Con questa storia ho partecipato ad un concorso letterario ma questa volta non avendo vinto l'ho modificata per allungarla un poco visto che avevo un limite stabilito nel concorso.
LE FORBICI DEL SARTO
La sfilata si svolse in un grande palazzo del centro si Milano, quei palazzi per ricevimenti lussuosi open-space per gente di livello. Gli ospiti affollavano la sala per prendere posto a sedere, c'erano fotografi, sponsor, gente d'alto bordo e qualche vip. Lo stilista nel camerino dava ordini alle modelle indicando gli abiti da usare prima e dopo "A sistemarsi il trucco e capelli forza!". Gesticolava con le mani con espressione soddisfatta con in pugno la situazione, ogni cosa sembrava perfetta, tutto in ordine, la musica, le luci. Si sporse tra le tende spiando il pubblico sedersi e spettegolare tra loro "Si va in scena". Davide Mancini è il suo nome, alto e magro con capelli ricci neri in veloce sbiadita con occhi color nocciola osservava le sue modelle vestite o svestite scegliere i capi appesi.
Come iniziò la sfilata le modelle camminarono sulla passerella lunga atteggiandosi in posa mettendo in mostra i propri capi indosso. Tra un cambio e l'atro c'era un massimo tempo di cosi da non fare aspettare troppo il pubblico. Mancini con mani dietro la schiena camminava ritto verso il compagno sarto Andrea Stewart italo americano, gli rodeva vederlo scherzare con la modella Anna, bionda con un viso ben definito e due occhi azzurri come il ghiaccio "Non dovresti prepararti? Forza corri a vestirti" rispose sgarbato, la modella lo guardò malissimo andandosene via "Ma che ti prende? Le stavo sistemando la spilla"
"Balle!" Tuonò lui "Vi ho visti insieme" lo schermì con sguardo gelido; aspettò che ogni modella salisse sulla passerella così che nessuno potesse origliare la conversazione privata e poi iniziò ad insultarlo inveì contro di lui "Mi hai tradito con quella?"
"Cosa? Parli a rovescio? tu non stai bene!" ma Mancini non volle ascoltare le sue scuse afferrò sul tavolo delle forbici da sarto conficcandole nel collo lacerando la carotide senza badare che non fossero quelle corrette. Si sentì una scossa non riuscendo a credere che cosa aveva fatto. Cercando di restare calmo ripulì le forbici dal sangue e ne sporcò di sangue un altro paio trovato sul tavolo lasciando il cadavere li dov'era per non destare sospetto mise a soqquadro la stanza così da far credere un'irruzione di qualche pazzo furioso. Si creò un alibi uscendo sul terrazzo fingendo di telefonare.
Le modelle lasciarono la passerella dirigendosi a mucchio nel enorme camerino. Il putiferio esplose tra grida e agitazione e nessuno osò avvicinarsi al cadavere. Una modella in lacrime lo raggiunse all'esterno "Devi venire dentro subito …. Hanno ucciso Andrea" finse di sentirsi male accorrendo dal compagno immerso nel sangue "Non lo tocchi per piacere" rispose in inglese "Lei chi è?" Mostrò il distintivo "Mi chiamo Colombo della omicidi di Los Angeles … ho sentito che si parlava di omicidio ed eccomi qui" si inginocchiò ed osservò il corpo "Per favore fate allontanare la gente" osservò la ferita al collo e controllò la colatura del sangue "Lacerazione della carotide a quanto pare".
Chiese ad un giovane carabiniere di avvicinarsi, confabulò col giovane poi si allontanò tirò fuori il blocchetto prendendo appunti "È il figlio di mio cugino un carabiniere eccellente". Il coroner imbustò il corpo caricandolo sulla barella. Colombo disse di essere in vacanza qui a Milano invitato da un amico suo e della moglie poi aggiunse: "È lei che ha trovato il corpo?"
"No, lo ha trovato Mandy la modella laggiù" rispose indicandola "E lei dove si trovava mentre veniva commesso il delitto?"
