Chokimah: la saggezza(il drago di fuoco)
"Eccomi qua!",annuncio' . "Sei in casa, signorino
Shinji?"
"Asuka..", rispose il ragazzo, chiamandola, seduto per
terra davanti al basso tavolino del soggiorno, a terminare i
compiti , sul proprio laptop.
"Hai gia' letto il rapporto sulla mia straordinaria impresa?
Ho ridotto a brandelli ben nove unita' eva!", dichiaro'
trionfalmente, affacciandosi alla soglia .
"Sei stata molto brava"
"Brava e' l'unico aggettivo che ti viene in
mente?-____-;;Sono stata favolosa..ma del resto, cose del genere
sono alla mia portata. Li avrei fatti fuori anche se fossero
stati in piena efficienza. Ma quei mostriciattoli se ne sono
stati addormentati tutto il tempo!!". La cosa piu'
divertente del vanaglorioso discorso di Asuka era la pantomima
che accompagnava le sue frasi; e lo sguardo fiero della ragazza,
che da ultimo ritornava alla sua classica posizione, mani sui
fianchi, e portamento eretto e orgoglioso.
"Scusami" Il ragazzo si fermo' un istante a
pensare che Asuka era davvero brava. Era brava a coprire il
proprio vuoto interiore con la pratica dell'autostima. Penso' che
lui non ci sarebbe mai riuscito. E forse non c'era niente al
mondo che gli avrebbe fatto dimenticare l'abbandono, la
derelizione dei suoi anni piu' difficili.
Non aveva mai avuto un padre. E adesso quest'uomo assente, era
anche lontano. Chi sa dove?
"Invece di scusarti come al solito, non potresti dirmi per
cosa stai facendo fumare quella testolina?", chiese Soryu,
"Sei su nuvole piu' alte del solito".
"Io..ecco." Shinji fece una pausa, poi la sua
sincerita' parlo' al suo posto. "Mi chiedevo cosa fosse
successo a mio padre.. La signorina Misato mi ha detto che ,
ufficialmente, e' dato per disperso, in seguito alla battaglia
fra noi e la Seele."
".."
"Disperso?"
"L'ipotesi piu' probabile e' che sia scappato..Un soldato
delle forze di autodifesa l'ha visto mentre si allontanava fra le
macerie".
"" " E cosi' avrei aiutato
tuo padre a scappare?", disse Asuka, spostandosi in cucina
per prendere una birra dal frigo. "La cosa non mi fa affatto
piacere"
"Adesso anche lui sta fuggendo", disse Shinji a mezza
voce.
"Ti stupisci", disse Asuka, rientrando in soggiorno.
Bevuta una sorsata, aggiunse: "Tipico comportamento dei
vigliacchi.." Poi, la ragazza tedesca penso' di aver forse
detto qualcosa di sbagliato. Ma invece che scusarsi, evito' lo
sguardo di Shinji, sdraiandosi per terra a pancia in giu'. Poi
sollevo' le gambe, e comincio' a dondolarle , incrociandole. Si
perse nella lettura di una rivista di moda.
Il tempo per stare insieme , il tempo per la spensieratezza.
Reichan era seduta accanto al suo Shinji, sullo stretto sedile
della cabina. "Sai di cosa ho piu' paura?"
"Di cosa?"
"La notte, ho paura dei miei pensieri. Perche' non fanno
altro che rincorrere se stessi."
".."
"e' come se.."continuo' Ayanami "se volessero
portarmi via da te. Vedo un profondo burrone, e' una gola fra due
montagne. Mi sembra di cadervi. Penso a tutte le notti che sono
trascorse da quando sono nata.Sono cosi' tante, eppure sono tutte
passate.E non le posso fermare"
"Siamo gia' cosi' impauritidal tempo che se ne
va", disse Shinji.
"Si ..forse e' cosi'.. Quando sono piu' spaventata , ho
paura che io e te non ci rivedremo piu', e questo pensiero mi
atterrisce. Perche' gli attimi..gli attimi in cui sto con te sono
cosi' brevi?"
"Reichan..io vorrei poterti regalare un tempo infinito..in
cui potremmo essere cosi' come siamo adesso..insieme"
"Non voglio..non pretendo niente di piu' di cio' che
abbiamo". Due lacrime bagnarono il viso di Rei.
"Shinchan. ..Tu.. mi ami?"
"Io ti amo, Rei"
