi' indolore e facile da padroneggiare",aggiunsi. Mio Dio, dover usare quegli argomenti e certi riferimenti, mi faceva vergognare di me stessa. Ma quell'uomo spregevole andava messo fuori gioco. Chiedevo intanto dentro di me perdono a Rei, per il fatto di stare parlando di lei in quei termini, rammentando gli incubi che la tormentavano,i cloni, il progetto per il perfezionamento.
"capisco..Cosa propone dottoressa Akagi?"
"Che Rei venga affidata alla mia custodia, perché possa avere maggiormente sotto controllo la sua situazione", dissi, riuscendo a non tradire l'emozione che mi correva dentro, e scegliendo i termini più freddi, per quello che in realtà era il desiderio più palpitante del mio animo. Avevo vestito la mia voglia di darle amore, colla maschera di un freddo interesse scientifico. Era l'unica maschera che Gendo accettasse su di me.
"Ritiene che ciò sarebbe di giovamento?"
"A mio parere , sì. Suppongo che per Rei passare a vivere con me, dopo che mi sia stato concesso il suo affidamento, sia la cosa migliore, se vogliamo che continui ad essere monitorata, se cosi' si puo' dire"Che parole orribili ero stata costretta a usare. Camuffavo il mio sentimento per non lasciarlo in pasto a una belva.
"Così sia. Rei verrà affidata alla sua custodia e verrà a vivere con lei.Ricorda comunque che Rei è fondamentale e funzionale al nostro progetto.Così, ogni ritardo o intralcio sarà considerato tua responsabilità"
"Lo so bene. Non ce ne saranno." Gendo mi aveva dato del tu, per sottolineare che avrebbe direttamenente eseguito la sua minaccia, qualora stessi celando qualcosa. Ma io non avevo paura. Nel momento in cui aveva acconsentito alla mia proposta , una gioia incontenibile mi aveva invaso. Sapevo che era solo il primo passo, ma era il più importante.
"Un'ultima cosa", mi disse.
"Si"
"Mi dovra' riferire settimanalmente di Rei"
"Si."

FINE FLASHBACK

"Così Rei ti è stata affidata???", mi chiese al telefono Misato.
"Si! E' a casa mia da ieri"
"Ma e' magnifico!!", commentò Misato . " Stupendo! Hai fatto una bellissima cosa, Ritchan"
"..spero solo di poter dare a questa ragazza un po' dell'amore che merita."
"Certo che ci riuscirai Ritchan


"Comunquenon dimenticarti il resto..cos'era che mi volevi dire di Shinchan?"
"Ah^^;;;;;;Be'^^;;;Allora, ieri sera Reichan ed io abbiamo parlato a lungo, sedute sul divano di casa mia."Pensai che non era giusto raccontare a Misato tutte le bellissime parole che Rei mi aveva detto a proposito dei sentimenti che iniziava a provare per Shinchan. Rei me li aveva confidati. Mi aveva detto che non riusciva a capirli bene.Io avevo cercato di spiegarle che era normale : l'amore e' sempre così incomprensibile quando si presenta nel nostro animo.
"Bè"; le dissi in compenso " Rei mi ha parlato di se', di come si sentiva, del fatto che venire a vivere con me le aveva fatto piacere. E che iniziava a senitre il peso e la difficolta' di essere da sola. Mi ha ringraziato, e in quel momento sono stata li' li' per piangere^^;;;Io sono stata ad ascoltarla, e mi son reso conto che quella ragazza non aveva mai avuto nessuno con cui confidarsi"
"Povera Rei", disse Misato.
"Poi le ho preparato un te'. Mi ha parlato dei suoi compagni di classe, e di come solo Shinji avesse cercato di fare amicizia con lei. Mi ha chiesto se era colpa sua che tutti la evitassero..povera ragazza Poi mi ha raccontato una cosa dolcissimaMi ha detto di aver ricevuto l'altro ieri in dono un orsetto da Shinchan^_____^"
"DAVVERO??????CHE DOLCEEEEEEEE^O^O^Dovro' proprio dirglielo che è stato un tesoro!!"
"Gia', Shinji è proprio un ragazzo dolcissimo. Tuttavia tu non dovresti saperlo dell'orsetto^^;;;Percio' sarebbe meglio che non glielo dicessi^^;"
"Be', gli diro' che l'ha scoperto Makoto, casualmente^^;;;Che l'ha intravisto mentre lo comprava!! E mi divertirò a chiedergli a chi lo ha regalato!"
"Sei tremenda, Misato!";; , le risposi, sconsolatamente.
"Lo so!!^O^O^", sorrise la mia amica dall'altro capo del telefono.
"Bè, attenta solo a non dirlo in presenza di Asuka!", aggiunsi "Farebbe scattare il finimondo, e per Shinji sarebbero guai!"
"Già', guai molto grossi!^^; Impicciona per com'e'-___-;;"
"Hai proprio un bel tipino in custodia, eh?^^;;"
"Bè, mi consolo con Shinchan^^;;"
"A proposito, Misato?Come vanno ultimamente le cose? Non ti ho chiesto poi di .."
"Kaji?..bè. In effettisono un po' confusa;_____;"
"Ti andrebbe di parlarne?", le proposi,sentendo l'esitazione e un filo di amarezza nella sua voce.
"Si..ma..ecco, è che non so bene cosa farea dire ilvero..mi andrebbe di riprendere una storia importante con Kaji.. ma allo stesso tempo,.. ho paura di non essere all'altezza. Ho paura di essere la solita donna meschina che si lega agli uomini per bisognouna donna che non sa mai dare amore, ma e' buona solo scaricare su di essi la propria insoddisfazione, ..se non addirittura il proprio risentimento", disse la mia amica ,con tono pacato, ma molto triste, in netto contrasto rispetto all'esuberante Misato di un minuto fa. Katsuragi nasconde spesso una invisibile sincera tristezza, dietro un'altrettanto sincera, ma più lampante allegria.
"Misatosei troppo dura con te stessa..se c'è una donna che è capace di dare tutta se stessa e il proprio amore alla persona che ama, sei tu"
"Grazie Ritchan.."
"Ti prego Misato..non essere sempre così severa con te stessa. Lo sei sempre..sul lavoro, a volte anche con gli amici. Io non sono da meno. Pero' tu sei molto migliore di me"
"Ma cosa dici, Ritchan?"
"Si..e poi vorrei che tu non perdessi l'occasione di stare vicino ad un uomo che ti ama veramente."
"Si"

Misato ed io , dopo poco, concludemmo la telefonata.
Io tornai a sedere alla mia scrivania, finendo dei calcoli al PC , in attesa che Rei tornasse dalle attività pomeridiane della scuola.
Mentre Misato si preparò per uscire e fare un giro in macchina. Quella era una giornata piena di pensieri per lei.
Il lavoro alla Nerv in questi giorni, grazie a Dio, languiva. Il vento invece continuava a soffiare.

"Sono tornata", disse Reichan, rientrando in casa.
Io mi alzai e le andai incontro. "Ciao", le dissi. Le sorrisi e la abbracciai.
Rei si lasciò abbracciare. Non ricambiò la stretta, forse non ne aveva la forza , aveva solo voglia di venire abbracciata.