"Ti prego Kajinon voglio affrontare questo
discorso..il clima che si respira alla Nerv dobbiamo sorbircelo
ogni giorno in prima persona..capisci.Adesso ho voglia di pensare
ad altro", disse Misato, seduta su di un muretto in quella
sera di mezza estate, al confine fra il blocco di alloggi dove
viveva, e le zone rurali circostanti.
"Capisco..hai ragione..scusami Katsuragi. E poi non ero
venuto qui per parlarti di questo."
"E per cosa eri venuto?", chiese Misato, mentre il
vento leggero della notte accarezzava la sua maglietta smanicata.
"Sembra che qui vicino ci sia una festa..ce ne sono cosi'
tante di questo periodo", svio' la conversazione Ryoji .
"le feste di luci..mi fanno ripensare all'infanzia ..la
pesca coi retini.."
"Non menare il can per l'aia, Ryo-chan.Perché sei venuta
stasera a trovarmi?"
"Per stare un po' con te", rispose semplicemente
l'uomo, con un tono di voce che Misato non gli aveva sentito da
tempo. Da quanto tempo,Kaji non riservava piu' a lei quella voce
dolce,che la faceva sentire insostituibile. Oh, aveva ancora quei
toni da gran seduttore, ma la spontaneita' di una voce ..di una
voce affezzionata..non piu'.Forse non l'aveva mai piu' riservata
a nessuna. Cio' doveva renderla felice?
"con me..ma che cosa dici? Sicuramente avrai avuto qualche
secondo fine, di certo avresti trovato un passatempo
migliore!", rispose Misato, fingendo distacco, e guardando
verso un albero, dall'altra parte rispetto a Ryoji, che se ne
stava li', con una gamba distesa sul muretto, e l'altra penzoloni
, quando quella frase della sua amica lo colpi', stranamente.
Forse era l'insicurezza, la paura che leggeva in Misato, la sua
incapacita' ormai ad aver fiducia che qualcuno la potesse amare.
La sua volonta' ostinata di tenere lontano cio' che potesse
coinvolgere i suoi sentimenti , il suo legame piu' intenso. Mio
Dio, lui non era qui per prenderla in giro.
Un sentimento di amarezza lo pervase. In fondo la sfiducia di
Misato e di chiunque altro se l'era meritata. Pare che
dell'inganno e delle maschere ,egli ne avesse fatto professione
di vita, penso' Kaji.
"Ryo-chanscusami", la donna, vedendolo assorto ,
leggendo la ferita che le sue parole avevano aperto , si rivolse
nuovamente a lui, con voce triste . "non
intendevo..scusami."
"Katsuragi..non devi scusarti di nulla"
"E invece si'..io son sempre qui a respingerti, a lanciarti
frecciatine. E poi..perche'? Non faccio altro che difendere me
stessa."
"E' giusto. Abbiamo il dovere di proteggere la nostra parte
piu' preziosa. E tu fai bene a difenderti da uno stupido come
me", disse Kaji, osservando un ciottolo isolato sull'asfalto
della strada sotto di loro.
Misato dondolo' nervosamente le gambe, poi poggiandosi sulle
palme delle mani si sollevo' un po'sul muretto di cemento.
Drizzo' la schiena, e chinando lievemente il capo in direzione di
Ryoji, disse:
"non devi dire cosi'io non dovrei difendermi da una
persona che mi vuole bene..."
"Misato.."
"Io avrei tanta voglia di tornare indietro..ti ricordi tante
estati fa? Ai tempi del college universitario.."
"oh..si ..sempre insieme..che terzetto di matti."
"Si..Misato, Kaji e Ritchan.eravamo felici, e'
vero?", chiese timidamente Katsuragi.
"Siio mi sentivo felice.Certe notti d'estate ,
specialmente..dopo gli esami,quando si stava fuori fino a
tardi" penso' Kaji, guardando per un istante il cielo
stellato.
"Si..c'erano tante stelle.. stavamo sul prato del Campus,
dopo aver passato la sera al pub. Stavamo li' , seduti sotto un
albero . E non volevamo nient'altro che stare li' , a
chiacchierare, raccontarci le nostre giornate, sorridere di un
niente."
"Ehi, Misato-chan.." Kaji si accorse di una lacrima che
, inaspettata, improvvisa, aveva fatto capolino sulla guancia
della sua amica.
"Non farci caso", disse Misato " mi capita
quando divento sincera..e'come un avvertimento."
"Misato."Kaji si accosto' alla ragazza e la
avvicino' a se'.
Katsuragi abbandono' il proprio capo sulla spalla di Kaji, mentre
l'uomo prese a carezzarle dolcemente i capelli.
"Non..non..non so bene cosa vorrei adesso..Vorrei che tu
potessi starmi vicino.Che non te ne andassi piu'", disse
Misato, con gli occhi chiusi.
"Non me ne andro' piu'", rispose Ryoji, baciandole i
capelli.
Le cicale si facevano sentire, ma il rumore era attutito dal
battito del cuore, cui le due persone abbracciate su quel
muretto, prestavano attenzione.
Le stelle facevano,come sempre, silenzio, mute compagne delle
notti del mondo
Io stetti in casa a piangere, quella notte. Non erano passati
molti giorni dal tentativo fatto da Gendo di riprendersi Reichan.
Il suo contegno verso di noi, dopo il fallimento del suo piano,
era stato freddo e scostante.Meditava qualcosa. Reichan mi aveva
detto di sentirsi spesso osservata . Gendo aveva chiamato a
rapporto sia me, che lei, che lo stesso Kaji..e anche suo figlio
Shinchan.
