Molte capitolo 12

Capitolo 12 Tipharet (la bellezza e l'armonia: l'unicorno)

Quel pomeriggio a scuola ..poter stringere forte a se' Reichan. Per Sinji era stato il paradiso. Guardando il cielo attraverso la finestra, preparando il te' al mattino, senti' la bellezza e l'armonia di una vita in cui c'e' posto per l'amore.

Geburah: La severita' di un padre


Tuttavia la serenita' non sembrava un destino riservato alle persone che vivevano all'ombra degli Eva.
Una notte si insinuo' nella mente del giovane Ikari il pensiero di suo padre, rinchiuso in chissa' quale prigione, dagli spietati membri della Seele. Gli baleno' in testa che l'uomo che l'aveva abbandonato , procurandogli una pungente sofferenza,infliggendogli una tremenda solitudine, adesso potesse provare lui stesso il terrore di sentirsi in una stanza senza porte ne' finestre . Penso' che ,solo con se stesso, suo padre stesse forse incontrando i demoni della propria cattiva condotta.,
e che lo stessero tormentando. Provo' una pieta' disperata per quel padre che non riusciva ad odiare.

"Padre non ti lascero' solo", disse a mezza voce Shinji, gli occhi al soffitto della sua stanza, e si giro' di fianco, senza riuscire a prendere sonno.

"BURA BURA SASETE!!"
"NA- ANTOKA-A NARU DE!"


Shinji fu scosso dalle note della musica che nella stanza accanto Asuka stava ascoltando , e che da qualche istante la ragazza aveva sparato a tutto volume: si potevano anche sentire i suoi passi sul pavimento, probabilmente stava ballando.
Shinji non ebbe la forza di alzarsi dal letto, e cerco' di coprirsi le orecchie col cuscino. Quella canzone piaceva tanto anche a lui, ma in quel momento proprio..
Cosi', insofferente, si sollevo', e infilata una camicia e un paio di jeans, si diresse verso il soggiorno.

"Shinji, hai messo il giubbino, stai uscendo?", chiese Misato, stornando lo sguardo da certi incartamenti.
"Si..mi scusi , signorina Misato."
"Di cosa?"
Shinji rimase a guardarla per un istante. C'era qualcosa di cui scusarsi, penso' . Ma non sapeva dire cosa fosse. E a chi dovesse chiedere scusa "Io..esco..Vado da Ritchan".
"Bene.."Misato rimase sovrappensiero.

"Vado io ad aprire , Rei", fui felice di vedere che era Shinji a suonare alla porta . "Ah, Shinchan!"
"Buonasera, dotteressa Akagi. Disturbo?"
"Niente affatto!Entra!Accomodati dove preferisci!"
"Grazie"Shinji si sedette sul ciglio di una poltroncina .
"Shinji..ciao", lo saluto' Rei, facendo il suo ingresso in soggiorno.
"Ciao", Shinji, accarezzandosi il ginocchio,si alzo' da sedere, e con un po' di imbarazzo ando' a salutare Rei, baciandola su una guancia e poi sull'altra. Lo metteva un po' a disagio, mostrare il proprio affetto piu' caro davanti a un'altra persona, nonostante si trattasse di me. La stessa timidezza c'era in Rei.

Rimanendo in piedi, Shinchan si rivolse a me , mentre con la mano sinistra sbottonava e abbottonava un bottone della camicia.
"Io..ecco..mi chiedevodottoressa Akagi. Se fosse possibile rivedere mio padreSo che e' stato imprigionato da qualche parte, per ordine della Seelemi domandavo se potessi parlargli, almeno una volta . per me, sarebbe importante."
Shinji aveva parlato tutto d'un fiato. Io ne rimasi, sulle prime, shockata.Rei percepi' la difficolta' di quel momento, e la sua agitazione si riflesse in un' impercettibile piega sugli zigomi.

"Shinji..io non credo che a tuo padre sia concesso ricevere visite.Inoltre non abbiamo alcuna autorita' sugli insediamenti della Seele"
"Immaginavo una cosa del genere. ..Pero' pensavo che forse lei, il signor Kaji , la signorina Misato avreste potuto aiutarmi lo stesso a rincontrarlo."
"Capisco quello che provi , Shinchan..pero' e' una cosa molto difficile, e pericolosa. Non posso ostacolarti. Pero' non me la sento nemmeno di incoraggiarti. Non mi perdonerei mai se ti succedesse qualcosa."
"Signorina Ristuko. So di andare incontro a un grande pericolo. Ma non m'importa . La prego !Mi aiuti."
"Ti aiutero' io, Shinji"
"Rei! ..non voglio che tu corra dei rischi per causa mia"
Io non intervenni.
"Dove andrai tu, andro' anch'io..se qualcosa ti minaccia, io voglio essere con te, per aiutarti", rispose fermamente Rei , guardando negli occhi il giovane Ikari.
"Rei.."