Esitò un momento "Mi trovavo sul terrazzo per una telefonata d'affari importante" mostrò di essere combattuto celandosi dietro alle bugie raccontate. Il tenente americano diede un'occhiata in giro in cerca di prove prima di tornare dalla moglie. Per il tenente ogni dettaglio era importante per svelare l'assassino.
Il giorno seguente mentre la moglie girava per negozi in compagnia degli amici Colombo si dedicava al caso con l'aiuto del giovane carabiniere. Entrò nel distretto dei carabinieri come se fosse il suo a LA "Michael hai novità sul caso?"
"Il taglio ha lacerato la carotide da un oggetto appuntito, secondo l'esperto sono state usate delle forbici da sarto con la punta aguzza" si toccò la fronte dilatando le pupille "Ci avevo pensato infatti ma quelle ritrovate sulla scena non avevano le punte aguzze" fu d'accordo con lo zio "Ma sulle forbici non ci sono impronte, l'assassino ha ripulito l'impugnatura" con ancora più domande per la testa tornò da Mancini.
Col suo impermeabile beige ed il sigaro al lato della bocca si diresse alla casa dello stilista "Tenente! Che posso fare per lei?"
"Porto notizie per lei, sa mia moglie è in giro per negozi ed io che non amo lo shopping ho preferito fare le mie indagini" si accomodò dentro casa girando con le mani dietro la schiena, trovò la casa molto bella e molto costosa. Sbiancò prendendo in mano la foto sul davanzale del soggiorno "Mi scusi non sapevo che lei e il sarto …" arrivò nel soggiorno da una porta secondaria "Non si preoccupi non è stato indiscreto non è un segreto" Colombo iniziò come suo solito a divagare parlò della moglie e cosi dicendo "Lei non sarà mica venuto qui per parlare si vostra moglie … " gli offri un caffè accettandolo. Lo versò nelle tazze in ceramica poste sul vassoio in argento.
Sprofondò nel divano "mi scusi tanto ma tendo a divagare sempre. Volevo dirle che l'arma del delitto sono forbici da sarto con la punta aguzza e la cosa assurda è che quelle ritrovate sulla scena non corrispondono affatto al taglio della carotide". Bevette un sorso di caffè aspettando la reazione di Mancini. Senza far trasparire la sua preoccupazione si limitò ad osservare il tenente "Questo si che è interessante tenente"
"E' quello che dico anche io" aggiunse "Questa notte non ci ho dormito. Vede per uno come me che svolge questo lavoro ogni dettaglio è assolutamente importante" Mancini aveva del lavoro da portare avanti ed occuparsi dei dettagli del funerale del marito morto e Colombo comprensivo lo lasciò ai suoi impegni senza nemmeno finire la tazza di caffè offertagli.
"Un'altra cosa" si voltò sulla porta di casa "Con chi stava parlando al telefono? Non la sto accusando di nulla è solo per routine" si spazientì rispondendo con tono acido, stava concludendo un affare con un certo Luis Ferrant rispose, accentuò un sorriso ringraziandolo per avergli risposto. Riuscì a contattare il francese ma stando alla testimonianza non ebbe alcuna telefonata con Mancini posò una mano sulla fronte sbalordito "Incredibile". Prima di uscire di nuovo avvisò la moglie della stanza accanto "Vado ancora da Michael"; alla centrale dei carabinieri Michael lo informò sugli sviluppi accompagnandolo al vetro della sala interrogatori "Quello è Michele Gatti un secondo stilista presente alla sfilata, le forbici usate per l'omicidio appartengono a lui" bisbigliò
"Ma come ve lo devo dire? Non l'ho ucciso io. Quelle forbici sono le mie ma non le ho usate per commettere l'omicidio" il carabiniere che conduceva l'interrogatorio cercò di calmarlo parlando con calma "Signor Gatti lei deve calmarsi non la stiamo incriminando" portò sotto il naso le foto della ferita "Come vede la ferita ha lacerato la carotide e per un colpo del genere servivano delle forbici appuntite mentre le sue non le hanno" si sentì alleggerito tirando un sospiro di sollievo "Quindi posso andare?" il carabiniere annui lasciandolo andare
Colombo seguì tutto l'interrogatorio fermando lo stilista per un momento. Ribadì di non sapere nulla di questa storia ma un attimo prima di recarsi nella platea per vedere gli abiti muoversi addosso alle modelle udì una strigliata alla modella Mandy "Controllerò grazie". Il tenente passò giorni successivi incollato al caso anche non avendo nessuna giurisdizione visto che in fondo era un turista.