L'interrogatorio fatto a Reichan..una terribile serie di menzogne
dette da quel mostro per instillare in Rei la convinzione che a
lei non fosse possibile vivere,se non sotto le sue
"cure". Che lei non era normale. Maledetto Gendo..non
ti potro' mai perdonare per il male che continui a fare a quella
ragazza. Ho passato le notti seguenti a rincuorarla , a dirle che
quelli di Gendo erano, come in effetti sono, i vaneggiamenti di
un folle.
Gli interrogatori, o meglio, le intimidazioni fatte a me e
Kajiche dire? Frattanto che Gendo ha bisogno di noi, vedere
che non ci muoviamo come pedine nel suo scacchiere preordinato,
puo' indispettirlo, ma gli resta poco altro da fare. I Magi sono
indispensabili, e le intelligenze artificiali, per non star male
o ribellarsi, hanno bisogno di chi le guidi. E posso farlo solo
io.
I progetti cui Ikari attende sono sotto la mia supervisione. Sa
che io non cederei a nessun genere di ricatto. Sa che gliela
farei pagare. Amaramente.Eppure , se osasse torcere un capello a
Rei . Io..Eppure so che lui non le farebbe del male, perche'
Reichan riveste un ruolo nel suo scenario, un ruolo fondamentale.
Non puo' permettersi di far troppa pressione su di lei . Sa che
in fondo sono anche io ad averlo in pugno. Io, Kaji, Misato,i
piloti. Come spera di farla franca? Dalla sua ha la spietatezza,
il calcolo, la mancanza di scrupoli. Con queste armi puo' farci
soffrire. Noi ci fermeremmo di fronte al pericolo che qualcuno
perda la vita. Lui no.
Shinchanl'interrogatorio di suo padre e' stato un monologo
senza risposta. Shinji gli ha risposto con un silenzio
sprezzante, e un coraggio che gli ha fatto onore. Come osa
dividere un figlio dalla persona a cui tiene di piu'?
Adesso..adesso..cio' a cui penso adesso e' che..non penso a
Gendo,alla paura che qualcosa di terribile possa accadere..ma
penso a Reichan..
Dove ti ho portata, piccola Rei?In un abisso ancora peggiore?
Cosa ti ho fatto? E' solo colpa mia quello che stai passando
adesso. Forse ti ho tolto anche quella serenita' che sembrava
dare conforto alla tristezza della tua vita, per sostituirla con
cosa???
Una felicita' breve che crea ancor piu' rimpianto? Un amore che
non sa proteggerti dal terrore che ti grava addosso?
Perdonami, Reichan. Mi sembra gia' di aver fallito con te. Rivedo
i giorni della mia vita. Solitudine, sconforto, ansia. Mia madre.
Si disinteressava a qualunque cosa dicessi. Eppure io non mi
arresi mai all'idea che per mia madre non fossi niente: le
scrissi lettere, ai tempi dell'universita', e oggi tremo,
pensando allo spirito con cui poteva leggerle. Da me alla fine
cerco' solo di trarre una discreta scienziata, e neppure se ne
interesso' molto. Ma e' cosi' difficile rinunciare all'idea di
poter contare su una madre. Come perderla, è altrettanto
insostenibile.
Percio' mi chiesi da principio come potessi stare tu, con tanto
dolore , senza neppure il conforto del primo asilo del nostro
cuore: una madre. Una madre che ti e' sempre mancata.
Mi chiesi se potessi esserlo io , tua madre.
Perche' l'amore non basta? Io non ci credo a quelli che dicono
cosi'. Non so..non credo di aver peccato di egoismo. Non l'ho
fatto per me , ..si..forse l'ho fatto per avere il tuo affetto,ma
guardandomi, sinceramente mi sembra di aver avuto piu' il bisogno
di dare. Mi sembra di essere inutile adesso. Perche' non riesco a
darti un rifugio sicuro , non riesco a racchiudere la tua paura
del passato e del futuro in uno scrigno, buttando via la chiave
in fondo al mare.
A fare da scudo tra te e il mondo
Forse i miei e i tuoi nemici sono troppo grandi? Forse stiamo
lottando con potenze superiori alla nostre misere forze?
Eppure pensai sempre che la buona volonta' fosse un'arma
invincibile. Anche negli anni in cui andavo avanti per inerzia, e
la parola volonta' era semplicemente una bella illusione , non mi
mancava la coscienza che essa potesse scalare il cielo. Purche'
fosse indirizzata dai sentimenti piu' profondi e intensi.
L'odio non e' niente di fronte all'amore.
"Reichan..perdonami se ti ho deluso..se non ho capito questo
mondo, e per questo, non sono stata in grado di
aiutarti.."Dissi queste parole a voce alta, ma non pensavo
che Reichan fosse li', davanti alla porta del soggiorno, a
guardarmi stringere il cuscino del sofa', e piangere. Ritrassi le
gambe verso di me, e strinsi le ginocchia al petto. Adesso avevo
bisogno di aiuto. Reichan lo capi', si avvicino' a me, si sedette
di lato.E prese le mie mani, stringendole fra le sue. Io la
guardai. Piangeva anche lei. Non dimentichero' mai quel momento.
Se tutti i sentimenti di una vita, com'era stata la mia fino
allora, tutte le mie malinconie, la mia nostalgia, e le mancanze
che avevo provato, strignenti, tutto il mio senso di abbandono,
se tutto questo avesse potuto concentrarsi in un istante, per
gridare il mio desiderio di qualcuno da amare, sarebbe stato in
quel momento.
E penso che sia successo, perche' mi sembro' che in quello
sguardo io stessi specchiando tutta la mia tristezza, e Reichan
la stesse osservando, sciogliendola a poco a poco, lavandola via
con le mie lacrime.
Perche' trattenerle ancora?