"Ragazzi. Chiedero' a Kaji di aiutarvi a trovare il luogo dove e' recluso Gendo, e di farvi da scorta fino alla sua cella. Se Ryoji vedra' che l'accesso e' impossibile, perche' troppo protetto, vi consigliera' sicuramente di rinunciare: in quel caso, vi prego di ubbidirgli e di tornare indietro".
"Va bene! Grazie, signorina Ritsuko", disse Shinji con riconoscenza.
"Non devi ringraziarmi"
"Mi domando se sto facendo la cosa giusta . Forse avrei dovuto scoraggiarlo con piu' fermezza.Eppure , non riesco a mortificare il desiderio di Shinji di rivedere suo padre. Spero solo che Kaji riesca a tenerli lontani dai guai. Comunque, ho paura che la resa dei conti con gli anziani della Seele si stia avvicinando", pensai, prendendo il portatile per chiamare Ryoji.

"Permesso?", chiesero Shinji e Rei .
"Accomodatevi, ragazzi. Questa e' la mia cameretta!", rispose Kaji-san.
"Tuo padre potrebbe essere stato condotto in due o tre posti , a mio avviso", aggiunse, mettendosi a sedere di fronte al tavolino, e cominciando a digitare degli input, e a frugare nella memoria del proprio laptop, fra diversi database. "Non c'e' una vasta scelta di prigioni sicure e facilmente controllabili nei paraggi. Inoltre non credo che l'abbiano portato lontano: lo vogliono a portata di mano, e' sempre un prigioniero eccellente.E sa molte cose." Poi, premendo il tasto inivio, comparvero sul display deli indirizzi. "Quindi, il posto che cerchiamo dev'essere fra questi. Non sono poi tanti. Con un po' di fortuna potremmo trovarlo al primo colpo."

"Lei pensa che ci saranno molte guardie?", chiese Shinji, osservando gli indirizzi sul monitor.
"Mmm..non penso che ci accoglieranno a braccia aperte.Pero' non credo che ci saranno due battaglioni delle forze di autodifesa^^;Credo , in tutta onesta', che sia piu' sorvegliato il Terminal Dogma, e io ci entro senza problemi^^;"

Rei era in piedi accanto a Shinji. Kaji si giro' sulla sedia e la sposto' indietro, rialzandosi. "Credo che domani sera potremo iniziare il nostro giretto. Se Katsuragi ci dara' il permesso^____-
"Per quello non si preoccupi , Signor Kaji!", rispose Shinji.
"Eh gia'.tu hai maggior ascendente di me su di lei., Shinchan!"


"Li' in fondo mi sembra di vedere delle sbarre , signor Kaji". Shinji indico' sottovoce all'interno di un buio, lungo corridoio. Nell'oscurita' pesta, facendosi luce con una torcia, Rei, Ryoji e il giovane Ikari si aggiravano per i corridoi di una installazione militare sotterranea delle forza di autodifesa del Giappone.
"Potrebbe trattarsi di quello che cerchiamo.Fate attenzione . Pare ci sia un soldato.". Kaji si ritrasse immediatamente dietro la colonna , per evitare che la luce fioca della torcia venisse notata dal militare in divisa, che si era appena voltato, durante la sua ronda circolare, lungo lo stretto spazio antistante una cella di sicurezza.
"Aspettatemi qui Se vi faro' cenno , per favore, tu , Rei , resterai a controllare che non arrivi nessuno da li'. Tu, Shinji, mi raggiungerai di corsa , invece. Vedro' di forzare la serratura, se si tratta della cella di tuo padre. Naturalmente, non siamo qui per organizzare la sua evasione."
"lo so.Voglio solo poter vedere mio padre"
"Adesso..prima che ci sentano..io vado. Rei. Conto molto su di te! Occhi aperti"
"Va bene"

Kaji si avvicino' lentamente alla guardia, strisciando rasente al muro. Quando il militare si giro' , Ryoji ne approfitto' per coprirgli la bocca con un fazzoletto imbevuto d'etere.
La guardia mugolo', prima di cadere fra le braccia di Kaji, che lo trattennerro e lo misero a sedere contro il muro . Data un'occhiata all'interno della cella, semplicemente illuminata da una piccola feritoia, Ryoji disse: "E' lui", e invito' Shinji ad accorrere.
Il ragazzo si precipito' . L'uomo forzo' la serratura con una comune forcina, e Shinji pote' entrare nella cella, dove suo padre , sdraiato a letto, non si era accorto di nulla, forse perche' si trovava nel dormiveglia.
Kaji accosto' la porta della cella. Poi indosso' il copricapo della guardia svenuta.
"Per non destare sospetti", disse a Shinji che si era voltato a guardarlo, dopodiche' Ryoji fece l'occhiolino a Rei, che non pote' fare a meno di sorridere, vedendolo con quell'elmetto in testa, montare la guardia, con in spalla il fucile a tracolla che aveva preso al soldato delle JSSDF, scimmiottando la sua andatura "marziale", mentre faceva la ronda, impettito^^;