Nel frattempo Mancini si liberò delle forbici gettandole nel naviglio durante la notte. I funerali avvennero il giorno dopo ed ovviamente vestito in nero recitò la parte del vedovo addolorato mostrandosi affranto e con la non voglia di vivere "Era l'amore della mia vita" rispondeva "Non potrò più vivere senza di lui". La sua scocciatura si presentò al funerale restandosene in un angolo "Buongiorno tenente. Vuole rovinarmi anche questo giorno triste?"
"Oh no signor Mancini, volevo solo farle una domanda. Me ne andrò e non mi vedrà mai più garantito".
"Sentiamo tenente che cosa vuole"
"Volevo farle sapere che il suo amico francese ha detto di non averla sentita il giorno dell'omicidio di suo marito. Lei mi ha mentito" disse una balla al volo "Beh …. Lo ammetto ho mentito per non far trapelare della mia tresca avuta con un altro uomo" Colombo si sentì affranto per non volerlo mettere in imbarazzo "Ancora una cosa … volevo dirle che abbiamo trovato l'assassino e la vera arma del delitto" con un sorriso distorto si congedò. Quella sera rincasato dopo un lungo rinfresco per il funerale tra amici si fece un drink sedendosi sul divano stanco morto. si allentò la cravatta ed allungò i piedi sul tavolo in vetro. Dopo il drink anche se svogliatamente si alzò dal divano per una doccia. Preparò tutto l'occorrente e nel far avanti e indietro dalla camera da letto e dal bagno trovò le forbici usate per uccidere il marito. Il cuore gli andò in gola, esitò a toccarle e con un gelido alla schiena cercò per casa la presenta presenza estranea ma in casa c'era solo lui.
Eppure quelle forbici le si trovavano sotto metri d'acqua; erano pure incrostate di sangue e sporche di melma del fondale. Ebbe paura. L'arma del delitto con le sue gambe arrivò in casa sua. Chiamò la polizia denunciando il fatto. Due carabinieri arrivarono in poco tempo e dopo di loro Colombo. "Anche lei qui eh?" allargò le braccia "Mio nipote mi ha avvertito"
"Che ci fa l'arma del delitto in casa mia? Incrostata di sangue e sporca di melma di fiume che scherzo è questo tenente? Non mi aveva detto che avevate trovato l'arma del delitto?". Colombo fece un passo avanti mettendo il sigaro spento in tasca. "Come sa che si tratta di melma di fiume?" volle rimangiarsi quello che disse ma ormai si tradì da solo "Beh … ecco è sporca di terra … "
"Si ma esistono molti tipi di terra diversa signore e poi come faceva a sapere che l'arma era nascosta nel fiume?"
"L'avrò letto sui giornali"
"Impossibile" rispose con fermezza "Sui giornali non veniva menzionato. Perché solo lei poteva sapere dove si trovava l'arma del delitto e conoscere i dettagli".
I sommozzatori ripulirono il fiume dalla sporcizia sul fondale e pescarono l'arma. "Mi ha scoperto tenente!" Abbassò il capo oscurando l'espressione in volto "Lui mi tradiva tenente con la modella Anna si rende conto? 15 anni insieme tenente" fumava il sigaro tranquillo e ascoltò ogni parola sminuendolo "È qui che si sbaglia, non la stava tradendo, anzi le aveva regalato un viaggio per due a Parigi per il suo compleanno e quella modella non era affatto la sua amante ma sua figlia" si sentì male si lasciò cadere sulla sedia "Sua figlia?"
Proprio così, avuta da una precedente relazione prima di cambiare orientamento, lei ha ucciso il suo compagno per una gelosia inutile".
"Non ci posso credere … "
"Voleva presentargliela dopo la sfilata ma non gli ha dato il tempo" Ormai senza speranze si lasciò arrestare da Colombo.