Gendo si era accorto di Shinji. "tu.."
"Padre. Come stai?"
L'ex-comandante sbircio' fuori, riconoscendo la persona che adesso faceva la guardia alla sua cella. "Chi ti ha portato qui, fa parte di quelle persone che mi hanno consegnato alla Seele. Percio' non siete qui per farmi evadere. Mi domando perche' mai sei qui"
"se ti hanno consegnato agli anziani e' per impedirti di fare altro male. E per prendere tempo colla Seele"
"I vecchi..sono stato un agnello sacrificale, un dono ingannatore..Ma non sperate che sia il vostro cavallo di Troia. Vi smaschereranno".
"Tu..non voglio parlare con te di questo. Ti prego!! Almeno per una volta, potremmo parlarci da padre a figlio?"
"Perche' sei venuto, stupido? Stai correndo un rischio inutile!"
Una rabbia impotente colmo' il cuore di Shinji. Suo padre non avrebbe mai dismesso la sua severa indifferenza.
"Io..io..quando ti hanno portato viami sono reso conto che..ecco..avevo paura di perderti per sempre."
" Il tuo cuore", continuo' il ragazzo, guardando verso una delle pareti oscure della cella , "il tuo cuore e' piccolo come un granello di sabbia..se non riesci a capire che sono venuto qui perche'.. perche' ti voglio bene" Shinji si senti' strano, dopo aver detto quelle parole, tanto vere quanto difficili da pronunciare di fronte a una padre che aveva fatto di tutto per farsi odiare profondamente.
Kaji, passando davanti alle sbarre, udi' le flebili parole del ragazzo, ed ebbe un sussulto. *Quanto sei capace di perdonare, Shinji?*

"Capisco..cio' non ha piu' importanza", rispose Gendo Ikari alle parole del figlio.
"..Perche' per te..non ne ha avuta mai", disse Shinji, stringendo i pugni, le braccia abbandonate lungo i fianchi, mentre invano tentava di trattenere le lacrime che caddero dai suoi occhi, giu' sul pavimento buio dell'inospitale camera.

"Cio' che hai fatto a mia madre..e a Rei.. non te lo perdonero' mai. Pero'..io desideravo tanto che sapessi che, ..nonostante tutto questonon ti odio. Ma Tu non vuoi essere mio padre."
Gendo si tolse gli occhiali, e li ripose sul letto, massaggiandosi il naso con le dita . Si alzo', e fisso' la finestrella che ormai ritgliava un segmento di cielo notturno oscurato dalle nuvole.

"La telecamera ha registrato l'azione ai danni di una guardia da parte di un soggetto estraneo, e l'effrazione della cella di sicurezza. Si richiede l'intervento delle squadre di sorveglianza", disse un uomo in divisa, parlando al microfono , in una stanza pochi piani piu' in alto.

"Non mi hai mai abbracciato", fu l'ultima frase di Shinji, prima del silenzio. Dopo il silenzio di qualche attimo, la voce di Rei, dall'angolo del corridoio.
"Stanno arrivando dei soldati", disse la ragazza a Kaji.
Egli invito' Shinji ad uscire alla svelta, ma Gendo lo trattenne per un braccio.
"Lasciami andare, Padre!"
"Resterai con me , a meno che non mi portiate con voi!"
Questo lasso di tempo permise ad altri soldati di accorrere dall'altro lato, ormai a pochi passi dalll'ingresso della cella. Kaji,accortosi in tempo che stavano sopravvenendo, intanto si era precipitato da Rei, trattenendola dal lanciarsi verso Shinji. Nel frattempo due guardie arrestarono il ragazzo, e Gendo torno' a sedersi sul letto.

"Dobbiamo tornare a prendere Shinji!", disse disperatamente la ragazza.
"REI! Ci sono troppi soldati! Dobbiamo fuggire da questa parte", la prego' Kaji.
"REI!!", urlo' Shinji "REI!!SCAPPA!"
"SHINJI!"
"Ti prego, Rei, andiamo! Adesso non possiamo fare niente per liberare Shinji!" Kaji -san, tenendo la ragazza per mano, si lancio' di corsa lungo il braccio destro del corridoio sotterraneo, sparando con la pistola automatica, e ferendo le due guardie di sicurezza che si erano poste a sbarrar loro la strada,mentre altri uomini armati li inseguivano sparando a loro volta.
Salite rapidamente le scale, Ryoji si sbarazzo' del fucile a tracolla, e assieme a Reichan, prese la fuga in automobile.
"E' un miracolo che non siamo morti", disse Kaji.
Rei non rispose. Stava piangendo, immobile , sul suo sedile.